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giovedì 11 ottobre 2007

La legge sulle unioni civili è un ostacolo all'uguaglianza.

(illuminismo.ilcannocchiale.it) Nonostante quello che pensi la gente, in Svezia non c’è il matrimonio gay: ci sono le unioni civili, (o partnership registrata – registrerat partnerskap) che sono quasi la stessa cosa, ma sotto altro nome. Dunque, Lars Gårdfeldt e Lars Arnell, due uomini gay svedesi che stanno insieme da vent’anni, hanno deciso di andare in Canada per sposarsi, come racconta il sito della RFSL.
Infatti loro volevano un matrimonio vero e proprio, e non solo un matrimonio civile, ma uno davanti ad un prete (protestante) con tutti i crismi. Volevano che sulle loro carte di identità ci fosse scritto “coniugato” e non “partner registrato”. Prima di partire, si sono anche informati se un matrimonio celebrato in Canada fosse valido in Svezia, ma naturalmente questo non è servito: il loro matrimonio è stato registrato come unione civile dalle autorità svedesi, e le diverse sedi in cui hanno fatto ricorso hanno sempre respinto le loro istanze.È ora dunque che tutti coloro che credono nei PaCS, Di.Co., CUS, cip-e-ciòp, bim-bum-bàm, si rendano conto che neanche in un paese civilissimo come la Svezia, dopo l’approvazione delle unioni civili, si riesce a fare il passo successivo, vale a dire la completa parificazione. E la Svezia è l’unico paese - tra quelli che hanno una legge per le unioni civili che includa le coppie omosessuali - dove le prospettive erano buone: infatti lo schieramento di centro-sinistra aveva inserito la promessa di liberalizzare il matrimonio togliendo la discriminazione su base sessuale. Purtroppo, le elezioni sono state vinte dalla destra: una destra svedese, che ha portato gay, immigrati e tantissime donne in consiglio dei ministri, e il cui principale partito si è schierato a favore del matrimonio libero. Ma pur sempre una destra, alleata con un determinante partito democristiano che, come tutti i partiti democristiani di tutto il mondo, non rinuncia a fare la voce grossa contro la parificazione dei cittadini LGBT.Senza contare che la parificazione non è avvenuta neppure in Norvegia, dove pure due anni fa è andata al governo la sinistra anche con l’impegno di cambiare la legge sul matrimonio. Anche lì, infatti, la legge sulle unioni civili stempera le tensioni sociali. INfatti, da queste tensioni nasce il cambiamento: pensate cosa sarebbe successo con il caso di Lorenzo d’Auria se fossimo stati un paese civile e se la Chiesa cattolica fosse un’istituzione dominata da una dottrina coerente: il matrimonio in articulo mortis con la madre dei figli dell’eroe italiano non ci sarebbe stato, e la moglie di un uomo che ha dato la vita per il proprio Paese si sarebbe trovata senza la protezione dello Stato. Ma la Chiesa, astutamente, ha impiegato questo escamotage medievale (con la complicità del governo) per scongiurare la possibilità che l’attenzione dell’opinione pubblica fosse attirata da questo problema.Dunque, una proposta di legge sulle unioni civili è pericolosa per la parificazione delle coppie omosessuali: non a caso, era stata elaborata da una cattolica di ferro e nemica dei diritti gay come la Bindi. Ovvio, dunque, che per la parificazione delle coppie omosessuali siano molto più pericolosi elementi come la Bindi, vale a dire cattolici pacati e intelligenti, ma animati da un odio profondo di sé e degli altri omosessuali, di quanto lo siano i fascisti tosti e ignoranti alla Storace. I secondi, prima o poi si troveranno di fronte alla necessità di fare una legge purchessia. Ma, ignari delle finezze di diritto e incapaci anche solo di padroneggiare l'italiano, sarebbero anche capaci di lasciare delle scappatoie per arrivare all'eguaglianza. La Bindi, e i futuri "democratici", un errore del genere non lo commetteranno mai, su questo possiamo anche rassegnarci.

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Ahmadinejad: "Le mie parole travisate dai media occidentali".

Il presidente iraniano, durante un discorso alla Columbia University di new York aveva dichiarato che in Iran non ci sono gay. Il portavoce: "Intendeva dire non quanti in USA".
Il presidente dell'Iran ha dichiarato di essere stato frainteso dai media occidentali quando sono state riportate le sue parole con le quali affermava che in Iran non ci sono gay. Un assistente del presidente adesso dice che semplicemente intendeva dire che non ce ne sono tanti quanti negli States.Lo scorso mese tutti i media occidentali avevano riportato parti del discorso che Ahmadinejad aveva fatto alla Columbia University di New York rispondendo a una domanda sull'omosessualità. “In Iran non abbiamo omosessuali come da voi – aveva dichiarato il presidente -. In Iran non abbiamo questo fenomeno, non so chi vi abbia potuto dire il contrario”. L'addetto stampa di Ahmadinejad, Mohammed Kalhor ha dichiarato: “Quella di Ahmadinejad non era una risposta politica. Ha detto che, in confronto agli USA, non abbiamo così tanti omosessuali”. Kalhor ha detto alla Reuter che a causa delle differenze storiche, culturali e religiose, l'omosessualità è meno prevalente in Iran e nel mondo islamico rispetto all'occidente.Ad agosto, un quotidiano, Shargh, è stato zittito per avere pubblicato un'intervista a una poetessa lesbica, Saghi Ghahreman.Nel 2005 due adolescenti gay, Mahmoud Asgari e Ayaz Marhoni sono stati condannati a morte e uccisi, provocando proteste in tutto il mondo.

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Reindirizza il sito aziendale verso porno gay: denunciato.

Un impiegato di Bolzano è stato denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Merano per accesso abusivo ad un sistema informatico: era riuscito, violando le chiavi d'accesso del sito internet di una azienda meranese, a creare sullo stesso un redirect (re-indirizzamento) su un famoso sito pornografico omosessuale.

Sono stati i clienti, visitatori del sito aziendale, ad avvertire il titolare della ditta che si è rivolto ai Carabinieri. Dopo circa un mese di screaning IP ed accertamenti presso vari server, i Carabinieri del N.o.r. sono riusciti a risalire a chi aveva materialmente modificato la configurazione del sito e quindi hanno effettuato una perquisizione nella sua abitazione, sequestrando il Pc portatile dell'indagato. Dopo una rapida analisi del computer - dice un nota dell'Arma - 'si è riusciti a stabilire con certezza le responsabilità dell'impiegato, che ora rischia una pena di almeno un anno di reclusione'.

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Sabato Gay in piazza con i post-fascisti.

(Apcom) - "Ci saremo anche noi, ma per la prima volta intendiamo aderire non più come singoli partecipanti ma come Associazione di gay liberali di centrodestra alla manifestazione organizzata da Alleanza Nazionale e dal Comitato per le libertà, che si terrà sabato a Roma". Lo afferma in una nota Enrico Oliari, presidente di GayLib, l'associazione gay di centrodestra.
"Siamo molto sensibili ai temi della sicurezza - prosegue - anche perché la realtà omoaffettiva è quella che subisce direttamente ogni giorno anche tutta una serie di reati omofobici. Vogliamo far sentire la nostra voce ed il nostro sostegno a Gianfranco Fini e intendiamo dargli lo stesso contributo che Gaylib Francia dà al Presidente Sarkozy. Abbiamo una nostra idea su tasse e sicurezza e siamo pronti a mettere a disposizione le nostre idee nel momento della scrittura del programma elettorale del centro destra".
"Ci saremo - osserva ancora Oliari - anche perché non intendiamo più stare in silenzio di fronte alla politica irresponsabile di questo Governo. Vogliamo esserci, proprio con lo stesso stile che ci distingue da 13 anni, ovvero da quando abbiamo condiviso il percorso di Fiuggi. Non intendiamo, inoltre, sfilare con le nostre bandiere perché la tematica dei diritti delle persone omosessuali non è ancora nel programma del centro destra (gaylib propone le unioni omoaffettive). Siamo orgogliosamente gay, orgogliosamente di destra e altrettanto orgogliosi di scendere in piazza con la bandiera di Alleanza Nazionale.


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Ozpetek, un cortometraggio contro il cancro.

(Panorama) Quest’anno la scelta è caduta sul cinema e sul regista Ferzan Ozpetek. L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro è attiva in Italia dal 1965, e da allora promuove costantemente un’opera di informazione e sensibilizzazione. Lo ha fatto in tantissimi modi, e ora ha deciso di puntare su un cortometraggio firmato dal regista turco e interpretato, tra gli altri, da Isabella Ferrari. L’obiettivo è quello di mostrare tutto quel mondo che si nasconde dietro la speranza di sconfiggetre il male. Un mondo fatto di gesti quotidiani, delusioni, tentativi, successi e grande coraggio.

