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venerdì 27 giugno 2008

Sondaggio, 62% dei francesi favorevole a nozze gay e il 51% dice si alle adozioni omosex.

(Ap) Sei francesi su dieci sono favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre più di uno su due non si oppone alle adozioni per le coppie omosessuali. Lo rivela un sondaggio della società Sfop per il sito Internet del "Journal du dimanche", www.jdd.fr. Alla vigilia della Marcia della fierezza a Parigi, il 62% degli intervistati ritiene che le coppie omosessuali abbiano il diritto di sposarsi. Mentre il 51% dei francesi è favorevole all'adozione per le coppie gay.

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Sara' Wim Wenders il Presidente della Giuria della 65a Mostra Cinematografica di Venezia.

(Cinemaitaliano.info) Il Cda della Biennale di Venezia, presieduto dal Presidente Paolo Baratta, accogliendo la proposta del Direttore della Mostra Marco Müller, ha deciso che il Presidente della Giuria Internazionale del Concorso della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto - 6 settembre 2008), sarà uno dei più grandi cineasti della sua generazione, il regista tedesco Wim Wenders, che con la Mostra ha stretto nel corso degli anni un lungo sodalizio fin dall’esordio. Wenders è stato, infatti, protagonista al Lido già nel 1972 con il suo primo lungometraggio "Prima del Calcio di Rigore" ("Die Angst des Tormanns beim Elfmeter") e ha vinto dieci anni più tardi con "Lo Stato delle Cose" ("Der Stand der Dinge") il Leone d’Oro, primo di una serie d’importanti riconoscimenti che lo hanno portato alla ribalta internazionale.
La filmografia del regista si è intrecciata con la Mostra ancora numerose volte nel corso degli ultimi decenni: nel 1989 Wenders ha presentato "Lampi sull'Acqua - Nick's Movie" ("Lightning Over Water") nella sezione Mezzogiorno-Mezzanotte; nel 1985 ha proposto "Docu Drama" alla Settimana Internazionale della Critica; nel 1994 il mediometraggio "Arisha" ("Arisha, der Bär und der Steinerne Ring") ha partecipato alla sezione Finestra sulle Immagini; nel 1995 "Al di là delle Nuvole", firmato insieme a Michelangelo Antonioni, presentato Fuori Concorso, ha vinto il Premio Fipresci; nel 1996 è stato proposto nella sezione Finestra sulle Immagini il lavoro televisivo "I Fratelli Skladanowsky" ("Die Gebrüder Skladanowsky"); nel 2004 il regista è tornato In Concorso con "Land of Plenty".

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Nomadi. Dopo settant'anni Maroni ha rintrodotto il concetto di razza?

(Ami) «Ieri Maroni ci ha comunicato di aver formalmente reintrodotto il concetto di razza nell'ordinamento giuridico italiano, prevedendo il censimento dei bambini rom attraverso il rilevamento delle loro impronte digitali. A quando, si chiedeva Moni Ovadia, numero tatuato sull'avambraccio?». Queste le parole del leader della Sinistra Democratica Claudio Fava, durante l'introduzione all'assemblea nazionale. «Per giustificarsi - spiega Fava - la Lega ha resuscitato la parola censimento: la stessa giustificazione che diedero i nazisti nei paesi occupati quando chiesero agli ebrei di farsi identificare e di portare una stella gialla: solo un inoffensivo censimento, spiegarono».

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Prostituzione, ecco l’Italia da marciapiede.

