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giovedì 17 aprile 2008

Rivelazioni. Santo Versace: Gianni gay? Ebbe anche tante ragazze...

L'ultima me la presento' nel 1972 poco dopo essere arrivato a Milano.
(Il Velino) L'ultima me la presento' nel 1972 poco dopo essere arrivato a Milano. Era una donna bruna, bellissima. La incontrai alla residenza 'Principessa Clotilde', a quei tempi inferno e paradiso dell'amore. Gia' allora, tuttavia, mi rendevo conto che mio fratello non si faceva problemi ad andare 'sia a destra che a sinistra'à". Queste le inedite rivelazioni del neo-deputato del Pdl, Santo Versace, interrogato da Klaus Davi sulle preferenze sessuali del fratello nell'ambito di un'intervista rilasciata per "KlausCondicio", il primo contenitore di approfondimento politico in Rete, in onda su YouTube. Versace ha poi aggiunto: "Non mi e' mai capitato con Gianni di parlare della sua omosessualita'. Per me e' sempre stato un fatto naturale. Me ne resi conto da quando era ragazzino. Anche per i miei genitori non e' mai stato un problema. Mio padre, anche se calabrese, era di idee molto liberali. Era molto avanti".

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Inneggiano al Duce e assalgono il circolo gay Mario Mieli di Roma. La dichiarazione di Rutelli.

Nel pomeriggio "un folto gruppo di ragazzi di eta' compresa tra i 20 e i 25 anni ha fatto irruzione nella sede del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli in via Efeso 2/a, mettendo a soqquadro l'ingresso dell'associazione, rovesciando scrivania, estintori, divano, quadri e il materiale informativo dell'Associazione". E' quanto denuncia, in una nota, lo stesso circolo Mario Mieli.

"Solo grazie all'intervento dei soci presenti al primo piano dell'Associazione, i vandali - si legge ancora nella nota del presidente del circolo Rossana Praitano - si sono allontananti gridando improperi come 'Froci di merda' ed inneggiando al Duce e ai campi di sterminio. Temiamo che questa situazione sia collegata al clima elettorale. Se cosi' fosse ci verrebbe da dire, amareggiati e preoccupati, cominciamo bene".

Il Circolo si augura che "questo sia solo un episodio isolato, anche se grave e che - conclude il presidente - non si tratti invece di un'azione programmata, una sorta di spedizione pilotata che potrebbe riproporsi in futuro e che metterebbe a rischio le attivita' del Circolo (che opera nella capitale da 25 anni) e l'incolumita' e la sicurezza delle persone all'interno dell'Associazione".

"Ci vuole grande fermezza e una risposta corale nei confronti di questo rigurgito fascista intollerante e omofobico"
, ha detto poco fa il candidato sindaco di Roma, Francesco Rutelli, dopo aver visitato il circolo.

"Un fatto inquietante - l'ha definito il presidente della Regione Piero Marrazzo - che non aiuta certo a rasserenare gli animi. L'aggressione di stampo neofascista al circolo Mario Mieli deve trovare una netta condanna da tutti gli ambienti politici della Capitale. Che a nessuno venga in mente di poter riproporre a Roma una ideologia rozza e intollerante". Solidarietà anche dall'Arcigay che ha espresso la sua "vicinanza al circolo Mieli che oggi è stato bersaglio di un raid omofobo - ha detto Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma - quanto avvenuto conferma il clima di intolleranza e di omofobia che dilaga nel nostro paese e che rischia di condizionare anche l'ultima fase della campagna elettorale a Roma. Di fronte al silenzio della destra, non possiamo che manifestare le nostre preoccupazioni verso chi si candida a governare la nostra città senza mostrare solidarietà verso le vittime di un agguato fascista che mira a mettere in dubbio la stessa esistenza della comunità lesbica, gay e trans".

Il candidato del Pdl a sindaco di Roma, Gianni Alemanno, esprime la sua solidarieta' al circolo Mario Mieli, oggetto di un'aggressione da parte di un gruppo di giovani. "Si tratta di un gesto intollerabile - dichiara Alemanno - Condanno ogni forma di teppismo".

“L’irruzione subita dal Circolo Mario Mieli e’ un fatto gravissimo che conferma la presenza a Roma di focolai di violenza appartenenti alla destra piu’ becera. Desidero esprimere la mia solidarieta’ alle vittime di questa odiosa aggressione”
. Lo comunica in una nota Paola Concia, deputata e Portavoce del Tavolo Lgbt del Partito Democratico. “Non vorremmo - prosegue l’esponente PD - che questo incivile attacco possa costituire una premessa a quello che potrebbe accadere nel caso il centrodestra vincesse le elezioni comunali, dopo l’alleanza del candidato del Pdl Alemanno con l’estrema destra di Storace e Romagnoli”. “Per questo motivo - conclude Paola Concia - rivolgo un appello a tutti i cittadini romani perche’ il 27 e il 28 aprile esprimano la loro preferenza a Francesco Rutelli, garante di una dignita’ e di una civilta’ che la destra continua a calpestare”.

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Buttamo ar tevere er Cicoria? I gay romani non ci stanno e dicono no a Rutelli.

Eh, ma Alemanno è quello delle spranghe, è un fascista, è uno di destra...
Bene. Con le persone che vivono le elezioni quasi fossero una partita di pallone, dove deve vincere il Napoli o la Juve o la Roma, è meglio non perdere troppo tempo. Queste elezioni hanno già mostrato come questi tenutari di bandiere ideologiche saranno cancellati dalla storia di questo paese. Aggiungo: è un bene.

Vediamo, osserviamo i candidati al campidoglio. Francesco Rutelli e Giovanni Alemanno.

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Anche Cavalli sceglie i rugbisti.

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(River-blog) Anche Roberto Cavalli decide di puntare sui rugbysti, che ormai, nell’immaginario gayo, stanno surclassando i calciatori. Questa è la campagna per l’intimo firmato Cavalli e i protagonisti sono i giocatori del Montepaschi Viadana. Gli scatti sono realizzati dal fotografo Gianpaolo Sgura negli spogliatoi della squadra, e inizieranno a circolare nel mese di giugno, sulle principali riviste di moda italiane.

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Dopo voto. E ora che fine faranno le Pari opportunità?