Il lavoro di Ozpetek sarà visibile sulle reti La7 e Sky, sulla Rai (dal 9 all’11 novembre, in occasione della Giornata per la Ricerca sul Cancro) ma anche per tutto il mese di ottobre nelle sale cinematografiche del circuito Opus Proclama e numerosi teatri italiani del circuito Officine Smeraldo.
Ecco il video

Il cortometraggio di Ferzan Ozpetek per l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro



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Dov'è Marcello? Strane coppie nel cinema e altro".

(Francesca Macciachini - Agenzia Radicale) In occasione della seconda edizione di Cinema. Festa internazionale di Roma, la kermesse cinematografica ormai alle porte che si svolgerà dal 18 al 27 ottobre, lo Ied, Istituto Europeo di Design di Roma, presenta l'evento installativo "Dov'è Marcello? Strane coppie nel cinema e altro", la mostra fotografica che sarà possibile visitare dal 17 ottobre e che proseguirà per tutta la durata del festival, e che sarà allestita presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari.
Un connubio tra mondo del cinema e dell'arte, che unisce la professionalità di artisti di fama internazionale con l'inventiva e la creatività di giovani stilisti provenienti dalla sede romana dello Ied. Due linguaggi differenti, moda e arti visive, saranno il fil rouge dell'evento che daranno vita alla strana coppia. Da un lato infatti sarà presentato il progetto moda, dall'altro, la sezione tematica del concorso Viedram, Festival Internazionale di Videodesign, ideato e promosso da Luigi Vernieri, direttore della scuola Ied Arti Visive di Roma, quest'anno giunto alla sua quinta edizione.

Tutto ciò si traduce in una mostra fotografica, i cui scatti sono stati realizzati da due professionisti di fama mondiale: Ikè Udè e Angelo Turetta, che hanno immortalato quattro grandi personaggi del nostro cinema, Valentina Cervi, Isabella Ferrari, Iaia Forte e Claudio Santamaria, che hanno indossato gli abiti disegnati dai giovani stilisti del 3° anno di Ied Roma Lab. L'artista afro-americano, ormai residente a New York, ha inoltre inserito se stesso negli scatti, interagendo con le sue tre interpreti come "musa per le sue eroine". Un'opera che mescola e contamina espressioni estetiche tipicamente occidentali, con espliciti riferimenti al mondo dei media, del cinema e della pubblicità, ma con tematiche fortemente legate alla cultura africana dell'artista. Claudio Santamaria appare invece sospeso tra un giovane Mastroianni ed un moderno ragazzo di periferia, ritratto da Angelo Turetta, fotografo di set cinematografici, nel paesaggio romano e tipicamente pasoliniano di Ostia. Per quanto riguarda la presentazione di Viedram, molte le novità: per l'edizione 2007 infatti sono previste due sezioni: quella tematica sulla strana coppia e quella sperimentale.

Oltre ad un'anteprima assoluta della proiezione dell'Osservatorio Internazionale sulle tendenze più attuali del Video Design e della Motion Graphic, sarà presentata la novità editoriale dell'anno nell'ambito dell'editoria creativa di tendenza e di qualità: Fefè Visual Magazine, ideato da Luigi Guarnieri con una formula che unisce l'Italian Style e la cultura visiva. "Dov'è Marcello? Strane coppie nel cinema e altro" resterà aperta al pubblico dal 17 al 27 ottobre 2007, presso il Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari in Piazza Marconi, 8 - Roma Eur, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato e domenica dalle 9 alle 20.

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La Pupa e il Secchione 2 si evolve... da aprile.

(TvBlog) La seconda edizione de La Pupa e il Secchione subisce un ulteriore slittamento.

Una lungimirante strategia commerciale preferisce far riposare a lungo un format tanto discusso e al contempo di forte impatto sociotelevisivo. Così, dopo aver procrastinato il ritorno del comedy show agli inizi 2008, ora il direttore di Italia 1 Luca Tiraboschi opta più deciso per la primavera:

“Torna verso aprile, in una versione “evoluta”. Prima non può andare in onda perché sarebbe in concorrenza con il Grande Fratello che parte a gennaio”.

Gli ingredienti di questa seconda edizione restano, per ora, top secret e persino la conduttrice Federica Panicucci non si sbilancia più di tanto. Forse perchè lei stessa, come annunciato a Verissimo, è particolarmente presa da ben due nuovi progetti che la vedranno impegnata su Italia 1 a partire da gennaio, grazie alla fiducia accordatale dal direttore.
A seguire, invece, le modeste anticipazioni tratte da un’intervista rilasciata al Tgcom:

“La formula rimarrà la stessa, anche se ci saranno alcuni cambiamenti, soprattutto nell’ambito del game, delle prove. Stiamo già cercando i nuovi concorrenti, non è facile. Con Enrico Papi mi sono trovata molto bene, mi auguro ci sia ancora perché è un ottimo professionista. Se invece il destino mi lasciasse in sorte una donna, andrei a pescarla non fra le colleghe, ma in un ambiente completamente diverso, magari fra le attrici o perché no, fra le sportive”.

Per chi volesse partecipare ai casting, ci sono ancora due tappe a cui non mancare, come riportato sul sito ufficiale:

18/10/2007
Rende (Cosenza)
Centro Commerciale Metropolis
Indirizzo: Via Kennedy
Indicazioni stradali: da Nord A3 uscita Cosenza Nord-Rende, S.S. 19 bis direzione Roges/Rende; da Sud A3 uscita Cosenza direzione Fiera Cosenza
Inizio selezioni: ore 16,00

28/10/2007
Potenza
Ambrosia Restaurant
Indirizzo: via Verderuolo Inferiore, 13
Indicazioni stradali: Potenza Centro
Inizio selezioni: ore 21,00



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Cesa si scaglia contro la Corte Europea.

(Queerway) Un paio di anni fa un cittadino tedesco, Tadao Maruko, che aveva contratto un'unine riconosciuta con il suo compaio è rimasto vedovo e ha presentato domanda per accedere alla reversibilità pensionistica prevista per i superstiti di un matrimonio.
La corte suprema amministrativa di Monaco ha però negato tale reversibilità perchè "lo statuto non tutelava tali prestazioni di reversibilità per i contraenti di unioni civili registrate".

In poche parole secondo la corte bavarese i "termini vedovo, vedova, marito e moglie" non possono essere estesi "alle unioni civili registrate, riservate a coloro che non possono contrarre matrimonio". In pratica la pensione è riservata solo a chi contrae matrimonio e non può essere estesa a chi non si è sposato anche se impossibilitato dalle leggi vigenti.
Tadao Maruko non si è arreso e ha deciso di presentare la propria questione alla corte di giustizia della Comunità europea. La sua causa viene perorata dall'avvocato generale spagnolo Dàmaso Ruiz Jarabo Colomer.

Colomer ha presentato una memoria ricca di citazioni e casi pertinenti, compresa una battuta di Woody Allen, nella quale chiede alla Corte di giustizia di risolvere le questioni pregiudiziali legate alla sentenza di Monaco dichiarando che "rifiutare la pensione perché non è stato contratto matrimonio, riservato alle persone di sesso diverso, quando è stata formalizzata un'unione con effetti sostanzialmente identici fra persone dello stesso sesso, presuppone una discriminazione indiretta fondata sulle tendenze sessuali, contraria alla direttiva 200/78/Ce".

La corte di giustizia Ue è quindi chiamata a stabilire se negare alcuni effetti di un riconoscimento giuridico di coppia sia un atto di discriminazione da parte degli stati memri. La decisione della corte dovrebbe avere effetti su tutti quei paesi che hanno dato riconoscimento pubblico alle convivenze sessuali mentre potrebbe non avere sessun seguito su quei paesi che, come l'Italia, ancora non riconoscono alcun diritto di riconoscimento alle così dette coppie di fatto.
Ovviamente, malgrado la difficile consequenzialità nel nostro paese di tale possibile sentenza favorevole, si è immediatamente alzato un coro di paladini dei diritti delle famiglie sposate che ancora una volta vedono riconosciuto come loro diritto quello di poter negare diritti simili ad altri.
Tra tutti spicca la mirabolante dichiarazione del segretario dell'Udc Lorenzo Cesa che mette in evidenza la sua unica preoccupazione: che vengano riconosciuti diritti alle coppie omosessuali!

