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venerdì 8 agosto 2008

La Fiamma Olimpica. Quel rito nazista che ancora incanta.

(Geyger disf) "Il CIO è stato più volte oggetto di contestazione da parte di associazionismi e società civile a causa di alcuni aspetti. Fra i tanti aspetti che vengono contestati il fatto che alcuni membri del CIO stesso fossero uomini politicamente legati a dittatori.

Emblematici i casi di Juan Antonio Samaranch, ex presidente del CIO e elemento di spicco della dittatura di Francisco Franco, e di Mohamad Bob Hasan, ex membro del CIO, e ministro del dittatore Suharto. Particolare contestazione suscitò l'assegnazione dell'"Ordine Olimpico" a personalità dittatoriali e sanguinarie come Nicolae Ceauşescu e a personalità discusse come Henry Kissinger.

Un altro elemento di dubbi è legato alla riproposizione del "rito" della marcia della fiamma olimpica introdotto dal regime nazista di Adolf Hitler durante le olimpiadi di Berlino nel 1936"

it.wikipedia.org/wiki/Giochi_Olimpici

dal film "Olympia" di Leni Riefenstahl sulla XI edizione dei Giochi Olimpici, Berlino 1936 - Cerimonia di apertura.
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Notte di sesso sfrenato e troppo rumoroso con testiera del letto che sbatte contro la parete. Finiscono in tribunale.

(Ansa) Kerry Norris, 29 anni, e il fidanzato Adam Hinton sono stati trascinati in tribunale per aver dato vita a ripetute sessioni di sesso sfrenato - con tanto di grida sconce - ed aver così impedito ai vicini di dormire sonni tranquilli.

Gli esercizi d'amore della coppia, ha detto il pm Len Baten al tribunale di Brighton e Hove, tenevano svegli i vicini di casa sino alle sei del mattino - con la classica testiera del letto che sbatte contro la parete.

"Il loro letto - ha raccontato Richard Powell, 36 anni - martella il muro quando fanno sesso e mi tiene sveglio tutta la notte: ho dovuto prendere dei giorni di ferie a causa della mancanza di sonno". Ancora peggio è andata a Michelle Tyrrel, madre di tre bambini. "Fanno talmente tanto rumore - ha detto - che mia figlia di 4 anni non riesce a prendere sonno. Una mattina poi mi ha chiesto: 'mamma, cosa significa sco....?'. Ora fa la pipì a letto e ha gli incubi".

Ma l'avvocato della Norris, Tony Waller, ha respinto tutte le accuse e ha detto che il rumore resta nella norma. Secondo Waller la sua cliente sta pagando per la confusione fatta dagli inquilini precedenti. Il processo continua.

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I socialisti scaricano Grillini.

(La Repubblica) I Socialisti ‘azzerano’ la candidatura di Franco Grillini a sindaco («è un’autocandidatura») e tornano alla carica del Pd per chiedere non solo primarie di coalizione, ma aperte anche ai non iscritti ai partiti. E’ questa la linea tracciata dal neosegretario nazionale, Riccardo Nencini, nell’incontro con i nuovi vertici locali del Partito socialista alla festa dell’Avanti in corso in città.
GRILLINI giudica «scorretto» l’affondo di Nencini, annuncia le dimissioni da tutte le cariche «nazionali e locali», minaccia di lasciare il partito «nei prossimi mesi» e contesta la sua presunta «autocandidatura»: «Era stata decisa dal partito con Enrico Boselli. Evidentemente è un intralcio ai rapporti di subalternità con il Pd». Nencini precisa che saranno gli organi dirigenti bolognesi del Ps a decidere «se presentare un candidato e, se sì, se sarà o meno Grillini».

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Moda. Lacroix 'incontra' la fotografia.

In Memory of the Late Mr. and Mrs. Comfort: A Fable. Nadja Auermann as Mrs. Comfort and A Person Unknown as Mr. Comfort, New York, 1995. Photograph Richard Avedon. © 2008 The Richard Avedon Foundation.

Lo stilista ha curato Rencontres d'Arles, esposizione di cui sono protagonisti i migliori fotografi del mondo: fino al 14 settembre oltre sessanta mostre e tante iniziative per addetti ai lavori e appassionati. E la città nel sud della Francia si prepara, nei prossimi anni, a diventare punto di riferimento internazionale in materia di fotografia.

(Giacomo Leso - L'Espresso) Christian Lacroix e i migliori fotografi del mondo passano l'estate al festival di Arles. Due mesi di manifestazioni in cui, in un percorso di 60 esposizioni fotografiche turisti ed esperti potranno farsi un'idea precisa della creazione fotografica contemporanea.

Il celebre stilista, che è commissario d'esposizione, ha aperto lunedi 7 luglio - al fianco della ministro della Cultura francese Christine Albanel e delle tradizionali "Arlesiennes" in costumi tradizionali - i Rencontres d'Arles, manifestazione giunta ormai alla 39esima edizione, un evento culturale che ritmerà le giornate dei residenti estivi di questa cittadina del sud della Francia.

Arles dedica per i suoi mesi estivi decine di luoghi d'esposizione disseminati in tutta la città. La manifestazione, che chiude il 14 settembre, invaderà musei, chiese, ex-depositi delle ferrovie dello stato francesi, palazzi industriali e piazze. Protagoniste saranno le fotografie di Christian Lacroix, arlesiano di sempre, dei suoi fotografi di moda preferiti, di alcuni dei suoi ritrattisti preferiti.

Tra gli artisti presenti sia nomi prestigiosi che sconosciuti della fotografia, come quelli di Richard Avedon, Françoise Huguier, Jean-Christian Bourcart, Tim Walker, Guido Mocafico o Joachim Schmid.

