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sabato 1 marzo 2008

La tentazione di votare Alemanno, da sinistra.

(Illuminismo) In questi ultimi mesi, la mia anima antifascista lotta contro la razionalità che mi suggerisce a più riprese di votare per Alemanno sindaco di Roma.
Innanzi tutto, diciamo che io non credo nell'astensione, un mezzo non sufficientemente limpido per contare i risultati elettorali. La scelta di Elfo di annullare la scheda mi sembra poco incisiva, perché le schede non vengono classificate in base al modo in cui si annullano. Avrei preferito la restituzione delle tessere elettorali, ma una simile mossa avrebbe funzionato solo a patto di...

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Il voto dei gay. E alla fine l'Arcigay tira fuori dai cassetti la solita filosofia ammuffita.

Per liberare il nostro amore, la nostra fantasia, la nostra dignità.

(Aurelio Mancuso) Due anni fa l’Unione promise di affrontare, pur con una formulazione involuta e bislacca, la questione del rinoscimento delle coppie di fatto. La nostra critica fu forte e chiara, e non abbiamo cambiato opinione.

Due anni di governo Prodi ci hanno consegnato un bilancio magro, diremmo inesistente, se non fosse per l’azione dei nostri due parlamentari uscenti Franco Grillini e Gianpaolo Silvestri, che hanno fatto un ottimo lavoro e che voglio ringraziare pubblicamente a nome di tutta l’Associazione.

E proprio per questo che il nostro giudizio su quello che è avvenuto nelle aule parlamentari sul riconoscimento delle coppie di fatto e sulle norme anti discriminatorie non può che essere decisamente negativo.

Ancora una volta è andato in scena uno spettacolo umiliante ed offensivo rispetto alla nostra dignità, ai nostri vissuti, alle nostre lunghe e faticose battaglie.

Non sono bastate manifestazioni come il RomaPride2007, sit in, iniziative in tutta Italia, pressioni, partecipazione a tavoli giuridici e tecnici. La politica ancora una volta si è dimostrata cieca e sorda.

Ora si apre una fase nuova. Il precipitare della crisi politica, la scomposizione e ricomposizione di partiti ed alleanze, da noi ampiamente prevista già al Congresso di maggio 2007, hanno bisogno di una nostra precisazione rispetto al ruolo, al posizionamento, alla strategia di Arcigay.

Credo che sia necessario in premessa ribadire un concetto, che forse non è stato compreso bene dai partiti, dai mass media, da alcune associazioni lgbt: Arcigay è un soggetto politico e sociale autonomo, distante e distinto dai partiti.

Non esistono, e chi pensa di poterle costruire è bene che si metta il cuore in pace, correnti partitiche all’interno di Arcigay e, quindi, nemmeno capo corrente di riferimento. La nostra libertà di pensiero è massima e limpida.

Manteniamo inoltre un severo giudizio sull’incapacità di questa classe politica di rinnovarsi. Cambiano le sigle, cambiano i posizionamenti, ma i leader sono sempre gli stessi, gli stati maggiori si autoriproducono e, questo si ripercuote su programmi e posizioni politiche assolutamente non in sintonia con le esigenze concrete della società.

Grillo cerca di interpretrare il malessere sociale con posizioni discutibile, noi invece siamo il malessere sociale che esprime proposte ed esperienze serie e comprensibili.

Noi abbiamo un programma preciso, un sistema di valori condiviso, una storia che parla da sola, mettiamo tutto ciò al servizio delle persone lesbiche e gay uniche destinatarie del nostro impegno quotidiano, nelle città, nelle sedi di aggregazioni, nelle reti di servizio, che vogliamo aumentare, diffondere e rendere finalmente una lobby sociale forte e auto sufficiente.

Sta ai partiti, se lo vogliono, mettersi in relazione con la nostra presenza sociale, avanzare proposte di legge, condurre una battaglia culturale e sociale nel paese.

Non siamo più all’anno zero. Tutti i partiti e le espressioni sociali del paese hanno gli strumenti adeguati per conoscere cosa significa oggi la presenza organizzata della comunità omosessuale.

Allo stesso tempo voglio ribadire con nettezza che chi si adopera dentro i partiti a costruire politiche di attenzione e di dialogo con il movimento lgbt, che sia omosessuale o meno, ha il nostro apprezzamento e svolge un compito meritorio. Alcune di queste persone hanno una relazione con il movimento, e per questo non si sono mai sognate di sostituirsi ad esso, altre non ce l’hanno, ne prendiamo atto, ma non si confondano i piani, le storie, le competenze.

Detto questo, nei giorni scorsi si sono rincorse voci di tutti i tipi. Si è fantasticato su squadroni di candidati Arcigay nei vari partiti del centro sinistra, si sono accreditate sui giornali e sui Tg candidature certe tra cui quella del sottoscritto.

Si è trattato di una campagna ben orchestrata, condotta da alcuni personaggi, che pur di emergere e di agguantare la poltroncina non si sono fatti scrupolo di mettere in seria diffoltà Arcigay. Di indebolire la nostra immagine di associazione e la nostra funzione sociale.

Dovremo in futuro riflettere su un certo tipo di carrierismo gay e lesbico fine a se stesso, quello che oggi si può dire è che nessuno può permettersi per conto nostro o contro di noi di trascinarci in squallide polemichette che tentano di squalificare un tenace lavoro sociale, che difenderemo sempre con energia, perché è il frutto della volontà di migliaia di volontarie e di volontari, di decine di territori, di tante professionalità, strumenti e servizi, che non possono essere strumentalizzati da chi nemmeno sa di cosa stiamo parlando.

Bisogna essere severi con noi stessi, e se vi sono state ingenuità e sottovalutazioni, vanno sottolineate e corrette, ma respingiamo al mittente, soprattutto all’indirizzo di vallette che si sono prestate alla presentazione di nuove formazioni politiche, l’accusa di auto candidature. Notiamo con una certa ironia, che personalità note del movimento, che da tempo si ergono a paladine dell’autonomia del movimento dai partiti, sguazzano sulle agenzie stampa, nei salotti e nelle riunioni di partito per accreditare il loro appoggio incondizionato.

E’ un brutto spettacolo, che speriamo finisca presto e che ci incita ancor di più a condividere, con le associazioni a noi più vicine, prima fra tutte ArciLesbica, un percorso unitario più stringente, che porti entro il 2008 ad ipotizzare la costruzione di una Federazione Nazionale lgbt, che coordini l’azione delle reti nazionali che davvero vogliono porsi l’obiettivo di rinnovare la nostra presenza sociale.
A questo progetto hanno inoltre già dato il loro assenso anche l’Agedo e l’Associazione delle Famiglie Arcobaleno.

Perché carissime e carissimi, deve essere chiaro, questo movimento così come oggi si esprime è inadeguato e noi riaffermiamo ciò che abbiamo scritto al Congresso: è necessaria una seria evoluzione del movimento, e quindi anche di Arcigay. E’ necessario metterci in sintonia popolare con la società in generale, ma anche con il popolo lgbt. Oggi giustamente deluso, amareggiato, fortemente critico anche nei nostri confronti. Questa situazione va affrontata di petto. Dobbiamo dare dei segnali precisi! E’ necessaria una vera e propria Costituente moderna del movimento lgbt. Dopo le elezioni e il Pride, dovremo lavorarci in modo aperto e coinvolgente. E fin d’oggi rilancio un appello: gay e lesbiche italiane siamo pronti a costruire una nuova Arcigay, che sia uno strumento adeguato ai vostri desideri, ai vostri bisogni.

Ecco perché Arcigay si è tenuta e si tiene distante dal teatrino che è andato in scena. Siamo orgogliosi di avere nelle nostre fila parlamentari come Franco Grillini e Gianpaolo Silvestri che hanno dimostrato sul campo serietà e abnegazione, come speriamo che altri nostri militanti e dirigenti possano in questa tornata elettorale, in Parlamento e nelle amministrazioni locali portare il bagaglio di idee e di serietà maturato nell’esperienza collettiva di Arcigay.

