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venerdì 22 agosto 2008

"Facciamo breccia" chiede l'oscuramento di Gaynews.

No alle censura del pm: "diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero".

(Ansa) C'e' uno strascico legale, tutto interno al movimento omosessuale, del Gay pride di Bologna del 28 luglio.
All'origine della vicenda, c'e' la tentata incursione (non autorizzata) di Graziella Bertozzo, militante del coordinamento 'Fare breccia', sul palco del Gay Pride. La militante venne portata in Questura e denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Secondo gli organizzatori Bertozzo aveva 'assunto atteggiamenti pesantemente offensivi e fisicamente violenti costringendo una delle volontarie a richiedere il supporto delle forze dell'ordine'. 'Facciamo Breccia' aveva replicato sottolineando che 'non si era mai vista la polizia legittimata sul palco di un pride: il concetto di 'sicurezza' messo in opera e' risultato un'azione violentemente repressiva e diffamatoria contro un'attivista riconosciuta da tutte e tutti'.

Ora Bertozzo, insieme ad altre due persone, ha presentato querela nei confronti di alcuni esponenti del mondo gay che erano intervenuti sull'episodio, tra cui Franco Grillini, e anche contro un quotidiano. Inoltre ha richiesto di oscurare alcuni siti, tra cui gaynews.it e gay.it, ma il Pm Luigi Perisco, che in questi giorni regge la Procura di Bologna, ha respinto l'istanza. Nel provvedimento Persico ricorda che all'origine ci fu una pubblica manifestazione che desto' l'interesse della pubblica opinione. Il magistrato si e' rifatto al diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero sottolineato che il sequestro dei siti sarebbe limitativo di un aspetto che attiene alla essenza stessa della democrazia.

Il Pm ha poi trasmesso la vicenda al Gip, che avra' l'ultima parola sulla richiesta di sequestro.
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Ndr. La libertà di stampa, pensiero, espressione ed opinione sono sancite dalla costituzione della Repubblica. Sono i valori fondanti della libertà dell'individuo ed ogni censura dev'essere bandita anche se non si è d'accordo sulle opinioni e critiche. Il contrario è solo una forma di fascismo, a volte cammuffata da ideologie che si rifanno a valori della sinistra.
A Gaynews ed a Gay.it la nostra totale ed incondizionata solidarietà con la speranza che la frattura creatasi in seno alle organizzazioni Glbt, possa essere presto risolta con la buona volontà di tutti. La Redazione
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Tentato stupro a Milano: italiano scappa, ragazza salvata da un romeno, I militari dov'erano.

locale

(Panorama) La serata di Annalisa (il nome è di fantasia) poteva finire nel peggiore dei modi. La sua brutta avventura, cominciata dopo il giro dei locali di corso Como, sarebbe diventata tragedia se non fosse stato per l’intervento di Adrian, un ragazzo romeno di 18 anni che l’ha salvata dall’aggressione di un marocchino 37enne. Forse lei contava sull’aiuto del ragazzo biondo, un italiano, con cui stava passeggiando in via Viganò, poco lontano. Ma l’accompagnatore di Annalisa è scappato appena il marocchino le ha messo le mani addosso.

Sono le 3 della scorsa notte. Annalisa, ragazza italiana di 30 anni che vive nell’hinterland, conosce in un locale un giovane italiano e accetta di andare con lui a fare una passeggiata. I due si allontanano di pochi metri dalla zona dei pub e delle discoteche, ma subito si avvicina uno scooter con abordo due uomini. Uno scende e strappa la borsetta della donna, passandola al complice che fugge. Lo scippatore rimane e aggredisce Annalisa, palpandola ovunque. È in questo momento che l’accompagnatore della ragazza si dilegua.

La 30enne è nelle mani del suo aggressore. Viene trascinata in un giardinetto, buttata a terra. Urla e cerca di divincolarsi, ma non riesce ad avere la meglio sul marocchino che le sta sopra, le alza la gonna e cerca di stuprarla. Adrian, che è senza fissa dimora e ha precedenti per droga e lesioni, si accorge della colluttazione. Affronta il marocchino e gli grida di lasciar andare la ragazza. L’aggressore, completamente ubriaco, la solleva da terra cercando di trascinarla via. Il giovane romeno non ha il cellulare e chiede di chiamare la polizia a un italiano che nel frattempo si è affacciato alla finestra.

Adrian tiene d’occhio il marocchino e Annalisa fino all’arrivo della volante Garbibaldi-Venezia. Gli agenti del turno di notte ammanettano Rachid C., clandestino con precedenti per furto e già colpito in passato da un decreto di espulsione, e lo portano in questura mentre lui urla che non ha fatto nulla e prende a pugni l’auto della polizia. Annalisa viene accompagnata alla clinica Mangiagalli, dove i medici le curano le ferite alla schiena e a un ginocchio e la assitono per il forte choc. Per un po’ dovrà fare i conti col ricordo di una notte terribile. E con la certezza di aver scampato il peggio.

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La nuova coppia del gossip. Frattini-Brambilla: è amore.

Sempre più insistenti le voci sui due. Il ministro degli Esteri e la rossa Miss Forza Italia farebbero coppia. Si parla di una vacanza romantica alle Maldive... Ma Silvio lo sa?

(Libero news) Se son rose fioriranno. Intanto però la notizia sta rimbalzando sui media da qualche ora: tra Michela Vittoria Brambilla e il ministro degli Esteri Frattini sarebbe sbocciata una storia d'amore.

Da Vanity Fair a Lino Jannuzzi (giornalista di Panorama) passando per il mitico Dagospia, ormai il pettegolezzo è sulla bocca di tutti. «Metà del Parlamento s'interroga, fingendosi disinteressato alla risposta, se sia vera o no la favola d’amore sbocciata tra la rossa Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Franco Frattini, ministro degli Esteri: “La coppia più bella del mondo”, secondo l’informatissimo Lino Jannuzzi» scrive Dago.

La loro sarebbe, secondo i bene informati, un’autentica passione che giustificherebbe addirittura, secondo molti parlamentari, l’assenza del ministro dall’importantissimo vertice europeo sull’emergenza in Georgia, impegnato in una romantica vacanza alle Maldive con Miss Forza Italia.
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Michele Serra a La Stampa: "Bravo Veltroni. Ma non si può votare Pd: colpa della Binetti...".

(Claudio Sabelli Fioretti - La Stampa) Il mitico direttore di Cuore, l'autore di successo in televisione e in teatro, l'editorialista della Repubblica, lo scrittore di libri di successo. Michele Serra. Anche lui è entrato qualche giorno fa nel dibattito fondamentale.
Michele, togliamoci subito il pensiero: i salotti.
"Oh Gesù..."

Sapevo che saresti stato contento di questa domanda...
"I salotti... mi fa molto ridere parlarne..."

Ne hai scritto. Non ti colgo impreparato.
"Esistono salotti di diversa metratura, forma e lusso".

Ma tutti piuttosto ricchi.
"Il salotto del delegato Fiom effettivamente non si è mai visto. Ma dei salotti altolocati so poco, non li frequento".

Il salotto dell'avvocato Augusto Bianchi... Un salotto cult della sinistra milanese…
"Ci sono andato una volta. C'erano centinaia di persone affastellate… Non era un salotto, era una Curva Sud. Mi ricordava un'assemblea del '68".

E i salotti romani?
"Suspisio... Verusio... E se uno viene invitato da Suspisio e si sbaglia e va da Verusio?"

Succede molto spesso.
"E se va da Subasio?"

Senti...
"Vuoi sapere se c'è una fascia alta di intellettuali di sinistra che amano fare quel tipo di vita?"

Se lo chiedono in molti.
"Questo discorso del salotto romano inciucione mi riguarda poco. Riguarda forse Bertinotti. Capisco che possa irritare: io trovo sconveniente anche andare a Porta a Porta. Pensa da Suspasio e Verisio".

Suspisio e Verusio.
"Le borghesie urbane sono sempre più di sinistra. E i ceti popolari sono sempre più di destra. Ogni tanto mi chiedo se non sto frequentando troppi giornalisti, professori, urbanisti, architetti, scrittori. Avrei bisogno di frequentare idraulici".
I salotti hanno spaccato Rifondazione Comunista. Hai visto la polemica fra i Ferrero e i Bertinotti?
"Tanta demagogia. Però..."