"La famiglia fondata sul matrimonio costituisce il cardine della società. E' inammissibile pensare all'equiparazione della pensione di reversibilità a conviventi dello stesso sesso e un'eventuale pronuncia favorevole della Corte di Lussemburgo sarebbe fortemente destabilizzante.
E' molto preoccupante che vengano poste in essere forzature legislative proprio da parte dell'Avvocatura generale della Corte di Giustizia europea che dovrebbe essere garante e imparziale nell'applicazione dei principi condivisi.
L'Ue è incompetente a disciplinare la materia nel diritto di famiglia ed è interesse di tutti evitare fratture e contrasti tra le strutture comunitarie e gli Stati membri dell'Unione".

Traducendo dal DicCiese la dichiarazione di Cesa: se ci obbligate a riconoscere diritti ai froci ce ne andiamo sbattendo la porta!
E dire che proprio Cesa è uno degli europeisti più convinti nell'UDC e che spesso parla di adeguare la legislazione nazionale alle linee comunitarie, ovgviamente solo e solo se queste direttive non vadano ad incidere le proprie convenienze politiche!



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La lobby gay? "con la DC aveva molto più potere di oggi".

La lobby gay? «Con la DC aveva molto più potere di oggi». Esordisce così l'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.


(Klaus Davi - La Stampa) Perché i gay oggi avrebbero meno potere?
«Perché certe manifestazioni chiassose e ridicole dell'omosessualità offendono l'assoluta dignità dell'omosessuale e la rappresentazione macchiettistica diminuisce anziché aumentare la loro forza. Urlare la loro diversità coincide, paradossalmente, con una perdita del loro potere».

A chi si riferisce, Presidente?
«Ai vari Luxuria, Grillini e Platinette. Ma è sufficiente guardare in tv le immagini dei gay pride».

La Dc non era anti-gay?
«Assolutamente! Bisogna tener presente che la Dc faceva parte della società italiana erede di una porosissima morale, quella laica che era più rigida di quella cattolica. Quindi è falso accusare la Dc di oscurantismo. Ai miei tempi, nessuno avrebbe sbarrato la strada agli omosessuali, sarebbe stato scomposto e intollerabile. Era una questione di rispetto e di silenzio».

Quindi i gay riuscivano a fare carriera nella Dc?
«Altroché. I gay nella Dc facevano una straordinaria carriera. Nessuno, ribadisco, si sarebbe permesso di farne un problema».

Qualche nome, ad esempio Mariano Rumor o Toni Bisaglia?
«Niente nomi, come allora non mi permetto di sollevare veli ma posso affermare che parliamo di persone che hanno fatto tranquillamente la loro ascesa a livelli di poco inferiori al mio».

Quindi anche Presidenti del Consiglio?
«No Comment!».

Come definisce la lobby gay di oggi?
«Difensiva, trasversale e interclassista. Un gay non fa differenza di classe nella scelta dei suoi partner sessuali. E' così che riesce ad essere un gruppo più dominante.

E quella delle donne, invece?
«La lobby delle donne non può esistere: difficilmente è possibile incontrare persone più invidiose l'una dell'altra».

Considera verosimile un'alleanza tra donne e gay?
«Non credo proprio, entrambi infatti entrano in competizione per la conquista dell'uomo».

E nella sinistra, invece, che si proclama tanto progressista, possiamo parlare di una strisciante omofobia?
«Venuta meno la forza di propulsione dell'ideologia comunista, i Ds hanno dovuto cercare di sostituirla trovando nuovi valori e una nuova identità. Tale processo difficilmente si può conciliare con idee tanto radicali quale l'appoggio palese alla lobby gay».

Vedremo mai un gay segretario Ds?
«Col cavolo che i Ds un gay lo fanno segretario o ministro! Tutt'al più bisogna essere un verde...».

C'è quindi un maschilismo di fondo nella sinistra di oggi come nei democristiani di allora?
«Indubbiamente il maschilismo è un tratto comune della politica italiana. Da noi esiste in una forma non presente in Francia, Germania, Inghilterra. In Italia è frutto dell'esasperazione di un discorso molto più vasto di carattere culturale in cui rientra anche il ruolo della Chiesa».

Nel mio libro la tesi di fondo è che il maschilismo lo ereditiamo dal fascismo. E' d'accordo?
«No. Secondo me, la tradizione machista eredita dal fascismo una sorta di "mascolinismo" più che di maschilismo. Queste forme culturali non avrebbero seguito se non riscuotessero successo fra le donne. Se il machismo non piacesse alle donne, sarebbe già morto».

Pensa che siano maturi i tempi per una donna capo dello Stato?
«Le figure adatte ci sono, come Anna Finocchiaro ed Anna Serafini. Direi che quella di capo di stato è la carica più adatta in questo momento alle donne».

Tra le varie candidate chi ritiene invece più adatta a ricoprire la figura di premier?
«Per questa carica ci vogliono forti capacità di mediazione frutto di una cultura politica più complessa, anche se ci sono donne che potrebbero farlo tranquillamente: Letizia Moratti ma anche Livia Turco».

Cosa pensa delle quote rosa?
«Io sono contro le quote, le considero una penalizzazione della donna. Sono discriminatorie e paragonabili alle norme antidiscriminazione rifiutate negli USA dagli stessi neri. Perché quelle leggi - le norme sul razzismo come le quote rosa - sottintendono il messaggio: voi per natura, per cultura, in società non siete uguali a noi, allora vi parifichiamo per legge».

E delle first lady candidate?
«Ségolène Royal moglie di Hollande, Hillary moglie di Clinton. La stampa italiana trova naturale che, pur essendo state sposate a uomini che fanno politica, si possano candidare ad essere capi di stato dei loro rispettivi paesi. Qui da noi, invece, il fatto che una donna faccia politica e sia sposata a un uomo politico può diventare occasione di una campagna stampa senza precedenti. Campagna che vede protagonista giornalisti (tra i quali anche molte donne) e ovviamente politici maschi e femmine uniti nella caccia alla privilegiata».


Dalla politica all'economia, non crede che anche qui ci sia un forte maschilismo?
«A mio parere la questione del maschilismo investe in modo minore i settori dell'economia perché non può essere guidata con leggi che riconoscano alle donne privilegi, tant'è che ci sono donne di prim'ordine. Penso a Emma Marcegaglia che conta più di 30 deputati messi assieme. Nel business le regole sono diverse, più aperte».



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Sesso e autonomia: gli italiani e la paura di invecchiare.

(Panorama) L’invecchiamento preoccupa gli italiani: uno su tre si dichiara incapace di accettare l’età che avanza. Quali sono i timori più frequenti? L’impossibilità di riuscire a muoversi senza aiuto e un cambiamento nella qualità della vita sessuale. Sono i risultati di un sondaggio Astra ricerche per la casa farmaceutica Bayer, che ha analizzato il rapporto della popolazione adulta con l’avanzamento dell’età.

Antidepressivi, antinfiammatori, chirurgia laser per la vista, terapie ormonali e farmaci contro le disfunzioni erettili (ade) sono i rimedi più scelti per contrastare la senilità. Secondo gli italiani la pasticca blu può migliorare diversi aspetti nella relazione tra i partner, dalla fiducia in sé stessi alla stabilità della coppia. In particolare, chi si dichiara a conoscenza di un farmaco “ade” sostiene che incide fortemente sulla felicità: quasi la metà preferisce quelli che hanno un effetto immediato, dopo 8-10 minuti, e durano fino a dieci ore. Quelli “da weekend”, che hanno effetto per due giorni, sono scelti da un conoscitore su tre.

Una cultura della sessualità più aperta, che dà importanza soprattutto al piacere, è accettata da un intervistato su tre: sono soprattutto giovani uomini, abitanti nelle città e con un tenore di vita medio-alto. Inoltre il 70% delle persone definisce “giusti” i rapporti sessuali se sono espressione di una genuina relazione amorosa.


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Quando si vede omofobia ovunque. Solidarietà a Panariello.

(Valeriopieroni blog) ’altro ieri, a poche ore dal debutto al Sistina dello spettacolo di Panariello “Faccio del mio meglio”, Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay di Roma, ha accusato il famoso comico di omofobia.

Fabrizio Marrazzo: “Siamo stupiti che un artista come Panariello abbia bisogno di usare facili riferimenti all'orientamento sessuale nei suoi testi. Gli chiediamo di eliminare tali battute dal suo spettacolo, sin da oggi”.