Non vi è mai stata da parte mia alcuna richiesta di candidatura ad alcun partito o formazione; è accaduto l’esatto contrario. Di ciò ho dato immediata comunicazione alla Segreteria nazionale, ed avviato una riflessione anche più larga.

Nessuna proposta concreta è mai stata avanzata da queste formazioni, se non dopo la sapiente campagna stampa di mercoledi 27 febbraio, e come possono testimoniare le persone coinvolte, io l’ho immediatamente respinta.

Nell’ipotesi che la proposta di candidatura fosse emersa in clima diverso e in condizioni assai differenti dalle attuali, e avessi deciso di accettare, un minuto dopo mi sarei dimesso da presidente nazionale Arcigay.

E in questo senso credo sia opportuno domani votare un’ordine del giorno del Consiglio Nazionale che aiuti all’interno e all’esterno di Arcigay a comprendere che la nostra distinzione dai partiti non sono parole scritte sull’acqua. Un’ordine del giorno che espliciti che presidente e segretario e i componenti della segreteria non possono svolgere le loro funzioni se candidati alle elezioni politiche, e non solo eletti, come previsto dallo Statuto.

Domani 2 marzo discuteremo ed approveremo il documento politico di indicazione al voto.

Il testo base tiene conto di un confronto tra opinioni differenti, punti di vista che sono influenzati anche dalle varie appartenenze territoriali, che compongono la ricchezza della nostra rete, anche in questo il nostro punto di vista non può che essere diverso da esperienze pur importanti ma solamente locali.

Il documento non lo esplicita, ma è chiaro che il quadro con cui ci dobbiamo confrontare è complicato e riteniamo assolutamente in evoluzione. Sappiamo che ora e dopo le elezioni proseguiranno mutamenti e questo ci consegna una situazione dove è difficile oggettivamente individuare interlocutori precisi. Lo stesso quadro istituzionale che uscirà da queste elezioni sicuramente non si assesterà e assisteremo a novità e cambiamenti. Insomma la transizione non è terminata e noi dobbiamo adeguatamente attrezzarci cosi come abbiamo detto oggi, come una moderna lobby pronta a interpretare fino in fondo il suo ruolo.

L’indicazione di fondo del documento è in linea con queste affermazioni: non indichiamo nessun partito, non facciamo una scelta per questa o quella formazione ad esclusione del fatto che invitiamo esplicitamente a non votare tutte le formazioni della destra!

Una destra omofoba, razzista, che propaganda i disvalori dell’esclusione, dell’odio, di un familismo orrendo, dove le donne sono di nuovo interpretate come le vittime di un sistema sociale illiberale, senza alcun sostegno sociale.
Una destra che noi combattiamo a viso aperto. Che con il movimento delle donne contrastiamo sul terreno dell’autodeterminazione, delle libertà, della vita, delle scelte.
E’ colpa di questa destra e delle gerarchie cattoliche se in questo paese oggi si diffonde l’idea che le donne che abortiscono sono assassine e che gli omosessuali dei malati. Nessun compromesso è possibile. Il partito delle libertà, la destra di Storace, il centro neo democristiano di Casini sono avversari, rappresentano bene quanto questa politica italiana sia arretrata. Magari ci fosse un partito conservatore di stampo europeo con cui poter dialogare, d’altronde anche la sinistra e il centro sinistra non sono all’altezza.

Rispetto al centro sinistra e alla sinistra il nostro ragionamento si fa più articolato.

La tentazione all’indifferenza è forte, ma come lobby non possiamo permettercelo, come cittadine e cittadini italiani, non vogliamo sottrarci al dettato costituzionale del diiritto e dovere al voto.

Per queste ragioni proclamando ancora una volta la nostra profonda delusione ed insoddisfazione che si esplica nel non allineamento ad alcuna proposta politica e di coalizione, proponiamo come strumento positivo di azione politica un patto con tutti quei candidati eleggibili che sosttoscriveranno la piattaforma del Roma Pride 2007, e che dichiareranno pubblicamente una relazione diretta con Arcigay.
Sarà compito dei Comitati provinciali lavorare in questo senso e produrre una lista di candidati che verrà diffusa nazionalmente e resa pubblica sul nostro sito.

Il 9 marzo si voterà in Spagna. Anche per noi quelle elezioni sono importanti, se Zapatero vincerà, come noi tutte e tutti ci auguriamo, sarà la vittoria della libertà contro l’oscurantismo, della civiltà democratica contro la teocrazia reazionaria. Anche per noi quella data potrà significare una svolta, un nuovo inizio. Per questo Arcigay oltre a sostenere gli amici e compagni spagnoli si interpreta come la forza che in Italia raccoglierà con convinzione quella bandiera preparandosi nel prossimo futuro ad essere quel sogetto che in relazione con la società italiana cambierà la politica e la cultura.

Il BolognaPride2008 è per noi uno snodo essenziale che renderà evidente che la storia avanza con noi e noi ce ne assumeremo tutto il peso e tutta la responsabilità.
Avanti sulla strada tracciata dal Congresso di maggio, avanti tutte e tutti insieme per liberare l’Italia, per liberare il nostro amore, la nostra fantasia, la nostra dignità.

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Sulla Tatangelo dagli Usa.

Sono davvero rattristito dalla valanga di critiche che hanno investito una canzonetta(perche' sono solo canzonette) che non fa altro che parlare di un'esperienza personale. Se da un lato infatti la canzone parla di stereotipi, da un altro non parla di fiori (ndr. Nilla Pizzi per qualcuno?), o di altre banalita'. Se non ci permettiamo di essere banali, alllora abbiamo gia' perso ogni battaglia contro il pregiudizio, che si fonda su banalita' spesso dettate da altri cantici e canzonette(quelle della messa domenicale ad esempio).

Complimenti a tutti i critici letterari che fanno esegesi e interpretano ermetismi come offensive espressioni di supporto. Continuiamo ha essere sempre uber critici di chiunque non ci comprende fino in fondo, anche quando non ci attaccano(ndr. Mr Tonini e la sua pieta' da due lire). Forse siamo noi che non ci capiamo a vicenda a meno che non siamo in circoli chiusi e a mio parere inconcludenti. Sempre pronti a puntare il dito con malizia contro chiunque trova il coraggio e le parole di essere dalla nostra parte in una societa' dove sempre meno troviamo alleati. Mi spiace realmente e soprattutto constatare che la maggior parte delle critiche vengono dalle donne delle nostre fazioni. Perche' a me estraneo come omdno, le lesbiche hannno frociarole come amiche?
Vorrei che qualcuno mi spiegasse che cosa c'e' poi di male a ricevere affetto da una frociarola, giusto per usare un termine da parlamentare, che forse tramite il suo amore genuino per l'amico ha imparato a sua volta ad amare meglio ed essere una persona migliore. Mi sembra che siano proprio le frociarole ad essere mancate alle inacidite critiche che continuano a piovere. Io nella critica della canzone non ci voglio entrare perche' di canzoni stupide al festival di Sanremo ne ho sentite abbastanza per una vita intera.

Sara' anche vero che le immagini della Tatangelo non rispecchino l'intera popolazione finocchia(LGTBQ e' una sigla sempre meno poetica), ma almeno espone quella che e' una realta', un disagio che se anche un finocchio, femminiello, o semplice truccatore patisce per colpa di preconcetti basati su banali predicozzi sociali, tutti noi in parte ne soffriamo.
io non sono un truccatore e non sono neanche un addetto ai lavori, e forse ho anche la grande fortuna di aver trovato un amore esplicato tramite un matrimonio, che se da un lato mi appaga sentimentalmente, mi mette spesso in disagi sociali con chi ancora non capisce, ma ho lasciato sbafature di mascara e rossetto su mille cuscini di amici, ma soprattutto di amiche, che quando avevo bisogno di essere carezzato come un gatto, erano li' senza giudizio ad offrirmi lo spazio per soffrire con la dignita' che non viene offerta altrove.