Però?
"Però... i padri della sinistra... costumi più austeri..."

Togliatti forse esagerava…
"Sicuramente esagerava, però..."

Però?
"Non ce lo vedo Togliatti dalla Verasio..."

Verusio.
"O Cossutta dalla Sospesio".

Suspisio.
"Pappa e ciccia. Tutto molto romano. Mettiamo le gambe sotto lo stesso tavolo..."

Siamo all'orrendo moralismo?
"Sarebbe giusto porsi il problema della misura. Io sono stato educato da una famiglia liberale e da un partito comunista. Il risultato è che quando leggo un'intervista a Fabrizio Corona rimango sconvolto".

La misura...
"Il fatto che l'uomo più ricco d'Italia sia anche il capo del Paese è qualcosa di smisurato. Che lo stesso signore abbia sette ville in Sardegna è qualcosa di smodato. Io non sono un pauperista, la ricchezza mi piace. Ma se avessi i soldi per comperarmi la Ferrari non lo farei. L'idea che possano considerarmi burino me la vieta".

Moralista... vogliamo sdoganare questa parola?
"Se non sei immorale sei moralista. Una via di mezzo?"
E coprire le tette nei quadri del Tiepolo?
"Un provvedimento assurdo proprio mentre è presidente del Consiglio il più grosso spacciatore di tette dell'Occidente".
La sinistra radicale è scomparsa. Hanno detto per overdose di cachemire.
"La sinistra radicale perde perché nessuno crede più nella rivoluzione comunista".

La sinistra radicale rappresenta anche la voglia di non arrendersi, di opporsi, di lottare, di protestare...
"Vero. Ma il progetto politico qual è? Non basta essere il serbatoio della protesta e delle incazzature..."
Se non si fosse spezzettata avrebbe superato il 4 per cento...
"Siamo alla patologia. Fa paura il livello di odio interno dove dovrebbe esserci il massimo della coesione e della socialità".
Anche all'interno del Pd non abbonda la coesione.
"C'è una schizofrenia paurosa tra componente laica e componente cattolica. Finirà malissimo".

Quindi Veltroni…
"Veltroni ha fatto la cosa giusta in un Paese che non aveva i presupposti politici per farla. La sfiga esiste".
Quale sfiga?
"La sfiga di avere i vescovi. Una zavorra spaventosa".
Aggravata dalla morte della Dc.
"Oggi i vescovi fanno politica in prima persona. Quando penso alla Dc la ricordo come un enorme paio di mutande, non immacolate ma robuste, atte a contenere le vergogne del Paese".
Che metafora schifosa.
"Finita la Dc è come se il Paese si fosse tolto le mutande. Le vergogne sono in libera uscita".

Criminalizzare Berlusconi non ha dato grandi risultati.
"Trovo ridicolo accusare qualcuno di avere l'ossessione di Berlusconi. E' come accusare un beduino di avere l'ossessione della sabbia. Non è colpa mia se Berlusconi è ovunque".
Si diceva: questa volta governerà bene perché ha sistemato i sui affari personali...
"Berlusconi governa male non perché deve sistemare i suoi affari ma perché ha una concezione della società e dello Stato sediziosa. Secondo lui le regole rompono le scatole".
Il politico non rappresenta le virtù civiche ma le basse tendenze goistiche singole...
"Da Gad Lerner, a 'L'infedele', ho avuto un piccolo scontro con Speroni, politico leghista. Lo avevo rimproverato per la sua rudezza. Fuori onda mi disse: 'Io sono maleducato perché rappresento un elettorato maleducato. Questa è la democrazia'. Da un certo punto di vista Speroni aveva detto una cosa corretta. In questo Paese si pensa sia giusto parcheggiare in seconda fila".
E quindi ci vuole qualcuno che rappresenti quelli che parcheggiano in seconda fila...
"Esatto. Ma quelli che parcheggiano in seconda fila sono già al governo".

"Limiti della democrazia, anche i coglioni votano". Grande titolo del tuo "Cuore".
"Resto convintamente democratico, un uomo un voto...".

Però...
"Ogni tanto mi viene la tentazione di pensare il contrario. Forse ci vorrebbe la patente per votare. Un esamino. Chi è il Presidente della Repubblica? Quante sono le Camere?".

Sei un vecchio borbottone...
"Se tu ti richiami alla Costituzione, ai padri costituenti, rispetto ad un magma in vorticoso cambiamento, sei un parruccone. E precettoso. Non fare così, fai cosà. Ma noi non siamo vecchissimi. Io ricordo che la parola cambiamento, si vota per cambiare, cambiamo l'Italia, era automaticamente accostata alla sinistra, persino al Pci che era un pachiderma. Ora non la usa più. O la usa a sproposito".

Che cosa ti appassiona oggi?
"Le questioni della terra, dell'alimentazione, del clima. Non ne parla nessuno in questo Paese. Sono rimasto sconcertato quando Giampaolo Pansa si scandalizzò per il fatto che nell'elenco dei 45 membri del comitato promotore del Pd, aveva visto il nome di Carlin Petrini, uno considerato un 'ghiottone'. Ma Carlin Petrini è uno dei pochi leader mondiali che abbiamo in questo Paese. Organizza la più grande rassegna mondiale di contadini. Frequenta Carlo d'Inghilterra, Vandana Shiva, gira il mondo, il suo Slow Food ha 40 mila iscritti in America. L'ultimo sussulto politico che ho avuto è stato quando un idraulico mi ha spiegato che nella mia casa di campagna dovevo mettere la geotermia, un sistema per scaldare gratis la casa. Questa è la politica. Ma non ne parla nessuno. Tranne Petrini".

Una volta eri del Pci...
"E ho apprezzato la svolta della Bolognina. Ho preso il primo anno la tessera del Pds. Poi ho lasciato perdere. Mi irritò il fatto che preferirono Napolitano a Rodotà per la presidenza della Camera. Mi dissi: siamo quelli di prima".

Solo per Rodotà?
"L'idea di creare un partito di sinistra che uscisse dalla rigida tradizione del Pci era ammaliante. Però non hanno avuto la forza di farlo. Invece di aprire le porte si pensò a conservare l'ufficio, la poltrona, l'assessorato".

Oggi?
"Oggi mi sento un moderato di sinistra".

Veltroniano? Prodiano?
"Veltroniano. Credo che sia stata un'idea giusta fondare il Pd. Ma non so se lo voterò".

Hai le idee confuse.
"C'è una spina che non si può inghiottire. La Binetti. Non sopporto la presenza dei teodem nel Pd".

E quindi?
"Mi sento totalmente in libera uscita dal punto di vista del voto. Ho votato Pd per fare mucchio e per contribuire alla diga antiberlusconiana".

Rifondazione comunista?
"Non credo. C'è qualcosa di vagamente perverso nel rivendicare la tradizione comunista. Il comunismo è stato una tragedia storica spaventosa, non ne è spendibile la nostalgia".

Qualche anno fa Marco Travaglio parlò di sinistra entrata nel palazzo con le pezze al culo e uscita rimpannucciata.
"Certamente ci sono dei casi di forte miglioramento sociale. Di più non so dire".

Però...
"Torniamo al salotti di Gandusio..."

Verusio.
"L'impulso a dire: 'Bè adesso ho cambiato ragione sociale' c'è stato. La fretta di levarsi di dosso una maschera di diversità un po' ingombrante ha portato a mosse incaute".

E quando vedevi il risotto di D'Alema, il servizio fotografico al timone del veliero, le sue scarpe da un milione, l'anticipo di 300 milioni per il suo libro stampato dalla casa editrice di Berlusconi...
"Effettivamente avrei preferito che D'Alema pubblicasse con un altro editore. Il discorso della diversità è molto complicato. Ma la domanda è: 'Si poteva evitare che da quello si passasse allo sbraco? Riusciamo a trovare una normale via di mezzo?'".

Tipo?
"Mi piace lo stile di vita normale di Veltroni, paparazzato mentre gira con l'ombrellone nella spiaggia libera".

Hai detto: "Fassino che va dalla De Filippi a fare la carrambata non mi è simpatico, mi sembra solo un travestimento".
"Era pesce fuor d'acqua, un ostaggio di un linguaggio non suo. Si intuiva benissimo l'operazione simpatia".

