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sabato 14 giugno 2008

Inghilterra. Soldati e avieri potranno sfilare in uniforme al gaypride.

Dal 2000 gli omosessuali dichiarati possono arruolarsi.
(Ap) - Le forze armate britanniche hanno autorizzato soldati e avieri a indossare le loro divise per partecipare alla parata del Gay Pride di Londra, in programma il prossimo 5 luglio. In un comunicato, lo Stato maggiore della difesa inglese ha fatto sapere che permetterà al personale dell'Esercito e dell'Aeronautica di Sua Maestà di rendere pubblica la sua affiliazione militare durante la manifestazione.

La decisione porta le due forze allo stesso livello della Marina, che lascia già i suoi uomini liberi di sfilare in divisa. Dal 2000 il Regno Unito accetta che gli omosessuali dichiarati si arruolino. Da allora, il personale militare ha sempre potuto prendere parte al Pride, ma soldati e avieri erano costretti a farlo in abiti civili. Le organizzazioni gay hanno accolto con soddisfazione l'annuncio di oggi. L'esercito ha precisato di aspettarsi una "condotta della massima correttezza" da chi indosserà l'uniforme.

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Senigallia. Ragazzo ventiduenne non ha soldi per cambiare sesso e minaccia suicidio.

(Agi) Non ha i soldi per cambiare sesso e minaccia il suicidio per ben due volte in una notte. E' accaduto ieri a Senigallia intorno alle 21.45, quando un ragazzo 22enne del posto ha minacciato di gettarsi nel vuoto da un cavalcavia in via Goldoni e poi, una volta salvato, si e' legato ai binari della ferrovia bloccandone il traffico. Il giovane, all'arrivo di polizia e carabinieri, ha spiegato di essere disperato e di voler fare l'operazione di cambiamento di sesso. Intervento chirurgico per il quale pero' non ha i soldi, dunque una spesa che non puo' affrontare e un desiderio che non puo' realizzare. Successivamente il 22enne e' stato salvato ma, dopo poco, ha fatto scattare nuovamente l'allarme, quando e' stato notato nei pressi della linea ferroviaria mentre cercava nuovamente di uccidersi. La linea e' stata momentaneamente bloccata, per permettere alle forze dell'ordine di salvare nuovamente il ragazzo, con il quale hanno poi avviato un colloquio per trovare soluzione al suo disagio.

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Usa. Il Governatore del Massachusetts rivela: "Ho una figlia lesbica".

Deval ha pianto quando la figlia diciottenne ha annunciato, accanto a lui, di essere lesbica al settimanale "Bay Windows".
(Ansa) Non e' facile per un uomo politico avere una figlia lesbica, neanche quando, come il governatore nero del Massachusetts Patrick Deval, ci si e' battuti in prima linea per garantire ai gay parita' di diritti anche nel matrimonio.

Deval ha pianto quando la figlia diciottenne ha annunciato, accanto a lui, di essere lesbica al settimanale Bay Windows, il piu' diffuso giornale gay del New England.

Lacrime di emozione, perche' Katherine stava raccontando l'orgoglio provato l'anno prima quando il padre ha avuto ragione sui conservatori del parlamento statale che volevano far approvare un emendamento costituzionale per bloccare i matrimoni gay, legali in Massachusetts.

'Papa', non piangere', gli ha detto Katherine. 'Vuoi un fazzoletto? Tu sei uno che ha fatto buone cose. Dio mio pero', che piagnucolone'.

Katherine ha scoperto di essere gay un paio di anni fa ma solo l'estate scorsa e' riuscita a parlarne con i genitori. La madre e' scoppiata a ridere, sollevata che non si trattasse di qualcosa di brutto successo alla figlia. Il padre l'ha abbracciata: 'Ti amiamo in ogni caso, Katherine'.

La vicenda personale di Patrick, un leader nero con molte affinita' con il candidato alla Casa Bianca Barack Obama, coincide con un momento in cui il tema gay e' tornato alla ribalta dl dibattito politico negli Usa: la prossima settimana, grazie a una sentenza della Corte Suprema statale, in California cominceranno ad essere celebrati legalmente i matrimoni di coppie omosessuali mentre lo stato di New York ha fatto recentemente un passo avanti accettando di riconoscere nozze celebrate altrove.