Io ribadisco il diritto alla banalita', equiparato al diritto di tacchi e parrucche, a motociclette e finte barbe. Il diritto alla superficialita' contrapposto a serismi sterili ed inconcludenti.
Ci accaniamo contro chi a modo suo ci vuole bene tanto che ci dividiamo e separiamo dagli alleati etero, che quando si tratta di essere accaniti su cose serie non siamo capaci di compattare le forze dietro obiettivi reali, od unire le voci in cori unisoni, rimanendo tre milioni di finocchi(lesbiche transgender curiosity kill the cat e chi piu' ne ha piu' ne metta) a dire tre milioni di cose diverse.
La prossima volta il Mario Mieli forse dovrebbe trovare un proprio candidato al Festival di San Remo che si metta a cantare di cose serie. Siamo tutti bravi a criticare, ma fino a che non traduciamo le critiche in azioni concrete, siamo solo Canzonette!
Con rammarico, ma speranzoso.

Fabrizio Gentili~Davis

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Veltroni dichiara a El Pais: "Siamo riformisti non di sinistra".

"I cittadini sono cittadini innanzitutto, non di centrodestra".
(Apcom) - Il Partito democratico è riformista, "non di sinistra", e ha chiuso l'alleanza con la sinistra radicale perché "c'erano differenze abissali": ma in caso di pareggio alle urne con Silvio Berlusconi, non ci saranno accordi di governo, ma solo un'apertura per le "riforme istituzionali". E' quanto afferma oggi Walter Veltroni in un'intervista al quotidiano spagnolo di centrosinistra 'El Pais', che lo ha seguito a Perugia per un reportage.

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Caso Don Gelmini: Il Papa l'ha ridotto in stato laicale.

(Vivicentro) Don Pierino Gelmini è stato ridotto allo stato laicale dal Papa, come chiesto dallo stesso fondatore della Comunità Incontro di Amelia per difendersi al meglio nell'inchiesta della procura di Terni nella quale è accusato di molestie sessuali nei confronti di alcuni ex ospiti della struttura (addebiti ai quali si è sempre proclamato estraneo).
La notizia è stata riportata dal Corriere dell'Umbria.

"Con Gelmini ha accolto con grande gioia la decisione del Papa" ha detto il portavoce del sacerdote, Alessandro Meluzzi, parlando stamani con l'Ansa. "Considera questo - ha aggiunto - un segno di attenzione e disponibilità da parte del Vaticano, in uno spirito di grande unità tra don Pierino e la Chiesa". La decisione del Papa è stata comunicata al vescovo di Terni monsignor Vicenzo Paglia con una lettera.

Don Gelmini in tarda serata tornerà in Italia dopo avere trascorso un soggiorno a scopo terapeutico nelle sue comunità del sud America. In seguito alla riduzione allo stato laicale non potrà più celebrare messa o confessare.

ATTESA PER DECISIONE PM TERNI SU INDAGINE
E' attesa nelle prossime settimane la decisione della procura di Terni per l'inchiesta condotta nei confronti di don Pierino Gelmini accusato di molestie sessuali a carico di alcuni ex ospiti (nove quelli indicati nell'avviso di conclusione indagini) della Comunità Incontro. Il pm Barbara Mazzullo dovrà infatti decidere se chiedere il rinvio a giudizio del sacerdote, che si è sempre proclamato estraneo a ogni addebito, o l'archiviazione del fascicolo. Nell'inchiesta sono coinvolti anche due collaboratori del sacerdote e la madre di uno dei suoi accusatori. Devono rispondere di favoreggiamento per avere aiutato don Gelmini ad eludere gli accertamenti condotti dalla squadra mobile della questura di Terni. A tutti il 27 dicembre scorso è stato notificato l'avviso di conclusione indagini. A don Gelmini la procura contesta di avere costretto nove ospiti della comunità a "soddisfare le sue richieste sessuali" mediante "la minaccia di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti o promettendo favori tramite dette conoscenze". Fatti che sarebbero avvenuti nella sede di Molino di Silla dal 1997 all' ottobre scorso, quando ormai da quasi un anno il sacerdote sapeva di essere indagato. Circostanza, questa, che al momento del deposito degli atti era stata sottolineata dal portavoce di don Pierino, Alessandro Meluzzi, il quale aveva parlato di "accuse surreali".
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Usa. Il Grande Fratello a luci rosse cacciato dal comitato di quartiere.

(River-blog) In America esistono moltissimi siti che emulano il modello Grande Fratello, in chiave hard: ragazzi, spesso giovanissimi, spiati dalle telecamere, più ore al giorno. Ovviamente sono tutti siti a pagamento. Uno di questi - “College Live Boys”, ad ispirazione gay - è stato sconfitto in tribunale da un’associazione di residenti: “Non possiamo accettare che nel nostro quartiere esista un’attività del genere”. Sei anni fa, quando i creatori del sito si erano stabiliti a Lake Brantley, in Florida, alcuni cittadini avevano iniziato a coalizzarsi, e a raccogliere le firme per porre fine a quel “bordello” telematico. “Ho paura che mia figlia possa vedere quei ragazzi nudi“, ha spiegato uno dei firmatari della petizione. Ma c’è anche chi, candidamente, osserva: “Quei ragazzi fanno tutto tra le mura di casa, liberissimi di farlo“. In sei anni di battaglie, hanno speso 200mila euro per le spese legali: alla fine il tribunale ha deciso - non so su quali basi - che quell’attività doveva essere interrotta. I ragazzi, così, hanno raccolto le loro cose e hanno affittato un’altra casa, nella più grande Orlando.

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Gay rumors. L’ex fidanzato di Zac Efron?

(River-blog) L’ultima su Zac Efron arriva da un sedicente ex fidanzato dell’attore - inseguito da incessanti rumors sulla sua sessualità - che ha spedito un’email ad un popolare sito di gossip Usa. Il ragazzo ha anche allegato una sua foto (in alto), forse per dimostrare che la sua identità è tutt’altro che fittizia.

“Io e Zac siamo stati insieme, alcune settimane, ai tempi di Summerland, quando lui ancora non aveva ben compreso la natura della sua sessualità. Ci siamo poi incontrati nel luglio del 2007: siamo stati insieme fino a novembre. Lui mi ha lasciato tutto d’un tratto sulle scale di un Virgin Megastore. E’ un ragazzo confuso, che ha solo l’imbarazzo della scelta”.

Sarà un mitomane? Il dubbio resta.

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David Duchovny, sesso e alcool, da «X-Files» alle luci rosse. Dal 6 marzo "Californication" su Sky.

L'agente dell'Fbi specializzato nella caccia agli alieni si trasforma in uno scrittore maudit. Duchovny nel telefilm-scandalo «Californication», in arrivo in Italia.

(Renato Franco - Il Corriere della Sera) Per quasi dieci anni è rimasto imprigionato in Fox Mulder, l'agente dell'Fbi alle prese con casi di ordinaria paranormalità. Per dare un bacio alla sua compagna di indagini Dana Scully ci aveva messo una vita. Lasciato ormai alle spalle l'algido personaggio che interpretava in X-Files, David Duchovny diventa uno scrittore maledetto. E sessuomane. Altro che amletici baci, si va subito al dunque.

Accade in Californication, la serie tv che, in onda negli Stati Uniti, è stata acquistata da Mediaset. Duchovny interpreta Hank Moody, uno scrittore in crisi che annega i suoi tormenti nell'alcol, nella droga e in tanto, tantissimo sesso. L'omaggio letterario nel nome del protagonista è allo scrittore maledetto per eccellenza, Henry Charles Bukowski detto Hank.