(Paola Ciccioli - Panorama) Eccola l’altra metà del marciapiede. Eccola la voce degli uomini che acquistano sesso (e non solo) nei viali delle metropoli, nei parcheggi dei centri commerciali, sotto i ponti e, con l’arrivo dell’estate, lungo l’intero perimetro delle nostre coste: in centro le famiglie che passeggiano e portano i bambini a prendere il gelato, un chilometro più avanti il suq delle prestazioni a pagamento. Fino all’alba macchine in coda con le luci accese e il finestrino abbassato per aspettare il proprio turno e chiedere: “Quanto?”.
“La prima esperienza l’ho fatta quando ero militare e la cosa è continuata durante tutto l’anno della naia” racconta un artigiano di 38 anni. Già, il militare: era quello per molti il momento dello svezzamento mercenario dei sensi. Almeno fino a quando è esistita la leva obbligatoria.
“Da quando vivo al Nord ho avuto modo di conoscere tante ragazze perché sono sulla strada”: è sempre lo stesso uomo che parla. “Ce ne sono tantissime dell’Est, tutte bellissime ragazze. La maggior parte bionde, alte, disponibili. Non fanno le cose come in una catena di montaggio. Anzi, ti portano a casa loro, ti fanno rilassare, ti danno un po’ di accoglienza”.
La prostituzione nel nostro Paese è un tema che infiamma ciclicamente il dibattito pubblico, con tutte le varianti del caso: arrestare le prostitute, dare loro il foglio di via se straniere, riaprire le case chiuse, arrestare i clienti… Un tema che desta scandalo e indignazione ma che, soprattutto, viene letto e rappresentato quasi sempre soltanto dalla parte dell’offerta, delle prostitute: 70 mila negli ultimi 5 anni secondo le stime del Forum permanente del Gruppo Abele. Mai, o quasi mai, dalla parte della domanda, cioè dei clienti: 9 milioni e mezzo di padri, figli, mariti, fidanzati, conviventi e perfino nonni che, al prezzo medio di 30 euro a prestazione in strada, non rinunciano a quella domanda: “Quanto?”. O, in inglese, “How much?”, come è stata intitolata la ricerca condotta dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multiculturalità) di Milano, in collaborazione con i ricercatori di Transcrime, Centro interuniversitario sulla criminalità transnazionale delle università di Trento e Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Lo studio è uno dei primi al mondo che cerca di sondare le motivazioni di quanti, pur con diversi livelli di istruzione e di reddito, frequentano il mercato del sesso in vendita e in particolare di chi sceglie le prostitute straniere.
“Per una straniera paghi 50 euro in camera, mentre per un’italiana paghi 100 in camera, beh tu con 100 euro vai due volte con una straniera” è la sintesi di un piccolo imprenditore. La motivazione prezzo, che pure in tempi di carovita fa sentire il proprio peso, non basta a frenare il ricorso abituale alla prostituzione.
Dice un carpentiere di 46 anni: “Ci sono dei mesi in cui vado una, due volte, oppure può capitare che in 15 giorni posso andare due volte. Dipende tutto dalla possibilità, da ciò che guadagno. Perché oggi i soldi sono pochi per tutti. E “con l’euro è peggio: prima una donna si prendeva 50 mila lire, adesso si prende 50 euro. Eh, sono aumentate anche loro”.
L’input alla ricerca How much è stato dato dalla Commissione europea per sondare il livello di coscienza dei maschi acquirenti nei confronti della tratta degli esseri umani a fini sessuali, che “a partire dal crollo del Muro di Berlino ha ormai raggiunto dimensioni preoccupanti”.
Secondo le stime elaborate per Panorama da Andrea Di Nicola e da Andrea Cauduro di Transcrime, in Italia il picco del traffico è stato probabilmente raggiunto nel 2005 con l’invasione dall’ex blocco sovietico (ma anche dall’Africa e ora sempre più spesso dalla Cina) di un numero di “schiave” che va da 22 a 44 mila. Queste ragazze infilano nelle loro borsette fino a 500 euro a notte ma passano ai loro sfruttatori gran parte dei circa 125-156 mila euro che guadagnano all’anno. E alimentano un giro di affari tra 2, 2 e 5,6 miliardi all’anno, che finiscono in parte nei forzieri invisibili del crimine organizzato.
I clienti sanno, a volte ascoltano o chiedono, osservano lividi e bruciature di sigarette sui corpi, auspicano che vengano riaperte le case di tolleranza per loro e per le donne, ma intanto continuano a porre la domanda più antica del mondo, sempre la stessa: “Quanto?”.
In cima ai perché c’è, scrivono gli autori dell’indagine, l’asserito “bisogno fisiologico di sesso”: è questa l’espressione usata da uno dei clienti ascoltati durante i focus group, gli incontri diretti, condotti dai ricercatori. E le “confessioni” raccolte (che Panorama ha esaminato) hanno finito col sorprendere gli stessi autori di How much.
“Il bisogno di affetto e comprensione è uno dei risultati inaspettati della ricerca” si legge nel volume. Ed è così esplicitato: “Gli italiani vogliono sesso, il buon caro, sano e vecchio sesso. E però cercano anche un briciolo di affetto, vero o immaginario, che non guasta mai”.
Un cliente intervistato: “Lo faccio per sfogarmi sessualmente, qualche volta per chiacchierare di argomenti scottanti e chiedere un parere. Spero, talvolta, di riuscire a instaurare una storia sentimentale, anche se riconosco sia molto difficile”.
Un altro: “Le donne italiane sono affettuose fino a quando si sposano o fino a quando arriva il primo bambino, dopo basta. Le ragazze italiane cercano solo divertimento, ristorante, soldi, regali, vacanze. Sono proprio il cuore, le coccole e l’affetto che mancano” (come mostra l’articolo che segue: un reportage dal marciapiede).
“Io una volta mi stavo innamorando di una di queste ragazze” si lascia andare un operaio di 33 anni, sposato, che ha avuto il primo contatto con una prostituta a otto e che assicura: “Le toccavo, così. Non che ci andavo a letto proprio, a letto non ci sono mai andato. Una toccatina… tutti umani siamo!”.
Depurando le testimonianze dal gergo più esplicito e crudo, emerge che si ricorre al sesso mercenario perché la moglie non acconsente a rapporti non convenzionali, mentre la prostituta sì. A tanti clienti basta vedere le nudità, si accontentano cioè che la prostituta si spogli.
Sono centrali “il bisogno di dominio e il rifiuto dell’emancipazione femminile: così si spiega il massiccio ricorso alle ragazze dell’Est, dove c’è una maggiore soggezione nei confronti del maschio” dicono i curatori della ricerca.
Durante gli incontri con i ricercatori, avvenuti in una zona del ricco Nord ad alta densità di prostituzione e facilitati da un mediatore, un habitué del sesso a pagamento si lancia in un proclama maschilista: “La donna sta andando oltre la parità e l’uomo sopporta ma poi si stanca. In questo momento i matrimoni si distruggono non per colpa dell’uomo, perché l’uomo è cacciatore a livello sessuale e può andare come vuole e quando cavolo vuole. È colpa della donna che non sa tenere in pugno la situazione. La donna italiana si sente super partes. È un messaggio che lascio alle donne italiane: è sbagliato, ripensateci!”.
Un altro cliente: “Le donne ti costringono ad andare in cerca di sesso a pagamento perché quando ti sposano ti promettono che farai sesso tutte le volte che ne avrai voglia, sennò chi si sposerebbe? Poi invece usano il sesso come una risorsa, un’arma, uno strumento per ottenere quel che vogliono”.
Opinioni e racconti sono spesso impregnati di un’acredine di fondo: “Il potere sessuale è femmina per un semplicissimo motivo: il loro minor bisogno di sesso, dovuto a una quantità di testosterone nel sangue nettamente inferiore, anche di 20 volte, a quello degli uomini. Se le spocchiosette avessero gli stessi nostri bisogni (o gli stessi fossero addirittura superiori, come si narra in alcune leggende metropolitane), lor signore e signorine non potrebbero detenere alcun potere sessuale, perché il desiderio sarebbe uguale”.
“È vero, il ricorso alla prostituta esiste da sempre, ma il perché si è trasformato” commenta Ernesto Savona, criminologo e direttore di Transcrime. Che delinea così la specificità della nuova domanda di sesso mercenario: “Incomprensioni con le partner, niente impicci o coinvolgimenti. Compri, butti e non ti impegni”.
Ad Anna Costanza Baldry, docente di psicologia sociale alla Seconda università di Napoli e impegnata nei centri antiviolenza Differenza donna di Roma, Panorama ha chiesto di leggere queste interviste e commentare il lato misogino, quell’ostilità evidente nei confronti di mogli o fidanzate. “Con una prostituta l’uomo si sente dominatore. La donna è mero corpo da comprare in mezzo alla strada, dove l’offerta rispecchia quello che il maschio vuole. Ci siamo conformate, nella nostra sessualità e nei rapporti con il maschio, ai modelli promossi dalla società e dai media” aggiunge la docente che ha appena pubblicato Uomini che uccidono, scritto con il dirigente della squadra mobile della capitale Eugenio Ferraro. “So di dire qualcosa che molte donne non condividono, perché in contraddizione con le conquiste di emancipazione”. Però, c’è un però: “Forse ci siamo lasciate un po’ andare. Siamo esigenti e poco disposte a passare sopra le debolezze dei maschi e le loro ansie da prestazione. Siamo noi a chiedere, a decidere, a imporre. La sessualità, invece, non dovrebbe mai essere un’arma di contrattazione”.

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La Concia fa un appello alle imprese: Aiutatemi a trovare i soldi per l'ISTAT e completare l'indagine sull'omofobia.