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Bologna pride. Le Acli contro il Pd e dicono no all'adesione al corteo.

"Con una certa ambiguita' formale, nei fatti il Pd sconfessa la centralita' della persona, il proprio no all'individualismo, l'affermato si' alla centralita' della famiglia, piu' volte richiamati".
(Ansa) Se 'aderire ai valori del Gay pride significa appoggiare una manifestazione esibizionista, radicalmente anti-cattolica e rivendicatrice di presunti diritti individuali quali il matrimonio gay, l'apertura all'adozione e alla fecondazione medicalmente assistita per gli omosessuali', le Acli bolognesi non ci stanno. Cosi' Francesco Murru, presidente provinciale Acli ha preso le distanze dal documento approvato qualche giorno fa dal Pd bolognese a sostegno del Gay pride in programma il 28 giugno a Bologna.

In una nota Murru ha sottolineato come, aderendo alla manifestazione bolognese, 'con una certa ambiguita' formale, nei fatti il Pd sconfessa la centralita' della persona, il proprio no all'individualismo, l'affermato si' alla centralita' della famiglia, piu' volte richiamati, nel dibattito interno, quali espressioni vive della dottrina sociale della Chiesa da affermare con politiche concrete'. Per le Acli 'le discriminazioni vanno tutte combattute', ma 'la tutela dei diritti non ha niente a che fare con gli attacchi estremistici alla Chiesa cattolica e con le richieste ideologiche di diritti individuali che contrastano con l'articolo 29 della Carta costituzionale'. Al contrario, secondo Murru, il partito di Veltroni 'dovrebbe promuovere piuttosto i diritti di quelle famiglie che non arrivano alla fine del mese, che non hanno ricevuto alcun patrocinio dalle istituzioni per partecipare al family day (manifestazione alla quale il Pd non ha pensato di aderire con alcun documento), che chiedono da anni un riconoscimento giuridico e fiscale del proprio diritto di 'generare' e di educare i propri figli'.

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Quelle signore: la storia di Marchetta e dei suoi facili costumi.

Quelle signore
(Panorama) Prima di tutto, una notizia di cronaca. Milano, 26 maggio: Cgil, Cisl e Uil organizzano un convegno “Cara Merlin ti scrivo”. Si scopre così che, nella sola metropoli lombarda, almeno centomila uomini ha avuto rapporti sessuali con una prostituta. Un milanese su dieci, quindi.

Adesso, invece, ecco l’incipit di un libro: “C’è un uomo tra i diciotto e i cinquant’anni residente a Milano o che a Milano sia venuto per affari o per svago, il quale non abbia fatto almeno una visita a una famosa casa che la burocratica verecondia della Pubblica Sicurezza, che ne ha l’alta sorveglianza, e lo spirito pecoresco dei reporter di giornali, han qualificato per innominabile?”.
Se non fosse per il riferimento alla casa di tolleranza, sembrerebbe pura cronaca. Ma ovviamente non lo è. Il libro porta la data 1904 ed è a firma di Umberto Notari, direttore e fondatore dell’ “Ambrosiano”, nonchè amico e sodale di Filippo Tommaso Marinetti. Si intitola Quelle signore e costa al suo autore un processo per oltraggio al pudore. Ecco: basterebbe questo a spiegare il motivo per cui la casa editrice Otto/Novecento lo ripubblica ora a distanza di ottantaquattro anni.
Basterebbe, ma non basta: il libretto è un rutilante affresco di una città distratta, tutto smog (si, proprio così, smog) ed affari, dietro la cui ipocrisia si nascondono in controluce edonismo e sfruttamento.
Di qui, prende le mosse la storia di Marchetta, bella, esperta e sensualissima femme fatale che smania e si divincola dalla cronaca quotidiana di lenoni, viscidi signori e sfruttatori. È un ritratto di un secolo fa, ma sembra un’ istantanea scattata ieri sera.