Prodi avrebbe vinto al posto di Veltroni?
"No. Non avrebbe vinto. Prodi è una persona perbene, ha fatto un governo di persone serie. Benissimo. Ma non si può governare un Paese dicendogli che deve farsi un gran mazzo. Qualche speranza bisogna darla".

La speranza, il sogno...
"Veltroni ha capito che la sinistra rischia di diventare una congrega di borbottatori scontenti e depressi. Se uno apre un negozio deve metterci della merce appetibile. Il negozio triste non funziona".

Chi ti piace a destra?
"Quando parla Fini dissento ma non mi offendo come quando parla Berlusconi. I post fascisti, tranne La Russa e Gasparri, mi fanno sentire meno a disagio di quelli di Forza Italia".

Giuliano Ferrara ha scritto della tua "snobistica innocenza"...
"Uno che fa un giornale da ottomila copie non può dare dello snob a uno che scrive su un giornale da settecentomila copie".

Sei snob o no?
"Ci sono aspetti della società di massa che ritengo deteriori. La cosa veramente snob e antipopolare è dare merda al popolo. Io penso che sia snob quello che a casa sua legge Proust e la sera va nel salotto della Vandusio..."

Verusio…
"E poi dice: mettiamo una bella telenovela di merda per le massaie che tanto non capiscono un cazzo. Io facevo lo gnocco fritto alla festa dell'Unità e so che il popolo non merita la merda".

Hai detto che Cuore è morto di missione compiuta. Non di missione fallita?
"Forse a vent'anni potevo illudermi che la satira potesse avere una influenza sul potere. Adesso penso che serve solo a chi la fa e a chi la legge. La satira è un vizio di minoranza".

E poi...
"Si può far satira su Calderoli? La satira è deformazione. Si può deformare il deforme?".

Ti piacciono i giornali?
"Mica tanto. Ci sono momenti in cui dico: 'Meno male che Travaglio ha scritto quell'articolo'. Ma anche momenti in cui penso che i giornali abbiano un ruolo pernicioso, che servano solo a generare ansia. Zanzare mostruose, invasioni di meduse. E' il vero pulp".

E' sempre stato così.
"Ma era l'informazione superpopolare, era Cronaca Vera. 'Violentata sei ore dallo zio su un tappeto di gran pregio', un capolavoro assoluto. Dove capisci che il peccato e la lussuria stanno nel gran pregio del tappeto. Però anche il Corriere della Sera titola: 'Meduse assediano le coste e nessuno fa niente'."

Di Rutelli hai detto: "Cerca di imporre i suoi obiettivi etico-confessionali".
"Io sono contentissimo che si sia convertito. Ma non capisco perché una cosa così privata debba influire pesantemente sulla vita del Pd".
Di Veltroni hai detto: "E' ingenuo, vulnerabile e permaloso".
"Permaloso molto".
Per esempio?
"Si è molto risentito quando ho scritto che Roma è sporca. Ma Roma è sporca. Dai tempi di Diocleziano. Un politico non deve offendersi di fronte alle critiche".

Gioco della torre. Bertinotti o Cofferati?
"Butto Bertinotti".

Cofferati...
"E' un mistero. Cinque anni fa sembrava che avesse il Paese in mano, che riuscisse a tenere insieme l'orgoglio di appartenenza e l'innovazione contro gli apparati. Tutti eravamo lì pronti a seguirlo. E poi... un mistero".

Veltroni o D'Alema?
"Butto D'Alema. Ha troppo disprezzo per la società di massa. E' un aristocratico. E' uno convinto che le piccole avanguardie cambieranno il mondo, che lui va avanti e il popolo seguirà. Veltroni è molto più moderno. A volte è un po' troppo marketing. Però ha capito che la politica è una faccenda di massa. D'Alema crede che la politica sia una partita a scacchi tra persone molto abili, tra intelligenze".
D'Alema è molto intelligente…
"Ma non ha capito che l'intelligenza non basta".

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Il ritorno di Liza Minnelli in Italia parte da Roma.


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L'artista, accompagnata da una 'big band' di dodici elementi con quattro ballerini-cantanti, si esibirà in giro per il nostro Paese con uno show di due ore tra canto e ballo.

(Quotidiano.net) Reduce dal suo tour in Gran Bretagna, Liza Minnelli è ora pronta a portare le sue "due straordinarie ore di ballo e di canto" in Italia nel periodo autunnale, fra ottobre e novembre. La tournée italiana partirà da Roma il 29 ottobre con il concerto, voluto dall'Accademia di Santa Cecilia, all'Auditorium Parco della Musica, per poi fare tappa a Firenze, Malta, Bari, Torino e Campione per finire a Milano verso la metà di novembre.

In programma molti dei suoi più grandi successi, pezzi storici come 'Cabaret', 'Maybe This Time',' And The World Goes 'Round', oltre naturalmente a 'New York New York', e un tributo canoro a Kay Thompson, arrangiatrice e vocal coach di personaggi come Judy Garland, Frank Sinatra e Vincente Minnelli, il padre di Liza con i pezzi del 'Thompson's act', compresi numeri famosi come 'I Love a Violin', 'Clap Ò Your Hands', 'Jubilee Time' and 'Hello Hello'.

La Minnelli si esibisce accompagnata da una 'big band' di dodici elementi con quattro ballerini-cantanti. Queste, nel dettaglio, le date del tour: 29 ottobre a Roma (Auditorium Parco della Musica), 1 novembre a Firenze (Maggio Musicale Fiorentino), 7 novembre a Bari (Teatro Team), 10 novembre a Torino (Teatro Regio), 12 novembre a Campione (Nuovo Casinò di Campione), 14 novembre a Milano (Teatro degli Arcimboldi).

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Scandalo hard all'università, prof sotto accusa, Concorso annullato a Torino.

(Notizie Tiscali) Concorso a luci rosse nell'ateneo di Torino. Protagonisti della storia sono una donna medico di 38 anni e un luminare della celebre scuola di specializzazione di Medicina legale di Torino, fondata da Casare Lombroso nel 1897. Tutto è cominciato il 2 luglio scorso quando il Tar annullò il concorso per entrare nella scuola parlando di "manifesta e grave patologia procedimentale che infirma il concorso" nel quale si sono registrate "ingiustizie e disparità di trattamento".

"Esclusa dal concorso perché ho mollato il professore" - Il Tribunale Regionale non si espresse sul presunto scandalo sessuale che viene invece fuori dalle pagine del quaotidiano La Stampa. La donna medico, esclusa dal concorso, accusa di essere stata bocciata all'esame per aver scaricato l'amante-professore. "Sono stata esclusa - sostiene la donna - perché non ho più voluto compiacere sessualmente Paolo Tappero, il direttore della scuola. Il ricorso al Tar riguarda solo la parte formale del concorso - spiega - mentre dietro c'è un'altra storia. Ed è una storia schifosa. In cui, mi rendo conto, anch'io non faccio una gran bella parte". Il professor Tappero si difende sostenendo che la candidata "non è stata ammessa perché il suo compito era insufficiente".
"Racconterò la mia storia ad un giudice" - La donna, dopo l'annullamento del concorso, si dice pronta a raccontare la sua storia al primo giudice che vorrà sentirla. E nella storia che racconta non mancano elementi squallidi. "Ho subito avances sessuali fin dai tempi della laurea", ha raccontato al quotidiano torinese. "All'inizio sono stata zitta - aggiunge -. Poi non mi sono più voluta prestare e lui mi ha bocciata". Ma per il professor Tappero, 70 anni, le cose sono chiarissime: il concorso è stato annullato "perché non erano stati definiti i criteri di valutazione". Lui annuncia il ricorso e non commenta la relazione. Intanto l'Università prende i suoi provvedimenti e sospende l'intera commissione esaminatrice, compreso il presidente Tappero

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Il caso dello steward morto. Le strumentalizzazioni di Franco Grillini.