Dopo la settimana "professionale", momento privilegiato dell'incontro fra fotografi, galleristi, editori, giornalisti, le esposizioni saranno aperte al pubblico. Sulle strade e sui marciapiedi della città sono state strappate e disseminate delle fototessere, quelle piene di effetti speciali sbagliati, come quelle tipiche dei matrimoni, sono state riesumate e messe in scena da Joachim Schmid e Jean-Christian Bourcart.

Il primo è un artista tedesco dall'ossessione confessata per le foto trovate "per la strada" da 26 anni. Oggi espone, nell'ordine cronologico della loro scoperta, tutte le 914 foto che ha raccolto. Il risultato è un'immenso decoro di cartoni bianchi con sopra esposte foto sbagliate, dalle
inquadrature bizzarre, tagliate e ricostituite, incomplete. Il gioco artistico è quello di far riflettere sull'uso del cliché nella vita quotidiana.

Il secondo, Jean-Christian Bourcart, è un francese di 48 anni che, all'inizio della sua carriera ha lavorato in una società specializzata nelle foto di matrimoni. Stampate il giorno stesso, le foto erano proposte la sera stessa agli invitati. Il fotografo - che non è l'autore delle foto esposte - le ha riesumate negli archivi degli invenduti della società ed ha voluto salvarle dall'oblio. Foto sbagliate, pellicole sovraimpresse, pose ridicole, tutto quello che non si vuol vedere in una foto è esposto qui. Con un certo cinismo ma anche con molta umanità. Come se le foto imperfette parlassero ancora di più e ancor meglio di noi.

LA CITTÀ VERSO IL FUTURO
Nel 2011, i Rencontres d'Arles potranno svolgersi all'interno di una vera e propria Cité de l'Image, in un palazzo disegnato dall'architetto americano Frank Gehry. In questo "campus culturale" di 15 ettari, si troveranno luoghi d'esposizione e un centro d'archivio e di restauro dedicato alla fotografia e all'arte video.

L'obiettivo è fare di Arles una punto di riferimento internazionale in materia di fotografia, ma anche dell'immagine più in generale. Nello stesso luogo si troveranno infatti riuniti la Scuola Nazionale superiore della Fotografia, gli uffici del Festival dei "Rencontres", la Fondazione Luma consacrata all'immagine, uno studio fotografico, degli ateliers e delle residenze d'artisti, un annesso universitario dedicato alle immagini. Allora la città sarà il regno della foto tutto il tempo dell'anno.

INFO: www.rencontres-arles.com

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Elezioni americane: la rimonta di McCain.

John McCain

(Panorama) A tre mesi esatti dalle elezioni, a tre settimane dalla Convention di Denver e a trenta giorni dall’inizio del rush finale della campagna, Barack Obama ha sorpreso tutti e in un’intervista al mensile afro-americano Essence ha detto: “E’ vero, potrei anche perdere”. Improvviso pessimismo? No. Più semplicemente, una buona dose di realismo. Le parole di Obama sono la presa d’atto che la corsa per la Casa Bianca è lungi dall’essere vinta. Già, perché il “vecchietto” John Maccain ha intenzione di giocarsi tutte le carte. Fino in fondo. Il tono della sua campagna elettorale è cambiata negli ultimi giorni. Il candidato repubblicano si è fatto più aggressivo nei confronti del suo rivale. Lo spot in cui Barack Obama viene descritto come il Britney Spears o la Paris Hilton della politica statunitense (quello in cui il senatore dell’Illlinois fu accusato di presentarsi “l’Unto del Signore”) hanno fatto il giro delle televisioni americane. E sono stati visti in tutto il mondo.

Il senatore Barack Obama

Dopo il cambiamento di strategia, Maccain ha avuto una maggiore attenzione da parte dei media. E il suo gradimento è salito nei sondaggi. Il distacco da Obama è diminuito. Secondo l’istituto di ricerca Rasmussen, il candidato repubblicano, per la prima vota sarebbe addirittura in vantaggio. Di un punto. 47 a 46. Percentuali smentite da un’altra rilevazione. Quella condotta dall’Ipsos per conto dell’Associated Press, secondo la quale Maccain sarebbe a 6 punti di distanza dal suo antagonista. Cifre più rassicuranti per Obama, ma che non gli consentono di essere sicuro della vittoria finale.

“In questo momento della campagna elettorale, i sondaggi ballano e non riflettono quello che poi accadrà al momento del voto – dice Michael P. MacDonald, politologo della George Mason University e esperto del prestigioso Brookings Institution – I recenti attacchi di Maccain a Obama hanno galvanizzato i sostenitori del candidato repubblicano. Ma non credo che riuscirà a mantenere questa tensione per il resto della campagna elettorale. Vedremo degli altri alti e bassi nei sondaggi. Ma soltanto negli ultimi giorni si stabilizzeranno. E allora, forse sapremo chi vincerà. Alla fine, io scommetterei su Barack Obama, ma questo non significa che Maccain non abbia alcuna chance di affermazione. Semplicemente, per lui, sarà molto, molto più difficile”. Oltre ai sondaggi, ci saranno altri segnali per capire chi diventerà il 44°Presidente degli Stati Uniti. MacDoland segnala il numero delle persone che si registreranno nelle liste elettorali. Le indicazioni che emergono in questo momento parlano di unaforte mobilitazione per Barack Obama.