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I Gesuiti di Milano sollecitano il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali.

(Adista) Un’apertura che farà discutere quella di Aggiornamenti Sociali, mensile promosso dai gesuiti dei Centri Studi Sociali di Milano e di Palermo. Sul numero di giugno, infatti, la rivista diretta da p. Bartolomeo Sorge ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta dal proprio Gruppo di studio sulla bioetica in merito alla possibilità di riconoscere giuridicamente le unioni omosessuali. Scopo del contributo, tentare di “delineare criteri che consentano (non solo ai credenti) di procedere alle mediazioni politiche e legislative sempre più richieste da un contesto pluralista”, attraverso la riflessione sulla possibilità di “istituire una disciplina giuridica di un legame tra due persone dello stesso sesso, non basandosi specificamente sulla sua connotazione omosessuale, quanto piuttosto sul suo significato per la vita sociale”.

Riconosciuto che le cause che concorrono a determinare un orientamento omosessuale sfuggono alla volontà del soggetto, Carlo Casalone, vicedirettore del mensile, afferma che “il compito dell’etica non sta nell’insistere per modificare questa organizzazione psicosessuale, ma nel favorire per quanto possibile la crescita di relazioni più autentiche nelle condizioni date”. La richiesta di riconoscimento giuridico da parte di coppie omosessuali è elevata: infatti, come sottolinea Giacomo Costa, caporedattore, “in assenza di alternative, il modello matrimoniale, pur compreso in senso limitato come ‘riconoscimento pubblico di una relazione affettiva’, rimane un punto di riferimento giuridico, oltre che simbolico per le convivenze omosessuali perché, alla base della rivendicazione, sta un desiderio di riconoscimento tout court della propria dignità”. Uno degli aspetti vissuti con maggiore difficoltà dagli omosessuali è infatti l’essere “socialmente invisibili”: “La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e sociali – continua Costa – costituisce di fatto uno sforzo per entrare con il proprio progetto di vita nel ‘ciclo di vita’ della società nel suo insieme”.

Analizzando le argomentazioni che nella riflessione etico-teologica conducono ad una valutazione morale negativa sulle relazioni omosessuali, Massimo Reichlin, professore di Etica della vita all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, conclude che “è dubbio che tali argomenti giustifichino il rifiuto di qualunque disciplina legislativa delle unioni omosessuali”. “Nella misura in cui non le equipari al matrimonio - continua Reichlin -, ma riconosca alcuni diritti, fondati sulla continuità di una convivenza e di una relazione affettiva, pare difficile sostenere che un simile riconoscimento costituirebbe una svalutazione dell’istituzione matrimoniale o una modificazione radicale dell’organizzazione sociale”.

Proprio la continuità e la stabilità della relazione costituiscono, come ricorda Angelo Mattioni, professore di Diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, “il dato cui la Corte Costituzionale ricollega il necessario riconoscimento di un rapporto che dà fondamento all’esercizio di diritti e all’adempimento di doveri”.

La Corte, escludendo l’estensione delle norme che configurano la condizione giuridica della famiglia, di cui all’art. 29 della Costituzione, ad altre forme di convivenza, ha ritenuto loro fondamento costituzionale l’art. 2 che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo che nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità. Come rileva Mattioni, “risultano sostanzialmente irrilevanti le caratteristiche dei membri che fanno parte di tale formazione sociale”: infatti, riconoscendo “nella stabilità la fonte di questi diritti e doveri, risulterebbe contrario al principio di uguaglianza escludere da queste garanzie certi tipi di convivenze”.

“Non spetta al legislatore - evidenzia Mario Picozzi, professore di Medicina legale all’Università degli Studi dell’Insubria - “indagare in che modo la relazione viene vissuta sotto altro profilo che non sia quello impegnativo dell’assunzione pubblica della cura e della promozione dell’altro e di altri”. “Invaderebbe campi che non le appartengono una scelta politica che volesse stabilire a priori forme accettabili di espressione di quel legame e in base ad esse riconoscere e garantire determinate tutele”. “Il riconoscimento giuridico del legame tra persone delle stesso sesso - continua Picozzi - trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune”. “Prendersi cura dell’altro, stabilmente, è forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso contributo alla vita sociale in termini di solidarietà e condivisione”.