La replica di Panariello: “Così come scherzo sul fatto che nel 2007 gli uomini, io per primo, si mettono le cremine, così come scherzo su Briatore o sulla moda, così come scherzo sulle donne fanatiche per la forma fisica, così come scherzo sul mondo gay, sugli animali! Cosa c'è di male?”. “Non ho nessun problema con i gay e suggerisco a coloro che si lamentano, di imparare ad essere autoironici”.

Trovo che l'assurdità di quanto dichiarato da Marrazzo rasenti il parossismo.
Stiamo perdendo il senso della misura e il lume della ragione.

Però ne approfitto per esprimere la mia solidarietà anche a quei quattro capri espiatori dei pompieri inglesi, immolati sull’altare di una libertà e di una uguaglianza più o meno di facciata. E mi chiedo, con preoccupazione, quanto ci metteremo anche qui in Italia ad arrivare a questo punto.

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Un giovane omosessuale al convegno sul PD ad Avellino: “Antonio non ci deludere!”.


(Napoligaypress) Traboccava di gente la sala Maestrale dell’Hotel De La Ville di Avellino marterdì sera all’incontro per le Primarie del Pd.

A far spumare le onde già mosse per le tante polemiche che accompagnavano l’incontro (sulla gestione del lascito Quintieri, e sulle finte lettere di invito spesato al convegno da parte di un dirigente dell’amministrazione), un adolescente omosessuale della Sinistra Giovanile, responsabile diritti civili ed innovazione ad Avellino, al quale è affidato l’incarico di porgere i saluti ad un convegno con relatori i vertici delle istituzioni campane.

Simone Aquino, studente universitario di 19 anni, dalla figura minuta e dolce, ha parlato subito dopo il sindaco di Avellino e dopo il segretario provinciale dei DS. E’ una filippica veemente e dura, appassionata e sincera quella di Simone.
“L’Amore non deve essere motivo di discriminazione e l’affermazione dei diritti degli omosessuali è misura di libertà per tutti e per tutte”grida il ragazzo facendo vibrare i muri della sala ed i cuori delle persone,

“Per me che sono gay l’unica via di fuga da un mondo che sembra totalmente inaccessibile è internet, mentre io vorrei una città che sia inclusiva e pronta ad accettare me, come tutti coloro che propongono un modo diverso di leggere la vita, una città delle giovani generazioni che si impegnano a costruire il futuro e che se ne sentano protagonisti, una città degli anziani che si sentono abbandonati dalla società e messi da parte anche quando offrono energie. Una città di tutti”.

Poi si gira a guardare fisso negli occhi il governatore, “Antonio, io soffro quando vedo un ragazzo che fruga tra i rifiuti all’angolo della strada per cercare un tozzo di pane da mangiare, soffro quando vedo le mie città affogate nell’immondizia, i barboni e ragazzini che continuamente affollano le metropolitane fatiscenti, che chiedono l’elemosina. Non c’è davvero modo, Antonio, di spezzare tutto questo degrado e costruire una nuova città ?”.

Ed ancora, “Antonio, da Sindaco di Napoli tu hai detto nel ‘96: ‘Non ci sarà più un omosessuale discriminato in quanto omosessuale’, io avevo 8 anni, ora ne ho 19 e mi sento discriminato, in questa città, in questa provincia, in questa regione, nella mia realtà nella quale vivo ogni giorno gli omosessuali ancora si battono il petto. ‘Se tutti i sindaci d’Italia fossero come Bassolino’ aveva detto Grillini ‘i problemi degli omosessuali sarebbero molti di meno’. Abbiamo tanti problemi Antonio, come omosessuali e come persone, come studenti e come lavoratori, non ci deludere !”.

Un applauso che dura alcuni minuti suggella l’uscita di Simone dal palco. Diverse persone dalla platea composta da elettori della Margherita si alzano in piedi. Il governatore si lascia fotografare in un forte abbraccio con il ragazzo. In sala ci sono politici, molti assessori dalla giunta regionale, della provincia e del comune di Avellino, la stampa locale. Ed ancora giovani e famiglie, attivisti e sindacalisti storici.

Ma nessun oratore dopo torna sui temi sollevati da Simone. E neanche Antonio Bassolino, che chiude il convegno, affronta direttamente la questione omosessuale.

“Ciascuno porta la sua storia politica e la sua esperienza nel nuovo progeto di Partito Democratico, composto da varie anime, per aprirsi a culture nuove, ad altre sensibilità e ad altri linguaggi”, dice il governatore della Campania, “E’ tutto diverso.

E’ bellissimo, il linguaggio di Simone, a nessuno di noi verrebbe in mente di inizare un discorso come ha fatto lui, che mette il proprio IO, il proprio essere e la propria soggettività che si fanno politica e costituiscono grande arricchimento per noi, questa cultura individuale della soggettività che si innesta nella cultura collettiva di noi, di chi che proviene da partiti di massa, da partiti di popolo, che non può negare e non deve attutire la creatività soggettiva ed individuale, ecco che cosa significa aprirsi al mondo di oggi.

Riformare noi stessi per riformare la politica, cambiare il sistema politico italiano per rinnovare le istituzioni, poiché al malessere si risponde con la politica giusta, dando la possibilità al Governo di incidere per migliorare le cose”, conclude il presidente,“Ci sono tanti ragazzi come Simone che sono cresciuti negli anni in cui ho fatto il sindaco.

E’ nostro dovere fare in modo che le Istituzioni siano in sintonia con quese nuove e moderne sensibilità, ma il rinnovamento è già iniziato, non c’è bisogno di sgomitare e a volte di sgomitare in modo sbagliato e persino volgare.

Avanti forze nuove ! Nuove energie ! Apriamo porte e finestre ai giovani, affinchè entrino dentro le istituzioni e dentro il partito, portando ognuno la propria storia e la propria sensibilità, ponendo il Partito Democratico come una grande forza di rinnovamento.

L’Italia ha bisogno di un grande partito popolare che possa cambiare le cose ma si cambia se insieme alle leggi ci sono le forze che lavoreranno dentro la società, che sappiano muovere sentimenti e passioni, e questo è compito di un grande partito, che sia autonomo anche rispetto alle istituzioni, che incarni i grandi temi, che incalzi gli amministratori, che sappia fare critiche giuste e costruttive in modo positivo per andare avanti, insieme alla società e alle associazioni”.



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Risate alle crociate.

Italia 2061: un paese diviso e in guerra tra leghisti, sultani e Inquisizione.
Dai Vanzina arriva un film fantacomico.
E un j'accuse al sistema cinema. Colloquio con Enrico Vanzina.


(Alessandra Mammì - L'Espresso) Il destino di tutti i film è nel soggetto. Nell'idea che tiene unito un film per due ore. E se il soggetto è buono si può riassumere in due righe sole... E allora ci provi, Enrico Vanzina, a riassumere '2061- Un anno eccezionale'. Non più di due righe però: "L'Italia nel 2061 è divisa come nel 1861. Un gruppo di persone la vogliono riunificare". Sintesi di Enrico anche a nome del socio&fratello Carlo.

Ecco fatto. Di più si può dire che siamo in uno scenario tra l'apocalittico e il medievale, in un film che s'ispira in egual misura a 'L'Armata Brancaleone' e 'Mad Max', dove il protagonista è un Diego Abatantuono vestito come il pirata Jack Sparrow-Johnny Depp con tanto di bandana e kajal agli occhi. Poi, si può dire che uguale e diversa al 1861, questa futura Italia è divisa in un Sultanato delle due Sicilie governato da musulmani, in un rinato Stato pontificio con tanto di resuscitata Inquisizione, nella Repubblica emiliana della Falce e Mortadella, mentre sulla Pianura padana s'innalza un'orgogliosa muraglia che isola e protegge dai terroni la leghista Repubblica longobarda. È qui che comincia l'avventura di un'armata stracciona, in un paese ecologicamente e politicamente distrutto, sulle macerie di un medioevo di ritorno e grazie a un cast dove brillano Michele Placido cardinale reazionario, Sabrina Impacciatore finalmente sexy, Emilio Solfrizzi eroe per caso, Massimo Ceccherini ovvero il granduca di Toscana Cecchi Gori, pronipote di quello vero. "Volevamo fare un film comico". Lo è. Però è anche un film politico. E spaziando tra il comico e il politico ecco il pensiero dei Vanzina alla vigilia dell'uscita (26 ottobre) del "migliore film che abbiamo fatto negli ultimi tempi", parola di Enrico anche a nome di Carlo.