Il New York Times ha pubblicato un articolo secondo il quale in numerosi stati aumentano le persone che si registrano nelle liste dei democratici mentre diminuiscono gli elettori repubblicani. L’inchiesta cita il caso del Nevada e dell’Iowa – due “campi di battaglia” in tutte le presidenziali – dove il numero dei Democrats, a sorpresa, è sensibilmente cresciuto mentre quello dei sostenitori del Grand Old Party è fortemente calato. “Credo che avremo un’affluenza record nelle prossime elezioni e probabilmente, un sensibile spostamento di voti da destra a sinistra, come raramente è avvenuto in passato – dice Michael P.MacDonald – Mi pare che i primi segnali che arrivano, vadano in quella direzione.” Non solo. Il piccolo, grande terremoto politico nazionale, potrebbe essere annunciato anche da un incremento di coloro che si registrano nelle liste degli indipendenti. E’ proprio su di loro che punta Obama.

“Sì, quella si espandere il suo consenso, è sempre stata la sua strategia – conferma il politologo del Brookings Institution – Ha mobilitato la sua macchina elettorale per una capillare operazione di porta a porta finalizzata a convincere le persone a iscriversi alle liste di voto. Perché è sicuro di poter fare presa su coloro che non sono militanti né dei democratici, né dei repubblicani”. Negli Stati Uniti, il voto non è obbligatorio. Chi vuole recarsi alle urne, deve registrarsi. La volontà di farlo di un sempre maggiore numero di persone, secondo il docente universitario della George Mason University, è una nota “estremamente positiva” per il senatore dell’Illinois. Riuscirà Obama a conquistarli definitivamente nei prossimi, decisivi mesi?

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Calendari 2009, tocca a Francesco Coco. Senza veli?

(PubliWeb) Lo scorso anno era toccato a Federica Ridolfi e Alessandro Petacchi, per il 2009 la De Nardi, società produttrice di porte basculanti, per il proprio Calendario, ha pensato di proporre una nuova coppia: Laura Barriales e Francesco Coco. Lei, bellissima modella castigliese, valletta di "Controcampo-Diritto di replica", protagonista nel recente passato de "I Raccomandati" con Carlo Conti, "CD Live Estate", "Shake it" e "Buona la prima" con Ale e Franz. Lui, ex calciatore di Milan, Barcellona e Inter, protagonista a "L'Isola dei Famosi 2007", ora brillante imprenditore immobiliare tra Milano e New York, nonché bel ragazzo sempre affascinato e desiderato dall'universo femminile. Il calendario 2009 è ispirato alla saga di James Bond e delle Bond girls. Gli scatti sono sempre opera di Enrico Ricciardi.

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Messico, chiude conferenza Aids.

(Sky tg24) Si conclude oggi la conferenza internazionale dell'Hiv in Città del Messico, iniziata il 3 agosto. Secondo le ultime stime presentate, l'epidemia si sta espandendo soprattutto in Europa orientale e in Asia centrale, una crescita mai registrata in nessun'altra parte del mondo.
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Un giudice russo assolve le molestie sessuali: Sono utili alla sopravvivenza della specie.

(Pinkblog) Questa è incredibile. Tanto da rasentare il ridicolo. Eppure è successa: in Russia un giudice ha assolto un uomo che era stato trascinato in tribunale da una sua dipendente che lo accusava di molestie sessuali sul luogo di lavoro. E fin qui niente di nuovo; accade ancora purtroppo.Sono le motivazioni alla base della sentenza a suscitare sdegno. Infatti non si tratta di mancanza di prove o qualcosa del genere. Il fatto è stato accertato e confermato ma esso non costituisce reato.

Le molestie sessuali sul luogo di lavoro non possono essere condannate perchè sono utili a garantire la sopravvivenza della razza umana

Avete letto bene. Non si può condannare lo quallido personaggio in questione, non perchè non abbia commesso il fatto, ma perchè il fatto in sè stesso non costituisce reato. Anzi, quasi quasi è da premiare, perchè contribuisce alla riproduzione della razza umana. Un benefattore insomma. Tra l’altro anche un benefattore gentiluomo: non è che sia saltato addosso alla donna intimandole di accoppiarsi selvaggiamente tra fascicoli e stampanti. Le avrebbe gentilmente fatto presente il suo desiderio di avere un rapporto sessuale completo con lei.

Ora, la verità certamente noi non la possiamo sapere. Magari Mister x si è semplicemente fatto avanti con la sua impiegata eccedendo forse in dettagli, o magari ha decisamente approfittato della situazione di vicinanza data dal lavorare insieme e specialmente dalla sua posizione di superiorità in quanto capo. Non lo sapremo mai. Ciò che invece è certo è che secondo questo togato dobbiamo tutti ringraziare le avances, non importa fatte da chi, come dove e quando. Senza l’intraprendenza del genere maschile saremmo tutti estinti da un pezzo…

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Pechino: l’abc del turista olimpico.

(Giacomo Amadori - Panorama) Nella centralissima via Wangfujing un giovanotto trascina per i capelli una ragazza elegante. Lei si dimena, lui la ammansisce con una scarica di pugni. La gente osserva senza reagire. Un italiano protesta, il bruto lo squadra: «È la mia fidanzata, non ti devi impicciare». Un vecchio chiosa: «È vero, la Cina è il primo paese nella classifica della violenza contro le donne, ma l’Italia è al secondo posto». Inutile domandare l’origine della statistica. Gli abitanti di Pechino amano le loro contraddizioni. Hanno 4 mila grattacieli e vicoletti fumanti di scorpioni fritti, una tangenziale lunga 300 chilometri e milioni di neopatentati che superano a destra, negozi scintillanti e strade coperte di sputi, bambini con i pantaloni squarciati per agevolare i bisogni e interminabili limousine blindate. Per questo chi atterra a Pechino per le Olimpiadi potrebbe sentirsi disorientato. Ecco un piccolo manuale di sopravvivenza.