(Dire) Parla di "ipocrisia dei mezzi di comunicazione" Franco Grillini, riferendosi all'omissione che tutti i telegiornali delle televisioni pubbliche e private italiane hanno operato riguardo al fatto che Domenico Riso, lo steward italiano morto nell'incidente aereo in Spagna, fosse il compagno e convivente (notizia confermata dal cugino di Riso, che ha detto che i tre "costituivano un nucleo familiare vero e proprio nella loro casa di Parigi"), e non un semplice amico, di Pierrick Charilas, in viaggio con lui e con il figlioletto di tre anni Ethan, vittime anch'essi del disastro aereo. "Mentre infatti negli stessi casi, quando si parla di eterosessuali si dice esplicitamente 'e' mancata una famiglia', in questo caso- accusa il presidente di Gaynet- ci si e' arrampicati sugli specchi utilizzando eufemismi di varia natura, per non dire che anche in questo caso e' venuta meno una famiglia vera e propria. Ben diverso e' stato il trattamento quando si e' parlato dall'architetto romano ucciso da un romeno. Li' non ci sono state remore a parlare della sua omosessualita'".
Conclude Grillini: "D'altra parte siamo in Italia, Paese che ha fatto dell'ipocrisia una filosofia nazionale.".
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Ndr. Non strumentalizziamo i morti facendo finta di moralizzare i media per avere visibilità. Le avvisaglie della strumentalizzazione si sono giù avute ieri (e non da Grillini). A nessuno viene in mente che Domenico e Pierrick probabilmente volevano tenere riservato (riservato, non nascosto, si badi bene) il loro rapporto. Perchè sputtanarli con questa polemica? Che tristezza.

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Eros, psiche e fantasia. C'è chi descrive scene di necrofilia e perfino sesso con alieni.

Un tempo erano considerate perversioni. Ora gli psicoterapeuti assolvono i nostri desideri proibiti. Perché possono curare molte patologie.

(Paola Emilia Cicecore e Laura Margottini - L'Espresso) Ci imbarazzano quando invadono la nostra mente, disegnando scenari che a volte ci sembrano inaccettabili. Ma possono servire a curare traumi e malesseri che compromettono la serenità della nostra vita sessuale. Per questo gli psicoterapeuti hanno sdoganato le fantasie sessuali, anche quelle più indecenti. Che sono le più frequenti e le più importanti per il nostro equilibrio. Qualche esempio? Al 90 per cento degli adulti succede di pensare a qualcun altro mentre fa l'amore col proprio partner, il 15 per cento sogna un rapporto a tre, l'11 si immagina sul set di un film porno. E c'è anche chi descrive scene di necrofilia e perfino sesso con alieni. È quanto emerge da un'indagine scientifica sulle fantasie sessuali di 19 mila inglesi sopra i 18.

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Sparatoria. Dietro l’agguato spunta la pista di un legame gay.

Il tentato omicidio ultima conseguenza di pettegolezzi e ricatti sessuali in paese

(Giampiero Maggio - La Stampa) Spunta l’ipotesi del ricatto legato all’ambiente omosessuale come possibile movente per spiegare l’agguato di martedì notte a Pertusio (To), in cui un uomo è rimasto gravemente ferito e ora rischia la paralisi per un proiettile che gli ha perforato la spina dorsale.

Ubaldo Raso, il cinquantaquattrenne di Forno titolare dei laghi di pesca di Valperga è ora alle Molinette in prognosi riservata, avrebbe ricattato Giuseppe Pina Bartolo e Giuseppe Rossio, i due uomini che martedì notte lo hanno ridotto in fin di vita davanti agli occhi della moglie. Secondo una delle ipotesi investigative di questa vicenda ancora avvolta dal mistero, Raso aveva scoperto, tempo fa, la relazione tra i due. E facendo leva sulla debolezza psicologica di Rossio lo avrebbe ricattato chiedendogli soldi in cambio del suo silenzio. Una situazione che sarebbe andata avanti per diverso tempo, tanto da diventare insostenibile e sfociare nel disperato tentativo di un chiarimento definitivo, quello di martedì a Pertusio, poi degenerato nella sparatoria.

Resta, questa, per ora solo un’ipotesi di chi sta indagando, anche se viene considerata dagli stessi investigatori seriamente attendibile. L’unica certezza, comunque, è il ricatto: di quei soldi che Raso aveva chiesto insistentemente a Rossio. Il vetraio di Pertusio era disperato, angosciato da quelle continue pressioni. E Pina Bartolo si era offerto di proteggerlo. «Si sentiva il suo paladino, ma tra i due non c’era assolutamente nessuna relazione» puntualizza Pio Coda, che insieme a Marina Spandre difende l’uomo che ieri ha ammesso di aver premuto il grilletto perché convinto che l’altro uomo fosse armato.

Ieri, i due uomini in carcere per tentato omicidio in concorso hanno deciso di rispondere alle domande di Elisa Panzè, il sostituto procuratore che ha in mano l’inchiesta. Ha parlato anche il terzo uomo arrestato, Antonio Vitella (assistito da Franco Papotti), di Cuorgnè, finito dietro le sbarre per favoreggiamento: è stato lui ad aiutare Rossio e Pina Bartolo nella fuga, terminata lungo la strada che porta a Canischio, tredici ore dopo la sparatoria.

Interrogati uno dopo l’altro e assistiti dai propri legali, ognuno di loro ha cercato di chiarire la propria posizione. Rossio, seduto a fianco del suo difensore Mauro Bianchetti ha negato disperatamente di essere consapevole di ciò che poi avrebbe fatto Pina Bartolo: «Io con l’agguato non c’entro nulla - ha spiegato al magistrato -, da parte mia non c’era nessuna intenzione di fare del male a Raso. E non so nulla di quella pistola». Ha spiegato, comunque, di aver subito pressioni e di sentirsi vessato dalla vittima «che mi chiedeva soldi in continuazione».
Perché poi sia fuggito, anziché costituirsi, lo ha spiegato sostenendo di avere paura e di essere ormai in balia di Pina Bartolo, quello che tra i due aveva la personalità più forte. E’ stato Pina Bartolo, secondo i carabinieri, a contattare Vitella, suo vicino di casa, chiedendogli di aiutarli a fuggire e di acquistare generi alimentari per il periodo della latitanza. La convalida degli arresti è stata fissata per questa mattina.

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E' morto Tony Duvert lo scrittore che elogiava la pederastia.

Il corpo trovato ad un mese dal decesso nella sua casa.

(Adnkronos) - Il mondo letterario francese e' in lutto per la scomparsa di uno degli scrittori piu' controversi degli ultimi decenni: il corpo di Tony Duvert, vincitore del prestigioso Prix Medicis e autore di romanzi che hanno rappresentato l'universo dell'omosessualita' e della pedofilia, e' stato scoperto ieri nella sua casa di Thore'-la-Rochette, nella regione della Loir-et-Cher, ad almeno un mese dalla sua morte. Duvert che non ha pubblicato piu' libri dal 1989, viveva in totale solitudine nel villaggio di 900 abitanti e aveva fatto scandalo per il suo dichiarato elogio della pederastia. Lo scrittore, che aveva 63 anni, si era affermato con una serie di opere di grande interesse e suggestione, apprezzate dalla critica per la sua 'sana sovversione': tra le altre figurano 'Recidiva' (1967), 'Paesaggi di fantasia' (1973), 'Diario di un innocente' (1976), 'Quando mori' Jonathan' (1978) e 'L'isola atlantica' (1979).

Il corpo del romanziere e' stato scoperto dalla polizia, che e' entrata nella sua casa dopo che un vicino ha lanciato l'allarme dopo aver visto la cassetta della posta di Duvert strabordante di lettere e cartoline. Anche se molto verosimilmente si e' trattato di una morte naturale, ha precisato una fonte della polizia, e' stata comunque aperta un'inchiesta per accertare le esatte cause del decesso.

Nato vicino a Parigi nel 1945, Tony Duvert esordi' come narratore nel 1967 con il romanzo 'Recidiva', poi rivisto e definito nel 1974. Qual e' l'immaginario erotico di un adolescente omosessuale? Quali sono le fantasie che prendono forma nella sua mente in solitudine? Quali fantasmi sorreggono un desiderio che, soprattutto negli anni della prima giovinezza, non trova facilmente possibilita' di essere comunicato e commentato? A simili domande voleva rispondere Tony Duvert con questo suo libro di esordio.