Per avere idea della serie basta cercare su YouTube: linguaggio esplicito e molte scene orizzontali. Nel «pilot» della serie si vede Hank in chiesa mentre chiede a Dio di aiutarlo a rimettere in sesto la sua vita, ma ad attrarlo è soprattutto una suora sexy che si offre per una fellatio. È solo un sogno, la realtà è che lui è a letto con una donna sposata. Non sarà l'unica conquista.
Nel corso dell'episodio Hank fa sesso prima con una mora abbordata in un bar e poi con una ragazzina sedicenne che lui credeva andasse al college: apriti cielo, l'America puritana s'indigna, ma una sbirciatina non la nega. Nel secondo episodio Hank fuma marijuana e fa sesso con un'adepta di Scientology, nella camera da letto della sua ex compagna... La serie è stata creata e prodotta da Tom Kapinos ( Dawson's Creek). Duchovny e Stephen Hopkins ( 24), che ha diretto il «pilot», sono entrambi produttori esecutivi. Il primo episodio (dei dodici che compongono la prima stagione) è stato subito un successo, tanto che è stata programmata subito una seconda stagione. Troppe scene di nudo? Il creatore Tom Kapinos non la pensa così: «Non gli ho mai dato troppa importanza — aveva detto alla conferenza stampa di presentazione del telefilm —. Lo vedo come un programma sulla famiglia. Capita di trovarsi in una famiglia molto fratturata, una famiglia in rovina, ed Hank mi è sembrato molto appropriato come personaggio ». Racconta Duchovny: «È un programma su un adulto che cerca di sopravvivere in un mondo adulto. Ha vizi particolari, fa abuso di cose particolari. Infatti, lo vedrete fumare. Lo vedrete bere. Lo vedrete drogarsi. Lo vedrete fare sesso. Queste sono cose importanti per capire il suo stato d'animo e per lo show. Fanno parte del personaggio ».

Californication — come il titolo della canzone (e dell'album - vedi il video) dei Red Hot Chili Peppers — è un chiaro riferimento alla giostra di rapporti sessuali cui si sottopone Hank-Duchovny sotto il sole della California. Il serial andrà in onda sui nuovi canali pay del digitale terrestre di Mediaset, poi arriverà su Italia 1, si parla di autunno 2008.
In America Californication va in onda su Showtime, la rete via cavo che ha spesso scommesso su serie controverse. Basti pensare a Weeds su una vedova che si dà allo spaccio di marijuana. Oppure a Dexter sulla doppia vita di un perito della scientifica di Miami, di notte serial killer.

Il trailer (in lingua originale)

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Sanremo. Sempre più in***ti i gay con la Tatangelo. Da Luxuria a Max Forte: "Da noi nessun voto". Ma Anna si difende, il video.

Hanno detto:

"Ho paura che questa nuova tolleranza verso i gay, corrisponda a esigenze di mercato". Franco Grillini, deputato e presidente onorario di Arcigay, in un'inchiesta pubblicata da "Chi", il settimanale diretto da Alfonso Signorini e in edicola questa settimana , e' critico nei confronti della canzone cantata da Anna Tatangelo a Sanremo, "Il mio amico", che racconta delle discriminazioni subite dai gay.

Il settimanale ha interpellato opionion leader e autorevoli esponenti della cultura gay, che in prevalenza hanno "bocciato" la canzone. Dice il filosofo Gianni Vattimo: "Temo che questa tenerezza per i gay corrisponda a una sorta di accettazione un po' ambigua delle diversita'. Tutto cio' che passa in tv e che fa successo genera sospetto". Dura la valutazione di Platinette: "Raccontando la storia di un 'amico gay', Gigi D'Alessio e Anna raggiungono punte di involontaria comicita'. E' il trionfo della retorica". Non e' da meno Alessandro Cecchi Paone: "D'Alessio e' un etero confuso". Della stessa opinione l'onorevole Vladimir Luxuria, che spiega: "La canzone non parla del mondo gay. Hanno fatto confusione. Nel loro brano raccontano la storia di un transgender. La Tatangelo vive la sindrome della 'frociarola'. Termine che io uso per descrivere quelle donne che trascorrono tanto tempo con l'amico gay e si dimenticano del proprio compagno".

Critico anche il cardinale Ersilio Tonini: "I gay sono creature che vanno rispettate. Non credo che loro chiedano di voler essere rappresentate da questo tipo di canzoni".

Max Forte, giornalista alla fine dichiara: "Non si aspetti nessun voto dai gay. La Tatangelo ma soprattutto D'Alessio hanno una visione "sciampista" del mondo Glbt vecchio di almeno trent'anni".
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Ma Anna si difende nel corso di una conferenza stampa.

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Laicità: le condizioni per il confronto. Nessuno è proprietario dello Stato, nessuno ha diritto a ipoteche.

(Costanza Firrao - Libertà giustizia) Mercoledì 27 febbraio, a Ivrea, si è discusso dei rapporti tra mondo laico e mondo cattolico, di laicità e democrazia, tra “non possumus”, “valori non negoziabili” e moratorie. A parlarne in una sala gremita, il Prof. Gustavo Zagrebelsky, docente di Giustizia Costituzionale all’Università di Torino e Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Don Ermis Segatti, docente di Storia del Cristianesimo alla facoltà Teologica di Torino, referente per la Cultura e l’Università della Diocesi cittadina. Sollecitati dall’introduzione di Tullio Lembo, del Forum Democratico del Canavese che insieme a LeG ha organizzato l’incontro, i due relatori hanno dimostrato che il dialogo e il confronto sono non solo possibili ma auspicabili.

L’autonomia e la responsabilità dei laici, ricorda Lembo, erano state riconosciute dalla Chiesa con il Concilio Vaticano II, poi, dopo la caduta del muro, l’atteggiamento è cambiato: sempre più ingerenze da parte della gerarchia ecclesiastica nell’ambito della sfera istituzionale e politica. Ma nel Paese c’è una reale contrapposizione su questi temi?
Nei dibattiti in cui si chiamano a discutere due persone che rappresentano la Chiesa da una parte e i laici dall’altra, sottolinea Zagrebelsky, nessuna delle due vince niente e, pur mantenendo ferme le proprie convinzioni, sarebbe una grave perdita se si scavasse un solco tra questi due mondi. Oggi tutti si proclamano laici e nessuno propone la cristianizzazione dello Stato ma si è aperta una controversia. Si auspica, da parte del mondo cattolico, una “nuova” o “sana” laicità, inquinando in tal modo il discorso. Lo Stato laico deve mantenere nei confronti di tutte le professioni di fede un’assoluta neutralità mentre le convinzioni etiche di ciascuno debbono trovare all’interno dello Stato stesso, il loro spazio naturale e di convivenza. Posizione, questa, maturata a seguito delle guerre di religione che hanno insanguinato il mondo. E’ necessario fare chiarezza: negli anni ’20 in Germania e in Italia, nazisti e fascisti si dicevano portatori di una “vera, sana e leale democrazia”, contrapposta a quella corrotta degli altri Paesi.
I dibattiti tra mondo laico e cattolico trovano un reale coinvolgimento nella società? Sì, esattamente come i temi di carattere economico o sociale. Il mondo laico si sente sotto assedio, quello cattolico si sente schiacciato dal peso del cosiddetto “relativismo etico”. Due posizioni di debolezza che sfociano in aggressività reciproca e provocano continue tensioni nei due campi. “Non possumus” da una parte e dall’altra, perché ci sono dei presupposti che nessuno dei due soggetti è disposto a mettere in discussione, quindi reciproca sopraffazione. Ma questa non è democrazia.
Replica Don Segatti che la laicità in Europa e in Italia, rispetto ad altri posti nel mondo, non è a rischio anche se, riconosce, c’è un certo livello di contenziosità. Si dice d’accordo con l’analisi di Zagrebelsky, le due debolezze creano ansietà sociale. Come è vissuta oggi la fede cattolica? Si è passati nel giro di pochissimi decenni da una situazione di “cristianità stanziale”, di “ovvietà del cristianesimo” a una situazione di precarietà: cresce il senso di “non appartenenza”, una sorta di “infantilismo della religione” e un “riduzionismo della sfera religiosa”. Il cattolico vede una società senza orizzonti di valori, di qui è maturata una fase reattiva che lo spinge a vivere la religione non più solo come un fatto di coscienza privata, bensì a proporre delle posizioni forti e a mettere dei punti fermi rispetto a un mondo frantumato, di riproporre alla società civile una serie di valori irrinunciabili, dando in tal modo alla fede una funzione di supplenza ai valori etici.
Ma la Chiesa, interviene il moderatore, facendosi supplente di tutto è portata a compiere dei passi falsi di cui poi potrebbe essere messa in condizione di dover chiedere scusa (vedi ieri la contrapposizione con Galileo). La Chiesa ha una diffidenza nei confronti della democrazia e della pluralità?
La Chiesa, risponde Zagrebelsky, dice che le nostre società sono in una situazione di crisi, hanno perso un orizzonte di valori. Ma non solo la Chiesa, anche il mondo laico è preoccupato dalla “dittatura della scienza”, ci si chiede con angoscia, stiamo progredendo, ma verso cosa? E specularmente alla Chiesa i laici discutono di valori: dalle unioni di fatto a quelle gay, dal testamento biologico alla fecondazione assistita, ma con una visione etica della vita molto diversa. Si può essere pro o contro ma non si può negare che dietro a chi li propone ci sia una questione “valoriale” che viene invece percepita dalla Chiesa come disvalore. Bisogna trovare il modo di convivere. Una parte dei cattolici non si sente a “casa propria” nel dibattito sui valori, ma questo è proprio della laicità: nessuno si deve sentire a casa propria ma in una “casa comune”. Nessuno è proprietario dello Stato, nessuno ha diritto a ipoteche. I cattolici dicono che i laici vogliono relegarli nel privato delle loro coscienze ma nessuno, religioso o non credente, può avere la pretesa di intervenire, a livello politico, nella gestione della casa comune.
Quando la Chiesa protesta contro la secolarizzazione sbaglia, ben vengano tutte le professioni religiose ma fuori dalle decisioni comuni. Fino a qualche anno fa i problemi tra Chiesa e Stato erano diversi ( le scuole cattoliche, la sacra Rota, l’insegnamento della religione) mentre oggi la Chiesa interviene nel funzionamento delle istituzioni e vincola i propri fedeli a seguire determinati dogmi anche all’interno del Parlamento. Questo è un problema per la democrazia. Chi ha fede oggi, concorda Don Segatti, ha diritto allo spazio pubblico ma non a invadere quello politico-istituzionale.
Dopo alcuni interessanti interventi da parte del pubblico, il dibattito si è concluso con le parole del moderatore: se prevalesse la visione di Monsignor Segatti non ci sarebbero problemi, il confronto è possibile, basta solo volerlo ricercare.