Una città ai raggi X
Chi giunge all’aeroporto di Pechino capisce subito l’aria che tira. Già al nastro dei bagagli, i cani annusano i passeggeri alla ricerca di droghe ed esplosivi. In città i metal detector sono ovunque, soprattutto in stadi, metropolitane, sottopassaggi e intorno a piazza Tienanmen. Conviene armarsi di pazienza: macchine fotografiche e telecamere mandano in tilt i funzionari. Un bodyguard ha usato il cellulare del cronista per verificare che non fosse una bomba.
Smog e libellule
Il cielo sopra Pechino, a causa dell’inquinamento, è un’indistinta gelatina grigia. Ma per respirare, almeno durante le Olimpiadi, non serve la mascherina. Il governo, quando occorre, spara missili con ioduri d’argento tra le nuvole e rinfresca l’aria con la pioggia. Qualche volta si scorge il sole. Nelle aree verdi c’è un assordante frinire di cicale e in piazza Tienanmen è facile avvistare le libellule.
Bagarini cinesi
Nonostante i biglietti siano ufficialmente esauriti, sono annunciati moltissimi bagarini. Un segnale: venerdì scorso sono stati messi in vendita gli ultimi 250 mila tagliandi, a prezzi ultrapopolari (alcuni a meno di 3 euro): in coda c’erano circa 200 persone che hanno rifatto la fila decine di volte.
Inglese
L’inglese qui non lo parla quasi nessuno. Gli organizzatori hanno bardato con fasce o magliette migliaia di «volunteer», ma gli anglofoni sono pochissimi. Portatevi un vocabolarietto di cinese e mostrate le parole. Per gli acquisti, no problem: i prezzi esposti sono in cifre arabe e i commessi trascrivono i conti su foglietti e calcolatrici. Al Silk market, paradiso della contraffazione, chi non ama essere toccato non entri. Diverse trattative si sono concluse con lanci di oggetti.
E per cena…
A Pechino si può mangiare di tutto, cane compreso, anche se in pochi sanno dove si cucini. Per chi volesse provare, la pronuncia è: gou rou wang. Chi vive in città da anni giura che per le Olimpiadi sono spariti i venditori ambulanti di spiedini, scorpioni e zuppe varie. In un vicoletto dietro a Tienanmen un passerotto legato a un filo annuncia una piccola osteria. All’interno, in una saletta piena di mozziconi, una signora scorbutica serve ottimi ravioli e fagottini di carne. Un pasto completo costa un euro e mezzo. In un negozio di dolciumi una commessa consiglia «cuori d’anatra da sgranocchiare con la birra». Buon appetito.

Mao sul fermacravatta
Il regime comunista nella Pechino olimpica è quasi invisibile. L’unico assaggio di socialismo reale lo offre internet, dove la censura colpisce ancora. Per esempio Panorama non è riuscito ad accedere ai siti che inneggiano al Tibet libero, ai video su Youtube sulla repressione della rivolta studentesca del 1989 e all’agenzia di stampa collegata al Vaticano, Asianews. Tra i pochi segni evidenti del passato che non passa sopravvivono il ritratto di Mao Zedong in piazza Tienanmen, alcuni esempi di architettura socialista e l’infinità di bandiere rosse della Repubblica popolare che sventolano ovunque (dai taxi alle biciclette). I più nostalgici possono visitare il mausoleo di Mao (chiude tutti i giorni a mezzogiorno), dove un vessillo con falce e martello copre la mummia del Grande timoniere. In fila quasi solo cinesi con mazzi di fiori. Prima di uscire si attraversa un bazar di paccottiglie dove si possono acquistare ritratti e busti (da 36 a 50 euro), ciondoli a cuore, orologi, ma anche fermacravatte con la testa di Mao (18 euro).

Religione
Si dice che i rapporti della diocesi con il governo dopo l’arrivo del vescovo Li-Shan, nominato dall’Associazione cattolica patriottica con il consenso del Vaticano, siano migliorati. Eppure per pregare i cattolici cinesi devono rispettare orari da cercatori di funghi. Nella Cattedrale meridionale, la chiesa più importante della città, le messe in lingua locale e in latino sono celebrate dalle 6 alle 8. La domenica due funzioni in inglese, alle 10.30 e alle 16. Nell’East church di Wangfujing, l’ultima messa è alle 8 del mattino. Numerosi volontari in maglia gialla (che si dichiarano cattolici) accolgono i turisti nelle chiese. Un’addetta particolarmente espansiva chiede di fotografare il cronista. Sa tanto di foto segnaletica. Le guide maneggiano una specie di glossario minimo del bravo fedele, in inglese e cinese. Si va da «God», Dio, a Jesus Christ, a «Mary, mother of God», Maria, madre di Dio. Di Papa Benedetto XVI nessuna traccia. Nelle brochure che vengono consegnate ai visitatori a Saint Joseph si legge: «Fortunatamente la chiesa è sopravvissuta alla turbolenza della Grande rivoluzione culturale». Un grazioso eufemismo. Non mancano i banchetti di souvenir: una croce da appendere al collo costa 1 euro, una copia del Nuovo testamento 3. Stesso clima «normalizzato» nel tempio dei Lama. All’ingresso, mezza dozzina di negozi di incensi e nessuna bandiera cinese (solo qualche libretto rosso un po’ nascosto). Anche qui una lapide seppellisce per sempre il terrore comunista: «Il tempio è sopravvissuto ai dieci anni di turbolenza della Rivoluzione culturale grazie al premier Zhou Enlai». Nonostante i progressi, nella libreria non c’è notizia del Dalai Lama.