(Redazione) La vicenda è nota. Il Ministro Carfagna per problemi di bilancio taglia una ricerca curata dall'Istat sull'omofobia. Immediate le reazione dell'On.le Paola Concia e dell'Arcigay mentre GayLib decide di stare con il Ministro. Oggi la novità, L'On.le Paola Concia decide di lanciare una sorta di "sottoscrizione pubblica" alle imprese per raccogliere i 180 mila euro per L'Istat e permettere così il completamento dell'indagine sulle discriminazioni per orientamento sessuale. E' demagogia, d'accordo, dalla sinistra non si può pretendere di più, ma perlomeno sono coerenti.
Forse basterebbe raccogliere un paio di euro per ogni partecipante del gaypride bolognese di domani per raggiungere la cifra ma, allora, lo stato cosa c'è per fare? Incassare le tasse e dissiparle? Probabilmente anche l'On.le Concia e come lei il Ministro Carfagna, non hanno ben presente che cos'è il senso dello stato verso lo stato. Questo i cittadini lo sanno, pagano le tasse, ma il governo dello stato lo conosce? In questo caso, trattandosi di una minoranza, sembra di no.
Comunque vogliamo aiutare la Concia ad individuare un "pool" di aziende che apre il portafoglio?
Noi andremmo ad esempio a battere casa da quelle simpatizzanti della sinistra, ad esempio:

  1. Unicredito
  2. Gruppo L'Espresso/La Repubblica
  3. Gruppo Marchini
  4. Gruppo De Benedetti
  5. Gruppo Della Valle
  6. Coop
  7. Unipol
  8. Tiscali, ecc.
Solo questi potrebbero mettere assieme quattrini per almeno quattro indagini Istat...
Una domandona, forse maliziosa, giudicate voi: l'Arcigay fa parte delle imprese? E se si, quanto caccia? Ecco il comunicato diramato dall'On.le Concia.
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"La Carfagna taglia? E io lancio un appello alle impreseitaliane, perché mi aiutino a trovare i soldi per permettere all'ISTAT di completare l'indagine sulle discriminazioni per orientamento sessuale".
E' quanto afferma l'on. Anna Paola Concia - deputata PD - sul taglio operato dal Governo dei fondi stanziati per la ricerca dell'ISTAT sulle discriminazioni che subiscono gay e transessuali in Italia.
"Le aziende - dice la Concia - mi aiutino a trovare i 180.000 euro necessari all'ISTAT per concludere il lavoro: così, compiendo un atto di Responsabilità Sociale di Impresa, le stesse aziende aumenteranno il proprio valore economico-finanziario e contribuiranno al benessere della comunità".
"Cara Carfagna - conclude la Concia - il denaro lo troviamo noi, e vedremo se il taglio dipende dai soldi o, come sospetto, dalla omofobia della destra italiana".

On. Anna Paola Concia

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Bolognapride. Adesione dell'Idv mentre per La Destra di Storace è "ostentazione di un'anormalita'"

Adesione dell'Italia dei Valori e censura de La Destra. Due partiti si schierano in vista del Gay Pride di domani.
(Dire) Adesione dell'Italia dei Valori e censura de La Destra. Due partiti si schierano in vista del Gay Pride di domani. Il capogruppo in Regione dell'Idv Paolo Nanni, annuncia in una nota che partecipera' al corteo con la moglie.

"Occorre un segnale forte- afferma il dipietrista- perche' due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, se uniti da reciproci vincoli affettivi, debbono avere gli stessi diritti delle coppie 'sposate'". Adesione anche dal coordinatore provinciale del partito, Plinio Lenzi, che cita l'articolo 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Ben diverso il tono di una nota della segreteria provinciale di Bologna del partito di Francesco Storace. "Con tutto il rispetto dovuto alle libere e consapevoli scelte private di ciascuno, l'ostentazione di un'anormalita' non trova mai giustificazione che non sia quella del puro e semplice esibizionismo o della strumentale polemica politico-religiosa. A nome di tutti i bolognesi normali, e non solo dei 6.000 che ci hanno votati, ci sentiamo di affermare che a Bologna i partecipanti al Gay pride sono ospiti sgraditi e che se ne vadano in fretta, dopo aver portato a termine la loro carnevalata con la compiacenza di Cofferati e soci, ma, fortunatamente, senza quella del Ministro per le pari opportunita'".

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Fondi negati dal governo per una ricerca sull'omofobia. GayLib sta con la Carfagna.

Ci è stato girato da un'importante agenzia giornalistica, questo comunicato inviato dal "coordinatore" di GayLib Lombardia. Che dire... un comunicato maldestro con parole che si commentano da sole e per quel che ci riguarda le troviamo particolarmente inopportune e stonate.
Soprattutto, caro Maggioni, l'omofobia non è una "problematica" come scrive lei (e chissà quante volte ne sarà stato oggetto anche lei, forse senza accorgersene) ma una realtà, vedi un pò qui, qui, qui, qui, qui, per non parlare poi dei fatti romani...).
E' chiaro che il nostro Presidente del Milan ha deciso di seguire una linea "negazionista" alla Ahmadinejad, del tipo: "Da noi non esistono gay e quelli che ci sono, sono dall'altra parte", ricorda? In pratica, lei che si proclama omosessuale di centrodestra è stato messo alla porta da Berlusconi. Oppure il presidentissimo è stato frainteso o stava raccontando una barzelletta. E' vero, quell'uomo è lieve, non pesa le parole ed è proprio per questo che, secondo noi, dovrebbe fare altro e non il premier.
E' proprio con atti come quelli del Ministro Carfagna che non si affronta la questione omosessuale, allontanandola o addirittura negandola.
Ora, che per mettersi un mostra e per mendicare un posto in una qualsivoglia commissione,(e dopo la vittoria del centrodestra nelle scorse elezioni è chiaro a tutti che lo pretendete...), si giustifichi l'azione di un Ministro dilettante che fa disastri ogni giorno, non è far politica ma semmai gli affari propri e poi andare controcorrente a tutti i costi può anche essere grottesco o paradossale come in questo caso e, soprattutto, è la negazione della politica.
A proposito, a Milano ed in Lombardia in questi giorni si sono superati i 35 gradi... Si sa, a volte il caldo... A Maggioni consigliamo del ghiaccio... sulla testa però. Insomma non si riesce mai a stare tranquilli con questi di GayLib. Una ne pensano e cento ne fanno. Per rinfrescarsi le idee leggete un po...
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Gentile Ministro Carfagna, leggo da alcune agenzie di stampa che ha deciso di eliminare un finanziamento su di una ricerca sulla discriminazione sessuale che avrebbe dovuto essere svolta dall'Istat. Il finanziamento per questo studio e' di 180.000 euro, mica noccioline. Bene ha fatto a sospendere questo finanziamento, in quanto lo studio di questa problematica e' inutile. Lei sa che la discriminazione nel nostro paese esiste e quindi non ritiene utile spendere altri soldi per ribadire questa sua idea che e' comune a molti. Non comprendo tutto questo stracciarsi le vesti da parte di alcuni rappresentanti di associazioni omosessuali, ma come direbbe il nostro Presidente, sono solo comunisti, che amano fare polemica inutilmente. Lei e' tanto certa della necessita' di mettere rimedio a questo problema che in Consiglio dei Ministri, presentera' a brevissimo una legge sulla discriminazione sessuale, come del resto a fatto nei giorni scorsi per lo stalking e la violenza sessuale. La sua azione e' meritoria, ha risparmiato soldi che possono essere girati a scopi umanitari o di aiuto agli indigenti e lo sara' doppiamente quando sara' approvata la tanto attesa legge. Signora Ministro, ma e' questa la sua intenzione vero ? Son certo di si.
Con stima

Luca Maggioni
Gaylib Lombardia

gay liberali di centrodestra

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Elton John, scene di vita privata tra Sex and the city e fagioli sui toast.

