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martedì 22 aprile 2008

Torino Lgbt FilmFest. E' il giorno di Jodie Foster ma senza di lei.

(Torino 2.0) Da Sodoma a Hollywood, festival cinematografico a tematica queer, prosegue e questa sera omaggia Jodie Foster, nominata "icona" dell'edizione 2008 dagli organizzatori.

L'attrice, inconsapevolmente diventata una sorta di paladina dei diritti omosessuali, è la protagonista di due pellicole che saranno proiettate questa sera nella sala 3 del cinema Ambrosio.

Alle 22:30 comparirà in "Jodie: ad icon", documentario di 25' diretto da Pratibha Parmar nel 1996. Un lavoro che pone l'attenzione proprio sui motivi per cui l'attrice statunitense (che recentemente ha dichiarato la propria omosessualità) sia diventata l'icona delle lesbiche in tutto il mondo.

A seguire "The Hotel New Hampshire", film del 1984 diretto da Tony Richardson. Tratto da un romanzo di John Irving, il lavoro è definito con queste parole sul programma della rassegna: "Macabro, estroso, erotico, oscuro, tragicomico film, complessa vicenda di un'eccentrica famiglia". Nel cast anche Rob Lowe e Nastassia Kinski (che si innamorerà della Foster). Nel nostro video, Ricke Merighi (una delle organizzatrici) presenta così la serata:
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Ma la giornata non è solo su Jodie Foster: nella grande varietà di proposte, ci sentiamo di consigliare "Yuen Ling-yuk", film di Hong Kong del 1992 con protagonista Maggie Cheung (ore 16:15, sala 1); l'omaggio ai lavori di Pascal Robitaille, giovane scoperta del Festival (16:30, sala 3); e il documentario italiano "The Beirut apt." di Daniele Salaris (18:45, sala 2).

Per quando riguarda la giornata di ieri due segnalazioni. Siamo stati in sala a vedere due pellicole giapponesi: "Gonin" di Ishii Takashi, nella sezione "Classici & Moderni" scelta personalmente da Giovanni Minerba, e il lungometraggio in concorso "How to become myself" di Ichikawa Jun.

Il primo è un film di ambientazione yakuza, con una rapina ai danni di un boss che scatena una dura e sanguinosa reazione. Ottimo, come quasi sempre del resto, l'attore Takeshi Kitano nella parte di uno dei due killer chiamati a punire i ladri.

Il secondo film (nella foto sotto) è stato meno appassionante, anche se ben fatto. Racconta la storia di due amiche di scuola, Juri e Kanako, che iniziano una "relazione" attraverso un fitto scambio di mail quando quest'ultima sarà costretta a cambiare istituto... Un film decisamente minore.

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Violenze contro i gay a Roma. E domani tutti al Mieli.

"Sarà una risposta al rigurgito omofobico contro persone lgbtq".
(Apcom) Il circolo romano di cultura omosessuale Mario Mieli ha organizzato per domani alle 17 "un'assemblea pubblica contro l'omofobia presso la sede dell'associazione (via Efeso 2A, ndr) per discutere della situazione di gay, lesbiche e transessuali a Roma dopo l'aggressione omofoba di giovedì scorso ai danni della sede del circolo, messa a soqquadro da un gruppo di facinorosi". Lo rende noto un comunicato del Mario Mieli.

"L'assemblea di domani è aperta alla città, alle associazioni e ai rappresentanti della politica: vuole essere un momento di confronto ed elaborazione, una risposta - si legge - al rigurgito omofobico che rende problematica la vita delle persone lgbtq".

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La Concia e la vecchia propaganda della sinistra contro Alemanno sindaco. Datele una portineria...

(Apcom) "La destra italiana è la forza più omofoba e violenta d'Europa, per questo dobbiamo evitare che Roma venga governata da Alemanno". E' quanto dichiara Anna Paola Concia, neo eletta nelle file del Pd alla Camera, in un'intervista a Gay.it a proposito del ballottaggio fra i candidati sindaci della Capitale. "Alemanno è stato al governo che ha boicottato la direttiva europea contro l'omofobia nel lavoro, appena insediatosi al ministero dell'Agricoltura, nel 2001, ha fatto benedire gli uffici occupati in precedenza da Pecoraro Scanio solo a causa dell'orientamento del leader dei Verdi - aggiunge Concia -, da ministro ha partecipato a un rito neofascista delle Marche e ancora oggi porta al collo una croce celtica simbolo dell'estrema destra".