Karaoke e discoteche
Il vero pericolo per i turisti è finire nella via dei karaoke bar, a San Li Tue. Fuori migliaia di lucine natalizie illuminano gli alberi, dentro ragazze stonate assordano vichinghi straniti. Molto meglio i locali intorno allo Stadio dei lavoratori, discoteche alla moda come Babyface, Cocobanana, Angel o Cargo. Per il popolo gay c’è il Destination: porta d’acciaio smaltato perennemente chiusa. All’interno, però, c’è vita. I parcheggi della zona sembrano autosaloni di lusso, i dj diffondono musica occidentale, dal R&B all’hip-hop. Un cocktail costa meno di 5 euro. Sui tavoli dei privé quasi ovunque caraffe di tè verde, bottiglie di whisky e scatole di dadi, il gioco più in voga nelle notti pechinesi. La droga non manca. «Con le Olimpiadi sono aumentati i controlli» assicura Jon, ventenne basco, da due anni a Pechino, «ma qui si sballa di più che in Occidente e a prezzi migliori».

Sesso
Comprare sesso a Pechino è facilissimo. Già sulla turistica San Li Tue gli stranieri vengono avvicinati da giovanotti che promettono «ladies in hotel». Obbligatorio per chi ama un ambiente un po’ rétro visitare il Club Suzie Wong, ispirato all’omonima prostituta cinematografica. Ragazze sveglie agganciano i turisti. Basta un sorriso o un brindisi. Jennie, vestito di raso verde e tratti mongoli, si offre con un’amica per 200 euro, anche a domicilio. Al Babyface, locale più sofisticato, una «studentessa» del Sud abborda gli stranieri al bar: «Di dove sei?». Dopo mezz’ora insieme dice di essere stanca: «Vuoi venire a casa mia?». Il turista si sente un Casanova. Lei estrae il cellulare e digita il prezzo: «150 euro».
Per gli amanti dei massaggi «particolari» (la città pullula di centri di questo tipo e di barberie a luci rosse) non mancano le spa di lusso. Soprattutto quelle di Dongzhimen. Per i più pigri, servizi a domicilio, con «www.playboymassage.com»: una ventina di bellezze locali in vetrina virtuale, disponibili a circa 80 euro, taxi compreso.

Sì, viaggiare
L’esperienza più formativa a Pechino è il rapporto con i tassisti. Adorano l’aglio, spesso sfoggiano unghie lunghissime e non parlano inglese.
«Abbiamo un numero verde per le traduzioni in tutte le lingue» assicura Fen Xi Chuan, quarantenne robusto. Probabilmente lo trovano sempre occupato. Chi mostra un indirizzo in cinese, si trova spesso davanti uno sguardo interrogativo. Anche perché molti sono analfabeti e la città è sterminata.
Qualcuno arruola come navigatore un passante. Se si arriva a destinazione i prezzi sono popolari (circa 5 euro per quaranta minuti di viaggio) e il tassametro è sempre acceso.
Chi non ama l’avventura può optare per autobus e metropolitana, resi efficienti per le Olimpiadi. Non resta che partire. E incrociare le dita.
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La lapdancer sul tram 19? Sorpresa: era un trans.

trans sul tram 19(02blog) Ora, con tutto il buon cuore, almeno un esame alla vista - e di giornalismo a chi ha riportato la notizia abboccando ad una storia troppo bella per essere vera - lo farei al conducente dell’ATM che aveva giurato su una pila di Bibbie che fosse una ragazza quantomeno “procace”, quella che si era esibita a bordo del mezzo pubblico salendo alla fermata di viale Certosa.

Sorpresa: era un trans. Venezuelano. Tutta una bufala quindi, come era abbastanza lecito sospettare fin dall’inizio, con un epilogo che sfiora il surreale, come ci aveva fatto notare già ieri nei commenti Italiano Medio:

il trans una volta sceso dal tram (e dopo aver mimato la lap dance anche attorno al palo della fermata) è stato fermato da due vigili che, notato il suo abbigliamento quasi inesistente, gli hanno chiesto le generalità (…) toltosi le scarpe con i tacchi alti, ha tentato la fuga. Raggiunto, ha aggredito gli agenti, procurando loro lesioni con prognosi di 7 e 8 giorni. Accompagnato presso gli uffici del Servizio Radio mobile il trans, visibilmente alterato dall’alcol, è stato tratto in arresto per atti osceni, rifiuto delle generalità e aggressione a pubblico ufficiale

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Elezioni Usa. Presidente Obama, forse.

(Cristhian Rocca - Il Foglio) In teoria non ci dovrebbe essere partita, Barack Obama vincerà le elezioni del 4 novembre e il 20 gennaio a mezzogiorno in punto sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti. In realtà non è affatto così, malgrado l’entusiasmo e la passione e una campagna elettorale perfetta contro un avversario repubblicano in preda al panico, confuso e odiato da buona parte della sua stessa base elettorale. Non si era mai vista una situazione così favorevole per un esponente del Partito democratico, a meno di tre mesi dal voto. Forse solo nel 2000, quando Al Gore, da vicepresidente in carica ed erede degli anni dell’abbondanza clintoniana, si era trovato ad affrontare l’impacciato figlio dell’ex presidente Bush. Eppure, in quella favorevolissima occasione, il democratico Gore ha perso, sia pure di un soffio, in modo contestato e con una leggera prevalenza di voti popolari.
Per Obama sembra più facile. E’ vero che l’America è una nazione conservatrice (delle sue ampie libertà costituzionali), al punto che dal 1968 ha aperto le porte della Casa Bianca soltanto a due democratici, e in entrambi i casi in circostanze eccezionali. Questa volta la fisiologica fatica del doppio mandato pesa sui repubblicani e il presidente uscente è ai minimi storici di gradimento. C’è poi la percezione di una crisi economica e finanziaria, l’inaudito costo della benzina in un paese che si muove su strada e i numerosi fallimenti gestionali dell’Amministrazione, dall’uragano Katrina alla crisi dei mutui. Più controverso appare il ruolo che giocherà nelle urne la guerra al terrorismo, visto che secondo alcuni analisti premia il candidato che si era opposto all’intervento in Iraq (Obama), mentre secondo altre rilevazioni finirà per favorire il più esperto e affidabile sulle questioni di sicurezza nazionale, nonché il candidato che è stato capace di suggerire la strategia giusta per ribaltare la situazione a Baghdad (McCain).
A favore delle probabilità di una vittoria di Obama ci sono anche le sue straordinarie qualità politiche, la capacità di farsi rispettare tipica del politico navigato di Chicago e una buona dose di fortuna mista a coraggio (tanto che in diretta televisiva ha preso un pallone, tirato e fatto canestro da tre punti). Poi ci sono i soldi, che Obama raccoglie in quantità industriali: a oggi quasi 350 milioni di dollari, provenienti non soltanto dai piccoli contribuenti, come recita la propaganda obamiana, ma anche da grandi donatori e big corporation, come ha svelato ieri mattina in prima pagina il New York Times.