(Village) Pronti, via: si parte per i prossimi cinque anni di governo Berlusconi III. Per le persone lgbt in questo paese (si gradirebbero smentite nei fatti) non c'è da attendersi nulla di buono, anche se i nostalgici della destra e i cattolici di Casini sono rimasti fuori. Ricordiamoci l'omofobia di un bel gruppo di leghisti e la compagine cattolica all'interno di Forza Italia, da Giovanardi ai ciellini di Roberto Formigoni.

Comunque, il primo banco di prova - mi faceva notare fda - sarà il nome del ministro di Diritti e pari opportunità. La ministra Barbara Pollastrini ha da poco nominato i membri della commissione per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender: il presidente è Sergio Lo Giudice e tra i componenti ci sono la professoressa Chiara Saraceno, Margherita Graglia, Ezio Menzione, Maria Gigliola Toniollo. Che fine farà la commissione (che dura in carica tre anni)? Sarà cancellata? Sostituita abrogata?

E gli altri strumenti del dipartimento? Ci sono il Forum permanente contro le molestie gravi e la violenza alle donne, per orientamento sessuale e identità di genere e l'Osservatorio nazionale contro le molestie gravi e la violenza alle donne e per orientamento sessuale e identità di genere. Il governo Berlusconi li manterrà?

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Visita in Usa. Il Papa saluta i gay.

(Velies) Papa Benedetto XVI ha fatto un cenno di saluto ai membri del gruppo di cattolici omosessuali "Dignity Washington" in attesa lungo il percorso della papamobile di ritorno dalla Casa Bianca.

Pare che il Papa abbia guardato direttamente verso una dozzina di membri dell'associazione che stavano dietro uno striscione di oltre tre metri che diceva “Dignity Washington — Gay, Lesbian, Bisexual and Transgender Catholics, Our Families and Friends — A community of Faith in Action.”

"Ci ha chiaramente visti e salutati", dice Bob Miailovich, uno dei membri dell'associazione, "se ha letto o meno il nostro messaggio non lo sapremo mai. E' stato bello averlo visto e ci ha fatto piacere il suo saluto". (fonte >>)

(Velies) Una cosa del genere, e cioè che il Papa faccia gesti benedicenti all'indirizzo della folla accorsa a salutarlo, fa evidentemente scalpore (specie considerando chi sono i destinatari del gesto). Trovo che ci sia qualcosa di ridicolo e, contemporaneamente, di deprimente nella notizia: voglio dire, che si aspettavano, che si voltasse di spalle o che facesse loro un gestaccio? E' vero peraltro che la Chiesa ci ha abituato ad espressioni ben poco fraterne (ricordiamoci che si parla di omosessualità come di disordine morale - alla faccia della mansuetudine) quindi una manifestazione di segno contrario è destinata a sembrare, purtroppo, del tutto stupefacente. Come a dire, qualcosa è meglio di niente, perchè si sa, al peggio non c'è mai fine.

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"The Naked Vlog Campaign": Tutti nudi su YouTube. Nudi in Webcam? Tutti gli indirizzi nel web.

screenshot di un video da youtube
(Nicola Bruno - Panorama) The Naked Vlog Campaign. Ovvero tutti nudi su YouTube. È la singolare iniziativa lanciata da un giovane utente statunitense (Chris3ff) sul popolare sito di video online e che in meno di una settimana sta diventando un vero e proprio tormentone, con centinaia di video di perfetti sconosciuti che giocano a spogliarsi davanti a una web-cam (qui l’elenco completo). Potere della rete e del passaparola online, che riesce a dare una visibilità impensata anche alle idee più bizzarre.

Il video di Cristopher, ideatore della campagna

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Christina Valeriee

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Il tutto, come è facile intuire dai video, giocato all’insegna dell’ironia e del sarcasmo. Anche perché la policy di YouTube parla chiaro: i contenuti “hot” o “indecenti” non sono ammessi sul sito, pena la cancellazione. Tutto sta quindi a dribblarsi tra allusioni e immaginazione, senza mai sfociare nell’hard. Come fa questo utente, che si nasconde con gli oggetti più vari…

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O quest’altra utente che imita una Hillary Clinton schierata a favore della campagna di Nude Vlog.

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Non si è dovuto attendere molto per avere anche la risposta di (un presunto) Obama.

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La campagna intende, da una parte, prendere in giro la mania dei vlog, ovvero i videoblog in cui gli utenti condividono eventi più o meno interessanti della loro vita quotidiana davanti a una webcam: perché non andare oltre e raccontarsi letteralmente senza veli? Così come già fanno le giornaliste di Naked News, il tg-spogliarello appena sbarcato anche in Italia (qui una gallery).
Dall’altra parte, l’iniziativa prova a scimmiottare i tanti siti di porno 2.0 (come Xtube, Youporn, Pornotube), in cui si trovano migliaia di video amatoriali (ma seriosi) di utenti che si riprendono mentre compiono gli atti sessuali più diversi.
La catena per ora è partita solo negli Stati Uniti, ma tutto fa pensare che presto arriverà anche in Italia.

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Macché donne e motori... sempre più gay pazzi per i piloti di F1 soprattutto Hamilton.

Al terzo posto dei 'desiderata' spunta il biondo Raikkonen.
(Ign) Altro che donne e motori… La storica accoppiata si trova a dover fare i conti con una ‘ruota di scorta’ che esce prepotentemente dai box: i gay. Nella comunità omosessuale, infatti, cresce esponenzialmente il numero dei patiti della Formula 1. Sport maschile per eccellenza, l’automobilismo sta spopolando anche tra i gay, sempre più attratti dalla prestanza fisica e dalla spericolatezza dei piloti del Gran Premio.

La conferma arriva dalla redazione di Nuvolari, il canale satellitare del Gruppo Sitcom (visibile al numero 218 del bouquet Sky) interamente dedicato ai motori. Centinaia i contatti (e-mail, fax, sms) ricevuti da parte di telespettatori gay, che scrivono per avanzare le richieste più disparate. Se ne parlerà sabato 19 aprile, a partire dalle ore 14.00, commentando in trasmissione i risultati dell'inchiesta condotta su un campione di 280 telespettatori gay di età compresa tra i 20 e i 45 anni, appassionati di F1.