Se Alemanno diventasse sindaco di Roma, aggiunge la Concia, "la nostra vita quotidiana cambierebbe: il nostro tessuto sociale verrebbe devastato e la comunità gay cancellata".

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Commissione europea. Tajani al posto di Frattini. Polemica su gay e rom.

(Ansa) "Tajani non e' un fascista omofobo, e i rom sono un problema anche per i gay'': con queste parole il direttivo di Gaylib interviene sulla polemica, innescata dal gruppo EveryOne, sulla sostituzione del commissario europeo Franco Frattini (Pdl) con l'altro azzurro Antonio Tajani.

In merito alle presunte dichiarazioni di Tajani sui Rom, Enrico Oliari, presidente di GayLib, dice di non capire che ''attinenza'' ci sia tra rom e omosessuali.

''La comunita' gay paga le tasse e chiede i diritti elementari per ogni cittadino - afferma Oliari - i Rom il piu' delle volte delinquono ed occupano spazi sociali e assistenziali senza versare il minimo contributo di denaro. Chiedere una stretta non credo sia razzismo ma tutela della legalita' e della sicurezza''.

Il presidente di Gaylib conclude il suo intervento preannunciando un periodo difficile: ''La nostra associazione, da posizioni liberali di centrodestra, si battera' perche' le forze della sinistra non occupino militarmente spazi politici e culturali di rivendicazione, come il prossimo Gay Pride nazionale a Bologna''.

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Milano. Al liceo Parini una inchiesta fra gli studenti rivela che uno su dieci ha avuto esperienze omosessuali.

Questionario fra 200 alunni sul modello della storica indagine sul sesso: "Oggi come allora abbiamo voluto rompere un tabù".
(Franco Vanni - La Repubblica, edizione di Milano) Stavolta non sarà scandalo, ma sicuramente l´operazione farà discutere. Al Parini torna "La Zanzara". A 42 anni dall´inchiesta choc in cui le ragazze del liceo parlavano del loro rapporto con il sesso, i pariniani fanno rinascere lo storico giornaletto. E stavolta l´indagine tra gli studenti è sull´omosessualità.

«Oggi come allora abbiamo voluto rompere un tabù - spiega Alfredo Manfredini Bohm, 19 anni, uno degli autori - riproporre le domande ingenue del 1966 sarebbe stato anacronistico: che la maggior parte delle ragazze dispongano della loro sessualità oggi è un dato di fatto. Per i gay è diverso». Protetti dall´anonimato del quiz, quasi 10 pariniani su cento dichiarano di avere avuto un´esperienza omosessuale, e 14 non escludono di poterne avere in futuro. Leggendo le risposte alle 18 domande del questionario, distribuito in 10 classi campione, emerge che gli studenti sono favorevoli al riconoscimento delle unioni di fatto fra gay (il 75%), e all´uguaglianza, da un punto di vista dei diritti, fra omo ed eterosessuali (oltre il 90%). «Sono dati che non ci stupiscono - dice Giovanni Parmeggiani, 19 anni, anche lui fra gli autori - l´omosessualità esiste a scuola come ovunque. Fa piacere sapere che è vissuta come una cosa normale, anche se una minoranza vede ancora il gay come un diverso». Per una decina dei 200 ragazzi intervistati, infatti, l´omosessuale è "un malato da curare", oppure "un deviato".

Il numero commemorativo della Zanzara sarà presentato alle 18 del 27 maggio nell´aula magna del Parini, alla presenza degli studenti della classe terza B del 1966, cuore della storica redazione del giornaletto che scatenò una vera e propria repressione. Sarà un´edizione double face di otto pagine: da una parte, in versione anastatica, l´inchiesta di 42 anni fa "Che cosa pensano le ragazze d´oggi" che ai redattori costò un processo per corruzione di minorenni a mezzo stampa. Dall´altra, l´indagine fatta oggi. Le pagine centrali presenteranno il progetto "East Parini School", raccolta di fondi per la costruzione di una scuola in India, promossa dall´associazione ex pariniani di cui fa parte anche Milly Moratti. Il giornaletto sarà regalato a tutti gli 800 ragazzi iscritti al Parini e ai 2mila ex studenti invitati per lettera alla presentazione.