Le insidie del referendum sulla persona
A facilitare ulteriormente la partita per il senatore di Chicago ci pensa la stampa, entusiasta come non mai per un candidato così fenomenale ed elettrizzante. Eppure, nonostante questa mirabolante esposizione mediatica, i numeri di Obama non accennano a migliorare, McCain gli sta sempre addosso e in alcuni casi addirittura lo supera. La gara per la Casa Bianca, insomma, è apertissima. Obama è certamente messo meglio di McCain, perché è competitivo nei soliti stati in bilico, ma anche in tradizionali roccaforti repubblicane. McCain, invece, sembra avere chance di conquistare stati “democratici” soltanto in New Hampshire e Michigan. Il vento soffia alle spalle di Obama ma la gara è un referendum sulla sua persona, probabilmente l’unico modo capace di fargli perdere le elezioni. Questo spiega il mancato balzo dei suoi numeri che, peraltro, non hanno mai raggiunto il 50 per cento. Gli ultimi dati Zogby segnalano anche un imprevisto crollo del sostegno fra i giovani e le donne. C’è chi sostiene che il colore della sua pelle, sfruttato dai Clinton alle primarie, sia un fattore decisivo. Altri credono che a spaventare sia il suo passato troppo di sinistra, la sua giovane età, la disinvoltura con cui cambia posizione o l’istinto elitario che ogni tanto affiora, ma anche la presunzione che lo porta ad atteggiarsi già a capo di stato, se non a messia e salvatore del mondo. Secondo David Brooks del New York Times, Obama è difficile da etichettare, non fa parte pienamente di nessun club, è sempre alla ricerca di una propria identità, è un leader caldo e idealista, ma anche freddo e calcolatore. Non si sa bene chi sia, insomma. E malgrado il clima favorevole, sembra che per ora l’America abbia deciso di restare cauta a guardare.

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Muore in Costa Smeralda il tronista Antonello Zara.

(La nuova Sardegna) Incidente mortale all'alba in Costa Smeralda: la vittima è Antonello Zara, un turista veronese di 31 anni. Secondo le prime ricostruzioni, una Mercedes guidata da un ventenne di Monza, nelle curve di Cala Faro, vicino a Porto Cervo, avrebbe invaso la corsia opposta, andando così a sbattere allo scooter Honda guidato da Zara. Soccorso dai volontari del 118, il motociclista è morto in ambulanza mentre veniva trasportato in ospedale.

Ex tronista di "Uomini e donne", la trasmissione televisiva condotta da Maria De Filippi, Antonello Zara si era definito l'anti-Costantino. Insieme con Valentina Gioia, sua precedente scelta nel programma di Maria De Filippi, Zara ha partecipato anche al mini-reality "Volere o Volare".

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Alunna all'alba, prostituta al tramonto. 'Vi racconto i miei tre anni a Berlino'.

(Affari italiani) Ha lavorato duro per pagarsi gli studi. Lo ha fatto per ben tre anni. A Berlino. Ogni sera. Pagando puntualmente le tasse. La sua storia sarebbe sostanzialmente comune, non foss'altro per il lavoro in questione: la prostituta. In un night club, per la precisione. Così oggi, con 25 anni e due figli sulle spalle, Sonia Rossi, giovane studentessa italiana, racconta in un libro i suoi anni a Berlino divisa tra l'università e il bordello. 'Fucking Berlin' (Fottendo Berlino) il titolo piuttosto eloquente dell'opera, edita da Ullstein (265 pagine, 8,95 euro).

Sonia scrive del suo arrivo nella capitale tedesca all'età di 20 anni, per iscriversi alla facoltà matematica dell'Università Humbolt. Quindi il primo lavoro come cameriera in un ristorante. Accenna alla scarsezza dei soldi che le davano, sufficienti a mala pena per pagarsi l'affitto. "Odiavo essere perennemente al verde - spiega - Da bambina non mi mancava niente, non sono abituata a risparmiare". Così inizia la sua doppia vita, prima come spogliarellista online, poi come massaggiatrice in un centro estetico e infine come prostituta part-time in un bordello.

Un lavoro che ha condotto per tre anni, e che le ha permesso di guadagnare bene, consentendole una vita diurna da studentessa universitaria. "Questo è un lavoro molto lucrativo per qualsiasi donna capace di superare le proprie inibizioni" spiega la ragazza. Che ora, finalmente, vede realizzato il sogno della sua vita: quale? Diventare una scrittrice, ovvio.

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Nudismo. Manerba, visita alla spiaggia "a luci rosse".

I blog naturisti: operazione Controriforma. I nudisti scoraggiati dai controlli dei vigili: 12 denunce a inizio luglio, altre 7 a fine mese per atti contrari alla pubblica decenza.