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Icone gay d’altri mondi: Despina Vandi.

(Totentanz) Mi è tornata in mente quando, qualche sera fa, sono stato in un ristorante greco. Tra un dolmades e un boccone di mussakà ascoltavo la musica di sottofondo, che poi è sempre la stessa in ogni ristorante greco, questa via di mezzo tra la pizzica tarantina e la musica araba, e pensavo ai video di Despina Vandi che M., noto intenditore di roba frocia naïf ed etnica, mi somministrava via Youtube.

Non so se mi ricorda Diamanda Galas perchè sono condizionato dalla sua nazionalità o perché le somiglia davvero. Deve essere comunque una buona valvola di sfogo per le frocie elleniche, penalizzate dal clima poco friendly di un paese che avrebbe qualcosa da imparare perfino dalla nostra teocrazia vaticana, in fatto di emancipazione omosessuale.
Il suo status di icona gay mi è stato più volte confermato da conoscenze greche e da chi bazzica la Grecia. Ma non ce ne sarebbe stato bisogno. Il video qui sotto dice chiaramente che è lei la Ciccone dell’Egeo.
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Solo 3 seggi ai circoli della Brambilla? Ecco il perchè: In Sicilia il movimento ne conteggia 402. Parecchi, però, esistono solo sulla carta.

In piazza o nel salotto di casa i circoli bluff della Brambilla.
(Antonio Fraschilla - La Repubblica, edizione di Palermo) Sulla carta sono 402 ma non c´è un elenco ufficiale «perché per questioni di privacy non si può renderlo pubblico». «I Circoli della libertà in Sicilia coinvolgono almeno 5 mila persone», giura il responsabile regionale fresco di nomina, Sandro Geraci, 33 anni, ex di Alleanza nazionale, che ora guiderà in Sicilia i circoli inventati da Michela Vittoria Brambilla. Ma chi sono i tanti fan siciliani della Brambilla?
Ma chi sono i fan siciliani della Brambilla? Davvero un esercito di 5 mila attivisti è pronto a diffondere nell´Isola il verbo dell´agguerrita leader dai capelli rossi che ha incantato Silvio Berlusconi?
Molti circoli, a dire il vero, sono fatti in famiglia. Altri invece sono «praticamente finti e solo sulla carta»: «A Catania sulla carta ce ne sono 50, in realtà sono la metà - dice Lucia Di Mauro, vice coordinatrice regionale dei circoli della libertà - Il motivo? Tanti nostri sostenitori sono in buona fede, soprattutto giovani e componenti della società civile che per la prima volta si affacciano al mondo della politica. Ma, come sempre avviene in Sicilia, molti poi ci vogliono mettere il cappello. Così tutti i grandi deputati di Forza Italia catanesi hanno fatto aprire un circolo a qualche componente della loro segreteria».
Non è un caso quindi che lo staff della Brambilla abbia inserito soltanto ieri nel sito ufficiale dei circoli della libertà i nomi e gli indirizzi dei responsabili provinciali siciliani: «Certo, avevano paura di fare qualche gaffe, d´altronde qualcuno aveva proposto come responsabile perfino gente del Movimento per l´Autonomia, perché anche Raffaele Lombardo voleva aprire qualche circolo», continua la Di Mauro, consigliera comunale a Tremestieri che ha fatto nascere il "gruppo consiliare delle libertà".
Di certo molti circoli sono praticamente fatti in casa. La statuto nazionale della Brambilla prevede regole precise per l´apertura di una sede dell´associazione: «La costituzione di un circolo avviene con atto notarile - recita lo statuto - con atto registrato all´agenzia delle entrate, o con semplice scrittura privata». In sintesi, bastano dieci firme corredate da un fax con la copia del documento d´identità. Un elenco? «Per questione di privacy non lo possiamo rendere pubblico, ma garantisco che i Circoli delle libertà sono più veri e reali di quelli del Partito democratico - dice Geraci - A Palermo sono 40 e qualcuno conta oltre 90 soci. In generale è difficile avere un quadro completo dei circoli, perché molti si iscrivono online su internet». Dalla direzione nazionale dei circoli invece precisano: «Gli elenchi sono conservati dai responsabili territoriali, non abbiamo un quadro completo».
In provincia di Palermo i circoli sarebbero 84: «Ci sono e sono tutti veri, aperti da gente che con la politica fino ad oggi non ha avuto nulla a che fare, si tratta di professionisti, operai, muratori e studenti», dice Angelo Neri, 31 anni, consigliere comunale di Forza Italia a Termini Imerese e responsabile dei circoli palermitani. «I circoli della Libertà? Ne ho sentito parlare ma non ho idea di quanti siano, anche se girando incontro diversi attivisti», dice l´ex presidente della Provincia Francesco Musotto, l´unico big forzista ad accogliere lo scorso anno la Brambilla a Palermo.
In provincia di Messina i circoli sono oltre 60. Ce n´è uno perfino ad Alì Terme, piccolo centro da 2.500 abitanti in provincia di Messina. Lo ha aperto uno studente di 23 anni, Antonio Arrigo: «Il circolo è attivo da più di un anno, insieme ai miei amici abbiamo deciso di aprire un circolo della Brambilla a casa mia - dice Arrigo - Ci siamo riuniti un paio di volte, crediamo nello spirito innovativo della Brambilla». A Messina un circolo lo ha aperto Francesco De Pasquale, 22 anni: «Abbiamo avuto l´autorizzazione nel novembre scorso, i soci oltre a me sono 8 amici e mio zio, e ci incontriamo a casa mia per parlare di politica italiana ma anche di quella internazionale - dice il giovane De Pasquale - Ho appena saputo da una mail inviatami da Milano che sono stati nominati i responsabili siciliani dei circoli della libertà. Io non li conosco, né sono stato interpellato. Di certo so che molti circoli a Messina sono stati aperti da uno stesso politico locale che vuole farsi pubblicità». Il politico in questione sarebbe il deputato nazionale Giovanni Ricevuto: «Molti miei amici hanno aperto circoli della libertà, ma io non c´entro nulla», assicura Ricevuto.
Nell´agrigentino un fan della Brambilla è Stefano Castellino, 28 anni, studente d´ingegneria informatica: «Ho aperto da quasi un anno un circolo delle libertà a Palma di Montechiaro, i soci sono già 24 - dice Castellino - Le nostre iniziative? Abbiamo organizzato diversi gazebo in piazza per raccogliere le firme contro Prodi e il caro tasse, ma anche un cineforum».
Perfino a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, c´è un circolo della Brambilla: «L´ho aperto con un gruppo di amici e abbiamo fatto tantissime iniziative - dice Nadia Spada, 25 anni, studentessa in Scienze della formazione - Abbiamo una sede nella piazza principale e non siamo un circolo finto».
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Leggi anche:
Pdl. Berlusconi mette la Brambilla alla porta? Ai circoli solo 3 seggi.