Per Marco De Poli, direttore della Zanzara nel 1966, oggi 59enne, «l´inchiesta dimostra come la liberazione sessuale nella società ci sia stata. Voglio pensare che sia una conseguenza delle battaglie del Sessantotto, che la Zanzara aveva anticipato».

Anche il preside Carlo Pedretti si dice soddisfatto: «È una tradizione che continua - dice - mi auguro che la nuova Zanzara continui negli anni e raggiunga i livelli qualitativi del giornaletto storico». Quanto alla scelta dell´argomento, il preside commenta: «Di omosessualità si parla già molto, considerarlo un tabù è esagerato. Comunque, se questa è la scelta dei ragazzi è giusto sostenerla».

E ai ragazzi del Parini arrivano anche i complimenti del presidente di Arcygay. Aurelio Mancuso esulta: «L´inchiesta dimostra la maturità degli studenti del Parini. I dati emersi dimostrano che i giovani sono pronti ai cambiamenti necessari in questo Paese da un punto di vista dei diritti. E il fatto che uno studente su dieci dichiari di avere avuto esperienze omosessuali è in linea con i dati internazionali. Milano si conferma come una delle città più accoglienti verso i gay in Italia».

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Luigi Mastrangelo, capitano della M. Roma Volley: "I calciatori? Fighetti. Vorrei la prima fila al Gay Pride".

(Il Resto del Carlino) "I calciatori come fighetti. Se mi invitano vorrei essere in prima fila al Gay Pride". A parlare, intervistato dal magazine Babilonia, e' Luigi Mastrangelo. Definito come la nuova icona gay, il capitano della M. Roma Volley risponde ad alcune domande sportive e non solo.

- Ma se non avesse fatto il giocatore?
"Avrei scelto di fare il poliziotto, per fare pulizia di tanta delinquenza".

- I gay e lo sport, spesso gli omosessuali trovano difficolta' a dichiararsi.
"Non capisco perche' i gay debbano avere difficoltà. Non siamo aperti abbastanza. All'estero non e' cosi'. In Inghilterra o in Germania, per esempio, le cose sono molto piu' limpide e cercano di combattere l'omofobia anche nello sport. Si', non dovrebbero avere alcuna paura. Poi forse in Italia sarebbero criticati, ma questo e' un problema di chi lo critica, non certo di uno sportivo gay".

- E' la nuova icona gay, che ne pensa?
"Ho tanto amici gay. Non ho nessunissimo problema con loro, anzi. E poi ho un cugino omosessuale".

- Ma, quelli della sua squadra, l'allenatore?
"Forse qualche invidia per il fatto di essere cosi' apprezzato per il mio aspetto sia dalle donne che dagli uomini. Sono contento perche' credo faccia bene alla pallavolo, visto che non e' conosciutissima. Proprio per questo non pensavo di diventare un sex symbol per le donne. Gli uomini pero' mi hanno sempre dato piu' soddisfazioni. L'ho capito anche e soprattutto attraverso le mie amicizie con i gay. Apprezzano di piu' la fisicita'".

- Mai ricevuto "avances"?
"Si', anche da amici".

- Poi, Mastrangelo dice la sua sui calciatori.
"Quasi ogni domenica muore una persona per il calcio. E questo e' terribile. Inoltre mi da' fastidio la sovraesposizione dei calciatori: sempre ricercati. E poi hanno tutti le sopracciglia rifatte. Le trovo molto poco maschili".

- Pechino e le Olimpiadi.
"Mi rendo conto che c'e' un problema politico e umanitario. Se me lo permettessero metterei il fazzoletto bianco. So che tanti atleti hanno paura ad andare ed e' una cosa assurda".

Le adozioni gay.
"Penso che due omosessuali possano crescere un bambino benissimo. Non ci trovo niente di strano. E' strano piuttosto il fatto che non sia permesso".

- Parteciperebbe, anche come testimonial, al Gay Pride?
"Si'. Accetterei volentieri. Mi invitate?".
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Ndr. Ma testimonial de che?... Comunque qualcuno lo dica agli organizzatori del Gaypride di Bologna di ricordarsi d'invitarlo. Un pò di pubblicità quest'anno non farebbe male...

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GayLib Lombardia: "Sui locali notturni serve di più la sicurezza che l'allarmismo di Arcigay".