(Panorama) Stare seduti sul divano a guardare Sex and the City e mangiare toast ricoperti di fagioli fumanti. Questa è la serata perfetta per Sir Elton John e il suo partner David Furnish. A rivelarlo è stato proprio il 45enne sceneggiatore, che non nasconde di amare le lunghe notti tranquille al fianco del cantante di Rocket Man. “Quello che ci piace davvero fare e ciò di cui abbiamo proprio bisogno è una serata tranquilla in casa. La cosa migliore al mondo è prendere il cofanetto di Sex and the City o di Six Feet Under e guardare sei episodi di seguito mentre mangiamo fagioli sui toast. Questo per noi è il paradiso”. Parole inconsuete per delle celebrità abituate a organizzare party da milioni di dollari. Come quello che si è tenuto qualche giorno fa a Windsor, dove i due risiedono. L’evento, White Tie & Tiara Ball, è uno dei più esclusivi dell’estate e raduna vip da tutto il mondo. Lo scopo è di beneficenza e l’anno scorso si sono raccolti più di 6 milioni di dollari poi finiti nelle casse della Elton John Aids Foundation. Il costo di un biglietto è di tremila sterline. Queste le motivazioni degli organizzatori: “Negli anni Ottanta molti amici miei e di Elton sono morti di AIDS. Quando perdi in questo modo le persone a cui vuoi bene e sai che nel mondo in 33 milioni sono infetti, devi fare qualcosa”, ha ammesso David, spezzando una lancia in favore degli omossessuali: “Tutte le coppie gay che conosco sono impegnate in relazioni molto serie, e non sono promiscue”.

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La mayonese con papà e "mammo" scandalizza gli Inglesi. Ritirato.

La Heinz avrebbe sospeso la sua ultima campagna pubblicitaria in seguito a 202 lettere di protesta giunte alla Advertising Standards Authority del Regno Unito. Il motivo dello scandalo sarebbe l'aver mostrato una famiglia omosessuale con tanto di figli e "mammo" che saluta il padre che va al lavoro con un bacio. Gli attivisti gay di tutta la Gran Bretagna hanno annunciato il boicottaggio dei suoi prodotti.
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Tv. Uomini e Donne: Amori lesbo nella prossima edizione?


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(Gaywave) Ebbene sì… pare che da settembre il programma di Maria de Filippi arriverà là dove nessun programma è mai giunto prima (o quasi)…

Per chi avesse vissuto gli ultimi anni sulla luna (beato lui!), Uomini e Donne è quella trasmissione in cui un gruppo di maschioni bellocci, palestrati e senza cervello sbavano dietro a delle ochette che sanno solo urlare e dire una banalità dopo l’altra (invertite i generi secondo i vostri gusti).

Il genio creatore di questo capolavoro di programma è tale Maria de Filippi, di cui probabilmente avrete sentito parlare: moglie di Maurizio Costanzo (”Dio li fa, poi li accoppia”, mi verrebbe da dire) e conduttrice di Amici, Amici di Sera, Amici di mattina, Amici di pomeriggio, Unanimous (eh?!), del prossimo Il ballo delle debuttanti, di mezzo palinsesto di Canale5, praticamente, e - non ultimo - conduttrice di Uomini e Donne, che dalla prossima stagione tv potremmo chiamare “Donne e Donne”.
Si vocifera, infatti, che una delle ex-troniste (le ochette di cui sopra) abbia scoperto improvvisamente i suoi veri e latenti gusti sessuali: dichiarerà davanti a tutta Italia che è lesbica… che le piacciono le donne!!! Sarà Karina, la tipa della foto?!

Non so voi… ma io probabilmente non chiuderò occhio stanotte per tale scoop!
Più che altro mi domando… a quando una svolta anche per i maschietti (possibilmente shirt-less)?

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Gael Garcia Bernal: 'I ruoli gay sono cool'.


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L'attore messicano sostiene che per lui non è un problema interpretare ruoli gay sul grande schermo.
(Fabio Fusco) "Non riesco a capire dove sia il problema se decido di interpretare personaggi gay, sono così cool" - l'attore messicano Gael Garcia Bernal è davvero stupito dalle continue critiche sulle sue scelte professionali, ed è convinto che sia un problema del pubblico americano - "Quando ho girato Y tu mamá también, mi chiesero se ero preoccupato per quello che avrebbe potuto dire la gente, e non riesco a capire perchè. In Messico nessuno mi ha mai criticato per aver interpretato ruoli di gay, travestiti e altro ancora, semplicemente perchè non confondono l'attore con il personaggio. Voglio dire, non sono convinti che Al Pacino sia un poliziotto!".


Bernal, che ha interpretato due ruoli en travesti e una torrida scena di sesso con Fele Martinez ne La Mala Educacion di Pedro Almodovar, si è detto anche indifferente all'eventualità di spogliarsi davanti alla macchina da presa: "Gli attori che dicono che accetterebbero di spogliarsi solo per esigenze di copione, sono i primi a togliersi subito i vestiti! E invece io non ho problemi a spogliarmi, anche se non è giustificato dalla sceneggiatura o da questioni "artistiche". Non mi interessa"

Nelle scorse settimane Bernal ha presentato a Cannes il film Blindness, nel quale recita accanto a Mark Ruffalo e Julianne Moore, e ha concluso le riprese di Rudo y Cursi, una commedia agrodolce nella quale ha affiancato ancora una volta l'amico e collega Diego Luna; il thriller The Limits of Control, diretto da Jim Jarmusch e interpretato da Bill Murray, John Hurt e Tilda Swinton e il dramma indie Mammoth, diretto dal regista svedese Lukas Moodysson.

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“Le Cesarone”, vita quotidiana di una famiglia con due mamme.

La piazza del Gay Pride di Roma nel 2005

(Katia Acquafredda di Listalesbica.it per Panorama) Antonella ha meno di quarant’anni, da sei vive con la sua compagna in una grande città italiana.