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«Bugie ai giudici sulle violenze sessuali all’Ipia». Nel 2004 la denuncia: «Nostro figlio vittima del branco per anni nella palestra della scuola.

Il pm Giovanni Porcheddu ha chiesto al gup tre rinvii a giudizio per falsa testimonianza. Nei guai un professore di ginnastica, una bidella e un compagno di classe del disabile.
(La Nuova Sardegna) I giudici del tribunale per i minori non avevano usato mezzi termini quando, motivando due condanne per violenza di gruppo su uno studente disabile, avevano accusato gli insegnanti e i compagni di scuola della vittima di avere fatto mancare a forze dell’ordine e magistratura «quel minimo di leale collaborazione civica oggettivamente richiesta dalla gravità dei fatti». Ora il pm chiede tre rinvii a giudizio per falsa testimonianza. Oltre a non collaborare per smascherare i responsabili di uno sconvolgente episodio di bullismo all’Ipia, insomma, nel 2005 qualcuno avrebbe anche mentito.
Il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu ha depositato nella cancelleria del Gup la richiesta di rinvio a giudizio per un compagno di scuola della vittima, un insegnante di ginnastica e una bidella dell’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato di Sassari. Secondo una sentenza di condanna emessa in primo grado e confermata in appello (i due imputati hanno presentato ricorso in Cassazione), tra il 2003 e il 2004 ogni martedì la palestra della scuola ospitò un branco che infieriva su un ragazzo affetto da «ritardo cognitivo e relazionale». Abusi sessuali, umiliazioni, scherzi atroci in una escalation insulsa e risaputa da tanti nella scuola. In un caso le violenze sessuali sarebbero state immortalate con i telefonini.
Quando quattro anni fa la denuncia dei genitori della vittima fece esplodere lo scandalo, con tre studenti finiti dietro le sbarre, in tanti all’Ipia giurarono di non sapere. Stando all’accusa formalizzata dal pm Porcheddu, qualcuno si spinse al punto da «affermare deliberatamente il falso» davanti ai giudici del tribunale per i minori. Si trattava del primo dei processi scaturiti dall’inchiesta. L’altro, a carico degli studenti maggiorenni, è ancora in corso in tribunale.
La richiesta di rinvio a giudizio per falsa testimonianza riguarda Pietro Gavino Solinas, 23 anni, sassarese, ex compagno di scuola della vittima e degli imputati. Il giovane, ventenne quando venne chiamato a testimoniare, negò di avere assistito ad abusi sessuali sul ragazzo disabile e disse di non avere visto nessuno fotografare il «branco» in azione sulla preda.
La richiesta di rinvio a giudizio per falsa testimonianza riguarda anche Sabrina Carboni, 38 anni, di Porto Torres, bidella all’Ipia. L’ausiliaria è accusata di avere affermato il falso affermando «che dalla sua postazione di lavoro si poteva sentire a tutto ciò che i ragazzi si dicevano negli spogliatoi della palestra» e che «nessuno degli alunni della classe frequentata dalla vittima entrava nei bagni per fare la doccia». Circostanza rivelatasi invece vera al processo.
Per il pm, merita di andare a processo anche Costantino Pulino, 53 anni, di Sorso, da oltre venti insegnante di ginnastica all’Istituto professionale sassarese. Il professore è imputato di avere mentito quando giurò che la vittima «non entrava negli spogliatoi della palestra per cambiarsi».
Queste ed altre affermazioni furono stigmatizzate dai giudici dei minorenni con una sentenza che rappresentò un atto di accusa alla scuola. «Deve con rammarico prendersi atto - si legge nella sentenza - che scarso o addirittura nullo è stato il contributo probatorio proveniente dall’ambiente scolastico: sia i compagni di classe, sia gli operatori scolastici, sia i docenti. Differenti i rispettivi ambiti ma comune la causale, consistente nel tenere il più possibile lontano da sé sospetti di complicità o comunque di omesso o insufficiente controllo».
All’udienza preliminare per le presunte false testimonianze si parlerà soprattutto dell’ambiente scolastico. Gli imputati, difesi dagli avvocati Pietro Diaz e Chiara Maninchedda, si difenderanno. Davanti al gup non dovrà presentarsi Generosa Trabacco, 47 anni, sassarese, insegnante di ginnastica inizialmente indagata per falsa testimonianza. Dopo avere ricevuto una memoria difensiva dalla docente, assistita dall’avvocato Pier Luigi Carta, il pm ha deciso di archiviare l’accusa che la riguarda. Il gup Salvatore Marinaro, che si occuperà del delicato caso, ha già stralciato la posizione della professoressa.

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Telegenova si prende Wimax. Nuove frequenze via Internet.

(La Repubblica, edizione di Genova) Linguaggio bocconiano, giacca a tre bottoni gessata, revers di velluto del cappotto. Raimondo Lagostena, uno degli editori più conosciuti in Italia e intraprendenti della Liguria, proprietario di Telegenova, ieri ha ufficializzato l´acquisto di nuove frequenze via internet. Per gli addetti ai lavori sono quelle che vengono chiamate «Wimax», in sostanza internet senza fili. L´evoluzione della comunicazione che permette una connessione velocissima.
Buffet di dolci e salatini nei nuovi studi di Piccapietra con molti politici del centro destra (Biasotti, Dalla Bianca, Bornacin, Plinio); ambiente con vetri e petali arancioni sul pavimento. Che sia il giorno di Lagostena è scontato, è lui l´asso piglia tutto del «Wimax» che ha messo sul piatto qualcosa come tre milioni di euro e rotti nel bando del concorso per l´assegnazione delle frequenze. C´era anche Mediaset insieme ai maggiori operatori attivi in Europa e in Italia in lizza. C´è poi da spiegare cosa sia in realtà questa nuova tecnologia che permetterà alla tv di fornire l´accesso alla rete a banda larga senza passare per il telefono. «Ora anche nei paesi dell´entroterra e nelle valli c´è la possibilità di avere una copertura internet e di ridurre i costi del collegamento» spiega Lagostena. Che si è aggiudicato anche la Toscana e il Trentino. «La licenza della Liguria costava sette volte di più, era la più contesa», spiega il patron di Telegenova.
La sperimentazione della banda larga, che in America per esempio non è già più una novità a differenza dell´Europa, partirà ad aprile.

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Olanda. La Principessa ereditaria paladina dei diritti gay.

Maxima e Willem-Alexander, Principi d'Orange.

Vuole favorire l'accettazione degli omosessuali da parte della società.
(Ansa) La principessa olandese Maxima si erge a paladina dei diritti dei gay. La moglie del principe ereditario Willem-Alexander sara' presente, la prossima settimana, alla firma, da parte del governo e delle amministrazioni locali, di un'intesa a favore degli omosessuali.

Il testo dell'accordo, che sara' siglato dal ministro delle pari opportunita' e dalle autorita' locali di Amsterdam, Rotterdam, Aja e Utrecht, intende favorire ancora di piu' l'accettazione degli omosessuali da parte della societa' olandese.

La presa di posizione di un membro della famiglia reale e' considerata di importanza storica e salutata positivamente dall'organizzazione di volontariato Coc che da anni si batte contro la violenza a danno dei gay.

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Torino world design capital. Parola d’ordine: sostenibilità.