Da alcuni mesi l'amministrazione comunale di Milano ha intensificato i controlli sulla sicurezza dei locali pubblici, specialmente quelli notturni: in diversi casi sono state riscontrate irregolarità ed abusi che hanno portato alla temporanea chiusura dell'esercizio.
In più occasioni è stata anche segnalata la presenza di prostituzione e droga e poichè la sicurezza e l'ordine pubblico sono fondamentali in una società civile, GayLib Lombardia, associazione dei gay di centro-destra, approva l'azione promossa dall'Amministrazione comunale di Milano, dando per scontato che i controlli vengano estesi a tutti i locali e non solo a quelli frequentati da omosessuali.
Luca Maggioni, referente di GayLib Lombardia, in una nota ha dichiarato che "per risolvere il problema della sicurezza ci deve essere un impegno deciso anche da parte degli stessi gestori, i quali, oltre a dover garantire l'adeguatezza dei locali, dovrebbero promuovere la sicurezza denunciando le illeicità ed assumendo agenti di sicurezza privati. Recentemente ho esposto queste nostre proposte ad alcuni esercenti ed al vice-sindaco De Corato, nella speranza di trovare una sinergia volta alla sicurezza dei locali ed all'ordine pubblico".
"In tutta franchezza - ha concluso l'esponente di GayLib - non condivido l'allarmismo di Mancuso, il presidente di Arcigay, il quale parla già di discriminazione da parte della giunta di centro-destra, tant'è vero che i controlli riguardano tutti i loali, non solo quelli gay".

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Anna Falchi: «I calciatori a letto? Veloci come quando fanno gol».

«Cerco un uomo che tenga i miei ritmi». Anna Falchi: «I calciatori a letto? Veloci come quando fanno gol».

(Il Corriere della Sera) «Cerco un uomo che tenga i miei ritmi». Anna Falchi è pronta a una nuova vita sentimentale. In un'intervista esclusiva a Chi, il settimanale diretto da Alfonso Signorini in edicola mercoledì, l'attrice, ex moglie di Stefano Ricucci, festeggia il suo compleanno lanciando questo appello. «Il sesso sarebbe tanto importante per me, se lo facessi. Cerco un uomo che tenga i miei ritmi». La Falchi, che ha appena girato con Ezio Greggio il suo episodio del film dei fratelli Vanzina «Un'estate al mare» da circa un anno ha lasciato Ricucci e, da allora, rivela «ho avuto solo una storia, ma è già finita».
«I CALCIATORI? VELOCI» - «Ho avuto più di un calciatore - confessa la Falchi a Chi -. Ma - sottolinea - sono veloci, come quando fanno gol». A proposito dei suoi ex, la bella Anna definisce Fiorello «instabile» e Ricucci «furbone».

DESIDERIE PROGETTI - Quello che più sembra stia a cuore alla Falchi è comunque la maternità e la possibilità di realizzare il suo sogno. «Mi ero sposata per avere un figlio - dice la Falchi -. Voglio diventare mamma lo stesso, piuttosto lo faccio in provetta». Riguardo al lavoro anticipa, infine, il suo prossimo impegno, una fiction per Canale 5 che girerà questa estate: «È la serie "Piper": sarà il proseguimento del film tv dell'anno scorso. Sono sei puntate».

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Amici di Maria. Luca Jurman "In trasmissione mi sono sentito Ray Charles. Marco Carta è stato attaccato con violenza. Non so se rifarò Amici".