In questo quadro, la scelta di riconoscere un siffatto legame, “senza mettere in discussione il valore della famiglia ed evitando così indebite analogie” appare, secondo Picozzi, “giustificabile da parte di un politico cattolico”. Essa rappresenta infatti “un’opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell’attuale contesto storico”.

Leggi l'articolo di Aggiornamenti Sociali

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Tradate. Abusava di ragazzini nel garage e li filmava. Trentenne arrestato per violenze su minori.

(Il caffè) La scena dell’orrore pedofilo questa volta è un garage insonorizzato, dove un trentenne ha attirato dei bambini per violentarli e filmare gli abusi sessuali.

In manette con l’accusa di gravi reati è finito un uomo di Tradate, in provincia di Varese, arrestato questa mattina dagli agenti della Squadra mobile varesina e della Polizia Postale.

Stando ai primi risultati delle indagini l’uomo, incensurato, avrebbe violentato almeno tre bambini di un’età inferiore ai dodici anni. Un insospettabile che sarebbe rimasto tale, se non ci fosse stata una segnalazione alla polizia. Perquisita l’abitazione del trentenne, dove è stato ritrovato materiale ritenuto interessante dagli investigatori, gli inquirenti sono arrivati al garage.

Un locale appositamente insonorizzato, dove l’uomo arrivava le sue vittime, una trappola da cui non potevano fuggire, né invocare aiuto. Tre i bambini per i quali si sarebbero già accertati gli abusi sessuali, che il trentenne filmava, probabilmente, per scaricare le immagini in rete o cederle a qualche altro pedofilo.

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Latina. Un vergognoso articolo omofobo dalla città più fascista d'Italia.

Sei frocio? Puoi guarire!
Gli studi di Joseph Nicolosi e di Tonino Cantelmi. Il dibattito si accende anche a Latina.

(ParvaPolis) Si è chiuso questo tristissimo Gay Pride. Solo in 10.000 impegnati più nell'insulto che nella rivendicazione di presunti diritti violati. La tristezza la leggi tutta negli slogan, contro la Carfagna, in teatrini pieni di "frocessioni", di insulti al Papa e all'Opus Gay*, considerato che i cattolici non avevano nemmeno il diritto di assistere un concerto di musica sacra, in una chiesa, senza doversi per forza subire il bizzarro corteo.
Non tutti lo sanno, ma da qualche anno a questa parte c'è chi studia, con serietà, il fenomeno delle devianze sessuali. Joseph Nicolosi si occupa da diversi anni di terapia riparativa dell'omosessualità. L'omosessualità non è "normale", e questo è dimostrato sia a livello "naturale" che a livello statistico (è un disturbo che riguarda circa l'1,5% degli adulti). Inoltre Nicolosi parla di design: l'anatomia di un corpo maschile è compatibile con quella di un corpo femminile, ma non con uno del suo stesso sesso. Studi scientifici hanno dimostrato, in controtendenza a quanto sostiene l'OMS, che l'omosessualità è una malattia, che risale all'autopercezione del bambino. Il bambino ha bisogno di un legame con suo padre per sviluppare la sua identità maschile. È il senso di genere che determina l'orientamento sessuale. L'omosessuale è la persona che è carente o mancante del senso di genere. Nicolosi ha posto un netto distinguo tra gay e omosessuale. «Gli attivisti gay vorrebbero che si credesse che tutti gli omosessuali siano gay. Non è così. La parola gay indica una identità socio-politica. Omosessuale identifica invece la descrizione di un problema sessuale». Chi frequenta le cliniche che si rifanno al pensiero di Nicolosi hanno un problema omosessuale ma rifiutano l'etichetta di gay. Non vogliono essere chiamati gay perché non si riconoscono in quella identità socio-politica e con lo stile di vita gay. La causa della sofferenza di un omosessuale è la propria omosessualità, non l'omofobia della società.
Gli studi e le terapie di Nicolosi in Italia si chiamano Tonino Cantelmi, presidente dell'Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, autore di testi interessanti come "Amori difficili", "Narciso siamo noi", "Psicologia e teologia in dialogo", "Il sesso negato". Tanta gente si rivolge a centri di cura perché non accetta come naturali le proprie pulsioni. Ma cosa sostiene chi non è d'accordo con questa nuova impostazione degli studi che recuperano l'omosessualità come malattia, come dicevano un tempo i manuali di diagnosi? Abbiamo intervistato a proposito Stela Taneva.
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*Si, leggete bene, hanno proprio scritto "Opus Gay" un lapsus? chissà...