In seguito pubblico' 'Ritratto di uomo-coltello' (1969), 'Divieto di soggiorno' (1969), 'Il viaggiatore' (1970), sempre esplorando fantasie e fantasmi dell'omosessualita'. Nel 1973, con l'appoggio fra gli altri di Roland Barthes e Alain Robbe-Grillet, Duvert ottenne il Prix Medecis per 'Paesaggi di fantasia', che racconta i giochi sessuali tra un adulto e un bambino. Nel 1978 con 'Quando mori' Jonathan', Duvert ripercorre l'avventura amorosa di un artista in eta' matura con un bambino di otto anni.

Nel 1974 Tony Duvert si trasferi' a Marrakesh, in Marocco, lo stesso anno in cui dette alle stampe 'Il buon sesso illustrato', una risposta ironica a una famosa enciclopedia della sessualita' ed al tempo stesso una sorta di 'manifesto pedofilo' che reclama il diritto per i bambini di poter beneficiare della liberazione sessuale che puo' portare loro il pederasta, di contro alla costrizione e alle privazioni che vengono loro imposte dall'organizzazione familiare. In testa a ciascun capitolo del libro e' riprodotta la fotografia di un ragazzo di dodici anni in erezione. Il libro 'L'infanzia al maschile' del 1980 raccoglie i suoi scritti teorici sulla pederastia e sulla necessita' che essa trovi un posto all'interno del contesto sociale. Nel 1982, anno in cui Duvert torno' ad abitare in Francia, pubblico' il romamzo poliziesco 'Un anello d'argento all'orecchio'.

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"Checca guarda come cammini" Botte e maltrattamenti a Genova da poliziotti.

Un trentenne accusa la polizia ferroviaria e la questura: "Mi hanno preso le impronte digitali".

(Andrea Milluzzi - Liberazione) "Guarda come cammini, ricchione"; "Sbirri di merda" e inizia l'inseguimento. Non è il copione di un film, è la storia che Nicola (il nome è di fantasia, Ndr) si è deciso a raccontare a Liberazione tre mesi dopo averla vissuta in prima persona. E' il 28 maggio 2008, Nicola sta aspettando un treno alla stazione di Genova Piazza Principe quando avviene questo scambio di battute con i due agenti della Polfer. Dopo le offese, Nicola inizia a correre e esce dalla stazione, mettendo un po' di metri fra lui e gli agenti. A quel punto loro fanno una telefonata e da una macchina ferma là davanti esce una persona che blocca Nicola permettendo agli agenti di raggiungerlo. Subito dopo Nicola si è trovato con la faccia al muro, picchiato alle spalle sempre al grido di "frocio, sei sieropositivo, fatti curare". La tappa al pronto soccorso del Galliera è obbligata. Arrivato sanguinante in ambulanza, a Nicola viene assegnato un codice verde e cinque giorni (diventati 10 dopo la visita del medico di famiglia) di prognosi per «trauma escoriato al cuoio capelluto, soffusioni cutanee al collo e un'escoriazione alla spalla destra». Tradotto: botte in testa, sulle spalle e una presa energica al collo da dietro.

Uscito dall'ospedale, Nicola si reca alla questura per denunciare quanto avvenuto, ma anche là la musica non cambia di molto. Ripartono le offese e Nicola viene portato in una cella della questura accanto ad un'altra dove è rinchiuso un nomade. Passa un po' di tempo e arrivano i due agenti della Ferroviaria accusati dell'aggressione, Nicola li riconosce, ma nessuno dei presenti gli dà ascolto. Dopo un'altra serie di "frocio" e "sieropositivo", Nicola passa nella cella del nomade («dove il puzzo di piscio era insopportabile» racconta) e chiede i nomi dei vari agenti con la minaccia di denunciarli. Non riceve - ovviamente - risposta finché gli dicono di alzarsi per andare da un legale. La destinazione non è però un ufficio, bensì la polizia scientifica dove a Nicola vengono fatte le foto, prese le generalità e pure le impronte digitali («che quindi non è un trattamento riservato solo agli immigrati» sottolinea). Il tutto finisce in un database, ma non dà origine ad alcuna denuncia nei confronti di Nicola. Una raccolta dati pro forma, insomma.

Nicola viene dalla Calabria, riconosce dall'accento che uno degli agenti è suo conterraneo. Ne approfitta per prendere qualche informazione e riceve un consiglio: «Non denunciare nulla, potresti rovinare le famiglie di questi agenti». Nicola allora fa passare un po' di tempo e alla fine si decide a sporgere denuncia presso la Procura di Genova. E' il 26 giugno scorso, e da allora non ha ricevuto più notizie. Ha quindi deciso di rendere pubblica la storia, «perché sono una persona civil e non mi va di vivere in un Paese razzista e intollerante».

C'è dunque da aspettarsi che la Procura del capoluogo ligure stia facendo gli accertamenti del caso per accertare quanto successo. I telefoni degli uffici giudiziari squillano a vuoto, trovandoci in un pomeriggio di pieno agosto, ma la speranza è che venga fatta luce su quanto accaduto precisamente in quel 28 maggio scorso in una città che ultimamente sta guadagnandosi gli onori della cronaca soprattutto per episodi di violenza e intolleranza. D'altronde non è che i diretti interessati aiutino a fugare eventuali dubbi. Raggiunti telefonicamente gli uffici della Polfer, tutto quello che otteniamo è una sorta di intimidazione: «Lei non deve scrivere e non capisco la sua insistenza. La farò parlare con i miei superiori, se vorranno. Ma non ho una posizione ufficiale per lei» è la risposta che otteniamo. Fatto notare che fare domande è il nostro lavoro, ci viene risposto che «le carte su quanto accaduto ci sono arrivate stamattina e non è andata per niente come racconta il ragazzo,ci sono testimoni oculari a conferma». Ma come è andata non è dato saperlo.

Nicola ha 30 anni, viene da un paesino calabrese, e a Genova si è pure iscritto a Rifondazione comunista. Si trasferisce a Genova nel 1999 per studiare a giurisprudenza grazie al sostegno economico del padre. Un sostegno che adesso non gli permette di pagarsi un avvocato, tanto che la denuncia alla Procura l'ha scritta da solo. Quel giorno era alla stazione di Genova per andare a Imperia a parlare con la sua professoressa di francese. A Imperia però, il 28 maggio non ci è mai arrivato. «Non sono gay, non ho precedenti né penali né civili, non capisco perché si siano accaniti contro di me. Al mio piccolo paese, dove la mentalità è pure più "conservatrice" di quella che ho trovato in città non mi è mai successo niente. Da quando sono a Genova mi è successo di tutto» racconta Nicola. Gay o presunti tali, extracomunitari o presunti tali: sembra che la nuova Italia targata Lega e militari nessuno si possa sentire più al sicuro. A Roma hanno portato in caserma due ragazze peruviane hanno passato una notte in cella perché gli agenti le avevano scambiate per prostitute (sugli scalini di Santa Maria della Vittoria!), adesso la storia di Nicola. E chissà quante altre ce ne sono che non vengono denunciate per paura. «Ma io non ho interesse a vivere in un Paese così» dice ora Nicola. Qualcuno ci dica che non sarà questa l'Italia del futuro.

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Inchiesta a luci rosse di Panorama. Un giornalista si finge attore porno.

(carmelo.abbate@mondadori.it - Panorama) Sono diventato un attore porno. Ho iniziato dai sexy shop. Mi sono proposto per fare dei provini. Sono stato respinto. Mi sono offerto a case di produzione, registi, attrici. Sono entrato nel giro. Li ho conosciuti nella vita di tutti i giorni. Sono diventato uno di loro. Sono stato a cena fuori con loro. A casa loro. Sono stato con loro nei club privé. Li ho visti fare sesso lontano dalle telecamere. Partecipare a scambi di coppie con sconosciuti. Ho fatto un corso accelerato con una pornostar. Ho partecipato a uno spettacolo hard con una vera regina del palcoscenico mentre la gente ci acclamava. Ho fatto infine il grande salto: il set, le telecamere, la scena. Ho scoperto guadagni, tariffari anatomici, trucchi del mestiere. Per funzionare bene, per fingere bene. Ho imparato cos’è un face-cam, un come-shot, la posizione scrocchia-galletto. A giudicare un’attrice in base al disegno dei peli sul pube. Ho visto mariti e fidanzati manager, guardoni. Attori che sono la caricatura di loro stessi. Altri bravissimi, professionali. Attrici di una bellezza tale che potrebbero avere...