Torino è la capitale del design 2008. Per un anno la città sarà un laboratorio di grandi temi quali riconversione industriale, sviluppo ed eco-compatibilità.

(Eleonora Palermo - Cafèbabel - Foto: ©Stefano Fassone) «Torino senza l’Italia sarebbe suppergiù la stessa, l’Italia senza Torino sicuramente no». A sostenerlo è Umberto Eco. Conosciuta all’estero soprattutto come la città della Fiat e della Juventus, Torino è molto di più.
Città dove, nel Risorgimento, si è deciso di fare l'Italia, è stata attraversata dal boom industriale e dalla recessione di fine secolo, ma ha saputo reinventarsi fino ad ospitare le olimpiadi invernali del 2006.
Capitale della moda e del cinema, oggi è il quartiere generale dell’italian style di Giugiaro e di Pininfarina, del Politecnico e dell'Istituto europeo di design (Ied). Non è quindi un caso che i designers di tutto il mondo abbiano deciso di darsi appuntamento, nel 2008, all'ombra della Mole.

In tempi straordinariamente brevi questa città ha saputo ridisegnare il suo assetto urbano e recuperare il patrimonio culturale attraverso un’operazione di marketing territoriale, senza dimenticarsi poi di convertire l’industria alla ricerca e alla produzione dei nuovi materiali ecocompatibili. Per queste ragioni l’Icsid (International Council of Societes of Industrial Design) ha deciso di promuoverla a capitale mondiale del design, quale vetrina per favorire il dibattito e lo scambio internazionale sui grandi temi d’attualità: la sostenibilità, il recupero e la riconversione nel design.

Sostenibilità, la via europea del design
Da Vancouver a Singapore, da Stoccolma a Aukland, l’imperativo è uno solo: dare vita a un futuro sostenibile. Le preoccupazioni con cui devono confrontarsi oggi designers, architetti, ingegneri e industriali non sono di facile gestione: cambiamento climatico e fonti di energia scatenano dibattiti politici inesauribili e le soluzioni sono tutt’altro che univoche.

Ad esempio, le severe normative Ue sui componenti elettronici, entrate in vigore da poco più di un anno, stanno già dando risultati sulla progettazione e la realizzazione di prodotti di consumo, destinati soprattutto ad ambiti domestici. Per ora però nessuna associazione dell’industria del design ha puntato il dito sulla necessità di legislazioni internazionali che regolino processi industriali sostenibili che tengano in conto l'utilizzo di materiali ecologici. Insomma: concretamente si può fare poco, se i protocolli di Kyoto restano pagine piene di buone intenzioni e ogni paese continua con la sua politica.

In questo panorama frammentario, le direttive europee che indirizzano i paesi dell’Unione in una stessa direzione hanno comunque il loro peso. Non è infatti forse un caso che nella lista delle venti città più vivibili al mondo stilata da Monocle e discussa sull’International Herald Tribune, compaiano ben undici città europee: se il podio va a Monaco di Baviera, Copenhagen e Zurigo, sono in lista anche Vienna, Helsinki, Stoccolma, Madrid, Barcellona, Amburgo, Parigi e Ginevra. Senza dimenticare Dublino e Tallin, anch’esse tra le più vivibili, che rappresentano un ottimo esempio di riqualificazione territoriale ecocompatibile e sviluppo culturale, in risposta alla crisi industriale di fine secolo.
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Gli appuntamenti del Torino world design capital
Se i temi d’attualità sono l’ecosostenibilità, l’innovazione e riconversione dell’industria, e lo sviluppo culturale, Torino non poteva che essere un teatro di design in progress. All’ombra della Mole, le celebrazioni del World Design Capital sono già iniziate nell’autunno 2007 con le mostre su La trilogia dell’automobile e Le Corbusier, dipinti e disegni. Tra i prossimi appuntamenti di rilievo c'è la convention Virtual Design and virtual Testing il 20 marzo.
Inoltre a fine giugno Torino ospiterà eccezionalmente la premiazione de Il Compasso d’Oro, uno dei più prestigiosi riconoscimenti del design a livello europeo.
Il calendario, che viene continuamente aggiornato, è consultabile sul sito.

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Alla ricerca del voto gay. Annunciato il finanziamento del governo ad un Torneo di sport gay a Roma nel 2009.

(Adnkronos) - Il ministero delle Politiche Giovanili e Attivita' Sportive ha comunicato questa mattina i vincitori del bando per gli eventi sportivi internazionali ed e' stato approvato il progetto di Arcigay per l'organizzazione di un Torneo Internazionale Multisport Gay (calcio, pallavolo, tennis, nuoto, ballo) da tenersi a Roma nel 2009.

"Siamo felici dell'approvazione della nostra proposta da parte del Ministero delle Politiche Giovanili e Attivita' Sportive e del sostegno del Ministro Giovanna Melandri - afferma Fabrizio Marrazzo, responsabile nazionale Sport Arcigay - Il Torneo Gay del prossimo anno, che prevede la partecipazione di oltre 6000 atleti, potrebbe consentirci di candidare Roma anche per le Olimpiadi Gay del 2011, un evento che attrarrebbe migliaia di persone lesbiche, gay e trans da tutto il mondo e anche molti capitali, generando servizi e ricchezza per tutta la citta'. Per la prima volta, anche in Italia, sara' possibile realizzare una campagna di sensibilizzazione contro l'omofobia nello sport: ogni anno riceviamo molte segnalazioni da parte di chi viene allontanato o abbandona lo sport perche' vittima del pregiudizio e delle discriminazione".

"La notizia del finanziamento di questo importante evento ci rallegra particolarmente perche' si tratta di una prima volta che potrebbe consentire nel futuro una migliore attenzione sia da parte del Ministero e sia delle Federazioni sportive rispetto al movimento internazionale dello sport lgbt - afferma Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay - In questo senso ribadiamo la necessita' che nel nostro paese si sviluppi una coscienza e una conoscenza della presenza di molti atleti e atlete gay e lesbiche all'interno dello sport italiano, attraverso quelle campagne di sensibilizzazione e di formazione anche negli spogliatoi come gia' avviene in tutta Europa".

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Se il Pd fatica ad inserire i diritti civili nel programma, il Pdl non li mette neppure.

Berlusconi: 7 missioni per rilanciare l'Italia.
(Ansa) Da meno tasse per tutti al "bonus bebé", dal Ponte sullo Stretto e la Tav al "Piano casa", da più sicurezza al "no" all'eutanasia o simili, dal 'no tax' per l'imprenditoria giovanile all'inasprimento delle pene per chi fa violenza a donne e minori: sono alcuni dei punti forti contenuti nel programma del Pdl presentato da Silvio Berlusconi. Sette missioni, 12 pagine, poco più di 3.600 parole per descriverle: formule, soluzioni, progetti in gran parte noti e che comunque si collocano in continuità all'interno del percorso e della proposta di governo del centrodestra fin dagli anni del primo governo Berlusconi. I "magnifici 7" punti di programma sono: rilanciare lo sviluppo; sostenere la famiglia, dare ai giovani un futuro; più sicurezza, più giustizia; i servizi ai cittadini: sanità, scuola, università, ricerca, cultura e ambiente; il Sud; il federalismo; un piano straordinario di finanza pubblica. La leva fiscale viene richiamata in due "mission", quella dedicata al rilancio dello sviluppo e quella per il sostegno a famiglia e giovani.

SVILUPPO.
Detassazione degli straordinari, premi e incentivi legati alla produttività, detassazione progressiva della tredicesima, un'azione sull'Iva (versamenti solo a fattura incassata, rimborsi entro 60-90 giorni, progressiva abolizione di quella sul turismo), nonché una progressiva abolizione dell'Irap. Del capitolo rilancio fanno parte anche le infrastrutture (si ripropongono la legge obiettivo e le grandi opere a partire da Ponte sullo Stretto e Tav) e capitoli sono dedicati al tema rifiuti (con la promozione di raccolta differenziata e la realizzazione di termovalorizzatori), al rilancio del trasporto aereo, e alla partecipazione ai progetti nucleari europei. Altri punti forti della 'mission-rilancio' sono legge Biagi e sicurezza sul lavoro, liberalizzazioni, sostegno al 'made in Italy', riorganizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione.