Il Sultanato delle due Sicilie e il Granducato dei Cecchi Gori e Della Valle, la montagna di spazzatura che batte in altezza il monte Bianco, la fine del petrolio e un paese di sgangherati che confonde la storia con i reality. È questa l'italia del futuro secondo i Vanzina?


"Questo è un film tra il comico e il fantascientifico. Ma poiché sia la fantascienza che la comicità partono da dati reali, diciamo che i presupposti perché diventi profetico ci sono tutti".

Ovvero?
"I nostri egoismi, i nostri campanilismi, le conquiste civili che stiamo perdendo, l'integralismo religioso che avanza, la cialtroneria, il crollo dell'identità culturale, l'incapacità di dettare regole comuni, il separatismo del Nord... continuo?".

Dunque: film politicamente impegnato, tendente a sinistra?
"Macché. Non ci prendiamo così sul serio e poi al Nord ci sono molti sindaci di sinistra sensibili al separatismo. Ripeto: questo è un film comico che speriamo faccia ridere e porti il pubblico al cinema. Insomma un film da multiplex, perché non è giusto che nei multiplex i film per ragazzi siano soprattutto prodotti americani. Rivendichiamo l'importanza del cinema di genere. Se c'è un messaggio è puramente cinematografico".

Quale messaggio?
"Fare il cinema per chi va al cinema. Come faceva il grande cinema italiano".

Allora è d'accordo con Quentin Tarantino nel dire che il cinema italiano muore quando smette di fare il 'genere'?
"Tarantino ha perfettamente ragione. Dobbiamo riappropriarci del film di genere. 'Brancaleone' era un film di genere ma anche una commedia politica. E poi un tempo non esisteva differenza netta fra cinema d'autore e di cassetta. Anche il cinema d'autore era di cassetta. I film di Rosi, Fellini, Visconti erano grandi capolavori, ma riempivano le sale e facevano tanti soldi al botteghino. Ora non si fanno più neanche i film d'autore, si fanno più che altro film da festival".

Non ama i festival?
"Niente in contrario. A parte il fatto che non capisco per ché tutti siano così preoccupati di andare a un festival, invece che andare bene in sala. Ma il cinema è una grande arte popolare, rivolta a un pubblico che deve riempire le sale. Se dimentichiamo questo, il cinema muore".

È una polemica contro i 'cento autori'?
Come potrei? Ne faccio parte. È sacrosanto un movimento trasversale per smuovere l'interesse della classe politica. Detto questo, sono contrario a un cinema completamente assistito. Il cinema è un gioco dove si possono guadagnare tanti soldi o perderli tutti. La cosa importante è rilanciare l'autonomia dei produttori, trovare lo spazio per gli indipendenti che altrimenti soffocano. I ricavi in sala sono bassi, il video è piratato, le televisioni pagano poco i film e la pay tv è monopolista. Per questo il cinema in crisi".

__img2__E i registi, gli sceneggiatori, gli autori non hanno responsabilità?
"Certo che ne hanno. C'è una crisi interna e francamente non vedo neanche la rinascita di cui si parla. La colpa è di tutti noi, compresa la critica che ha indirizzato il cinema italiano verso un prodotto autoriale lontano dal pubblico. Poi i media che parlano quasi solo di televisione. E la televisione che non parla di cinema, ma è autoreferenziale e parla solo di stessa".

La soluzione?
"È che ci s'impegni tutti. A cominciare dai politici: che tornino a fare i politici invece di apparire continuamente in televisione sennò finiscono come 'L'innaffiatore innaffiato' del film dei Lumière".

Ci spieghi la citazione...
"Se i politici cercano di imitare i comici, urlando in tv o partecipando a tutti i programmi della mattina e della domenica, non si stupiscano se qualcuno, che è comico davvero e sa stare sul palcoscenico meglio di loro, gli ruba il mestiere".

Ma la tv ci domina. In '2061' nessuno sa più chi fosse Garibaldi ma tutti citano i reality.
"Inquietante, no? Nessuno parla più italiano, i datteri arrivano dalla Sassonia e i nostri eroi hanno dimenticato la Tosca. È la disgregazione. In fondo poteva essere un film drammatico".

Non è da voi.
"Eppure per avere una buona commedia è necessario un impianto drammatico. Pensi a 'Divorzio all'italiana' o alla 'Tutti a casa'. Tutte storie tragiche".

Più che alla tragedia, '2061' attinge al filone eroico-avventuroso
"Sono eroi per caso: cialtroni, opportunisti, guadenti che alla fine si riscattano. Italiani veri".

Le piacciono così tanto gli italiani?
"Come diceva Flaiano, invecchiando più che gli italiani cominciano a piacermi i loro difetti. Comunque l'Italia sì, mi piace: mi piace così com'è adesso con la sua diversità, la sua cultura, il suo cibo. E non la voglio cambiare con dei datteri di Sassonia".

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Don Sante e quelle storie di pane, amore e sacrestia.

(Panorama) Nato il 14 settembre 1966 a Bagnoli di Sopra (Pd), secondo di cinque figli. Dalla prima media frequenta il Seminario minore di Tencarola (diocesi di Padova) fino al conseguimento della maturità classica. Frequenta il Seminario maggiore per il quinquennio di studi teologici e per il sesto anno di propedeutica alla pastorale. Riceve l’ordinazione diaconale il 3 marzo 1990 e l’ordinazione sacerdotale il 9 giugno 1991. Svolge l’incarico di vicario parrocchiale dal 1991 al ‘93 presso la parrocchia del Sacro Cuore in Padova, quindi dal ‘93 al ‘97 presso la parrocchia di San Bartolomeo Apostolo in Tencarola e dal ‘97 al ‘99 presso il Duomo di Piove di Sacco. Nell’agosto del 1999 viene nominato parroco di Monterosso (dal sito: www.chiesacattolicadeipeccatori.it realizzato dal Gruppo Giovani di Monterosso a sostegno del loro don e della verità sul caso che lo riguarda).
Don Sguotti, cosa si è messo in testa? Vuol fare il Milingo del Nord-Est, cambiare le regole?
Chi mi conosce apprezza la coerenza delle mie azioni. Certo, le regole possono essere cambiate, adattate ai tempi, per lo meno discusse. Ma per il Vaticano è un’eresia.
E cosa dovrebbero fare, buttare a mare i cardini della dottrina cattolica?
Non penso alla rivoluzione. Chiedo solo di adattare la religione alle esigenze di oggi, liberarla da certe paure.
Ma non era più semplice rinunciare alla tonaca, vivere felice e contento con la sua donna e suo figlio, invece di incaponirsi così?
Perché più semplice? Lei davvero crede che quello che sto facendo riguardi solo me? No, è una condizione comune a moltissimi preti, solo che la vivono nel silenzio, di nascosto. Io invece ho deciso di rompere l’ipocrisia.
Per arrivare dove? A che i preti possano sposarsi e procreare?
Il primo obiettivo è di rivedere la posizione che vieta a divorziati o risposati di accedere ai sacramenti. Regola anacronistica, che oramai il 90 per cento dei sacerdoti trasgredisce. Poi ottenere che la Chiesa, quando viene a conoscenza di comportamenti pedofili, li denunci all’autorità giudiziaria.
Ma lei conosce molti casi di preti pedofili?
Conosco casi in cui si è cercato di coprire e di reinserire. Ma non capiscono che se un prete potesse vivere normalmente la sua affettività il fenomeno si ridimensionerebbe?
Perché ha dato la sua vicenda in pasto ai media, con tanto di attrezzatissimo sito internet e partecipazione a programmi scemi della domenica?
Uno che deve diffondere un suo messaggio cosa deve fare? Fondare un giornale, comprare una televisione? Non scherziamo. Utilizza quello che ha a disposizione, sfrutta le opportunità che gli vengono offerte, come ho fatto io. Spero tanto serva a convincere quei preti che sono nella mia condizione a venire allo scoperto.
Non vorrei disilluderla, ma sono i media che si servono di lei, non il contrario.
Può essere, quando uno vende un prodotto tende a strumentalizzare. Ma accetto il rischio, se questo dà un contributo alla causa. Spero che smuova la base, visto che a Roma non cambia nulla. E quando qualcosa si muove, come quel vescovo brasiliano che aveva sollevato il problema del matrimonio dei preti, viene subito tacitato.
Adesso cosa le capiterà? Verrà scomunicato?
Se abbandono la parrocchia così come mi è stato ordinato, non mi succederà niente. Se faccio resistenza, parte un iter punitivo che può arrivare alla scomunica. Ma io resisto e non mollo.
Auguri. Per altro i parrocchiani sono quasi tutti con lei. Curiosa cosa, nel cuore del Veneto bianco e bigotto.
Mi conoscono da 8 anni, sanno che persona sono, apprezzano la mia coerenza. Hanno cercato di vivere con me il Vangelo nella sua verità, e così facendo hanno aperto gli occhi.
Il suo vescovo ha detto che lei è un principe delle tenebre. Un diavolo, insomma.
Il vescovo si comporta come un padrone. Ha detto che sono un diavolo solo perché ho chiesto un atto di giustizia verso un ricco che voleva mangiare la pecora del povero. Basta questo per farmi diventare un demonio?