Il pilota preferito? E’ il vicecampione del mondo Lewis Hamilton, in forza alla scuderia della McLaren. L’effetto Obama sembrerebbe colpire ancora, se è vero che il Diavolo Nero, giovanissimo, come tradiscono i suoi lineamenti delicati, ma con un temperamento coraggioso, conquista il 32% degli intervistati. Quasi un plebiscito, forse dovuto anche ai piccanti retroscena svelati da alcune ex fidanzate sul conto del 23enne fuoriclasse inglese.

Gli altri piloti nelle grazie dei fan gay? Di certo non sono gli italiani a farla da padroni. Al secondo posto, infatti, si piazza lo spagnolo Fernando Alonso, punta di diamante della Renault. Il fascino latino e l’indole caliente del bicampione del mondo non perdonano, tanto da far capitolare il 21% del panel.

Appartiene alla stessa scuderia anche il terzo classificato: il brasiliano Nelson Piquet Jr (17%). Di lui, oltre che l’oggettiva bellezza, vengono apprezzati il carisma e la forte personalità. A seguire, spunta finalmente un biondo, il finlandese Kimi Raikkonen, titolare del team Ferrari.

L’erede di Michael Schumacher, con il suo aplomb nordico e il suo carattere riservato che lo rendono ancor più affascinante, ottiene il 13% delle preferenze. Tra i piloti più graditi al pubblico gay figurano, infine, l’inglese Jenson Button (9%), primo uomo della Honda, e il tedesco Nick Heidfeld (5%), alla guida della Bmw, che piacciono soprattutto per il loro aspetto rude e un po’ selvaggio.

Ma cosa sarebbero disposti a fare per i loro idoli? Il 22%, se ne avesse la possibilità, seguirebbe volentieri il proprio pilota d’elezione nelle varie trasferte in giro per il mondo. Il 19% non disdegnerebbe di partecipare a una trasmissione televisiva per poterlo incontrare. Il 17%, invece, si accontenterebbe di avere una sua foto sexy autografata da utilizzare come screensaver del computer o del cellulare.

Ancora più singolare la risposta fornita dal 14% degli intervistati, che si dicono pronti a lavare tutte le macchine del loro preferito a mo’ di prova inequivocabile del loro amore.

E che dire del 12% che si dichiara disponibile a farsi tatuare il nome del suo prediletto su una parte intima del proprio corpo? Di poco inferiore la percentuale (11%) di coloro che non esiterebbero a mettere mano alla tasca per acquistare all’asta un casco o, eventualmente, un paio di guanti indossati dal loro idolo durante una gara, per poterli venerare come un feticcio.

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Libri, presentazione a Firenze. Roberta Giommi "Parliamo di educazione sessuale". Un libro per genitori e figli.

(Nove da Firenze) "Chiedilo alla mamma, chiedilo al papà": è in questo modo che i genitori sperano spesso di cavarsela di fronte alle domande più scomode dei propri figli. Per soccorrere i genitori in difficoltà ma soprattutto per aiutare i curiosi a farsi la giusta idea di tutto ciò che gira attorno all'eros è nato Io sono una bambina, io sono un bambino -Parliamo di educazione sessuale (De Agostini) . Un libro scritto col linguaggio dei piccoli da Roberta Giommi, sessuologa e direttrice dell'Istituto Internazionale di Sessuologia di Firenze, con le simpaticissime illustrazioni di Chiara Gobbo. L’autrice ne discute con Mariella Orsi.

21 aprile Firenze alla Feltrinelli International ore 18.

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Fine del Bosellismo.

Così, alla fine, il “destino cinico e baro” ci è riuscito. Nel prossimo Parlamento non ci sarà più un partito socialista. In verità, personalmente, avevo già parato il colpo. E non solo perché i numeri mi annunciavano da tempo questo esito epocale. E avevo già respirato a fatica quell’atmosfera “marcia del mondo” che macina gruppi e individui che hanno fatto la Storia. Ma anche - e soprattutto - perché da tempo m’ero accorto che nel partito di Boselli, di socialista rimaneva soltanto il nome. Avevo gridato l’allarme - come l’eterna Cassandra che sono sempre stato - nei convegni di partito degli anni Novanta, mentre...

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"Dammela se vuoi lavorare..." Sesso in cambio di spazi negli eventi romani. Una condanna.

(Romanotizie) E’ definitiva la condanna per il dirigente del settore eventi culturali del Comune per il reato di violenza sessuale aggrava e abuso d’ufficio. Un reato gravissimo a fronte, forse, di una condanna tutto sommato lieve, un anno e mezzo di reclusione, per di pià sospesa dalla condizionale.

L’ex funzionario chiedeva prestazioni sessuali in cambio della concessione di spazi comunali a promotrici e organizzatrici di eventi. Le indagini partirono dalla denuncia di una donna che testimoniò di esser stata invitata a compiere prestazioni "particolari" al fine di ottenere spazi comunali durante le manifestazioni dell’Estate romana.

La cassazione non solo ha confermato la condanna inflittagli con rito abbreviato nel 2007, ma ha anche respinto la richiesta dei legali dell’ex funzionario di derubricare l’accusa di violenza sessuale in quanto l’agire dell’uomo «non si era limitato ad atti di generica molestia o petulanza, ma aveva coinvolto pesantemente la sfera sessuale della vittima».

Oltre la detenzione l’ex funzionare dovrà pagare alla donna che l’ha denunciato una multa di 10.000€. A breve è previsto anche un giudizio civile che determini una cifra più congrua di risarcimento.
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NOTA DEL COMUNE DI ROMA
In riferimento agli articoli apparsi oggi sulla stampa – relativi alla condanna definitiva di un “dirigente del Comune di Roma” per un grave reato sessuale – l’Amministrazione comunale evidenzia i seguenti elementi:

  • La persona condannata (“R.D.S.”), all’epoca dei fatti, non era dirigente, ma un funzionario del Comune di Roma;
  • Il Comune di Roma è venuto a conoscenza della vicenda solo a conclusione del processo di primo grado;
  • Quando è giunta la condanna di primo grado, il funzionario era in posizione di “aspettativa”;
  • Lo stesso funzionario ha rassegnato le dimissioni dal Comune di Roma a far data dal 1° novembre 2006.

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Elezioni. Dal Web i ringraziamenti agli elettori.