(Antonio Lodetti - Il Giornale) Chi è in realtà Luca Jurman? Il cantante soul di culto che ha tra i suoi santini Ray Charles e B.B. King? Il direttore musicale e maestro vocale di Ramazzotti o della Pausini nel tour mondiale del 2001? Oppure l’inflessibile professore (lui ha coniato il termine oggi di moda «vocal coach») di canto dei gagliardi giovincelli di Amici? Mr Jurman è una specie di Jekyll e Hyde che si completa nella poliedricità. Invero è un artista soul jazz, un body guard della voce per alcune popstar, ma ha raggiunto la fama con la effe maiuscola per aver difeso, recuperato dall’eliminazione e portato alla vittoria il ribelle Marco Carta nello show di Maria De Filippi. Una scelta vincente e rischiosa, visto che premia un peperino dall’immagine un po’ troppo provocatoria. «Contro Marco c’è stata un fortissima strumentalizzazione - puntualizza Jurman -, io non faccio polemica, e capisco l’esigenza di scontri verbali in uno show come Amici. Però Marco è stato attaccato con violenza senza cercare di capirlo; è cresciuto in un piccolo borgo sardo, senza genitori, e ha avuto difficoltà a relazionarsi con gli altri. Ma ha grande cuore e una bontà infinita». Ma questo forse non basta per diventare cantanti. «Ha capito la durezza dei miei metodi e li ha seguiti con serietà. Sa cosa mi ha colpito di Amici? Quando io studiavo, se parlavano i professori non volava una mosca; qui ad ogni nostra critica saltava per aria lo studio. Qualcuno pensava di trovarsi ad un karaoke». E invece? «Invece noi puntiamo a creare artisti. Marco ha fatto solo un primo passo, ha una grande musicalità da esplorare e da tirar fuori, dovrà lavorare per anni. Aiutarlo è il mio compito, come ho fatto con tanti, come Alex Baroni. Spero di produrre un disco di Marco, ma con calma, senza bruciarlo, anche Maria De Filippi ha molto a cuore il ragazzo e ci sta molto attenta». Quindi Amici è un’esperienza positiva. «All’inizio ero scettico perché venivo dalla musica pura, ma ho visto con stupore che i ragazzi si avvicinavano con entusiasmo alle mie tecniche. Non avrei mai pensato di trovarmi così bene con Maria e il suo staff».



E poi, parliamoci chiaro, questo successo giova a Jurman come solista. Domenica scorsa ha suonato al Blue Note di Milano preso d’assalto dai giovani fan; ieri replica con locale blindato, e la prossima domenica si prevede lo stesso film. Se l’aspettava? «Sono sbalordito. Ai miei concerti ho sempre visto 30-40enni, ora è pieno di 18-20enni e, a parte la soddisfazione personale, sono felice che vengano ad ascoltare il soul». E Amici lo rifarà? «Lo rifarei ma mi ha portato via tanto tempo. Avrei bisogno di aiuto per le audizioni, però mi spiacerebbe smettere. Ma ho la mia scuola di canto che incombe. Dedico all’insegnamento la maggior parte del tempo; in giro per il mondo ho approntato un metodo nuovo, con l’aiuto anche di otorini e medici specialisti. Faccio corsi professionali per cantanti jazz, soul, pop, anche lirica, coristi. Anche corsi individuali. Per fortuna la scuola funziona molto bene».

E poi lui non rinuncia a salire sul palco. «Soprattutto ora, canto rendendo omaggio ai miei maestri, da Billie Holiday a Ray Charles passando per Charlie Parker. Mostri irraggiungibili; infatti non sono mai soddisfatto di ciò che canto, anzi, mi fa schifo perché sono un perfezionista. Per iniziare un po’ di talento ci vuole, ma poi bisogna studiare senza mai smettere». E lei ha studiato tanto? «Ero un bambino prodigio al pianoforte, poi ho studiato jazz con Sante Palumbo. A militare però mi feci male ad una mano, così cambiai strada e presi a lavorare sulla voce. E ancora oggi studio; ora imparo la tromba, ma non mi sentirete suonarla finché non sarò come Chet Baker». Intanto il suo singolo Nera (il video è girato da Muccino) va forte e Jurman sta preparando un nuovo cd. «Sto scrivendo i brani, e poi farò un album dal vivo con big band». Ma non riposa mai? «Sabato son partito da Roma, ieri ho suonato a Milano, oggi torno a Roma. Sono anni che non faccio vacanze. Almeno l’anno scorso son riuscito a scappare qualche ora ogni tanto per sciare».

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X Factor. Stasera una new entry e un'eliminazione. Tony:"Confermo, mi sono arrivati dei perizoma in regalo".