FAMIGLIA E GIOVANI.
Il punto di forza è "meno tasse": eliminazione dell'Ici sulla prima casa, introduzione progressiva del quoziente famigliare, abolizione delle tasse di successione e sulle donazioni reintrodotte da Prodi, progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40% del pil, lotta all'evasione, progressiva tassazione separata dei redditi da locazione. All'emergenza abitativa, peraltro, viene dedicato un intero capitolo dal titolo "una casa per tutti" che, come già era emerso, prevede un "piano casa" per la costruzione di alloggi, riduzione dei mutui, piano di riscatto degli alloggi pubblici, una legge obiettivo per le zone urbane svantaggiate. Altri punti di forza: reintroduzione del 'bonus bebe', riduzione dell'Iva sui prodotti per l'infanzia, interventi per la scuola, aumento delle pensioni più basse, stabilizzazione del 5 per mille, no a leggi che favoriscano forme di eutanasia. Per i giovani, in particolare, si pensa a un periodo di 'no tax' per le nuove iniziative imprenditoriali giovanili, ma anche a garanzie pubbliche per il "prestito d'onore" e un "bonus locazioni".

SICUREZZA E GIUSTIZIA. Aumento delle risorse e maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio, no a sanatorie dei clandestini, apertura di nuovi Cpt, conferma della Bossi-Fini, lotta al terrorismo interno e internazionale, tutela dell'ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari "disobbedienti" e aumento delle pene per i reati di violenza contro le forze dell'ordine. Più giustizia: riforma dei codici, giusto processo; aumento delle risorse; certezza della pena; inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; costruzione di nuove carceri; rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura; limitazione dell'uso delle intercettazioni al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione; riforma della responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati; completamento della riforma del Codice di Procedura Civile.

SERVIZI AI CITTADINI. Sanità: eliminazione delle liste d'attesa; rinnovo tecnologico e nuove strutture ospedaliere; trasparenza nella scelta dei manager; revisione della legge 180 per il trattamento sanitario obbligatorio dei disturbati psichici; attuazione della legge contro le droghe. Scuola, ricerca e università: rilancio delle '3 I' (inglese, impresa, informatica); difesa della lingua e della cultura italiana; aiuto agli studi per i meritevoli; aumenti agli insegnanti più capaci; trasformazione in Fondazione delle Università, competizione tra atenei; detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione; legge quadro per lo spettacolo dal vivo; promozione delle "cittadelle della cultura e della ricerca". Ambiente: "5 per mille" per l'ambiente;legge obiettivo per il patrimonio culturale e il paesaggio; valorizzazione del territorio; strumenti di tutela del suolo e delle acque; aggiornamento della legge per la caccia.

SUD.
Il programma prevede un piano decennale straordinario per le infrastrutture; "leggi obiettivo" speciali su turismo, beni culturali, agroalimentare e risorse idriche, infrastrutture e logistica, poli di eccellenza per la ricerca e l'innovazione; riconversione dell'industria chimica pesante alle nuove tecnologie; pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali; realizzazione della Banca del Sud; federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di sviluppo; contrasto alla criminalità organizzata e piano sicurezza.

FEDERALISMO.
Il Pdl propone l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione sul federalismo fiscale, con l'approvazione delle norme approvate dalla Lombardia; garanzia che la perequazione riduca ma non annulli le differenze di capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale.

FINANZA PUBBLICA.
Un un piano straordinario da completare nell'arco dell'intera legislatura. La realizzazione è sottoposta a 3 vincoli esterni essenziali: il vincolo costituito dalla crisi economica in atto nel mondo ed in Italia; il vincolo imposto dagli impegni di trattato europeo; il vincolo costituito dall'attuale instabile equilibrio dei conti pubblici italiani. "In questi termini - si legge nel documento - gli interventi attuativi del presente programma saranno comunque progressivamente e responsabilmente realizzati in funzione dell'andamento dell'economia e nel rispetto dei criteri di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Non facciamo e non promettiamo miracoli. In ogni caso non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini. Non aumenteremo dunque la pressione fiscale. Anzi ci sforzeremo di ridurla. Fermo l'obiettivo di contrasto e di recupero dell'evasione fiscale. Il nostro impegno sarà all'opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell'apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili)".

La proposta è quella di "un grande e libero patto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, risparmiatori ed investitori" che realizzi il federalismo fiscale solidale; riduca il debito dello Stato, immettendo sul mercato una quota corrispondente di patrimonio pubblico, offrendo a risparmiatori ed operatori economici maggiori e migliori opportunità di investimento. "Solo su questa base, non aumentando le tasse sul reddito, sulla casa, sul risparmio, sulle partite iva, ma abbattendo la manomorta del debito pubblico, l'Italia può ripartire. L'effetto positivo cumulato atteso è stimabile in termini di 1 punto di prodotto interno lordo di minore spesa pubblica corrente e di 1 punto di prodotto interno lordo di maggiore crescita. Tutte le ipotesi di intervento di finanza pubblica presenti in questo programma - conclude il documento - sono ampiamente coperte".

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Nasce a Roma, sabato 1 marzo, l'associazione radicale "Certi Diritti".

Tutela dei diritti civili, liberazione sessuale, lotta alla violenza omofobica e transfobica, iniziative per la riforma del diritto di famiglia.
(Agenzia radicale) Nasce a Roma il 1 marzo 2008 l'Associazione radicale 'Certi Diritti'. L'Associazione oltre a battersi sui temi della liberazione sessuale, caratterizzerŕ il suo impegno nella promozione di iniziative politiche, giuridiche e culturali finalizzate alla tutela dei diritti civili in materia di identitŕ di genere e per la promozione di campagne informative sull'educazione sessuale, contro ogni forma di violenza omofobica, transfobica, contro la penosa, umiliante e discriminatoria legge 40 sulla fecondazione assistita e per promuovere campagne contro la violenza sulle donne.

Con questi e altri obiettivi l'Associazione intende essere protagonista della Conferenza permanente per la Riforma del Diritto di Famiglia e ispirare il suo impegno alle lotte nonviolente di quanti hanno combattuto e vinto il razzismo, la segregazione e la discriminazione per garantire l'importanza dell'affermazione ovunque dei diritti civili.

L'Associazione dedica le sue iniziative alla memoria di Makwan Moloudzadeh (il ragazzo di 21 anni impiccato in Iran il 5 dicembre 2007 perché accusato di aver commesso atti omosessuali) e a coloro che hanno sofferto abusi , discriminazioni e violenze a causa del proprio orientamento sessuale.

I lavori del Congresso costitutivo, che saranno preceduti da una serie di Relazioni sui temi dei diritti civili, ai quali parteciperanno parlamentari e dirigenti radicali, si svolgeranno sabato 1 marzo, a Roma, dalle ore 9.30 alle ore 20, presso la Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo, Via Quattro Novembre, 149 (tra Via Nazionale e Piazza Venezia).
In apertura dei lavori sono previste le seguenti Relazioni:

  • Conferenza permanente per la Riforma del Diritto di Famiglia, Bruno De Filippis, Giurista;
  • Le famiglie nella Costituzione, cosa non dice l'art. 29. Trucchi e manipolazioni nel dibattito pubblico; Mario Di Carlo, Avvocato;
  • La rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBT Associazione italiana di avvocati che si occupa della tutela giudiziaria delle persone (e coppie) omosessuali. Francesco Bilotta, Avvocato, Docente di Diritto Privato presso l'Universita'di Udine.
  • Il movimento di liberazione sessuale, alcune proposte di azione, Enzo Cucco, Direttore Fondazione Sandro Penna di Torino;
  • L' Europa dei diritti, di Ottavio Marzocchi, radicale, funzionario del Gruppo Alde del Parlamento Europeo;
  • Le adozioni per le persone gay, perché no? di Chiara Lalli;
  • Il no al registro delle unioni civili a Roma , di Massimiliano Iervolino, Segretario Radicali Roma

Per Informazioni certidiritti@radicali.it
Ufficio Stampa: 337-798942

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