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Calabria, un pregiudicato ha costretto minore a rapporto, arrestato.

(Agr) La squadra mobile ha arrestato un pregiudicato con l'accusa di aver costretto con la minaccia un minore straniero ad un rapporto sessuale. A spedire in carcere Antonio Saverio Cogliandro, di 41 anni, è stato il Gip del tribunale di Reggio Calabria Kate Tassone, che ha accolto la richiesta del pm. Secondo quanto hanno accertato i poliziotti, l'uomo, con la scusa di dare un passaggio, ha portato a casa sua lo studente, residente in un'altra provincia, e minacciandolo con un coltello lo ha costretto a prestazioni sessuali. A denunciare il fatto è stata la stessa vittima.

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The Sun, è Cristiano Ronaldo la vera icona dei gay inglesi.

Il tabloid inglese The Sun, ha recentemente messo online un sondaggio chiedendo al popolo Lgbt quale fosse secondo loro l'icona gay. Le risposte sono state tremila e vincitore è risultato essere Cristiano Ronaldo, calciatore del Manchester United. La bellezza la bravura, la simpatia ed il modo di fare del giocatore portoghese hanno affascinato i gay inglesi che alla fine l'hanno eletto loro "reginetta"...

La classifica del sondaggio:
1. Cristiano Ronaldo

2. Kylie Minogue

3. Judy Garland

4. Elton John

5. Liza Minnelli

6. The Village People

7. David Beckham

8. George Michael

9. John Barrowman

10. Paul O'Grady

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Colpi di caldo. I gay di destra invocano a Roma la presenza dell'esercito contro i prostituti omicidi.

No comment, non è necessario alcun commento, basta leggere quel che scrivono i gay destrorsi su come controllare la prostituzione alla Stazione Termini di Roma e con essa scongiurare altri omicidi. Può esserci qualcosa di più ridicolo? Comunque grazie, crediamo di aver scoperto dei nuovi autori per comici televisivi... perlomeno uno, il rubicondo Priori.
L'esercito con le marchette ma a fare che visto che l'esercito nulla può fare (neppure chiederti un documento) senza la presenza della polizia? Oppure il rubicondo Priori immagina altro? Orge in mimetica? Ma ci pensate... che divertimento... e soprattutto mancanza di idee e senso della politica. Povera patria!
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ROMA, OMICIDIO GAY. GAYLIB AD ALEMANNO: “MANDI L’ESERCITO A CONTROLLARE LE MARCHETTE DELLA STAZIONE TERMINI”.
Comunicato stampa.

"L’ennesima marchetta romena assassina. Basta parole. A Roma servono i fatti. Alla stazione Termini e nei luoghi di battuage gay, frequentati da potenziali assassini omofobi, deve intervenire l’esercito".
Con queste parole il vicepresidente di GayLib, Daniele Priori interviene a nome dell’associazione di centrodestra dopo la cattura del prostituto rumeno Iulian Muscocea, indagato per l’omicidio dell’architetto omosessuale Alberto Falchetti.
"Giacché l’esercito è stato inviato nelle città – prosegue Priori – e siccome tutti sanno che la stazione Termini, Valle Giulia, Montecaprino sono luoghi di ritrovo dove le marchette aspettano i clienti potenziali vittime, ci appelliamo al sindaco Alemanno e al prefetto Mosca perché si aumentino i controlli nei riguardi di questi riconoscibili quanto pericolosi ragazzi di vita. Tutto questo – conclude la nota – non per razzismo né per moralismo ma per la semplice e chiara necessità di sicurezza che emerge dopo l’ultimo violento omicidio gay a scopo di rapina".
GayLib – Il Direttivo

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Cinema. Tutta "La rabbia di Pasolini" sarà a Venezia.

Recuperato l'intero corpus dei filmati che avrebbero composto la versione
di "La rabbia", film del 1963 di Pier Paolo Pasolini - Da un'idea di Tatti Sanguineti alla realizzazione di Giuseppe Bertolucci.

L'Istituto Luce, la Cineteca di Bologna e Minerva Raro Video saranno presenti alla 65esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia con un'iniziativa speciale fuori concorso: "La rabbia di Pasolini", versione integrale dell'episodio firmato dal regista del film "La rabbia" [nella pagina collegata, il trattamento del film scritto dallo stesso Pasolini, ndr].

L'iniziativa, che nasce dalla volontà di 'risarcire' Pasolini recuperando l'intero corpus dei filmati che avrebbero composto la sua versione di "La rabbia", parte da un'idea di Tatti Sanguineti, appassionato degli archivi pasoliniani ed è stata realizzata da Giuseppe Bertolucci, Presidente della Cineteca di Bologna, attento conoscitore dell'opera di Pier Paolo Pasolini.

"La ricostruzione, o meglio la 'simulazione' - come precisa lo stesso Bertolucci - di quella prima parte mancante, che conta un totale di sedici minuti di scene inedite di grande impatto emotivo e di grande importanza storico culturale, è stata possibile grazie all'apporto dell'Istituto Luce", unico depositario dei cinegiornali "Mondo Libero", a cui già a suo tempo Pasolini aveva attinto, Settimana Incom e Opus Film.
A completare il film-documentario, ci saranno anche alcuni materiali d'epoca che testimoniano il linciaggio mediatico subito dall'autore e due straordinari estratti da sue interviste. Dopo Venezia il film sarà nelle sale dal 5 settembre, distribuito dall'Istituto Luce.

E ancora: nell'ambito della Mostra di Venezia si terrà la rassegna "Questi fantasmi: Cinema italiano ritrovato (1946-1975)" nel corso della quale si potranno vedere i provini per Padre selvaggio di Pier Paolo Pasolini (1962).

Infine, il "calendario degli eventi" segnala: da mercoledì 27 agosto a sabato 6 settembre, al primo piano del Palazzo del Cinema, "Bellissima e Mamma Roma, due film per Anna Magnani", mostra fotografica realizzata dalla Biennale di Venezia e dal Centro Cinema Città di Cesena, in collaborazione con Annecy Cinéma Italien e Regione Emilia-Romagna, per rendere omaggio ad Anna Magnani, nel centenario della nascita, attraverso 50 foto in bianco e nero, realizzate dai fotografi di scena Paul Ronald (Bellissima) e Divo Cavicchioli (Mamma Roma).

[Il sito ufficiale della Mostra Cinematografica di Venezia.]

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Elezioni Arcigay Roma. Vigiliamo.

(Redazione) Siamo particolarmente soddisfatti di aver riportato una serie di articoli [1] [2] [3] relativi alla candidatura di Federica Pezzoli alla guida di Arcigay Roma in qualità di Presidente con una sua squadra di lavoro. La capitale, ma soprattutto l'Arcigay romana (e non solo) necessitano in modo urgente di una svolta di un visibile, fattivo e concreto cambiamento. Molti sono gli interventi a sostegno della candidatura di Federica Pezzoli e molti temono qualche non ben precisato colpo di mano. Non conosciamo la realtà dell'Arcigay romana per cui non possiamo addentrarci in nessun dettaglio, vi promettiamo solo che vigileremo. E' di oggi un articolo particolarmente interessante, e per alcuni versi anche tecnico, di Queer world che dapprima si addentra in un riassunto dell'operato dell'attuale Presidente Fabrizio Marrazzo e poi richiama l'art. 10 dello statuto dell'Arcigay di Roma per denunciare alcune strane mosse messe in essere dall'attuale dirigenza. Non saremo certamente noi a gridare al complotto ma certamente la democrazia dev'essere cristallina, trasparente e le elezioni degli organi dirigenti e del suo presidente in un'associazione imprtante qual'è appunto l'Arcigay, sono quanto di più democratico possa esistere. Difendere le libertà di opinione, pensiero, espressione e con essi anche l'eventuale dissenso equivale a tutelare la democrazia e con essa la libertà. E' un nostro preciso dovere.

Particolarmente inquietante resta comunque il silenzio (di per sè fragoroso) adottato dai maggiori siti e portali web nonchè dai "colonnelli" delle organizzazioni Lgbt, da sinistra a destra. Crediamo che ciò sia dovuto alle vacanze anche se quì in redazione, chissà il perchè, in molti non ci credono.

