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venerdì 22 febbraio 2008

Elezioni. Aida Yespica aggiusta il tiro, con Berlusconi no ma se Veltroni me lo chiedesse a lui direi di si.

"Se dovessi scegliere mi candiderei per Veltroni, con Berlusconi andrei su un'isola deserta. Non mi candido perche' non sono cittadina italiana, non parlo bene l'italiano e in piu' di politica ne so ben poco". Lo ha detto la showgirl Aida Yespica ai microfoni dell'"Alfonso Signorini Show", in onda dal lunedi' al venerdi' dalle 9.00 alle 10.00 su Radio Monte Carlo.

La dichiarazione della show-girl fa seguito alla notizia apparsa nei giorni scorsi circa la proposta fatta pervenire alla Yespica da qualche persona vicina al cavaliere.

Notizia che ovviamente suscitò polemiche ed anche giudizi particolarmente caustiche da parte dell'ex presidente della repubblica Francesco Cossiga.

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Lettera a Rutelli scritta con il cuore. Caro Francesco, sono lesbica e non mi convinci...

(Cristiana Alicata) Chi ti scrive è lesbica, fa parte del tuo partito e tutte le volte che ti sei candidato a sindaco di Roma, ti ha votato.

Sei arrivato a Roma, quasi venti anni fa, giovane e con una forte coscienza ambientalista. Il 7 luglio del 2000 revocavi il patrocinio alla più grande manifestazione per i diritti delle persone omosessuali e transessuali che la storia italiana ricordi. Lo stesso giorno, Walter Veltroni sfilava con noi.

Quel giorno, caro Francesco, la comunità gay più grande d’Italia, quella romana, interrompeva con il proprio sindaco, tu, un rapporto bello, sereno, di reciproco rispetto.

Oggi, più vecchio (consentimelo) e meno laico ti ripresenti a Roma. Sei diverso tu, è diversa la città. Nelle precedenti tornate elettorali in cui tu e Walter vi siete presentati alla città, Roma ha premiato una coalizione che oltre ad avere una forte ambizione programmatica e votata al cambiamento (avete rivoltato Roma come un pedalino come si dice a Roma e lo dico in senso buono) era una coalizione che aveva nelle sue corde la rappresentatività della città in tutte le sue diverse anime.

Roma vantava un’integrazione razziale che solo oggi ha cominciato a scricchiolare a differenza di altre città, accoglieva decine di migliaia di studenti fuori sede da tutto il sud, abbracciava San Pietro nella storica ospitalità alla Chiesa Cattolica e cresceva materna una forte comunità gay che in questi venti anni dalle feste e dal buio, dall’amato Pasolini, è riuscita ad uscire allo scoperto, ha messo su famiglia, ha comprato case, ha messo radici, ha animato luoghi. Insomma, Roma, era davvero la Capitale d’Italia, tenera e aperta, tollerante e spirituale.

Non ti nascondo che oggi, la comunità gay e transessuale e non solo, guarda con perplessità alla tua candidatura, dopo averti amato come sindaco. E’ necessario, Francesco, che tu dialoghi con questa comunità ferita e vilipesa, che ha visto tradita l’aspirazione al Registro delle Unioni Civili, che legge sui muri sempre più scritte omofobe e che, in ultimo, in questi giorni ha visto bruciare uno dei locali di ritrovo più frequentati, il Coming Out. Vedi, Francesco, come ho scritto anche al nostro caro Walter, le parole di persone come te e lui, sulla questione omosessuale hanno un peso incredibile. A volte anche il silenzio lo ha.

Il riconoscimento, anche da parte di un comune come quello di Roma (non mi dire che è una questione da risolvere in parlamento) ha importanza per mettere dei paletti contro il dilagare dell’omofobia. Dire che le famiglie sono la priorità, come hai detto in questi anni, come se noi non fossimo famiglie, ha contribuito a creare contrapposizione tra famiglie eterosessuali e omosessuali, come se il fatto che io possa lasciare la mia casa, le mie cose alla mia compagna senza dovere discutere di legittima ( e non vado oltre a raccontarti tutte le cose che NON posso fare per lei), tolga qualcosa ai miei vicini di casa eterosessuali.

Francesco, è necessario organizzare un incontro sulla laicità della città di Roma, è necessario che ti riabbracci con i rappresentati della comunità GLBT romana, attraverso la promessa che sarai anche il nostro sindaco supportando iniziative che ostacolino l’omofobia nelle scuole e per le strade, impegnandoti ad inserire ufficialmente nella giornata e nei viaggi della memoria anche la memoria dell’olocausto omosessuale, e garantendo fin d’ora il patrocinio e la tua presenza (pensa lo ha fatto anche Giuliani a New York!) ai GayPride che si svolgeranno a Roma. Sappi che ad oggi il voto omosessuale alla tua carica di sindaco non è scontato. Dacci la possibilità di fare campagna elettorale per te.

Cristiana Alicata.

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Venezia. Turista inglese morto per un equivoco? Si autoaccusa un uomo "Praticamente l'ho ucciso io".

"Praticamente l'ho ucciso io". E' una delle frasi finali della lettera anonima giunta stamattina alla sede Rai del Veneto in cui un 'veneziano di 34 anni' si autoaccusa della morte del turista inglese Richard John Raynor, 23enne, scomparso nella notte di San Valentino e trovato domenica scorsa vicino al ponte della liberta' che collega Venezia alla terraferma.