(Luca Angelini - Il Corriere della Sera) MANERBA DEL GARDA (Brescia) — Quattro euro per l'intera domenica. Coi prezzi che girano da queste parti, lasciare l'auto nell'unico parcheggio dei dintorni è, tutto sommato, un affare. Soprattutto se, come dicono, in quello spiazzo verde davanti al bar puoi posteggiare anche le inibizioni. Da lì alla spiaggia, però, manca ancora un quarto d'ora buono a piedi, giù per sentieri ripidi e pieni di rocce, buche e radici che sporgono. Un percorso a prova di pigri vacanzieri in infradito o zoccolo alto. Insomma, chi va alla spiaggia della Rocca di Manerba, giusto dentro il parco naturale, un buon motivo deve averlo. D'accordo, il Garda, qui, è bello come forse da nessun'altra parte. Ma il motivo non dev'essere quello.

Perché, a dar retta alle cronache, in quest'angolo di paradiso
s'è installata da anni una succursale di girone infernale. Ramo lussuriosi. Dodici denunce a inizio luglio. Altre sette a fine mese. Il reato? Sempre quello: atti contrari alla pubblica decenza. Gay, nudisti, scambisti, guardoni, esibizionisti. S'è scritto di tutto, sugli habitué della Rocca. In spiaggia, una conferma e una sorpresa: ci sono meno donne che a un'assemblea di camionisti, ma i bagnanti sono praticamente tutti vestiti. «Tessili», come i nudisti bollano quelli del costume da bagno. L'inatteso revival della pudicizia non è casuale. Ogni weekend, confusi fra gli altri, ci sono bagnanti un po' speciali.


Una settimana i carabinieri, l'altra i vigili urbani. Come stavolta. I controlli sono molto discreti, ma efficaci. Alla fine, il bilancio è di sei nudisti denunciati (tutti italiani), uno anche per resistenza e false generalità: dopo aver dato un nome fasullo, ha pure tentato la fuga. «Ma in effetti — ammette il comandante Gianfranco Rossi — rispetto agli anni scorsi e a inizio stagione, la situazione è nettamente migliorata». Insomma, che sia uno sforzo per rendere spiaggia e parco «frequentabili anche dalle famiglie», come dice il comandante, o una «campagna da Controriforma per infilare i mutandoni di lana nell'unico chilometro di costa naturista sul più grande lago italiano», come accusa un blog nudista, qui quasi tutti sembrano essersene fatti una ragione.

Così, niente approcci hard, strusciamenti o baci appassionati. Il massimo della trasgressione sembra il vicendevole cospargersi di crema solare. Almeno finché un tizio sui cinquanta, in bermuda bianchi, fa capolino dal boschetto, nota una delle poche donne al sole e decide che luogo e momento sono propizi per un estemporaneo omaggio ad Onan. Pochi secondi, poi richiude la patta e si eclissa fra le frasche. Chissà, magari è solo un «nostalgico» dei tempi che furono. E fazzoletti e preservativi negli anfratti del boschetto? Anche quelli retaggio del passato? Di certo la foga non è una buona scusa per scordarsi che questa è un'area protetta. Comunque, più che scene stile Giornate di Sodoma di Pasolini, qui abbondano i quadretti da libro di Liala. Al massimo da novella di Boccaccio. Fosse ancora al mondo, magari Pasolini direbbe che sono più osceni certi residence e villette che violentano altre spiagge del lago. Seguaci di Onan a parte, verrebbe quasi da dargli ragione.

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L'orgoglio gay è sbarcato a Taranto creando polemiche.

L’orgoglio gay sbarca a Taranto.
(Fabio Mancini - Tarantosera) Drug Queen con paillette, lustrini e boa piumati. Sono questi i particolari che balzano agli occhi nella “Serata Gay” dello Shamadà. Ogni giovedì sera i giovani pugliesi (il 70% viene da Bari) s’incontrano per dar sfogo all’orgoglio gay. “Non è pubblicizzata da nessuno – ci racconta una giovane lesbica – è solo per noi”. Due Drug Queen si esibiscono sul palco con abiti scintillanti. Intorno a loro un centinaio di ragazzi ballano, bevono e si divertono. Lontano da occhi indiscreti, lontano da sguardi inquisitori, di gente un po’ troppo antiquata. C’è “Pupa” (nella foto), seconda classificata al concorso Miss Drug Queen Puglia, che canta una canzone della Carrà. Chi si aspettava di trovare uomini con maglie retinate e berretti di pelle nera che ballano al ritmo dei Village People, rimane deluso. Gli stereotipi che purtroppo ancora avvolgono il mondo dei gay non sembrano ancora essersi smagnetizzati del tutto. Sorpresa sui volti dei tre ragazzi sulla soglia dell’ingresso, quando vedono arrivare una coppia etero. Qualche attimo d’esitazione e poi lasciano passare (senza nemmeno far pagare il biglietto d’ingresso). All’interno l’angolo bar è affollato. Cocktail a sei euro giusto per far scaldare un po’ l’atmosfera. Poi tutti in pista sino a notte fonda.
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Noi gay ci siamo sentiti offesi.
(Tarantosera) Gentile direttore, Buongiorno. Sono l’organizzatore della serata gay al Sonar o Shamadà! Mi sembra che quello che avete scritto sul vostro giornale sia semplice spazzatura, non potete definire “ serata a luci rosse “un educato e raffinato party gay legale e senza eccessi e la “ lap dance “ vista dai vostri inviati è semplice frutto della loro fantasia perversa. Durante le mie serate si esibiscono drag queen pluripremiate e non spogliarelliste sexy, mi auguro che vi mettiate una mano sulla coscienza e vi vergogniate almeno un pò per aver mortificato e offeso una categoria che ha già molti problemi in una città schifosa come questa. Se cercavate uno scoop avete solo ferito gente che già è costretta a subire tutti i giorni grazie a gente come voi. Aspettiamo le vostre scuse e magari i nomi delle persone che vi hanno chiesto di infangare il Sonar ! Con enorme tristezza vi saluto.
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Gentile amico, ho riletto con attenzione l’articolo a cui lei fa riferimento e mi sono convinto che lei non abbia neanche aperto il nostro giornale. Nell’articolo in cui riferiamo della serata gay organizzata nel locale tarantino non vi è alcun accenno a lap dance e spogliarelli. Viceversa si parla di questi spettacoli nella pagina affianco dove si riferisce di quanto avviene nei night abitualmente frequentati da uomini eterosessuali. Non comprendiamo la sua reazione e rivendichiamo l’attenzione che abbiamo dedicato a quella serata che rappresenta un aspetto di quanto avviene in questa città che, a differenza di quanto dice lei, non fa così schifo. Nessun pregiudizio, quindi, o mancanza di rispetto nei confronti dei gay o del locale. Mi permetto di aggiungere che a volte il vittimismo è dannoso almeno quanto il pregiudizio. Perché come quello trova ispirazione nel vedere le diversità come difetti.