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Morto steward italiano con il compagno e il figlio di tre anni.

Domenico Riso stava andando in vacanza. Lavorava all'Air France, viveva a Parigi. L'ultima telefonata al padre: vado via per un po'. Ma la famiglia non sapeva dove. Il giallo dell'identificazione.

(Giusi Fasano ha collaborato Enzo Mignosi - Il Corriere della Sera) Domenico aveva osato sognare una vita accanto al suo amico più amato, Pierrick. Diceva che «solo chi sa sognare può volare» e chi l'ha conosciuto giura che quelle parole non avevano niente a che fare con la sua professione di steward. Anni e anni passati in volo, prima per l'Alitalia, poi per l'Air France. Domenico Riso, cresciuto sotto il sole e davanti al mare della Sicilia, prendeva più aerei che autostrade, vedeva più nuvole che palazzi. È l'unico italiano morto fra le lamiere e le fiamme dell'Md-82, sulla pista di Barajas. Aveva 41 anni e la pretesa di chi è felice: vivere cent'anni assieme alle persone più amate. Pierrick e il suo bambino di tre anni, Ethan: erano loro quelle persone. Erano la sua «famiglia», le sue vacanze, i suoi sogni, i suoi coinquilini nella bella casa di Parigi, «una piccola reggia accogliente e calda » conferma il cugino dello steward, suo omonimo. Pierrick Charilas ed Ethan erano accanto a lui sul volo della catastrofe. Sono morti seduti l'uno vicino all'altro perché martedì pomeriggio Domenico era fra i passeggeri: non era salito su quell'aereo per servizio. Stavolta si partiva per le vacanze, tutti e tre assieme, come al solito, per qualche giorno di riposo sulle spiagge delle Canarie. Domenico aveva ottenuto dalla Spanair una tariffa agevolata, quella riservata ai bambini. Per questo accanto al suo nome, nella lista dei passeggeri, c'era scritto «niño», bambino, e per questo è stato difficile identificarlo. Nessuno fino a ieri mattina aveva chiesto informazioni su quel passeggero dal nome italiano. Non una chiamata di un parente o di un amico allarmato. Sembrava un giallo. All'ambasciata e alla Spanair hanno capito dopo il perché. Domenico era sempre in volo e spesso non chiamava nemmeno casa per dire dove stesse andando. Un volo per lui era come spostarsi in macchina di pochi chilometri. Aveva telefonato al padre Pietro poche ore prima di partire, martedì. Ma erano state soltanto due parole: «Vado in vacanza per un po'», nessun dettaglio sulla destinazione. Così né il vecchio marinaio Pietro né le sorelle di Domenico (Concetta e Marianna) potevano immaginarlo sull'aereo della morte (la madre è scomparsa qualche anno fa). Lo hanno saputo ieri mattina, a casa Riso. E hanno saputo anche di Pierrick ed Ethan, nomi tante volte sentiti dalla voce di lui. Pierrick una volta era campione di aerobica, ha avuto una storia d'amore poco fortunata con la madre di Ethan e poi ha deciso di vivere con il bambino e Domenico nell'appartamento parigino, come fossero una famiglia fra tante, con il bambino da tirare su assieme. Non che la cosa sia sfuggita alle malelingue di Isola delle Femmine, borgo marinaro alle porte di Palermo che «l'uomo dei cieli» (come lo chiamavano gli amici) aveva lasciato nel 1997 per la capitale francese. Due uomini che vivono assieme, si sa, sono fonte di chiacchiere e in paese non sono certo le chiacchiere che mancano. Se poi c'è di mezzo un bambino piccolo, amatissimo da tutti e due e che per Domenico era come un figlio, si può arrivare fino ai pettegolezzi più velenosi. Ma lui, Domenico, ha sempre tirato dritto per la sua strada. Come fece quella volta che decise di mettersi l'orecchino. Pazienza se qualcuno non gradiva. Se qualche parola di troppo lo irritava respingeva la rabbia cantando, lirica soprattutto, una delle sue tante passioni. Non era tipo che non osasse, Domenico. Lui volava. E «solo chi sa sognare può volare». La vittima italiana Domenico Riso, 41enne siciliano, steward dell'Air France morto nell'incidente aereo. Riso si trovava con il compagno e il figlio di lui.
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SPAGNA: DOMANI FAMILIARI VITTIMA ITALIANA RAGGIUNGONO MADRID.
(Adnkronos) Con volo diretto Palermo-Madrid i familiari di Domenico Riso, lo steward morto nel disastro aereo avvenuto ieri in Spagna, raggiungeranno domani la Fiera di Madrid per il riconoscimento del congiunto. E' ancora incerto se andra' anche il padre di Domenico, Pietro Riso, 82 anni, ma andranno sicuramente le due sorelle dell'assistente di volo dipendente dell'Air France che si trovava sull'aereo con un amico Pierrick Charilas e il figlio di quest'ultimo di 3 anni, Ethan. I 3 stavano andando in vacanza alle Canarie.
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La redazione tutta di Notizie gay esprime il suo cordoglio alle famiglie di Domenico Riso, di Pierrick Charilas e del piccolo Ethan, le cui vite sono state stroncato da un tragico incidente.

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E' caccia al gay. Ricky Martin, un padre omosex lo dice "Libero".

Ricky s'è comprato 2 gemelli.
Il divo della musica latina è diventato papà. Ha affittato l'utero di una sconosciuta per 10mila dollari e ora - annuncia - per almeno un anno starà lontano dalle scene per fare il genitore modello.

(Libero news) «So per certo che Ricky è gay. In questi giorni è un po' più disponibile a parlarne di un tempo... anche se non so se abbia un fidanzato» aveva sentenziato lo scorso dicembre Ole Henriksen, amico intimo del divo latino e visagista di Hollywood. Una rivelazione. Sì certo, il re è nudo, ma nessuno aveva mai detto apertamente che Ricky Martin è omosessuale. Meno che mai Ricky stesso, che semplicemente tace. Però - diciamolo - lo sapevano tutti. Adesso è arrivata la notizia: Ricky Martin è diventato papà. «Si tratta di una gravidanza surrogata» scrive il suo ufficio stampa in una nota pubblicata sul sito dell'artista.

Ora è padre di una coppia di gemelli, due maschietti, nati il 6 agosto scorso. Niente fidanzate, Ricky (36 anni) ha fatto tutto da solo grazie a un utero in affitto. Il cantante ora è barricato nella sua casa di Fisher Island, a Miami. E i suoi portavoce confermano: «Ricky è orgoglioso e felice di cominciare questo nuovo capitolo della sua vita e si terrà fino alla fine dell'anno lontano dalle scene per dedicarsi completamente ai bambini». Martin ha pagato diecimila dollari per garantirsi l'assoluta riservatezza: la madre, gli è stato assicurato, non saprà mai chi è il padre dei bambini che ha partorito, nè la sua nazionalità.

Due osservazioni sorgono spontanee: ma 10mila dollari non sono una cifra irrisoria? E soprattutto: ma quale anonimato? Quante madri ci saranno che il 6 agosto hanno partorito due gemelli maschi e li hanno dati in adozione incassando 10 bigliettoni? In ogni caso, auguri al neopapà. Sui nomi scelti per i gemellini aleggia ancora il mistero. Non li chiamerà mica Ricky e Martin?!
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Ndr. Al solito un articolo non firmato e particolarmente volgare. Ormai è caccia al gay, un'aperta competizione tra Affari Italiani, gay.it e per ultimo Libero news. Che poi i personaggi lo siano o non lo siano è un dettaglio, l'importante è infrangere il muro della privacy con la scusa di "sputtanare" le velate? Che siano dei frustrati questi giornalisti? (Aspis)
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Il Papa ricorda vescovo Bressanone morto improvvisamente ma dimentica la pedofilia.