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Pitti Uomo, la moda maschile a Firenze.

Un modello tratto dal Look book di Walter van Beirendock, collezione Uomo, autunno inverno 2008-09

Dal 18 al 21 giugno Firenze ospita Pitti Immagine Uomo. Tra nomi nuovi, eventi e installazioni artistiche, la fiera dedicata al fashion maschile si arricchisce. E sfilano anche le pre-collezioni donna.
(Eleonora Attolico - L'Espresso) E' una manifestazione in crescita, con 688 aziende partecipanti, 840 marchi e oltre 21mila compratori di cui il 40% stranieri. Nata come una fiera della moda maschile che presentava le novità dell'estate, oggi la fiorentina Pitti Uomo presenta installazioni fuori e dentro la Fortezza da Basso, varie pre-collezioni donna e dibattiti su temi di attualità sociale come la mobilità ecosostenibile.

Tra i marchi, dopo una breve assenza, torna Hugo Boss con la nuova collezione Boss Orange per Donna e Uomo; si segnalano inoltre le presenze di Dirk Bikkembergs, Adidas in collaborazione con Porsche, Puma, Brooks Brothers, Sundek con una mostra retrospettiva dedicata al surf e Italia Independent di Lapo Elkann con una nuova linea di scarpe.

Sul fronte della moda maschile c'è attesa anche per l'ospite speciale di questa edizione, il belga Walter Van Beirendonck. Lo stilista, uno dei creativi più eccentrici del gruppo di Anversa, farà sfilare per la prima volta in Italia la sua collezione P/E 2009 nel parco del museo Stibbert. Sarà un'autentica performance, proprio perché Van Beirendock è noto per aver sempre creato connubi inediti tra foto e arte visuale, mixando grafica e web design, musica e styling avveniristico.

La fiera conta poi 15 sezioni con padiglioni dedicati ai giovani talenti della moda. Nella zona New Beats si scoprono i designer emergenti di Russia, Giappone, Belgio e Finlandia. Molta street culture anche nell'area Welcome to my House dove si trovano marchi giovani ma già affermati che si dedicano a captare le nuove tendenze della strada. Val la pena anche affacciarsi da Rooms n. 8, dove il curatore Sergio Colantuoni ha allestito al pianoterra del Palazzo degli Affari alcune collezioni d'avanguardia che interpretano il concetto del lusso in chiave contemporanea. Poco lontano, la storica della moda Maria Luisa Frisa ha creato un percorso dedicato alla "vestaglietta" con foto, disegni, immagini di film sull'evoluzione di questo capo da casa.



A mescolare arte e impegno sociale c'è invece il progetto Free Cycle-Free Mobility dedicato alla bicicletta e curato da Oliviero Baldini, con la collaborazione dell'ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). La bici diventa così opera d'arte contemporanea, elemento grafico e simbolo di un'estetica quotidiana. L'allestimento accoglierà i visitatori sul Piazzale della Fortezza.

Molti gli eventi previsti anche nei giardini di Firenze. Tra questi il galà del marchio italiano Corneliani che già la sera prima dell'inaugurazione ufficiale del Pitti festeggerà i 50 anni di attività con una mostra a Palazzo Capponi e un party nei giardini di Palazzo della Gherardesca, oggi sede del nuovo albergo Four Seasons. Diane von Furstenberg, ospite d'onore della kermesse, presenterà "en plein air" nel giardino Torregiani la sua pre-collezione crociera 2008-09.