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Perché noi, lesbiche e gay, aderiamo al Partito Democratico? Un immancabile appello.

(L'Unità) In tanti ci chiedono perché noi, lesbiche e gay, ci candidiamo all’assemblea costituente per il Partito democratico. Noi, da sempre in prima fila nella costruzione di un Paese più libero e accogliente, che abbia la laicità come principio guida, in cui nessuno sia leso nella sua dignità per il suo orientamento sessuale o la sua identità di genere. Noi, che crediamo nella liberazione di donne e uomini da ogni dominio esterno, costrizione culturale o imposizioni religiose.

Lo facciamo perché siamo convinti che il partito che sta per nascere sarà il luogo più utile a fare avanzare concretamente queste battaglie. L’incontro fra culture diverse costringerà tutti a confrontarsi a fondo per trovare risposte nuove a bisogni nuovi, superando la logica di coalizione per cui i temi più difficili vengono ignorati o affidati alla libertà di coscienza. Il nuovo partito sarà lo specchio di un pezzo di Paese più grande di quello rappresentato dai partiti che oggi gli danno vita, un luogo in cui discutere le proposte da avanzare al Paese, un nuovo laboratorio di idee che nasce con l’obiettivo di essere luogo di dialettica e confronto senza il bisogno di ideologie ma basandosi sui problemi reali dei cittadini.

Questo è oggi il luogo in cui rilanciare le richieste del movimento lgbt e lavorare affinché da quella domanda di libertà nascano riforme concrete. Lavoreremo dentro il Partito democratico per una seria legge contro ogni discriminazione, l’uguaglianza giuridica per le famiglie omosessuali, la promozione del diritto alla salute per le persone lgbt, la modifica delle leggi sul cambio di sesso e sulla fecondazione assistita. Sono gli obiettivi del movimento lgbt italiano ed internazionale, e sono i nostri obiettivi: più saremo a sostenerli dentro il Pd, prima diventeranno obiettivi del centrosinistra e leggi dello Stato.

Per essere all’altezza delle sfide che si è posto, il Pd dovrà avere come principi guida l’estensione dei diritti di cittadinanza e la laicità dei processi di decisione. Applicare con rigore il principio di laicità non significa ricercare contrapposizioni ideologiche o rifiutare il confronto con le diverse opinioni, anche religiose: al contrario, è la condizione perché questo dialogo possa avere luogo e produrre decisioni ispirate al rispetto della pluralità culturale e dei diritti fondamentali e non ai principi specifici di una religione.

Siamo consapevoli delle difficoltà che incontreremo. Conosciamo direttamente la fatica di abbattere pregiudizi, contrastare inerzie e pigrizie, superare veti ideologici. Abbiamo ben presenti le resistenze conservatrici presenti nel Paese, nel parlamento e nello stesso centrosinistra. Sappiamo che le ritroveremo anche nel nuovo partito. Ma allo stesso tempo e, anzi, a maggior ragione pensiamo che questa sia la frontiera più avanzata in cui spendere le nostre energie per la costruzione delle riforme necessarie ad un'Italia più civile, in cui l'orientamento sessuale o l'identità di genere non siano ostacolo alla ricerca della felicità.

A tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, a tutte e tutti quelli che hanno a cuore la costruzione di un Paese laico e libero chiediamo di condividere con noi questo impegno, aiutandoci a costruire un partito nuovo che sia lo strumento per nuove libertà.

Cristiana Alicata (Roma)
Andrea Ambrogetti (Roma)

Carmela Antonino (Molfetta)
Flavio Arditi (Empoli)

Fabio Astrobello (Reggio Emilia)

Alessandro Bandoni (Massa Carrara)

Andrea Benedino (Ivrea)

Riccardo Camilleri (Roma)

Alfredo Capuano (Roma)

Maurizio Caserta (Acireale)

Matteo Cavalieri (Bologna)
Nicola Cicchitti (Trieste)
Anna Paola Concia (Roma)
Alessio De Giorgi (Pisa)
Edoardo Del Vecchio (Roma)

Giacomo Deperu (Pordenone)
G
iuliano Gasparotti (Firenze)
Nunzio Liso (Andria)
Sergio Lo Giudice (Bologna)

Anna Maria Mucciarelli (Bologna)

Dario Nistri (Firenze)

Fabio Omero (Trieste)

Enrico Peroni (Vicenza)
Francesco Piomboni (Firenze)
Enrico Pizza (Udine)
Mario Scafetta (Empoli)

Ivan Scalfarotto (Corsico)

Ennio Trinelli (Bologna)

Carmine Urciuoli (Aversa)
Lucia Vagnoli (Empoli)

Marco Volante (Milano)



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Hunziker,star di Natale in crociera

"Ammiro la Vitti, Aniston e Diaz"

(TGCom) Michelle Hunziker è una delle star (con De Sica, la Brilli e la Yespica) del cinepattone "Natale in crociera", nella sale dal 14 dicembre. Con lei c'è Fabio De Luigi (partner nella sitcom "Love Bugs", andata in onda su Italia 1). I due sono una coppia di ex fidanzati che si ritroveranno sposati... e nemici. L'artista ammira le attrici "che sanno far ridere ironicamente, dalla Vitti alla Aniston e la Diaz" e sogna di essere diretta in un film da Proietti.

"Dopo il musical Cabaret, sogno di portare in scena un classico della Disney in un grande musical da realizzare in coproduzione fra Italia e Germania", continua Michelle. Per la show woman, il ritorno al cinema (dopo la non esaltante esperienza di "Alex l'ariete" in coppia con Alberto Tomba") con il cinepanettone Filmauro, rappresenta l'opportunità di dedicarsi al genere che preferisce, la commedia.
Tra i suoi sogni quello di essere diretta in un film da Gigi Proietti ("Lo considero un maestro") ma anche recitare una commedia romantica con De Luigi: "Adoro Fabio, è un attore bravissimo e lo stimo come uomo". Per lei è primaria anche l'attività con Doppia difesa, la Fondazione onlus che ha creato con l'avvocato Giulia Bongiorno, in favore delle vittime di discriminazioni e abusi. "Il 18 ottobre andrò a intervistare alcune donne che hanno deciso di rivelare le violenze che hanno subito. Speriamo che parlando, anche brutalmente, di certi temi, qualcosa si muova".

"A ottobre e novembre voglio riposarmi... - conclude Michelle- Per ora in tv l'unico impegno sarà quello di Striscia la notizia a gennaio"

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Messina, laurea honoris alla Merini.

(Ansa) Il riconoscimento verra' consegnato alla poetessa martedi'.
L'Universita' di Messina ha assegnato una laurea magistrale honoris causa alla poetessa Alda Merini.
Il riconoscimento, in Teorie della comunicazione e dei linguaggi verra' conferita martedi' prossimo nell'Aula Magna dell'Universita'.
L'evento verra' presentato domani in una conferenza stampa, nell'Aula Magna dell'ateneo, dal rettore Franco Tomasello e dal preside della facolta' di Scienze della Formazione Antonino Pennisi.



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TV: Nuova serie tv per Will di Will & Grace.Dancelife su Mtv.

Eric McCormack, diventato famoso per il ruolo di Will nella serie tv Will & Grace, sarà il protagonista della nuova serie Truth in Advertising insieme a Tom Cavanagh che abbiamo visto come guest star ricorrente in Scrubs.
TNT ha scelto Eric McCormack e Tom Cavanagh come protagonisti del pilot della nuova serie Truth in Advertising. La serie è ambientata in una grossa agenzia pubblicitaria, la Rothman, Greene & Mohr. Eric McCormack vestirà i panni di Mason McGuire, un esecutivo inaspettatamente promosso a direttore creativo e vice presidente dell’agenzia di Chicago, sposato e con due figli Mason, più abile negli affari che nel presentare idee creative. Tom Cavanagh sarà invece Conner, come Mason lavora nell’agenzia di Chicago ma rispetto al collega è decisamente più sensibile e creativo .