Passata la campagna elettorale, avvenute le elezioni, proclamati i vincitori e i vinti, arriva il tempo dei ringraziamenti. Così i molti siti web delle diverse correnti politiche, per mesi sostenitori delle battaglie mediatiche e programmatiche dei rispettivi leader, depositano le armi della propaganda per concedersi momenti di tregua, ringraziando i propri elettori e sostenitori. Proviamo a fare un viaggio tra i diversi portali internet che in queste lunghissime settimane hanno accompagnato i loro partiti al voto del 13 e 14 aprile.

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Teenager e sessualità. L'amicizia e l'amore nella fase dell'adolescenza.

(Roberta Giommi - La Repubblica) L'educazione sentimentale inizia nell'infanzia portando con sè la soluzione dei problemi di identità e dello stile relazionale. Nell'infanzia si ricevono messaggi dagli adulti su cosa vuole dire amare ed essere amati, avere desiderio, scoprire la dipendenza emotiva. I genitori tendono a passare i loro difetti sentimentali ma nello stesso tempo sperano che i figli non facciano gli stessi loro errori.
Da sempre vediamo i bambini arrabbiarsi e piangere perché sono stati abbandonati dall'amico/a del cuore, perché un'altra persona è stata scelta al posto loro quando pensavano di essere importanti e desiderati. I sentimenti di dipendenza amorosa si attenuano intorno ai dieci anni, momento in cui risulta più importante l'investimento sociale e l'attesa di capire cosa rappresenta l'altro sesso per noi e poi si registra un nuovo forte investimento intorno ai dodici anni e questa fase si lega più strettamente al bisogno di amare ed essere amati.

Desiderio da teenager
Il desiderio, sia amoroso che sessuale, è agli inizi e può esporsi o a restare in silenzio, e lo sguardo è a undici-dodici anni il primo strumento nella costruzione amorosa, a cui segue l'avvicinamento, la confidenza di quello che si prova. è come se la prima fase dell'educazione sentimentale fosse rappresentata dal cogliere elementi che devono essere elaborati, nella fantasia, nei sogni, pensando cosa sarebbe giusto dire o fare. In questo momento, con più esposizione narrativa da parte delle ragazzine, si inizia a parlare tra coetanei dell'amore, spesso con frasi più vicine al gusto, come "mi piace Simone" e conservando una reticenza nel mettere in azione quello che stiamo pensando. Sia al maschile che al femminile può accadere, proprio perché sentiamo sensazioni ed emozioni confuse, di cercare di opporci a quello che si determina dentro di noi evitando i ragazzi e le ragazze che ci piacciono.
Cercare una meta difficile è un modo per prendere tempo che può proteggere la nostra necessità di restare ancora in una fase solitaria mentre elaboriamo i nostri sentimenti e mettiamo alla prova le nostre risorse. In questo periodo sarebbero necessarie le amicizie amorose, perché siamo nella fase in cui possiamo affermare il nostro bisogno di frequentazione e vicinanza senza aprire il capitolo simbolico, molto faticoso, dell'amore. L'amore è infatti circondato da troppe simbologie e se dichiariamo questo sentimento possiamo incontrare, da subito, gli stereotipi dell'esclusività, della dipendenza, della gelosia e dei diritti.
L'amicizia amorosa permette di tutelare in modo più semplice l'allenamento a tutte le regole che accompagnano l'amore e la sessualità e possono garantire di restare in gruppo e continuare a gestire le proprie abitudini e le scelte. Iniziare in modo troppo precoce un legame sentimentale spesso risponde più al bisogno di avere famiglia, piuttosto che offrirci la possibilità di crescere nell'educazione sentimentale.

Esporsi ma a che età?
Se ci possiamo regalare ancora tre, quattro anni, per fare le prove, arriva sicuramente un momento in cui inizia la fase numero due del nostro allenamento che è provare a scegliere il nostro oggetto di amore e conquistarlo, farsi dire "sì" e misurarci con le esperienze fondamentali di lasciare ed essere lasciati. Il lutto di abbandonare ed essere abbandonati, la capacità di fare capo a se stessi e non farsi troppo condizionare dalle regole di un rapporto, conservare gusti e amicizie è fondamentale per essere sicuri che le nostre scelte di amore e sessuali corrispondono ad un vero desiderio relazionale. Sono ormai troppe le storie in cui si costruiscono legami per necessità di tutela affettiva, si trascinano rapporti fin dalla adolescenza e poi si fanno rotture poco competenti mettendo così a rischio le storie successive. L'amicizia amorosa permette di misurare la conoscenza dell'altro sesso nelle relazioni eterosessuali e le dinamiche di legame e di consapevolezza in quelle omosessuali.
A quindici anni siamo ancora piccoli, abbiamo tanto tempo davanti e fare tutto solo sulla base di esperienze concrete, senza elaborazione fantasmatica, può portare ad una povertà dell'amore, a volte, a dolorosi imprinting sessuali.

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L’Opera lirica va sul grande schermo, in diretta.

Dynamic
(Panorama) Il 23 aprile non prendete impegni perché c’è Il barbiere di Siviglia alla Fenice di Venezia. Non siete di Venezia? Non importa, perché anche i melomani che vivono in città dove non c’è un teatro lirico potranno apprezzare l’opera di Rossini, nel sontuoso allestimento del Teatro La Fenice, in una sala cinematografica della propria città, dove l’evento verrà trasmesso via satellite. Un posto nel loggione della Fenice costa 53 euro, per vedere lo spettacolo in diretta in alta definizione via satellite nel cinema sotto casa si pagheranno tra i 10 e i 15 euro a biglietto.