Chi invece sia in vena di passeggiate per Firenze, potrebbe affacciarsi nella boutique Luisa Via Roma dove troverà alcuni esemplari dei 501 jeans della Levi's realizzati con bottoni e rivetti d'oro o magari scoprire in via Tornabuoni il nuovo negozio di Ballantyne.

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Brasile. L'esercito ordina l'arresto anche per il secondo sergente gay.

(Adnkronos/Dpa) - Un sergente dell'esercito brasiliano ha ammesso di essere gay e di avere una relazione stabile con un commilitone: nel giro di una settimana per tutti e due e' scattato l'ordine di arresto impartito dai superiori. E' quanto accaduto al sergente Fernando de Alcantara Figueiredo, che ha rivelato di avere da anni una relazione fissa con Laci Marinho de Araujo, agli arresti dalla scorsa settimana. Secondo il Centro di Comunicazione sociale dell'esercito brasiliano, pero', l'ordine di 8 giorni di arresti per Figueiredo e' stato impartito dopo tre violazioni del codice di disciplina militare. Il compagno di Figueiredo, invece, e' stato accusato di diserzione.

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California. Pur di bloccare i matrimoni gay la contea blocca anche quelli etero.

Continuano le polemiche su legalizzazione matrimoni California
(Apcom) - Impedire tutti i matrimoni per non consentire la celebrazione quelli tra omosessuali. L'idea è venuta ad un funzionario della contea di Kern, una delle più conservatrici della California, che non potendo fermare la legalizzazione delle nozze tra gay, stabilita con una sentenza della Corte Suprema dello Stato, ha pensato bene di impedirle tutte.

Da lunedì prossimo infatti gli uffici comunali della contea californiana chiuderanno i battenti per tutte le coppie in attesa di sposarsi. I funzionari saranno comunque obbligati a concedere le licenze di matrimonio che dovranno però essere utilizzate altrove in California.

I funzionari della contea, a cui nei prossimi giorni potrebbe unirsi anche quella di Butte, hanno motivato ufficialmente la decisione con l'impossibilità tecnica di far fronte al numero di richieste di matrimonio.

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Concia (Pd), i movimenti glbtq e il Parlamento hanno ruoli diversi.

"Ho incontrato il Ministro Carfagna nella mia qualita' di parlamentare della Repubblica".
(Ansa) I movimenti e il Parlamento hanno ruoli diversi. Lo sottolinea Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico, riferendosi a quanto comunicato oggi dagli organizzatori del Pride di Bologna sull'incontro avuto dalla parlamentare con il Ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna.

'Ho incontrato il Ministro Carfagna nella mia qualita' di parlamentare della Repubblica. Il movimento LGBT e io - precisa Concia - abbiamo compiti diversi e non devo chiedere certamente agli organizzatori del Gay Pride il permesso di esercitare le mie funzioni e assolvere al mandato conferitomi dagli elettori. Mai ho espresso opinioni a nome del movimento e neppure l'ho fatto questa volta, come, del resto, e' facile verificare dalla rassegna stampa'. 'Stupisce, tuttavia - aggiunge - che gli organizzatori del Bologna Pride mi attacchino oggi, dopo che ieri mi hanno fatto recapitare l'invito a uno degli eventi di contorno alla manifestazione del 28 Giugno prossimo. Non voglio alimentare polemiche che non fanno bene a nessuno e mi piace pensare che l'uscita di oggi sia frutto di un banale malinteso, perche' cosi', i rappresentanti del movimento finiscono per dare una immagine distorta del lavoro loro e mio a quei milioni di omosessuali italiani che aspettano da anni risultati concreti: resto convinta - conclude l'esponente del Pd - che quei risultati potranno arrivare dialogando anche con chi in passato ha avuto uscite infelici verso le persone gay e lesbiche e non alzando steccati ideologici'.

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A sinistra solite polemiche tra i gay. Il comitato Bologna pride chiede alla Concia a nome di chi parla.