DanceLife , nuovo reality sulla danza su Mtv.

Arriva un nuovo reality tutto dedicato alla danza su Mtv, DanceLife, programma prodotto da Jennifer Lopez che seguirà la vita di sei ballerini che vogliono diventare danzatori professionisti.

Oltre che produrre il reality Jennifer Lopez ha anche selezionato i partecipanti e seguito il progetto in ogni fase sentendosi molto vicina ai giovani ballerini in quanto anche il suo esordio artistico è stato come tale. La sigla di DanceLife è firmata dalla band newyorkese Young Love e oltre alla Lopez saranno diverse le guest star che parteciperanno al programma tra le quali Nelly Furtado, Mary J Blige, Omarion, The Pussicat Dolls e Ashlee Simpson. Danccelife va in onda ogni venerdì su Mtv. Sembra che ballo e reality vadano volentieri a braccetto dando vita a show anche di successo come Ballando con le Stelle e Amici, nel quale la danza è materia fondamentale, vedremo se quest’enesimo reality modello “Saranno Famosi” avrà successo o meno.


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I religiosi dell’eros.

In un assolato sabato di primavera Don Juan Carlos Velarde si avvia lungo il cammino di ciottoli che dalla strada principale del Cervatos sale verso la chiesa parrocchiale. Il monastero di San Pedro di Cervatos viene aperto al culto solo un giorno alla settimana, e i frequentatori sono sempre più rari. I pochi che abbandonano per qualche chilometro il Cammino di Santiago, o che scelgono di allontanarsi dalle belle spiagge della costa Cantabra per salire fino a Cervatos, non vengono per un trasporto spirituale. E neanche da un interesse storico-artistico, che sarebbe perfettamente giustificato dato che siamo di fronte ad un importante testimonianza di arte ro-manica. Arrivano a Cervatos in preda ad una più profana e morbosa curiosità e per verificare coi propri occhi quel che si racconta sulla chiesa e che la rende davvero speciale.
Qui a San Pedro a vigilare sui devoti durante la messa o ad accompagnare gli sposi all’altare non ci sono solo le tradizionali raffigurazioni di angeli e santi ma, dissimulati da altre meno provocanti sculture, fanno capolino sulla facciata delle figurette alquanto audaci: donne che mostrano impudicamente le parti intime, uomini che se la ridono, dotati di attributi esagerati, scenette “d’amore”, amplessi e perversioni varie.
Le decorazioni erotiche di Cervatos sono state datate nel dodicesimo secolo dopo Cristo. Si tratta di piccole figure di pietra o bassorilievi, poste prevalentemente nell’abside della chiesa, fin anche sui capitelli, e metope, e nel portale della facciata. La cosa curiosa è che San Pedro è solo il caso più eclatante di questo particolare aspetto dell’arte romanica, ma non l’unico. Ci sono nei dintorni più di una decina tra chiese e abbazie dove questo tipo di raffigurazioni hanno creato una scuola e si è sviluppato uno stile unico per dimensioni e importanza artistica. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito di Kataweb


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Gay aristocratico morto per una massiccia overdose di cocaina.

Un’inchiesta è stata aperta a Londra per chiarire i contorni della morte avvenuta mercoledì a causa dell’eccessivo uso di cocaina e morfina del Conte Gottfried von Bismarck (nella foto) .

Bismarck, pronipote del cancelliere di ferro della Prussia guglielmina, Otto von Bismarck è stato rinvenuto cadavere nel suo appartamento londinese di Chelsea dove era giunto dalla Germania in luglio.
Secondo il patologo che ha eseguito l’autopsia, Bismarck è morto a causa di un attacco cardio-respiratorio e nel suo corpo sono state trovate dosi massicce di droga. Il conte, tossicodipendente ormai da anni, non poneva freno alla sua smodata passione per gli stupefacenti ed alcuni suoi amici, interrogati dalla polizia, hanno dichiarato che ne faceva largo uso ad ogni ora del giorno. In precedenza, erano morti due suoi amici in due party separati dati dal conte.

Gottfried Alexander Leopold Graf von Bismarck-Schonhausen era nato nel 1962, venne educato in germania e in Svizzera e successivamente proseguì i suoi studi ad Oxford.
Da studente era conosciuto per la sua generosità e per il suo abbigliamento stravagante.
Nel 1986 la ventiduenne figlia di un ministro conservatore fu trovata morta per overdose nel letto di Bismarck a Oxford.
Dopo l’università, Bismarck si era definitivamente trasferito a Londra dove lavorava nella finanza operando nel settore delle telecomunicazioni ed era rimasto lontano dalle cronache fino al 2006 quando un gay di 38 anni, Anthony Casey morì cadendo da una terrazza durante una festa in casa del conte.
Nel corso dell’inchiesta per la morte di Casey, è stato detto che l’appartamento di Bismarck è stato rinvenuto un “eccentrico” assortimento di articolo s/m tra cui una grande tela cerata di gomma sul pavimento, asciugamani, lubrificanti, una grande quantità di bottiglie di vodka e grandi scatole di sex-toys.

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Programmi Tv per omosessuali e transex in India.

La condurrà un transessuale.

(Ansa) Per la prima volta, l'omosessualita' sara' discussa in una trasmissione televisiva indiana. E, sempre per la prima volta nella storia televisiva del paese, a condurre sara' un transessuale.
La trasmissione sara' proposta dall'emittente Star Vijav a Chennai, la capitale dello stato meridionale del Tamil Nadu.
Rose, un transessuale di 28 anni, e' stato il primo a ricorrere all'operazione di cambio del sesso di cui in India si abbia notizia ufficiale.
Proprio sulla scorta delle difficolta' incontrate con genitori e parenti sul suo nuovo stato, sui suoi nuovi abiti da donna, sul nuovo nome femminile, Rose ha deciso di proporre la trasmissione per aiutare, dice, quelli come lui ad uscire allo scoperto. ''Ogni anno - spiega Rose - noi transessuali ci ritroviamo a Koovagam (un villaggio del Tamil Nadu, ndr), per discutere dei nostri problemi. Il programma sara' come una riunione continua e non e' riservato ai soli transessuali o omosessuali, ma e' diretto a tutti, per cercare di far capire i nostri problemi e tentare finalmente di farci accettare come parte della societa'.

Non vogliamo scioccare nessuno ne' offendere, solo far prendere coscienza della nostra esistenza''. Per ora il programma andra' in onda per un mese. Non ci sono infatti i soldi per trasmetterlo piu' a lungo. Ma Rose, il canale televisivo e i produttori sono certi del successo e confidano in sponsor.
In India l'omosessualita' non e' solo un tabu', come tutto il sesso, ma e' anche reato e si rischia la galera per sodomia. Gli unici omosessuali accettati sono gli ''hijras'', eunuchi (anche se non tutti sono fisicamente tali) che hanno una funzione religiosa, apotropaica e beneaugurante.

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Napoli, Teatro Festival Italia: 4 giorni di festa.

(Il Messaggero) Spettacoli, istallazioni, performance mostre e incontri. E' tutto già pronto per il prologo del Teatro Festival Italia, il nuovo evento internazionale assegnato a Napoli dal ministero per i Beni e le attività culturali. A partire da domani e per 4 giorni la città campana ospiterà iniziative rivolte soprattutto ai giovani. Centro dell'evento sarà la Cittadella del festival, già allestita nell'area del porto dove sono sorti il teatro-tenda, con 5 palcoscenici dedicati a 30 giovani gruppi italiani, e il tenda due, spazio polifunzionale. E proprio accanto alla cittadella, aperta dalle 10 del mattino fino alle 4 e ancorata la nave del festival che con 500 cabine, ristoranti e sale lettura è pronta ad ospitare non solo gli artisti e gli operatori ma anche i tanti giovani attesi in città fungendo da ostello. (Nella foto incantatori di serpenti)

Il presidente della regione Campania Antonio Bassolino ha spiegato che «il festival può essere un grande aiuto per Napoli per mostrare all'Italia e all'Europa che
accanto ai suoi problemi questa città ha anche una straordinaria vitalità culturale».
Bassolino ha poi manifestato l'intenzione di confermare nel futuro un festival internazionale di teatro a Napoli anche se il ministero decidesse di assegnarlo ad altra città.