Una coppia come tante, se non fosse che nella loro casa ci sono anche tre figli adolescenti: immagino la musica che esce dalle finestre, scarpe da ginnastica abbandonate in sala, la fatica di farli studiare fino al momento di caricare tutti in auto per le meritate vacanze.
Al Bologna Pride loro non ci saranno, la vita è complicata quando devi combinare le esigenze di una famiglia numerosa come oggi non si vedono quasi più. Un po’ come nella fortunata serie tv I Cesaroni, famiglie che si formano quando due genitori separati provano a tenere insieme il bisogno di rifarsi una vita e la responsabilità, l’amore verso i figli.
Nell’ospedale dove lavorano le mie nuove amiche i colleghi non hanno fatto storie, anzi mi dicono che tutti vogliono loro un gran bene e la loro rumorosa famiglia è stata assimilata in fretta a tutte le altre, di cui condivide pregi e difettti. È l’Italia di sempre, quella che sa stringersi e creare legami, e anche capire le cose che contano grattando un po’ sotto la crosta dei pregiudizi, che fa in fretta a saltare quando ci si conosce e ci si vuole bene.
Le mie amiche mi mancheranno un bel po’ in mezzo al variopinto corteo del Pride, mi è rimasto il dubbio che non si siano sentite coinvolte in quella che è diventata la principale battaglia del movimento glbt italiano, e cioè il riconoscimento delle unioni civili, perchè la questione dei figli e delle adozioni per le coppie è stata un po’ accantonata per ragioni di realismo politico.
Vista come politicamente impraticabile, forse controproducente, si è preferito lottare per una legge, quale che fosse, capace di sancire l’unione tra due persone dello stesso sesso, e pazienza se i ragazzi a casa già scorazzano con in un mano un secchio d’acqua per farsi un gavettone.
Le Cesarone (chissà cosa diranno se le chiamo così!) sono talmente belle, giovani e solari che proprio non ti passa per la testa che se per disgrazia una delle due dovesse improvvisamente mancare, la famiglia d’origine o magari i servizi sociali potrebbero pensare di non far loro mai più rivedere la compagna della madre che per anni li ha accompagnati a scuola, aiutati a fare i compiti, insegnato ad andare in bicicletta.
Mi viene in mente un distinto Lord inglese chiamato Robert Baden Powell, fondatore cento anni fa di uno straordinario movimento educativo chiamato Scautismo e ormai diffuso in tutto il mondo il quale, messo alle strette da chi gli chiedeva conto del suo metodo educativo rispondeva semplicemente: “Ask the boys!”, letteralmente: “Chiedetelo ai ragazzi!”.
Se qualcuno oggi chiedesse la mia opinione su quelle proposte di legge tanto poco generose sul versante del riconoscimento dei diritti dei minori nelle coppie omosessuali, credo che anch’io risponderei così: chiedetelo ai ragazzi, di cosa avrebbero bisogno loro!
Riconoscimento dei figli e adozioni per le coppie omosessuali: siete d’accordo? Partecipa al FORUM

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L'Unità i gay e il Nobel a Ingrid Betancourt.

L'Unità: Nobel per la pace a Ingrid Betancourt
(L'Unità) Da sei anni e chissà quanti giorni alle 5 di ogni mattina la madre di Ingrid Betancourt parla per mezz’ora alla figlia attraverso una radio diversa da ogni altra: accoglie le voci di padri, mogli e dei prigionieri delle Farc. Raccontano piccole cose della vita normale. Gli amici che salutano. Come va la scuola. Notizie tristi quando non è possibile tacere, ma Ingrid non ha saputo dalla madre che il padre era morto poco dopo il sequestro. Yolanda Pulecio de Betancourt aveva supplicato le Farc di liberarla per il funerale. Silenzio. Qualche capo Farc deve averla informata chissà come, chissà quando.

Sono quattro giorni che Yolanda Pulecio de Betancourt racconta alla figlia la novità. «Un giornale italiano ti ha proposto per il Nobel. All’appello dell’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci, rispondono migliaia di persone. Non solo dall’Italia: Spagna, Europa perfino dall’Amazzonia. Forse la tua vita sta cambiando… ».

Per una giusta causa è nato un comitato promotore bipartisan alla Camera dei Deputati. Primo firmatario Fabio Evangelisti, Italia dei valori: «È il primo mattone e un progetto ambizioso, su cui vogliamo coinvolgere la politica, l'associazionismo e i cittadini». Molte decine le firme raccolte tra i parlamentari, in testa Pd e Idv, seguiti dai colleghi del Pdl, Udc e Lega.

Intanto la regione Toscana sta per annunciare un comitato di premi Nobel per concretizzare la proposta dell’Unità. Perché il Nobel per la Pace non è una medaglia alla vanità ma un viatico per liberare a chi non si arrende al tornaconto. Proposta che raccoglie la reazione di protagonisti consapevoli che la distrazione di tutti può spegnere le voci non distratte. Sarebbe viva senza il Nobel per la Pace Aung San Suu Ky, prigioniera nella sua casa in Birmania, anima della democrazia che non si è spenta e spaventa i militari consolando la speranza alla gente? E Rigoberta Menchu e Perez Esquivel? Ogni giorno centinaia di lettori e non lettori firmano l’appello. Potranno i carcerieri resistere alla pressione che si allarga? Lo sapremo. Qualcosa - strana coincidenza - improvvisamente comincia a muoversi.

Per aderire all’appello: nobelperingrid[at]unita.it
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Unità tra i gay per Ingrid Betancourt.
All'appello hanno dato la loro adesione Arcigay ed il Movimento gay liberali di Milano.

Carissimi,
con la presente vi invio la mia adesione personale e quella di Arcigay alla campagna per Ingrid Bentacourt Nobel della pace.
Fraterni saluti
Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay
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E' con grande entusiasmo che aderiamo come Movimento gay liberali di Milano all'iniziativa dell'Unità "Un Nobel per Ingrid Betancourt".
Invitiamo altresì il mondo Glbt del nostro paese e tutte le organizzazioni facenti parte del movimento gay italiano ed internazionale ad attivarsi affinché ognuno si senta impegnato e trovi il modo, nelle sue attività istituzionali, di invitare tutti i cittadini a dare il proprio consenso a questa vera e propria campagna per la difesa dei diritti umani e civili.

Movimento gay liberali di Milano
p. il direttivo
Francesco Casella

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Gestisce sito porno di prostitute, indagato per favoreggiamento.