A chi è venuta l’idea? Varie aziende hanno unito le proprie competenze per rendere possibile la realizzazione del progetto, che ha debuttato con successo al Teatro Massimo di Palermo con il Mefistofele il 27 gennaio scorso. Così, a permettere l’operazione sono state: Qubo, società che fornisce servizi ai cinema e lavora per la promozione del cinema digitale in Italia; Dynamic, casa editrice specializzata in cd e dvd di musica classica e opere liriche; XDC, società belga che si occupa di cinema digitale e Microcinema, il primo network digitale satellitare italiano.
“Iniziative simili già si fanno negli Stati Uniti”, racconta Silvia Compalati, responsabile marketing di Dynamic. “Lì però la logica è diversa: il Metropolitan di New York e la San Francisco Opera hanno accordi diretti con un circuito di sale cinematografiche che trasmettono in tutto il Paese le opere di questi teatri. In Europa il Covent Garden di Londra si sta attrezzando per fare altrettanto. Qui la prospettiva cambia” continua Compalati “e siamo noi professionisti del settore a selezionare le opere messe in scena nei più prestigiosi teatri d’Europa. Le scelte avvengono in base a criteri di eccellenza, in funzione del cast, dell’allestimento e dell’opera stessa”.
Non è quindi il singolo teatro a “imporre” il proprio cartellone, ma un soggetto terzo a scegliere ciò che può valer la pena trasmettere pescando da una produzione molto nutrita, che travalica i confini italiani: “Il 19 maggio”, spiega ancora Compalati, “sarà la volta dell’Orfeo di Monteverdi, trasmesso in diretta via satellite in alta definizione dal Teatro Real di Madrid”.
Per il Barbiere della Fenice le sale cinematografiche HD che aderiscono all’iniziativa sono una sessantina in tutta Europa, dall’Olanda alla Polonia, dalla Spagna alla Germania. In Italia le sale in cui si potrà seguire l’opera di Rossini sono sparse su tutto il territorio nazionale, da Genova a Palermo, da Milano a Cesena, Verona, Grosseto, passando anche per piccoli comuni, che pur non avendo il prestigio di ospitare un teatro dell’Opera potranno offrire agli appassionati uno spettacolo coi fiocchi.

Nel video, alcuni estratti del Mefistofele, ripreso al teatro Massimo di Palermo
Mefistofele

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Cimiteri per gay. L'auto-apartheid dei gay

(Il Giornale) Qui riposano gli omosessuali. Il cimitero di Assistens si trova a Copenaghen, nel quartiere Noerrebro. Le anime, dicono, non hanno sesso, ma in questo posto non sarà più così. Sta per nascere un quartiere per gay. Un ghetto che supera i confini della morte. Trentasei loculi in una zona riservata, proprio vicino alle tombe dello scrittore di favole Andersen, di Kierkegaard il filosofo, di Niels Bohr, il fisico che ha scoperto l'atomo. È il primo camposanto gay nella storia dell'umanità. Qualcuno pensa che sia una rivendicazione, una scelta d'identità. Molti pensano che sia l'ultima, ed estrema tendenza, della cultura gay più radicale, quella che alza muri, differenze, ghetti. Che ha deciso di rivendicare un'identità forte. Precisa. I cipressi omosex arrivano dopo una lunga lista di luoghi solo per gay: caffè e discoteche, locali a cui si accede solo con tessera, tante crociere, villaggi turistici, quartieri, librerie, tv, fiorai, birrerie, un albergo che ha appena aperto a Buenos Aires, città americane per gay over 50, perfino veterinari per i cani e i gatti dei gay. E qui a Copenaghen, in questo, si considerano avanguardia pura.
Ancora prima dell'Olanda, in netto anticipo rispetto alle leggi zapateriane, veniva la Danimarca. La prima a riconoscere l'unione tra persone delle stesso sesso. È il 1989 quando il Civil Partnership Act di Copenaghen concede alle coppie omosessuali sia l'adozione sia il matrimonio. Nel '97 il primo matrimonio tra gay viene celebrato in una chiesa luterana danese. Stessi diritti riconosciuti di una coppia eterosessuale: pagamento degli alimenti in caso di separazione, riduzioni delle tasse, eredità garantita. Ma non solo. Un emendamento garantisce a donne single o lesbiche la fecondazione assistita a spese dello Stato. E con i sepolcri si fa un salto nell'aldilà.
Per accedere al posto riservato basta essere iscritti all'associazione gay «Rainbow». «Vogliamo che omosessuali e lesbiche possano riposare in pace uno accanto all'altro», dicono dall'associazione. «Eppure, assicurano dal Rainbow, non vogliamo isolarci ma solo esprimere il nostro bisogno di restare insieme. Consideriamo il progetto come una tomba familiare che sarà mantenuta dalla nostra famiglia». Sì, ma come fare a riconoscere quelli della famiglia? Segni distintivi saranno ben in vista per non rischiare di essere confusi con gli altri, gli etero. Ogni spazio sarà decorato con un triangolo di ghiaia tracciato sul suolo che spezza una grossa pietra posata al centro. «Il triangolo è il nostro vecchio simbolo, ma anche un nostro segno di sofferenza» ha dichiarato Mr. Larsen del circolo, ricordando come gli omosessuali ai tempi dei nazisti dovessero portare un triangolo rosa tatuato sul petto. Poi, su ogni tomba ci sarà una bandierina con un arcobaleno simbolo della comunità gay.

Sui blog non mancano le esperienze personali. Filippo, 42 anni racconta la sua esperienza e scrive: «Dieci anni fa, con il mio fidanzato ci siamo trasferiti in Danimarca per smettere di pensare di essere gay e cominciare ad esserlo in un contesto sociale non ghettizzante. Siamo felici». E che morte non li separi.

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La vicenda del prof accusato di masturbarsi in classe. "Non ci sono elementi per una sospensione"