La prima giornata vedrà protagonisti gli incantatori indiani di serpenti di A Hundred Charmers, prima europea al Teatro San Carlo. Ma saranno tutti i teatri della città ad essere coinvolti nel prologo: al Mercandante attesa per la prima italiana di Maria Stuart di Schiller regia di Andrea De Rosa; al San Ferdinando Ubu Buur di Marco Martinelli con giovani attori senegalesi mentre al Teatro Nuovo Chiove di Pau Mirà per la regia di Francesco Saponaro sarà trasmesso in diretta anche a Barcellona.
Sabato 13 ottobre all'Auditorium della Rai il rivoluzionario Sogno di una notte di mezza estate per la regia di Thomas Ostermeier mentre all'Auditorium di Scampia andrà in scena Ubu sotto tiro, dal progetto Arrevuoto. Fino all'8 dicembre visibili al Madre le istallazioni di Robert Wilson mentre solo per tre giorni, dall'11 al 13 ottobre, si potrà assistere alle prove aperte per la Trilogia della villeggiatura di Goldoni, regia di Toni Servillo.

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Don Gelmini: i suoi legali diffidano Gay.it.

ULTIMA ORA

Gli articoli scritti dalla redazione di questo sito, non solo riporterebbero fatti del tutto privi di fondamento, ma non possono neanche essere ricondotti al diritto di cronaca.

E' arrivata alla redazione di Gay.it la diffida dello studio incaricato da Don Pierino Gelmini di curare contro quella che definiscono una “campagna diffamatoria a mezzo stampa”. Secondo quanto scritto nel documenti firmato da don Pierino e dall'avvocato Paolo Crescimbeni gli articoli apparsi su Gay.it raccontano di “coinvolgimenti di don Pierino in non meglio individuate vicende a sfondo sessuale e sono incentrati su racconti – di ipotizzate molestie – fatti da non meglio individuati ex ospiti della Comunità Incontro, racconti non rispondenti al vero, bensì caratterizzati da una spiccata lesività, in pregiudizio della onorabilità e della rispettabilità/dignità di Don Gelmini medesimo e della Comunità dallo stesso rappresentata”.

Inoltre, secondo i legali di Don Pierino, inoltre, il lavoro della redazione sarebbe stato”negligente” e non si potrebbe, quindi, neanche fare appello al diritto di cronaca.
In ragione di queste e di altre motivazioni, lo studio legale e Don Gelmini diffidano Gay.it non solo dal continuare a tenere on line gli articoli già scritti e pubblicati, ma anche a produrre eventuali altre pubblicazioni “implicanti notizie distorte e inveritiere”.
L'unica 'colpa' della redazione di Gay.it è quella di avere riportato una testimonianza, per altro non anonima, già resa davanti ai giudici di Terni che stanno seguendo le indagini in cui è coinvolto Don Pierino. Tutta la documentazione, naturalmente, è ora all'esame dei legali di Gay.it.

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Ai colleghi ed agli amici tutti di Gay.it la totale ed incondizionata solidarietò di Notizie Gay.

La Redazione
Federico Salviati.

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Kevin Costner con la sua band al Brancaccio di Roma.

In attesa della conferenza stampa di lunedì 15 ottobre, nel corso della quale Maurizio Costanzo presenterà l'intero cartellone, il neodirettore artistico del Teatro Brancaccio di Roma annuncia il primo grande evento della stagione: Kevin Costner in concerto, uniche date italiane della star americana e della sua band.

The Kevin Costner Band infatti debutterà in concerto in Italia per la prima volta in esclusiva nazionale al Brancaccio il 25 e 26 ottobre.
La stella hollywoodiana suonerà alla chitarra pezzi stile country e non solo, accompagnato dalla proiezione di sequenze dei suoi film più noti.
I biglietti soranno in prevendita al Brancaccio da lunedì prossimo.

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Messina, laurea honoris a Merini.

Riconoscimento verra' consegnato a poetessa martedi'.

L'Universita' di Messina ha assegnato una laurea magistrale honoris causa alla poetessa Alda Merini.
Il riconoscimento, in Teorie della comunicazione e dei linguaggi verra' conferita martedi' prossimo nell'Aula Magna dell'Universita'.
L'evento verra' presentato domani in una conferenza stampa, nell'Aula Magna dell'ateneo, dal rettore Franco Tomasello e dal preside della facolta' di Scienze della Formazione Antonino Pennisi.


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Icona gay/Jake Gyllenhaal volera' sulla luna,

Variety, ruolo fantascientifico nel prossimo film di Doug Liman.

(Ansa) Nella sua prossima fatica cinematografica, di cui non si conosce ancora il titolo, Jake Gyllenhaal si spingera' fino alla luna.
Secondo 'Variety' l'attore di 'Zodiac' si immergera' in un'atmosfera fantascientifica diventando il protagonista di una spedizione lunare privata: nei panni di un astronauta si spingera' sulla luna con l'intenzione di colonizzarla.
Regista della pellicola e' Doug Liman, conosciuto per aver diretto nel 2005 Brad Pitt e Angelina Jolie in 'Mr.&Mrs. Smith'.



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Chocomania, il cibo degli dei non è solo da mangiare.

(Panorama) Cioccolato, cioccolato e ancora cioccolato: dal 13 al 21 ottobre Perugia rivivrà con Eurochocolate il suo annuale tributo al “cibo degli dei”. O del peccato, a seconda dei punti di vista. L’occasione però è buona anche per ricordare che questo “nettare” non fa bene solo al palato, ma anche alla pelle. In base alle sostanze a cui è abbinato può aiutare a eliminare le cellule morte, a riattivare la micro circolazione, a nutrire l’epidermide o a renderla setosa: e autunno e inverno sono i momenti migliori per concedersi un gustoso massaggio al cioccolato.

Alcuni centri benessere si sono attrezzati da tempo e offrono trattamenti davvero “divini”. Il Day Light Messegué di Napoli, all’interno del Grand Hotel Parker’s, offre più di una proposta. Dal peeling del corpo a base di una miscela di cioccolata fusa e zucchero di canna al massaggio energizzante al cioccolato (55 euro), dal trattamento viso anti età (75 euro) all’avvolgente Xocolati: una polvere a base di cacao e guaranà mescolati ad acqua: il corpo è totalmente avvolto e riscaldato in questa miscela dall’effetto nutriente, antiossidante e modellante.

A Rimini, Le Rose Suite Hotel propone il pacchetto “caffè e cioccolato fondente” (1 ora cosa 80 euro). Dopo un peeling al caffè si viene immersi in un dolce fango al cioccolato cui segue un massaggio rimodellante all’olio di cacao. È un trattamento drenante che stimola il metabolismo e attiva la circolazione venosa, dunque è consigliato anche come anticellulite. Sempre in Emilia Romagna c’è la proposta giusta per chi ama le terme: quelle di Castel San Pietro, che fanno parte del Coter (il Consorzio del Circuito Termale della regione), propongono il “Weekend Elite”. È un programma di trattamenti combinati (il cui costo complessivo è di 392 euro) che unisce le proprietà antiossidanti e il potere di stimolare la circolazione del cioccolato all’azione drenante del miele.

In Toscana segnaliamo due resort dove immergersi nel cibo degli dei. Vicino a Siena, la Locanda del Loggiato di Bagno Vignoni propone un weekend all’insegna della cioccoterapia abbinata ad ayurveda, bagni di fieno o con argilla ghassoul. Il tutto a 370 euro, colazione e degustazione guidata di cioccolato toscano artigianale incluse. Il soggiorno qui è di vero charme perché le camere sono ricavate in un edificio del Trecento. Alla Grotta Giusti di Monsummano Terme (Pistoia), invece, i trattamenti al cioccolato si gustano nella grotta in cui è ricavata la spa e alla quale il resort deve il suo nome: un lago d’acqua calda sotto terra.

Più a nord, l’Astoria Park Hotel di Riva del Garda (Brescia) punta a far splendere la pelle con un massaggio ai petali di cacao (65 euro per 50 minuti), attraverso cui si accelera l’eliminazione delle cellule morte del corpo e del viso. Mentre il tocco di luminosità finale è dato dall’impacco rigorosamente al cacao.

Ci sono infine aziende specializzate in linee di prodotti a base di cioccolato che destinano a spa e a centri benessere ma che si possono anche acquistare per uso privato. E’ il caso delle creme delle terme di Cavascura a Ischia, acquistabili anche on line. O della Newera di Starpool, che offre scrub, mousse, olii, creme corpo e viso tutti al cioccolato, anche mescolato all’olio di jojoba o a quello di avocado: si provano alla Tangerine Spa dell’Hotel Ambasciatori di Fiuggi o al Bellavita Beauty Center dell’Hotel di Molveno (Trento).


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