Nei guai un webmaster 33enne di Farneta finito nell’indagine che ha portato al sequestro del residence a luci rosse frequentato da professionisti.
(Luca Tronchetti - Il Tirreno) Per la prima volta in Italia in un’inchiesta sulla prostituzione finisce nei guai anche il webmaster. Viene indagato un esperto di internet di 33 anni residente a Farneta, che curava gran parte dei siti delle lucciole che esercitavano il mestiere nella palazzina hard ad Altopascio messa sotto sequestro due giorni fa. Si tratta dell’ideatore di una rivista di annunci hard collegata a un sito.
Per i carabinieri del reparto operativo è lui che, attraverso un servizio porta a porta, oltre a inserire nomi, messaggi e foto sulla rivista crea per ogni lucciola siti con immagini osé, annunci piccanti e numeri telefonici delle ragazze e dei viados da contattare. Un’attività, stando alla procura, equiparabile a quella del «procacciatore d’affari» e quindi in grado di favorire la prostituzione. Ieri mattina il sostituto procuratore Fiorenza Marrara, che cura l’inchiesta, ha inviato ai legali degli inquisiti l’avviso di conclusione dell’indagine. Assieme a Gianfranco e Franca Nelli, padre e figlia di 75 e 51 anni, i proprietari del residence «La Meridiana» posto sotto sequestro preventivo dal gip, e Rita Marti Do Couto, 43 anni, brasiliana, in arte «Bocca di peperoncino» - tutti agli arresti domiciliari - risultano indagati il gestore dei siti delle prostitute e un transessuale brasiliano di 33 anni che con la connazionale aveva il compito di riscuotere gli affitti - parte a nero e parte in regola, secondo l’accusa - per conto dei proprietari dell’albergo. Il trans, però, è latitante. Inizialmente era stato coinvolto nell’indagine anche il fornitore ufficiale di preservativi, creme vaginali e profumi afrodisiaci: un quarantenne residente a Siena che una volta alla settimana suonava il campanello del residence e vendeva i suoi prodotti alle prostitute. L’uomo era già finito nei guai per gli stessi motivi dalla procura di Firenze.
GIRO D’AFFARI Ragazze e soprattutto viados - richiesti soprattutto da imprenditori dell’hinterland fiorentino o del comprensorio del Cuoio - erano in grado di portarsi a casa anche 5mila euro al mese. Con punte di 300-400 euro al giorno, almeno stando a quanto ricostruito dall’inchiesta. Da fine maggio tuttavia anche il settore aveva iniziato a mostrare segnali di crisi e molte lucciole avevano deciso di cambiare zona. I militari hanno appurato che Gianfranco e Franca Nelli - difesi dall’avvocato Iacopetti - si facevano consegnare da ogni prostituta circa mille euro al mese.
GLI ESATTORI. Le lucciole brasiliane indagate, stando all’accusa, venivano usate come «esattori» nei confronti delle altre ospiti della palazzina dell’amore. «Bocca di peperoncino» è accusata anche di estorsione nei confronti di un trans che aveva minacciato perché non pagava l’affitto in maniera regolare. Una delle lucciole, stanca di pagare quello che lei riteneva una sorta di pizzo, se n’era andata dal residence mettendosi in proprio. Rintracciata telefonicamente dalla maitresse era stata invitata a versare una somma di 5mila euro. Una sorta di «buonuscita» per aver usufruito nel momento in cui si era messa in proprio dell’«avviamento» dell’affermato residence delle squillo. A un giovane viado di 18 anni era andata anche peggio. Allontanatosi dalla casa del sesso per raggiungere un collega era stato fatto oggetto di una spedizione punitiva. Alcuni marocchini, istigati dai viados del residence altopascese, lo avevano scovato - sostiene l’accusa - colpendolo con pugni e calci e costringendolo, di fatto, a ritornare in Brasile.

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Inteatro, la scena contemporanea tra Polverigi e Chiaravalle.

(Panorama) Gesto teatrale nello spazio pubblico, quando per spazio pubblico si intende non solo l’utilizzo di vicoli e piazze come scenografia, ma anche l’inserimento dell’azione scenica nella vita dello spettatore, con demarcazioni, tra palcoscenico e platea, sempre meno definite. Questo è lo spirito di Inteatro vetrina di teatro contemporaneo nazionale e internazionale, arrivata quest’anno alla sua 31esima edizione, che si terrà tra Polverigi e Chiaravalle (Ancona) dal 28 giugno al 5 luglio prossimo.
Sedici le compagnie attese che si esibiranno nei teatri e nelle piazze dei due borghi anconetani al prezzo politico di 5-10 euro.
Punta di diamante dell’edizione 2008, Benjamin Verdonck artista multiforme che dopo aver vissuto per sette giorni in un grande nido - da lui costruito con paglia e fango - a trenta metri di altezza sulla parete di un grattacielo a Rotterdam (qui il video) vuole rievocare, da una cantina sotterranea nel Roccolo di Polverigi, con lo spettacolo “La neve” che eseguirà a ripetizione tutte le sere dal 2 al 5 luglio, la creazione e la conservazione del ghiaccio quando i frigoriferi ancora non erano stati inventati. Gli attori della compagnia berlinese Nico and the Navigators (video) racconteranno in anteprima italiana, l’amicizia con mix surreale e ludico di teatro fisico e visuale, danza, testo e design, i romani di Muta Imago con tre pannelli di plexiglass, tanta farina e tre lampade, esploreranno la lotta di un uomo con il suo passato, mentre i colleghi di Ravenna della compagnia Orthographe, posizionando in scena una camera ottica gigante dove entrerà il pubblico, continuano esplorare lo sfasamento tra azione teatrale e visione del pubblico.
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Bergamo? Città anti gay. In rete un video provocatorio.

(TGCom) Gli omosessuali sono visti con una certa ostilità dai bergamaschi. Lo sostiene un sondaggio realizzato da Arcigay e Arcilesbica tra la popolazione dopo la bocciatura della proposta del registro delle unioni civili da parte del Consiglio comunale. Le risposte dei cittadini sono state raccolte in un filmato provocatorio"Homo Fobicus. L'involuzione umana all'alba del terzo millennio", al cinema da settembre ma il cui trailer è già online.
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Il cortometraggio, nato, come scrive il quotidiano Bergamonews.it, per "sfidare i pregiudizi del bigottismo orobico" riprende le fasi della discussione del provvedimento nell'aula municipale. "Una bocciatura che è stata accompagnata da toni offensivi in aula, come documenta il filmato", dichiara al quotidiano Alessandro Esposito, coordinatore dei Giovani Comunisti, che ha avuto l'idea dell'iniziativa assieme alle due associazioni omosessuali.

"Abbiamo realizzato una cinquantina di interviste in centro, un sabato pomeriggio - prosegue Esposito - Il sondaggio traccia un quadro sconfortante, di forte ostilità al mondo gay. I bergamaschi non nascondono fastidio anche solo nell'affrontare il tema dei diritti civili per coppie omosessuali". Il documentario sarà presentato ufficialmente a settembre alla presenza di Nicky Vendola e forse anche di Vladimir Luxuria.

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La risposta di Platinette a Gasparri.

Platinette, Gasparri e il senso del decoro

Polemica sui gay in tv innescata dalle dichiarazioni dell’onorevole Maurizio Gasparri:

Sono favorevole - ha detto l’esponente di An - a contrastare le discriminazioni, ma non credo nei programmi ghetto. Bisogna avere una cultura del rispetto e della tolleranza nei confronti di coloro che sono rispettosi e tolleranti verso gli altri. Dovremmo pensare a delle scelte che insegnino a ciascuno a non imporre le proprie tendenze. Già in passato dissi che non c’erano problemi se una persona omosessuale veniva messa a capo di uno schieramento politico, se ne ha le capacità e se non va in giro vestita come Platinette. Lo stesso varrebbe se un tipo macho andasse in giro con mutande aderenti.