Il liceo King a luci rosse, Massara bacchetta il preside.
(Giuseppe Filetto - La Repubblica, edizione di Genova) «Al momento non ci sono elementi per potere avviare una sospensione cautelativa del professore - dichiara Attilio Massara - ma ci sono ragioni per ritenere che le dichiarazioni del preside del King sono state quantomeno poco opportune: un capo di istituto non si comporta così». Sono accuse al vetriolo quelle tra il direttore scolastico regionale e Renato Dellepiane. Ieri Massara non ha usato mezze misure contro il preside che negli scorsi giorni ha chiesto il suo intervento nella vicenda della studentessa che ha denunciato il professore di matematica. Stando a quando sostiene la ragazza, il docente si sarebbe masturbato in un´aula dell´istituto.
Il preside sulle pagine dei giornali ha lamentato la scarsa presenza dell´amministrazione scolastica, l´intervento poco tempestivo: soprattutto in passato, quando sono state chieste diverse ispezioni sul comportamento dell´insegnante. «Mi è dispiaciuto molto apprendere ciò - dice Attilio Massara - un capo di istituto non parla in questi termini: prima di prendere delle posizioni così marcate e di dire che dormivamo, sarebbe stato giusto prima informarsi, invece che andare in gita in Francia».
Il giorno in cui la studentessa di quarta ha denunciato il professore, Dellepiane si trovava a Saint Malo, accompagnava in gita i suoi alunni, e da lì, però, ha seguito le vicenda attraverso la vice preside Lidia Lowenberger, non facendo mancare le informazioni. «Più volte ho chiesto provvedimenti nei confronti del docente - ha ripetuto il preside - ma non siamo stati ascoltati».
Il professore per ora rimane al suo posto, mentre la vicenda sembra ormai incanalata nello scambio di accuse tra la presidenza della scuola e la direzione regionale. Per il resto Massara attende le relazioni ufficiali dell´ispettore Agostino Pittaluga. «Le ho però lette di sfuggita e non mi sembra che contengano elementi tali da poter adottare provvedimenti nei confronti del docente - spiega il direttore -: siamo in presenza delle dichiarazioni della studentessa contro quelle dell´insegnante». Poco o nulla dal punto di vista amministrativo, anche se Massara annuncia che manderà tutti gli atti alla Procura della Repubblica. D´altra parte la famiglia della ragazza (il papà è un noto docente universitario) ha già dato mandato all´avvocato Guido Colella di farsi difendere.
La studentessa continua a ripetere di non essersi sbagliata, di avere visto il professore con i pantaloni abbassati, intento a fare cose inequivocabili mentre guardava le ragazze che facevano ginnastica nella palestra di fronte. Lui, però, nega: «Una calunnia, una calunnia pazzesca. È la vendetta di una allieva perché lo scorso anno le ho dato il debito di fisica». Dice di essersi già rivolto alla polizia per denunciare la diffamazione, mentre al liceo King gli studenti ripetono che «quell´insegnante ha una doppia personalità». «Un docente che in passato ha dato più di un problema», ribadisce lo stesso preside Dellepiane.

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Neonazismo, Arrestati 16 ragazzi in Alto Adige.

(Agi) Dovranno rispondere di una serie di pesanti reati, tutti contenuti all'interno della Legge Mancino, i 16 naziskin, tutti altoatesini, arrestati questa mattina all'alba in diverse zone dell'Alto Adige nel corso di un blitz di oltre 120 uomini della Polizia di Stato al termine di una lunga e complessa indagine scattata nell'autunno 2007 che ha preso la denominazione di 'Odessa'. Sono accusati di associazione, discriminazione, violenza e odio per motivi razziali, Urban Lanthaler (21 anni), Alexander Ennemoser (25), Patrick Ennemoser (22), Wolfang Innerhofer (23), Martin Burger (20), Alexander Holzner (23), Dominik Holzner (21), Peter Paul Holzer (24), Pircher Alois (23) tutti di Scena, paesino nei pressi di Merano, Christian Goeller (25) di Castelrotto, Ivan Prantl (25) di Tirolo, Roland Unterhuber (29) di Lagundo, Peter Kofler (20) di Moso in Passiria, Robert Ebner (24) di Merano, Helmut Mueller (28) di Lagundo e Patrick Klotz (21) nato in Svizzera e residente a Malles Venosta.

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Scandalo pedofilia: il papa se la prende con pornografia, violenza e i cattolici aperti.

(Libération) Papa Benedetto XVI ha riconosciuto, mercoledì, davanti ai vescovi degli Stati Uniti che lo scandalo dei preti pedofili americani era stato “gestito molto male”, ma chiama anche in causa la “pornografia” e la “violenza” onnipresenti nella società americana. Questo scandalo è un motivo di “vergogna profonda” e di “sofferenze enormi” per la Chiesa cattolica, ha confermato il papa, dopo aver già espresso la sua “vergogna” martedì sull’aereo che l’aveva condotto negli Stati Uniti. “Rispondere a questa situazione non è facile e, come ha detto il presidente della conferenza episcopale (il cardinale Francis George), è stata talvolta gestita molto male”, ha riconosciuto. Benedetto XVI ha sottolineato che “la compassione e l’attenzione per le vittime” doveva essere una “priorità”. Ma ha anche ritenuto che l’azione della Chiesa dovesse dispiegarsi in un “contesto più ampio”, collocando il “peccato degli abusi” sessali nel contesto “dei costumi sessuali” della società americana. “Che cosa significa parlare di protezione dell’infanzia quando la pornografia e le violenze possono essere viste in numerose case attraverso i media, largamente accessibili oggi?”, ha detto il papa.

“Tutti hanno il loro ruolo da giocare” per offrire una “formazione morale ai giovani come agli adulti”, ha detto: “non solamente i genitori, gli esponenti religiosi, gli insegnanti e i catechisti, ma anche i media e l’industria dello svago”.

Il grande scandalo degli abusi sessuali su minori, progressivamente emersi nella Chiesa americana a partire dal 2002 ha coinvolto più di 4.000 sacerdoti (su 45.000), citati in giudizio dalle vittime che hanno anche accusato i vescovi di aver chiuo gli occhi e persino di proteggere i colpevoli. La Chiesa americana ha dovuto versare più di tre miliardi di dollari alle vittime, ma molte tra loro ritengono che il mea culpa della gerarchia sia insufficiente. Mercoledì, il papa ha d’altra parte criticato il carattere a volte superficiale della religiosità americana.

“L’America è una terra di grande fede”, rimarchevole per il “fervore religioso” del suo popolo, ha detto. Ma “è coerente professare la nostra credenza in chiesa la domenica (…) e ignorare o sfruttare i poveri e gli emarginati, di promuovere comportamenti sessuali contrari all’insegnamento della Chiesa o adottare delle posizioni che contraddicono il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale?”, ha detto. Ha denunciato “lo scandalo offerto dai cattolici che promuovono il cosiddetto diritto all’aborto”.
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Mara Carfagna, la donna che da valletta divenne ministro (si dice...)

(Blogosfere spettacoli) Aspettiamo di commentare il Toto ministri, ma una nomina sembra già certa: Mara Carfagna andrebbe alla Famiglia e Totò Cuffaro, udite udite, punta al Ministero dell'Agricoltura.