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(Reality & show) Martedì sera settimo appuntamento su Raidue con X Factor, che vedrà protagonisti i sette concorrenti ancora in gara: Tony Maiello e Ilaria Porceddu per gli under 24, Annalisa Baldi, Emanuele Dabbono e Gino Scannapieco per gli over 24, Aram Quartet e Sei ottavi per i gruppi vocali. La gara si svolgerà in un'unica manche.
Al termine delle esibizioni dei ragazzi sarà il pubblico, con il televoto, a decretare i due concorrenti meno graditi che, dopo essersi esibiti nuovamente con il loro cavallo di battaglia, si rimetteranno alla decisione dei tre giudici. Saranno infatti Mara Maionchi, Morgan e Simona Ventura a decidere quale sarà il concorrente eliminato. Anche questa puntata prevede l'ingresso di un nuovo concorrente. I tre giudici infatti, hanno scelto il loro "talento" tra tutti coloro che si sono presentati ai provini che, come si vede nella striscia quotidiana, continuano senza sosta. Sarà il pubblico con il televoto a decidere chi potrà proseguire in veste di concorrente ufficiale.
Il dietro le quinte del talent show, come riportato dal Corriere della Sera, è all'insegna del "volemose bene". I ragazzi non litigano, non volano occhiatacce e non ci sono pettegolezzi. E' logico: non c'è la divisione a squadre che accende gli animi come accade nel serale (ma già dai primi mesi) di Amici di Maria De Filippi .
"Sarebbe stupido litigarci la pagnotta. Meglio collaborare e dividersela. Tanto l'importante non è vincere, ma sfruttare la visibilità che ci offre il programma. Siamo noi stessi a evitare il trash: abbiamo tutti una gavetta e dei contatti che sarebbe stupido rovinare", dice Annalisa, la rossa toscana. "Siamo come una famiglia, viviamo insieme e c'è molto scambio artistico. Con gli Aram ho scritto più di una canzone in questi giorni", aggiunge il rocker Emanuele. Il preferito dalle ragazzine è Tony, la mascotte del gruppo: "Confermo, mi sono arrivati dei perizoma in regalo - racconta con il suo accento napoletano - Ma a me interessa che si vedano i miei progressi". E sul fatto che nessuno finga lui è certo: "Non si fanno strategie per buttare gli altri nel fango".
Tra i giurati la protagonista indiscussa è la Maionchi: "Simona è molto simpatica, mi fa ridere. Morgan ha uno stile vampiresco. Ci vogliamo molto bene. Lo sapevano che io dico le parolacce, non riesco proprio a trattenermi. Combatto molto per le cose in cui credo. Certo, mi ha sorpreso essere così 'blobbata', essere diventata personaggio. Nei Paesi anglofoni non hanno gare musicali, dunque questo programma è stato un boom. Da noi è diverso, abbiamo Sanremo da 50 anni. Ma penso che ragazzi con le carte in regola ce ne siano eccome a X Factor. Chissà, magari nascerà una stella". Lei lo è di certo...

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Il vincitore del Grande Fratello 8 è Mario Ferretti.

Mario Ferretti è il vincitore del Grande Fratello 8.

Classe 1977, di Orvieto (Terni) ha da poco compiuto 31 anni (è nato il 14 di marzo).

(Tvblog) E’ il concorrente più atipico, quello che - lo hanno ripetuto in tutte le salse - non conosceva il mondo della televisione, non conosceva il Grande Fratello, l’uomo normale, l’uomo vero, l’uomo che ha fatto una cosa bella nella vita: suo figlio Gabriele, avuto con Elena, che nel frattempo si è risposata.

Del mondo dello spettacolo, questo vincitore così naif dice: Non lo conosco, quindi non mi interessa. Gli interessa, dice, risolvere un po’ di problemi - fregnacce, come dice lui -, dare stabilità al figlio, fare il suo agriturismo - anche per la mamma. E’ il trionfo dei semplici - e poi magnarseli un po’, questi benedetti 500mila euro, montepremi finale.

Mario è il vincitore perfetto per un’edizione del Grande Fratello che si proponeva fin dalla conferenza stampa di presentazione di essere il grande fratello dell’uomo della strada. Nessuno meglio di Mario Ferretti col suo accento umbro poteva essere il vincitore perfetto per incarnare questo bisogno di naturalezza.

E sul trionfo della verità ci si marcerà a lungo. C’è bisogno di persone vere in tivvù, persone che come Mario ripetono che il Grande Fratello nun me piaceva proprio. Marcuzzi ringrazia, Ferretti saluta stralunato, si prende gli abbracci di tutti e da oggi - senza retorica - cambia vita. Sperando che non faccia mai un cd, un film, una soap, qualcosa di diverso da quello che ha dichiarato.

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