La risposta di Platinette non s’è fatta attendere:

O.le,

L’aggiorno per dirle che accanto a Platinette c’è ora in attività anche Mauro (alla radio, pensi, ci vado in abiti da tranquillo borghese in leggero sovrappeso e ho fatto otto mesi in teatro recitando calvo come sono diventato…): non credo di dovermi scusare con lei, ma semmai è lei a dovermi qualche spiegazione…Io faccio un mestiere dove vado in tv e non in giro “vestito come…” Da quel che mi risulta, mai fatto di una mia diversità estrosa un vanto, semmai è un mezzo o lo è stato per convalidare una presenza, spesso polemica, spesso invadente, ma spero anche spiritosa e niente affatto “pericolosa o sovversiva”… Che io possa non piacere per i miei eccessi lo ritengo motivo lecito e finanche inorgogliente, per via che questo mestiere è fatto di visibilità,polemiche, ma alla base se dopo diversi anni sono ancora qui, c’è forse un minimo di “talento” (odio dirmelo ma in questo caso devo…) che la tv istituzionale e generalista mi riconosce, altrimenti immagino da tempo farei altro…Anche politica, ed in abiti civili, anche locale, e forse non sa che il Partito Radicale ( da me ora lontano per la sua adesione alla coalizione di sinistra, bizzarro vero che io non sia di sinistra, ma se vuole un riferimento, mi trovo ora sulle posizioni di Daniele Capezzone, che come ben sa, è a Forza Italia…) più volte michiese candidature e partecipazione; pensi che di recente ho sostenuto nelle amministrative della mia città un candidato di lista civica, donna, e già assessore nella precedente giunta di centro-destra… Questo per dirle che ci sono in me diverse “sfumature”, il cittadino, “l’artista”, e, credo, la persona schiva e lontana da tutto che sono quando non lavoro: mi ha mai vista a una festa? ad un party? a qualche manifestazione, da una parte o dall’altra? Nella mia esagerazione c’è un moralismo quasi imbarazzante, tanto da farmi pensare di essere un vero conservatore, un borghese autentico, che coi paradossali abiti che indosso, in realtà incarna una mentalità forse anche più ristretta e conservatrice della sua… Non faccio paura a nessuno, mi piace essere sorprendente e divertire il pubblico, spero non sia un reato e i migliori rapporti personali, spesso anche professionali li ho con donne, prive di pregiudizi e disponibili ad intessere qualcosa oltre le apparenze…E’ mia personale convinzione che questa destra, così accorta e felice su molti aspetti (economia, meritocrazia libero mercato e competitività) si impantani poi su altri aspetti (diritti civili e dintorni) ad esempio mai messi in discussione in Paesi del Nord Europa (ancora con regine e governi non certo solo di sinistra…) e qui da noi ancora in grado di accendere polemiche… In tv è il pubblico che decide, e non decide certo in base agli orientamenti sessuali (non vale solo per me, ma per tutti) ma alla resa, che supera senza incertezze aspetto o densità delle apparizioni (peraltro per me da un paio d’anni fortemente legate solo ad “AMICI” di Maria de Filippi, donna di televisione, cui necessitano dei risultati all’altezza delle aspettative che le devono arrivare anche dai collaboratori minimali come me…) Lasci decidere al pubblico chi si e chi no e le prometto che se comprenderà lo spirito della lettera (almeno questa, me lo conceda, per niente “esagerata”…) semmai dovessi tornare in tv le prometto che userò meno trucco pesante ed abiti meno appariscenti o di utilizzare con maggior frequenza i batuffoli di cotone di cui parla qualche riga sopra Aldo Busi

Cordialità

La verità è che se solo Gasparri ascoltasse Platinette alla radio, si renderebbe conto che i loro punti di vista non sono poi così distanti.

[Platinette]

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Mishima, tutta la verità sul più controverso scrittore giapponese.

Alla prima di

(Eleonora Voltolina - Panorama) Yukio Mishima è forse lo scrittore giapponese più controverso del secolo scorso. Autore di Confessioni di una maschera (pubblicato in Italia da Feltrinelli), romanzo autobiografico che gli valse all’inizio degli anni Cinquanta la notorietà mondiale, fu poi etichettato come fanatico di destra, anche per la bizzarria di essersi costruito un esercito personale. Morì nel 1970, con un suicidio spettacolare, dopo aver preso in ostaggio un generale dell’esercito giapponese.

Ora, arriva nelle librerie italiane la biografia che di questo grande autore scrisse nel 1974 Henry Scott Stokes, giornalista inglese oggi settantenne, inviato del Times a Tokyo negli anni ‘60 e ‘70.
Già dal titolo, Vita e morte di Yukio Mishima (Lindau) si propone come “la” biografia. Anche in ragione del fatto che Stokes fu amico di Mishima, conobbe la sua famiglia, trascorse periodi di vacanza insieme a lui, e fu anche l’unico occidentale ad avere il permesso di seguire le esercitazioni del suo esercito privato.
Da questa conoscenza personale emerge un racconto smaliziato (a tratti addirittura critico) della vita di Mishima, che passa in rassegna tutti gli aspetti della poliedrica - e contraddittoria - personalità dello scrittore.
Mishima e l’arte, l’amore appassionato per i libri, Mishima che fu il primo scrittore giapponese in odor di Nobel per la letteratura e che però si vide soffiare il prestigioso premio, nel 1968, dal più anziano Yasunari Kawabata. Mishima e la sessualità faticosa, l’attrazione latente per gli uomini, la difficoltà nell’intrattenere rapporti fisici, l’attaccamento morboso alla madre. Mishima e il matrimonio, una scelta fatta a 32 anni (molto tardi, per gli standard dell’epoca) e sostanzialmente solo per far stare tranquilla la famiglia. Mishima e la moglie trovata attraverso gli omiai, gli incontri fatti apposta per combinare matrimoni - e fa quasi sorridere leggere le caratteristiche che lo scrittore aveva indicato come indispensabili per la sua sposa: doveva essere carina e più bassa di lui (anche con i tacchi!), accettare di buon grado il ruolo di angelo del focolare, e non disturbarlo quando lavorava. Mishima e l’esibizionismo, tratto marcato del suo carattere, che unito all’egocentrismo lo spingeva sempre a desiderare di essere al centro dell’attenzione.
Mishima e i viaggi in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, da quella New York che gli faceva un po’ paura (e che definì, suggestivamente, “Tokyo tra cinquecento anni”) al salotto dei baroni Rotschild a Parigi, dalle conferenze alla Michigan University alla Grecia, dove s’innamorò “del limpido cielo della culla del classicismo”. E infine, Mishima e la morte: forza oscura che sullo scrittore esercitò, fin dall’infanzia, un fascino invincibile, specialmente nella forma più tradizionale e truculenta - quella del suicidio rituale tramite seppuku (l’autosventramento, che in Italia spesso viene indicato impropriamente con il termine “harakiri”). Tanto è vero che Mishima mise in scena molte volte il seppuku nei suoi lavori letterari: e un’ultima volta nella vita reale, su se stesso, quando si suicidò.
Il libro condensa, in oltre quattrocento pagine, la vita e l’arte di Mishima, in un continuo intersecarsi di aneddoti biografici e citazioni dai romanzi. Per trovare quel che lo scrittore ha nascosto di sè nelle pagine dei suoi libri: “Dietro la maschera del samurai“, riflette Stokes, “Mishima sarà sempre un uomo emotivo e vulnerabile. Sensibilissimo a ogni minima offesa e nel contempo all’influenza altrui, invocava amore pur essendo apparentemente incapace di amare”.