Ora, l'impopolarità di un governo si dimostra anche da queste scelte: Mara Carfagna ha un passato di soubrette, concorrente di Miss Italia, valletta muta e sorridente, è ricordata in Rete per un memorabile quanto incredibile upskirt nel programma di Magalli ma soprattutto, ricorda Vistidalontano, ha stregato Silvio.

Contenti che questo sia il nuovo Ministro della Famiglia? Si narra che sia proprio una secchiona della politica, ma l'immagine che offre non è delle migliori. Personalmente, spero in un esponente del mondo femminile senza questo passato. Ci sarà qualcuno di competente e presentabile che non sia andato senza mutande in televisione?

Per continuare a leggere visitate Elezioni 2008.
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GayLib sui risultati elettorali. Una dichiarazione d'intenti?

(Velino) "GayLib (gay liberali di centrodestra) esprime piena soddisfazione per la vittoria definita e schiacciante del Popolo della Libertà. Stavolta c’è lo spazio laico necessario a sanare la questione gay italiana", spiega una nota del direttivo dell'organizzazione. "Noi offriamo al presidente Berlusconi la nostra collaborazione piena, sincera e fattiva. Lo spostamento a destra del Paese potrà certamente garantire maggiore sicurezza a tutti i cittadini e maggiori tutele in materia economica con scelte politiche che, ci auguriamo da cittadini italiani liberali, vadano per lo più nella direzione della Libertà a gran voce e più che mai questa volta dichiarata come ideale guida del nuovo grande partito liberale di destra in fase di costituzione. Allo stesso modo in qualità di rappresentanti politici dell’associazione GayLib, unico gruppo rimasto fino ad oggi e da dieci anni, politicamente e culturalmente vicino al centrodestra,

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Paolo Cento, Sinistra Arcobaleno: "Abbiamo perso perchè troppo attaccati alle poltrone". Ma anche i gay non scherzano...

Pierluigi Diaco, il poco amato dai gay "giovane" giornalista ha sentito Paolo Cento.

Paolo Cento, della Sinistra Arcobaleno, in queste ore è stato il più onesto e lucido analista della pesante sconfitta incassata dalla sinistra radicale alle ultime elezioni.
Cento, lei sostiene che la Sinistra Arcobaleno ha perso perchè i suoi dirigenti sono stati, negli ultimi anni, troppo attaccati alla poltrona.
“Non solo. Abbiamo perso perchè abbiamo governato male, perchè non siamo stati capaci di essere nè partito di lotta, nè di governo. La strada che avremmo dovuto scegliere, cioè quella di essere un partito del territorio, l’ha percorsa la Lega. Noi della sinistra abbiamo costruito un nostro modo di vivere la politica che ha privilegiato i talk show televisivi a discapito dei marciapiedi e purtroppo per noi, negli ultimi tempi, il mantenimento delle posizioni nel partito e nelle istituzioni è diventato il fine e non più il mezzo. Se abbiamo perso è colpa nostra”.
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Ndr. Si può dire la stessa cosa per quel che riguarda Arcigay, la maggior organizzazione Lgbt del nostro paese, monopolizzata dalla sinistra ed omologata alla sua ideologia ed alla sua cultura sin dalla sua fondazione, Oggi è tempo di ripensare questa organizzazione, la sua dirigenza e le sue vergogne (non solo l'ideologia omofoba della sinistra, ma anche il circuito ricreativo). Le dimissioni di quello che più che una direzione nazionale sembra un Comitato Centrale , un congresso straordinario ed il coraggio di eleggere un direttivo nazionale fuori dalle logiche culturali e politiche della sinistra sarebbe non solo una vittoria per l'intero movimento gay del nostro paese ma anche un rilancio per il raggiungimento dei sacrosanti diritti civili omosessuali. Oggi il "partito ideologico" non ha più senso. La maggioranza degli italiani non votano più per ideologie da molti anni. Adesso la sinistra ha realmente il peso che ha nella società. Se ne deve prendere atto. I Grillini nel ruolo di tuttologi, i Pecoraro moralizzatori ecologisti da moralizzare e lo stesso Cento scandalosamente nominato Sottosegretario alle finanze è una bestemmia per chi anche solo la mastica.Tutte queste componenti bene assemblate per produrre nelle menti del Popolo la consapevolezza prima e la certezza poi che la Sinistra non fosse piu’ una forza detentrice di valore aggiunto per le sorti del Paese, bensi’ una componente deteriore allo sviluppo dello stesso.

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FilmFest Lgbt di Torino. Cinema gay nero per caso.

Stasera il via a Torino tra black comedy e l’omaggio alla Foster.
(Daniele Cavalla - La Stampa) Duecentosettanta film per un lungo viaggio nel «cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer». S’inaugura questa sera all’Ideal «Da Sodoma a Hollywood - Torino International Glbt Film Festival», manifestazione approdata al ventitreesimo anno di vita sull’onda di una crescente risonanza a livello internazionale. Il film scelto dal direttore Giovanni Minerba per aprire questa edizione arriva dalla Spagna: s’intitola «Chuecatown» (vedi trailer sotto), è diretto da Juan Flahn, ospite in sala con l’attore Pepon Nieto. Opera prima di questo cineasta originario di Bilbao, è una commedia nera ambientata nel quartiere gay di Madrid, il Chueca, e descrive le vicissitudini sentimentali e non di Leo e Rey, coppia coinvolta da un’intraprendente ispettrice di polizia nell’indagine su una serie di omicidi di persone anziane. Appuntamento alle 21, la cerimonia di inaugurazione è arricchita dalla musica proposta da Syria e dagli Amour Fou e dal flamenco di Gala Evora.
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«Chuecatown».

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Il Festival propone tre concorsi: i Lungometraggi vedono in gara quattordici film, i Corti ventidue lavori, i Documentari undici titoli. Il Panorama comprende tre sezioni non competitive e qualche opera italiana come «The Beirut apt.» di Daniele Salaris, «Dalla testa ai piedi» di Simone Cangelosi, «Giustino l’agnellino alla conquista del West» di Francesco Guttuso, «Pailettes» di Cinzia Pedrizzetti.