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Vacanze di lavoro... "Berlusconi e la Carfagna verranno a Palinuro per verificare il ciclo della differenziata".

Il premier è atteso nei prossimi giorni nella cittadina. Il sindaco Romano Speranza: ll presidente del Consiglio mi ha promesso che verificherà i passi avanti sulla differenziata.

(Il Corriere del Mezzogiorno) Vacanza (probabile) a Palinuro per il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma non solo. Nel comune cilentano, insieme al premier, potrebbe arrivare anche il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. L’ipotesi è suffragata dalle parole del sindaco della nota località balneare della costiera cilentana. «Il presidente Berlusconi - ha spiegato il primo cittadino di Centola-Palinuro, Romano Speranza - mi ha promesso che nei prossimi giorni sarà a Palinuro per verificare di persona gli sforzi dell’amministrazione sulla raccolta differenziata».

Una visita istituzionale, dunque, per fare il punto della situazione sull'emergenza, ma che potrebbe anche assumere i toni di un piaceviole soggiorno. La promessa, anticipata da un articolo del quotidiano «La Città» di Salerno, sarebbe stata strappata al presidente del Consiglio venerdì scorso durante la visita a Napoli, in occasione dell’incontro di Berlusconi con i sindaci campani.

In quella circostanza
Speranza sarebbe intervenuto per sottolineare l’impegno dei cittadini e dell'amministrazione di Palinuro per incrementare la raccolta differenziata. «L’ho invitato a verificare di persona i progressi fatti negli ultimi mesi - prosegue Speranza - e lui mi ha promesso che avrebbe trascorso qualche giorno da noi». Speranza ha anche annunciato che insieme a Silvio Berlusconi potrebbe giungere il ministro Mara Carfagna. «È una salernitana doc. Saremmo molto onorati di ospitarla per tutto il tempo che vuole».

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Al viado che ha permesso di arrestare gli assassini del trans di Milano è stato concessa la cittadinanza.

(da Affari italiani) Avrà il permesso di soggiorno ai fini di giustizia e con questo cercherà di trovare un lavoro "normale" il trans 'Paola' che ha denunciato la scomparsa dell'amico Gustavo Rangel Brandau trovato ucciso nella notte tra il 5 e il 6 agosto. Lo spiega il suo legale, l'avvocato Debora Piazza, precisando che, secondo quanto le è stato riferito dalle autorità, il permesso sarà formalmente rilasciato il prossimo 8 settembre e varrà per tre mesi eventualmente prorogabili.

"Ha paura, è terrorizzata - spiega Piazza -. Non vuole uscire di casa perché anche lei ha rischiato la vita quella sera. È stata lei ad essere afferrata per i capelli dai due malviventi che cercavano di caricarla a forza in auto. Si è salvata, perché in effetti ha una mole più imponente dell'amica, che purtroppo non ce l'ha fatta".

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Sgarbi è nudo. Quando il critico diventa opera d'arte.

(Luca Vaglio - Affari italiani) Vittorio Sgarbi paparazzato in Sardegna mentre parla al telefono sul balcone di un hotel, così come mamma l'ha fatto. Lui ad Affari giura: "Non me ne sono accorto, è uno scoop, una foto rubata". Ma subito dopo precisa: "Io rappresento l'uomo che dice la verità e la verità è nuda. La polemica che ho fatto con quelli di Palazzo Chigi sull'allegoria di Tiepolo è in questo filone. La verità è nuda. Se pure io sono nudo, non c'è problema".

I più ricorderanno che il critico d'arte, quando ancora era assessore alla Cultura a Milano, aveva organizzato una mostra sull'arte gay, dove il nudo imperava, foriera di tante polemiche da essere annullata dal sindaco Letizia Moratti. E a chiudere la vicenda ci fu l'abbandono da parte di Sgarbi, ora sindaco di Salemi, della carica di assessore. Ora, se vogliamo, come protagonista (involontario?) della paparazzata Vittorio Sgarbi mette in pratica alcune delle trasgressioni che la Moratti gli aveva vietato. E in qualche modo si serve del suo corpo come se fosse un'opera d'arte. Il massimo per un critico d'arte, per un provocatore, per un disadattato di lusso... Complimenti.

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Musica. Fattore Giusy.

(Sky tg24) Da cinque settimane guida la classifica italiana degli album più venduti, e la sua canzone "Non ti scordar mai di me" è la più scaricata online. Giusy Ferreri, che dalle corsie di un supermercato ha scalato le vette delle chart musicali e si prepara a mettere in commercio il suo nuovo album di inediti.
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