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Bolognapride. Arcigay preoccupata azzarda una cifra, 50 mila in parata?

(Quotidiano net) Mentre Arcigay e gli organizzatori del Comitato Pride conteggiano e fanno pronostici sugli "almeno 50 mila" manifestanti in arrivo a Bologna sabato per partecipare al Gay pride, in piazza Roosevelt i vertici della Prefettura e le autorità cittadine si siedono a un tavolo per fare il "punto della situazione".

"Un riassunto delle puntate precedenti", è così che viene definito in Prefettura il Comitato di ordine pubblico a cui ha preso parte il sindaco Sergio Cofferati. Durante il quale "sono state verificate tutte le predisposizione stabilite fino ad oggi", a partire dalle due ordinanze emanate dal primo cittadino nelle ultime settimane. Insomma, una "verifica generale" di tutte le "misure" già programmate, alle quali - assicura da piazza Roosevelt - non si è aggiunto nulla di nuovo. Ultimati i preparativi, fanno sapere dalla Prefettura, non rimane che "aspettare l'evento con serenità ma anche con la grande attenzione dovuta a questa manifestazione pubblica". Storicamente, chiudono da piazza Roosevelt, "improntata a festosità e non a questioni di ordine pubblico".

Al Comitato organizzatore del Pride e ad Arcigay, intanto, sono in corso gli ultimi conteggi, tra pullman e treni in partenza da 50 diverse città d'Italia. Solo da Milano sono in partenza 10-15 mila persone, ma i pronostici degli organizzatori sono molto più alti. "Quello che possiamo dire fin ad ora è che di certo sarà un grande successo", dice il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso. E questo significa prima di tutto, dice Mancuso, "una grande sorpresa" in termini numerici: a due giorni di tempo da Arcigay danno per certo "come minimo 50 mila manifestanti" e sottolineano che si tratta di una "stima prudenziale".

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I gay romani flirtano con Alemanno? Pare di si...

Gay Village/ Il debutto dell’assessore di Alemanno nel “mondo” gay.
(River-blog) La visita di Umberto Croppi, assessore capitolino alla cultura, era nell’aria da giorni. Ma al Gay Village, che ha aperto i battenti circa un’ora fa, non si dava niente per scontato. L’assessore di Alemanno, infatti, aveva preannunciato un primo sopralluogo, in via delle Tre Fontane, intorno alle 21, a Village ancora chiuso. Un modo, dicono le malelingue, per capire che aria tirasse (e, soprattutto, se ci fossero manifesti o “cose” strane). Poco fa, mi informano due valenti river-collaboratori, Croppi è salito sul palco allestito nella nuova location. Un intervento, il suo, per spiegare che il Comune non ha niente contri i gay, ecc. ecc. Insieme a lui la deputata del Pd, Paola Concia (che è l’unica rappresentante del mondo Glbt in Parlamento), i vertici dei Eur Spa (che ha affittato l’area), il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti (storicamente vicino alla comunità omosessuale romana), e l’assessore provinciale alla Cultura, Cecilia d’Elia.

Imma Battaglia, leader di DìGayproject e organizzatrice del Village, è contenta e non fa niente per nasconderlo. Anzi: a tutti sottolinea quella presenza politica sul “suo” palco. La visita di Croppi è una sorta di “legittimazione” della sua associazione da parte della nuova giunta guidata da Alemanno. Con l’Arci Gay di Roma, apertamento schierato per Rutelli in campagna elettorale - e ora in posizione d’angolo - la Battaglia potrà essere un interlocutore privilegiato con il Campidoglio. Finché, prevedo io, non si tornerà a parlare in maniera coraggiosa di diritti gay.

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Marzio Barbagli: Le istanze omosessuali hanno sfondato nella società, ma non nei partiti.

Il problema del movimento è la sconfitta politica»
(Il Domani di Bologna) Negli anni il movimento omosessuale ha sicuramente conquistato le simpatie di gran parte della società e della cittadinanza, ma ha perso sul piano politico. Le ultime elezioni politiche sono state una disfatta: nessun eletto. Questo accompagnato dal fatto che l'Italia è l’unico Paese della Ue senza leggi che riconoscano alle diritti coppie omosessuali».

Così Marzio Barbagli, sociologo e tra i massimi studiosi dell'universo omosessuale, commenta le trasformazioni intercorse in questi anni all'interno della galassia gay.
Professor Barbagli, qual è il dato saliente di questa comunità?
«L'aumento delle lesbiche dichiarate: negli ultimi cinque anni molte giovani ragazze hanno espresso pubblicamente la propria tendenza sessuale. Fino a pochi anni fa la proporzione tra gay e lesbiche era uno a dieci, ora c'è stato un profondo riequilibrio».

Come è cambiato il rapporto tra società e comunità gay?
«Le ricerche e i sondaggi dicono che la causa dei diritti civili degli omosessuali sta facendo proseliti tra gli eterosessuali: a parte il tema delle adozioni, che però il movimento omosessuale non rivendica, la gran parte della popolazione è solidale con la causa degli omosessuali. Discorso ben diverso vale per la politica».

Perché?
«Perché sul terreno politico il movimento omosessuale ha perso: nessun rappresentante in Parlamento, scomparsa dei partiti laici dalle Camere. Nessun partito che metta al centro del proprio programma i diritti gay, lesbiche e transessuali. Rispetto a dieci-quindici anni fa il potere politico del movimento omosessuale è pressoché annullato».
Come valuta il Gay Pride?
«Viste le premesse di cui ho parlato prima penso che sia il momento in cui il movimento
omosessuale debba riflettere come rivedere la propria strategia per ottenere quei risultati legislativi tanto attesi in materia di diritti civili».

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Sicilia, a Pozzallo la destra contro il gay day in nome di valori ormai astratti.

(Radiortm) Il 28 Luglio, a Pozzallo, si svolgerà il Gay Day. Forza Nuova si oppone. "Un evento inutile e provocatorio - dicono quelli del Movimento - che gli organizzatori hanno battezzato con il nome di “Gay Day”. Forza Nuova, da sempre impegnata a difesa della famiglia tradizionale, si schiera in modo forte e deciso contro tale evento. Oggi sembra proprio che si cerchi in ogni modo di esaltare, di propagandare e pubblicizzare tutto ciò che è trasgressivo e amorale, trascurando colpevolmente tutto ciò che è conforme agli insegnamenti della Nostra Tradizione e, soprattutto, alle leggi della Natura. In questo senso, la famiglia tradizionale (padre, madre, figlio/figli) che scaturisce dal matrimonio, unico modello familiare previsto dalla nostra Costituzione, è oggi penalizzata e dipinta come un modello superato, obsoleto e inadeguato alla vita moderna. Ma oggi, più di ieri, occorrono alla nostra società certezze e valori, e i Valori di riferimento di una società sana non possono essere che Tradizione, Disciplina Sociale, Identitarietà, Morale, Etica".

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