(Ansa) L'incontro di martedi' scorso fra il ministro delle pari opportunita' Mara Carfagna e Paola Concia, paladina del Pd in difesa dei diritti degli omosessuali, e soprattutto le dichiarazioni 'pro-dialogo' della parlamentare non sono piaciute al comitato organizzatore del prossimo Gay pride nazionale (a Bologna il 28 giugno).

'Onorevole, a nome di chi parla? Le posizioni del movimento Glbt sono distanti dalle sue dichiarazioni', precisano in una nota. Lo staff ricorda le 'dichiarazioni vergognose' del ministro: 'la Carfagna ci ha detto che siamo esibizionisti, volgari, senza speranza, che dovremmo stare a casa, che non ci sono discriminazioni, che il Pride dovremmo abbandonarlo', aggiungendo che poi 'il ministro, grato di questa apertura di credito fatta a nome del movimento Lgbt italiano da parte di chi non ci ha mai militato, ringrazia e la congeda'. Ma per il comitato bolognese 'la questione della rappresentanza e' un punto troppo serio per essere venduto per poche righe sulla stampa'.

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La tolleranza è un capitale creativo.

(Francesco Ramella) Il gay pride e la marcia dei rom hanno portato una frizzante ventata di diversità per le strade della capitale. Queste manifestazioni fanno da contraltare al clima pesante e un po’ cupo verso le minoranze che ha accompagnato l’inizio della legislatura. L’incertezza che pervade il Paese ha generato un’atmosfera di paura verso ciò che non conosciamo. Una chiusura difensiva che talvolta si trasforma in aggressiva intolleranza. O nel migliore dei casi alimenta un atteggiamento poco benevolo verso chi ci è estraneo, tanto più se lo percepiamo come differente: gli stranieri-clandestini, gli omosessuali, gli zingari e ora anche le prostitute. Questo clima di diffidenza sociale è l’altra faccia d’un timore del futuro che condanna il Paese al declino. Dobbiamo reagire. Sta a noi infatti decidere se vogliamo essere un paese impaurito, egoista, chiuso come quello che ci appare nella miseria dei raid contro i rom e gli omosessuali; o un paese moderno, dinamico, amante della «dolce vita» ma anche solidale e accogliente verso gli altri. Non poco del nostro avvenire dipende anche da come ci rapportiamo verso ciò che è «diverso» da noi.

Qualche anno fa un professore americano di studi urbani, Richard Florida, ha sviluppato un’interessante teoria che associa lo sviluppo economico alla proliferazione della cosiddetta «classe creativa»: le professioni ad alto contenuto di conoscenza e ricerca sia nel campo tecnico-scientifico che in quello artistico. Nei nuovi scenari della globalizzazione, l’innovazione rappresenta una risorsa chiave per lo sviluppo. La formula magica per la crescita economica è quella delle «3 T»: tecnologia, talento e tolleranza. Se i primi due assets costituiscono gli ingredienti fondamentali dell’innovazione, il terzo rappresenta però il fattore chiave per mobilitarli. La nuova geografia dello sviluppo premia soprattutto i territori capaci di attrarre i detentori del «capitale creativo». E questi soggetti prediligono le città che - afferma Florida - si contraddistinguono per «maggiore apertura, diversità e tolleranza». I luoghi in cui si costruisce il futuro sono quelli «aperti agli immigrati, agli artisti, ai gay e all’integrazione razziale». Per individuare questi contesti lo studioso ha utilizzato un indicatore piuttosto inusuale - un «indice gay» che misura la percentuale di omosessuali sul totale della popolazione - mostrando che questo risulta uno straordinario predittore della localizzazione geografica e della crescita dei settori produttivi più innovativi.