Oggi i funerali. Di recente le vacanze di Benedetto XVI.
(Apcom) La morte improvvisa del vescovo di Bolzano e Bressanone è stata "una perdita dolorosa" per il Papa, che ha incontrato mons. Wilhelm Egger durante le recenti vacanze trascorse proprio a Bressanone.
"Non solo la Diocesi di Bolzano-Bressanone, ma anche l'intera Chiesa ha perso con il Vescovo Wilhelm Egger un Pastore tanto erudito quanto amabile e pio, che instancabilmente ha portato alla gente la Buona Novella di Cristo, a lui affidata in modo particolare nell'Ordinazione sacerdotale ed episcopale", scrive Benedetto XVI in un messaggio inviato in occasione dei funerali del presule, che si sono svolti oggi nel duomo brissinese.
"Anche per me personalmente la morte di Mons. Wilhelm Egger, che mi è stato caro amico e che ancora una settimana fa in occasione del mio congedo da Bressanone ho potuto salutare, significa una perdita dolorosa", ha aggiunto il Papa. Mons. Egger, che era anche segretario speciale del Sinodo che si svolgerà ad ottobre in Vaticano aveva, per il Papa, "un rapporto profondo con la Sacra Scrittura, che ha totalmente pervaso e plasmato la sua vita".
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Il vescovo Egger e i processi per pedofilia contro due preti della sua diocesi.
Il vescovo Egger passerà alla storia anche per aver violentamente attaccato la magistratura in occasione dei processi che hanno visto la condanna di due preti in processi per pedofilia.

Nel procedimento contro don Giorgio Carli (foto a fianco), prete di Bolzano condannato dalla Corte di appello di Trento a 7 anni e 6 mesi per violenze su una bambina dai 9 anni ai 15 anni, il vescovo Egger, durante le indagini si avvalse della facoltà di non rispondere (segreto professionale):

Nel corso del processo aveva testimoniato sulla buona reputazione di don Carli (come se il suo giudizio sulla sua reputazione nel clero lo scagionasse dalle accuse).

Dopo la sentenza il vescovo ha attaccato la magistratura, rea di aver condannato il prete. Un giudizio ribadito lo scorso 30 luglio "Ho detto al papa che don Carli è innocente".

Nel caso di mons Hansjoerg Rigger, decano dei teologi e docente del seminario di Bressanone, condannato a 1 anno e 6 mesi per possesso di materiale pedopornografico, il vescovo ha attaccato la magistratura per non essere stato avvisato delle indagini e perché, secondo il vescovo, il teologo era in buona fede nel detenere immagini pedopornografiche.

Don Rigger (foto a fianco), tra l'altro, non si è mai difeso dalle accuse, essendosi fatto difendere dall'avvocato di ufficio nel processo al Tribunale di Siracusa in cui è stato condannato.

In tutto ciò nemmeno una parola di pietà per le vittime.

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Il Pd si prepara alla prima kermesse. Ma Veltroni ha poco da festeggiare.

Il segretario del PD Walter Veltroni

(Panorama) In attesa che apra i battenti la prima festa nazionale democratica (comincia sabato 23 a Firenze), primo test ufficiale a quasi un anno dalle primarie che hanno consacrato il leader Walter Veltroni, il dibattito interno proprio sull’unità e sul futuro del partito non accenna a placarsi. E mentre i “big” seguono in silenzio dai luoghi di villeggiatura quanto accade alla “periferia” del partito, lo scontro si sposta sul piano nazionale, con rinnovate richieste di congresso. A gettare acqua sul fuoco Giorgio Tonini, democratico della cerchia veltroniana, che invita tutti ad avere “un po’ di pazienza”.

Ma la pazienza non può spegnere i piccoli e grandi focolai che minacciano Veltroni dai fronti regionali, quello piemontese in primis (sul quale l’intervento del leader non è bastato a placare le polemiche), seguito da quello sardo, (ma anche da quello fiorentino, quello abruzzese, e via via in tutte i territori che saranno coinvolti nekla prossima tornata di amministrative, nel 2009).
E allora, proprio per la legge della “liquidità” del partito, i fronti periferici rischiano di diventare un nodo a livello nazionale: è qui che tornano a farsi sentire i detrattori del partito senza struttura, con Arturo Parisi in prima fila a chiedere più democrazia e un repentino congresso. La proposta di andare al confronto aperto non è nuova, e la voce dell’ex ministro della Difesa non è l’unica a levarsi in favore di un confronto in tempi rapidi: anche il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, in un’intervista al Mattino, preme per “aprire finalmente una vera fase congressuale con mozioni chiaramente definite sulle quali confrontarsi e andare a un congresso che elegga un gruppo dirigente non fittizio ma reale”. I problemi del Pd, per Cacciari, nascono dalla mancanza di “struttura” del partito, e da una direzione, “attorno a Veltroni” che è “assolutamente non rappresentativa: sono persone di cui nessuno conosce l’esistenza, senza autorevolezza”. Ci va giù duro, il sindaco filosofo. E va in coppia con le bordate di Parisi: la colpa di Veltroni è quella di aver fatto “troppo poco, ma soprattutto, troppo tardi”. Si riconvochi presto l’Assemblea costituente, quindi, per decidere la linea del partito in modo “democratico”, senza aspettare che l’esito delle europee, anch’esse nel 2009, diventi “quasi un sostituto di un congresso di partito”.
L’idea del congresso anticipato, però, non convince tutto il partito. Giorgio Merlo è sicuro che non sia “la ricetta giusta per rilanciare il partito democratico”. Dello stesso parere Giorgio Tonini, fedelissimo di Veltroni, secondo il quale “che ci siano delle sbavature è nell’ordine delle cose”. Ma la via congressuale non è la soluzione: “A volte ho l’impressione” dice il senatore democratico “che nostri autorevoli dirigenti difettino di pazienza”. Il partito ha attraversato “una serie di passaggi difficili e tutti per la prima volta”. Bisogna saper aspettare, quindi, perchè “non si può avere subito tutto e il contrario di tutto”.
Pazientare, quindi. Vai a dirlo ai dirigenti locali. E agli iscritti. Qua e là per lo Stivale, il clima che si respira in casa democratica non è per niente entusiasmante. In Sardegna, a casa di Parisi, il segretario regionale Cabras si è dimesso a luglio perché non è riuscito a trovare un candidato alternativo a Soru per il 2009. A Firenze, Leonardo Domenici lascerà dopo il suo secondo mandato e già si profila uno scontro tra due candidature, l’ormai “famoso” assessore alla sicurezza, Graziano Cioni (che chiede le primarie ma non si è ancora scoperto) e una collega di giunta, l’assessore all’Istruzione, Daniela Lastri; senza dimenticare che anche il presidente della provincia, il rutelliano Matteo Renzi, starebbe facendo un pensierino su Palazzo Vecchio.
In Abruzzo la partita è addirittura più ravvicinata: per sostituire l’ex governatore Ottaviano Del Turco, dimessosi dopo l’inchiesta sulla sanità regionale, si andrà al voto il 30 novembre. E per quella data, il Pd dovrà contrastare, con i pochi uomini rimasti, l’attacco scagliato dal riottoso alleato Antonio Di Pietro. A Napoli bisognerà vedere come finirà la partita di Antonio Bassolino che ha annunciato di volersi dimettere l’anno prossimo da governatore della Campania; finora al primo voto interno per la segreteria provinciale del Pd, il veltroniano Luigi Nicolais ha battuto il bassoliniano Andrea Cozzolino.
Pazientare, quindi, come dicono i veltroniani? Quel che si aspettano, i big nazionali e i colonnelli locali de Pd, è una risposta del segretario, che potrebbe arrivare proprio dal palco della festa nazionale di Firenze.

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Arrivano i biglietti d’auguri per le nozze gay.

(River-blog) L’americana Hallmark, famosa per i suoi biglietti augurali, ha deciso di schierarsi in maniera chiara a favore delle unioni gay. Ha, infatti, dato alle stampe quattro tipi di biglietti che possono essere utilizzati per questa occasione. “Due cuori, una promessa”, recita uno di questi. Ma la mossa non è politica: “Veniamo semplicemente incontro alle richieste della nostra clientela”, fanno sapere. Lo scorso anno Hallmark aveva immesso sul mercato dei biglietti per il “coming out”. A oggi, in America si stima che 85mila coppie abbiano contratto un’unione civile. Ma nei prossimi tre anni si calcola che solo in California si sposeranno 120mila coppie. Dati che, ovviamente, non potevano lasciare indifferente il mercato dei bigliettini augurali.

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