La Retrospettiva prende in esame il Giappone ripercorrendone la storia del cinema dagli Anni Sessanta ai giorni nostri, quindi dalla libertà artistica e di costumi della cosiddetta «nouvelle vague» nipponica alle ormai popolari «Anime». Il Festival ritrae inoltre Sebastien Lifshitz, regista fra i più interessanti del cinema contemporaneo francese ma pressochè sconosciuto nel nostro Paese: al centro dei suoi lavori, giovani inquieti in fuga dal passato. Per quanto riguarda la parte dedicata agli Omaggi, due i protagonisti: Divine e Jodie Foster. La prima, a vent’anni dalla sua scomparsa, viene ricordata attraverso l’immagine-regalo di Francesco Vezzoli e la proiezione del film di Paul Bartel «Lust in the Dust». Mentre il suo ultimo lavoro «Alla ricerca dell’isola di Nim» è ai vertici degli incassi settimanali, Jodie Foster approda sullo schermo dell’Ambrosio, sede di Cinemagay, nel documentario di Pratibha Parmar «Jodie: An Icon» e nel film «Hotel New Hamshire», girato nel 1984 dal maestro del movimento inglese del «Free Cinema» Toni Richardson. Da segnalare, per il resto, la sezione «Omosessualità e Islam».

«Da Sodoma a Hollywood» prosegue sino al 25 aprile, l’atteso «The Walker» di Paul Schrader - definito oltreoceano come l’ideale prosecuzione di «American gigolò» - il film di chiusura.

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Amici di Maria. Vince Marco Carta ma il vero vincitore è Jurman. Restano i sospetti di truffe e le polemiche.

marco carta(Tvblog) (Marco) Carta Canta: Amici lo vince il metodo Jurman.

Il vincitore della settima edizione di Amici è un bellissimo rapporto, toccante e sorprendentemente sincero. Nato a dispetto dei giochi autoriali e dei favoritismi didattici. E’ il rapporto tra un professore, severo ma dall’occhio lungo, e del suo allievo, indisciplinato ma con un gran talento naturale. Il maestro ha creduto in lui e ha trasformato un ragazzetto senza né arte né parte in un cantante da brividi (basti ripercorrere le sue grandi performances della finale).

Amici 7 premia la dote innata, ma soprattutto il miglioramento, il genio e sregolatezza ma anche il duro lavoro per fare di una qualità “in potenza” un atto artistico. Marco Carta (che porta a casa 300.000 euro e uno stage a New York) e Luca Jurman sono i due vincitori a pari merito di Amici, visto che sono riusciti a oscurare le facili certezze degli storici prof di canto, le manie di onnipotenza della Celentano, le faccette di Susy e la tracotanza dei suoi colleghi bianchi.

Una vittoria esemplare, anche se a suo modo Marco incarnava l’idolo delle ragazzine un po’ scemotto, che gioca a fare vedere il tricipite e si gasa per il tifo da stadio. Quello che va a suo favore è l’ingenuità di fondo con cui ha vissuto tutto questo, senza malizia né arroganza, rispettando profondamente il più maturo mentore. Del timbro di Marco, parrucchiere sardo cresciuto senza genitori e con un sorriso travolgente, non ci dimenticheremo tanto facilmente… Idem per l’eleganza del ballerino Francesco Mariottini, altro blu a meritarsi un riconoscimento: la prestigiosa borsa di studio di 50.000 euro affidata dalla stampa.
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Amici 7: le ragioni del successo.

Amici di Maria De Filippi(Tvblog) Anche la settima edizione di “Amici” si è chiusa. Anche quest’anno molti, tutti, si sono chiesti le ragioni di tanto successo. I motivi sono tanti e in questa breve sede analitica proveremo a sviscerarli uno ad uno. Amici è innanzitutto un’espressione televisiva modernamente istituzionale che riesce a raccogliere le famiglie quasi nella loro interezza. Perla rara sociale, figurarsi mediatica.

Negli anni il crescente successo è determinato dalla coltivazione di due poli contrapposti: quello di una superficialità leggera e priva di contenuto (così commerciale, così popolare) tipica di un certo modo di fare talk e reality insieme alle emozioni che nascono dalla natura acerba e per lo più convincente dei suoi protagonisti. Il talento immerso nel reality, esposto ma non imposto nei mesi del daytime emerge per volere pilotato dal suo pubblico, che porta avanti con poca intermediazione i personaggi più amati, anche se non sempre i più bravi.

La malleabilità del format permette un continuo rinnovamento bilanciato sui mutevoli gusti del pubblico giovanile, creando nel tempo punti di forza inossidabili come l’opposizione urlata dal gusto tutto calcistico delle due squadre in continua opposizione, non solo competitiva (la classifica, i capi squadra, le scelte di posizionamento oppositivo delle squadre del daytime) ma soprattutto umana. L’affezione per i personaggi e il gusto delle buone esibizioni aprono la strada a coloro che oggi difficilmente e con scarso successo potrebbero cavalcare un palco in uno show televisivo: i già professionisti del ballo veicolati dalla massima libertà dei loro coreografi (e maestri). Il cattivo tempo di “Amici” diventa condizione necessaria per valorizzare temporaneamente l’immagine di uno sconosciuto e mostrare l’eccellenza dei suoi ballerini.

Come nello sport, le partite non sono sempre ben giocate e ad onor del vero, alcune volte non ci si diverte per nulla. Questo accade anche quando le vittorie diventano prevedibili: ma è il sentimento che guida, l’affetto acefalo che fidelizza, porta ad una totale immedesimazione partecipativa anche quando le mille prove consecutive preparate industrialmente dai ragazzi appiattiscono lo show fino al disatteso ma non percepito grafico piatto.

Amici” è un palazzo in continua costruzione fatto di tanti mattoni che come in un vecchio gioco di legno possono essere tolti e riposizionati senza che nulla crolli. In “Amici” c’è una conduzione finemente sobria, percorsi intrisi di amabile e odiabile caciara, i professori che ogni studente o ex studente vorrebbe avere e che non ha mai avuto ma anche no, un percorso in cui ragazzi normali con doti potenziali diventano personaggi caratterizzati e molto reattivi, netti. Quindi facilmente idolatrati o odiati.

Amici è un bicchiere metà pieno di preziosa acqua e metà vuoto, una luna con due facce in contrasto luminoso e perfettamente integrate. Puoi vedere tutto chiaro o tutto nero, ma alla fine la osservi perchè quel totale ti sta parlando. Con tutti i suoi molteplici sotto testi.

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