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martedì 6 novembre 2007

Le lesbiche nelle reti di potere.

(Sabina Minardi - Controcopertina) Una volta provato com’è con le donne, gli uomini diventano una barba tremenda”. Come in un’epidemia di stagione, giovani donne, sbuffanti di noia, diffondono il verbo di Rita Mae Brown: ‘La giungla di fruttirubini’ (ES). E tutte insieme, nello stesso posto e nella stessa ora, decidono di cambiare aria. Succede tra le colline di Hollywood, nelle stanze dei bottoni. È qui che si concentra la ‘Rubyfruit Mafia’, la mafia di fruttirubini, come l’ha battezzata la rivista americana ‘W’: produttrici, sceneggiatrici, responsabili di marketing ed esperte di strategie. Una autentica corporazione di donne di potere. Tutte esplicitamente lesbiche.

“I tempi cambiano. E ci sono momenti in cui i cambiamenti si manifestano tutti insieme”, dice Ilene Chaiken, cinquantenne madre lesbica di due bambini, e ideatrice del serial ‘The L World’, vero fenomeno di culto da tre anni a questa parte: “Le lesbiche stanno vivendo uno di questi momenti”.

Hanno sopportato bisbiglii alle spalle, porte chiuse in faccia, il tradizionale maschilismo e la perfidia da manuale dei potenti (Robert Sutton ha appena inserito Michael Eisner, capo storico della Walt Disney, tra i più fulgidi esempi del suo ‘Metodo Antistronzi’). Ora, tana libera tutti: si spalancano gli armadi del potere. E una pubblica confessione dà un colpo di spugna sui segreti.

[…]

Le lesbiche di Hollywood stanno insegnando una complicità dimenticata. E in un mondo professionale con pochi ruoli leader al femminile, la tentazione è di tifare per loro. Le prime vere donne capaci di fare rete. Di fatto, la gang saffica è corposa e ben frequentata. È lesbica, per esempio, Carolyn Strauss, capo della programmazione del canale satellitare HBO: artefice di successi come i serial televisivi ‘The Sopranos’, ‘Six Feet Under’ e ‘Big Love’. Altra lesbogirl è l’executive della società di produzione Fox 2000, Carla Hacken. E anche la cofondatrice della Killer Films Christine Vachon, ora hit-maker di successi indipendenti. E Cynthia Wornham del Sundance Institute, principale sponsor dell’omonimo Film Festival: anzi, proprio la sua partner, Annie Philbin, direttore dell’Hammer Museum di Los Angeles, ha dichiaratamente ispirato il personaggio di Jennifer Beals in ‘The L World’. Se non bastasse, ha i suoi stessi gusti Kelly Bush, fondatrice di una delle più importanti società di relazioni pubbliche di Hollywood, portavoce di molte celebrities, madre di due figli e stessa compagna ormai da una dozzina d’anni.

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