Non sembra azzardato fare uscire la riflessione sulle minoranze dal «ghetto» dei dibattiti sui diritti civili, cogliendone tutte le implicazioni in termini di qualità (e varietà) della nostra cultura e della nostra convivenza civile. Valutandone anche le implicazioni di lunga durata sulla capacità innovativa del nostro Paese. Un fronte su cui l’Italia risulta deficitaria a giudicare dai dati dell’European Innovation Scoreboard. Questo strumento, elaborato dalla Commissione Europea per monitorare annualmente i risultati della «strategia di Lisbona», si basa su un set di 26 indicatori che misurano la prestazione dei «sistemi nazionali della ricerca e dell’innovazione». L’Italia si trova nella fascia medio-bassa della classifica, con uno 0,33 che la colloca al di sotto della media europea (0,45) e a notevole distanza dai paesi più avanzati. Lontano non solo dagli Stati Uniti (0,55) e dal Giappone (0,60), ma anche dai paesi leader europei: Svezia (0,73); Svizzera (0,67); Finlandia (0,64); Danimarca (0,61); Germania (0,59) e Inghilterra (0,57). Non solo spendiamo poco per ricerca e sviluppo ma non facciamo niente per formare o attrarre i nuovi talenti. Insomma, chiudendoci a riccio nei confronti della diversità degli altri finiamo per non scommettere sul nostro futuro. Con il rischio - molto reale - di ritrovarci domani non solo più poveri... ma anche noiosi e antipatici.

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Ragusa. A Pozzallo il "Gay pride" si farà a fine luglio in centro.


La manifestazione è una novità per la provincia iblea.
Il 'Gay pride' a Pozzallo' Si farà. Quello che doveva essere l'appuntamento 'clou' del cartellone estivo della città di Pozzallo per il mese di giugno, è stato semplicemente rimandato a fine luglio (forse il 25).

Unica certezza è che il "Gay pride" si organizzerà nella centralissima Piazza delle Rimembranze. La manifestazione è una novità per la provincia di Ragusa dove il movimento omosessuale si è riorganizzato, dopo oltre vent'anni di assenza.

A carattere provinciale ed estesa a tutti i gruppi Arci Gay della Sicilia, il 'Gay pride' pozzallese è organizzato con la collaborazione delle associazioni, tutte di Pozzallo, che appartengono al coordinamento 'Rino Giuffrida'. Tra queste ci sono 'Libera', la 'Bottega Solidale', 'La Voce Ribelle', il Circolo 'Don Puglisi - Peppino Impastato'.

L'appuntamento è successivo al 'Pride' nazionale che si terrà a Bologna il prossimo 28 Giugno e al 'Pride' siciliano che si terrà a Catania il prossimo 5 luglio. A Pozzallo, però, non ci saranno né le parate a cui si è abituati ad assistere in televisione né i carri variopinti di persone che manifestano la propria omosessualità, ma appuntamenti prevalentemente culturali e sociali, affinchè si possa dare alla manifestazione una valenza socio-informativa sul mondo di omosessuali, lesbiche, bisex e transgender.

Il programma dev'essere ancora ultimato ma gli organizzatori hanno dichiarato che sono al vaglio, ad oggi, gli ultimi preparativi. Al momento, sono previsti alcuni eventi di sicuro interesse: uno spettacolo teatrale sui pregiudizi e sull'omofobia, una mostra di quadri a tema e la presentazione di un libro. Non mancheranno gli stand con materiale informativo. Non si esclude, hanno dichiarato gli organizzatori, (e su questo si saprà qualcosa nei primi giorni della settimana prossima) la presenza del presidente dell'Arcigay nazionale, Aurelio Mancuso e dell'ex parlamentare ed ex presidente dell'Arcigay, Franco Grillini.

Il Comune di Pozzallo ha già dato il proprio benestare per la concessione degli spazi dove realizzare gli eventi. Tutte le informazioni saranno diffuse nel corso di una conferenza stampa, che si terrà a giorni, organizzata dal circolo 'Rino Giuffrida' di Pozzallo.

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Usa. Obama ribadisce si ad aborto e matrimoni gay.

Il candidato democrats ribadisce le sue idee con dei pastori protestanti.
(Adnkronos/Dpa) - Obama ha ribadito il suo sostegno alle leggi sull'aborto e al riconoscimento in tutti gli Stati del matrimonio fra persone dello stesso sesso. Lo ha fatto nei giorni scorsi usando parole ''molto caute'' in un incontro a porte chiuse con pastori protestanti provenienti da tutto il Paese.

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