(Agi) La missiva, ora al vaglio della polizia che vuole verificare che non si tratti del gesto di in mitomane, porta anche un titolo: "La verita' sulla scomparsa di Richard Raynor". Alla base del gesto, secondo il mittente, che afferma di aver agito "per legittima difesa", il suo tentativo di aiutare il ragazzo, che pero', ubriaco, lo avrebbe spinto, insultato e gli avrebbe anche sputato addosso. "Io sottoscritto, veneziano di 34 anni, ho deciso di raccontare la verita' sulla tragedia di quella notte di San Valentino - si legge -. Stavo tornando in macchina da Mestre quando ho visto a meta' circa del ponte della Liberta' una figura che mi ha colpito molto: camminava in modo strano per cui ho capito che era ubriaco, gridava frasi senza senso e capivo che si era perso. Sentivo che parlava inglese. Io non parlo bene l'inglese ma mi faccio capire. Ho fermato la macchina e mi sono avvicinato cercando di aiutarlo. Mi ha mostrato il suo cellulare con il messaggio 'I'm in the middle of nothing' ('sono nel mezzo del nulla', il messaggio che come hanno riportato i media Raynor aveva spedito alla sua ragazza, ndr).

Era disperato perche' si era perso a Venezia, la sua girlfriend lo aveva lasciato a piazzale Roma e non sapeva come tornare in albergo. Mi ha mostrato il portafogli con le chiavi e l'indirizzo dell'albergo. Io gli ho detto:' ti porto con la mia macchina perche' so dov'e''".

"Lui all'inizio era contento e spintonava per la gioia - prosegue l'anonimo - gli ho detto di calmarsi ma lui mi ha buttato per terra cominciando a sputarmi e dire strage (imprecare, ndr) della sua girlfriend e del mondo intero e mi ha anche dato un calcio. Poi e' salito sul parapetto del ponte continuando a insultarmi, dicendo che ero gay e indicava i suoi genitali. Io ho perso la testa e l'ho spinto violentemente. Lui e' caduto in acqua. Spaventato sono scappato poi quando ho sentito il telegiornale ho avuto il rimorso perche' praticamente l'ho ucciso io".

"Non voglio giustificarmi per il delitto ma sappiate che ho agito per legittima difesa - conclude la lettera - e ho sentito il bisogno di vuotare il sacco".

Richard Rayor era giunto a Venezia il 13 febbraio per festeggiare San Valentino con la sua ragazza, Katye Robinson, 22 anni. Secondo il racconto di quest'ultima avevano cenato nella zona dei Tre Ponti, poi avevano continuato la serata in Campo Santa Margherita. Verso mezzanotte, a piazzale Roma, avrebbero litigato perche' lei voleva tornare in albergo a Mestre mentre lui, ubriaco, voleva continuare a stare fuori.

Perso l'autobus, lei ha preso un taxi perdendolo di vista.

L'allarme era scattato la mattina dopo che a Venezia e' giunto il padre del ragazzo, William Hugh, che aveva infisso vari cartelli che segnalavano la scomparsa del figlio, mentre Katye era tornata a Doncaster con un volo gia' prenotato per il giorno 15: l'aspettava un bambino piccolo avuto da una precedente relazione. Dopo che il portafogli e il cellulare di Richard erano stati ritrovati, domenica era riaffiorato dalle acque anche il cadavere del giovane.

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In Senegal la folla lincia due presunti omosessuali.

Un africano di 17 e 18 anni ed un anziano europeo. Queste sarebbero le vittime di un linciaggio contro due presunti omosessuali da parte della folla inferocita che li aveva visti ''baciarsi e toccarsi il culo''. Lo riporta un testimone oculare al sito francese Tetu.com che lo pubblica in un articolo firmato da Habibou Bangré. I fatti sarebbero accaduti il 14 febbraio scorso a Kaolack, nell'ovest del Paese. Il testimone oculare della vicenda, che ha chiamato la Polizia dal suo ufficio dopo avere assistitito inorridito al linciaggio, afferma di non sapere che cosa sia stato dei due presunti omosessuali anche se ''si dice che siano morti per le ferite riportate''. La Polizia, arrivata sul luogo una mezz'ora dopo l'allarme, avrebbe arrestato alcuni dei partecipanti al linciaggio.

Questo è il naturale risultato di una serie di atti discriminatori recentemente messi in atto dalla polizia senegalese, che è intervenuta ad una sorta di "matrimonio gay" arrestando una serie di "invitati" costretta poi a fare marcia indietro ed a rilasciarli.

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Consiglio d'Europa dice si alla convenzione per adozione di bambini anche a conviventi, single e gay. Centrodestra compatto dice no.

In convenzione che sarà approvata a maggio dal Consiglio d'Europa.
(Apcom) - Coppie eterosessuali non sposate ma conviventi, purchè registrate civilmente come unione di fatto, single, coppie omosessuali. La nuova Convenzione europea sull'adozione dei minori potrebbe segnare una svolta per quanti vogliono adottare dei bambini e non sono regolarmente sposati. La convenzione, alla quale si è iniziato a lavorare nel 2002, si differenzia dalla legge del 1967, attualmente in vigore, soprattutto per quanto riguarda i diritti dei single e delle coppie eterosessuali conviventi. Mentre per la convenzione del 1967, infatti, la possibilità di adottare dei bambini era riservata esclusivamente alle coppie eterosessuali sposate, il nuovo documento, che dovrebbe essere firmato dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa nella prossima riunione del 5-6 maggio, estende il diritto di adozione anche alle coppie eterosessuali non sposate e ai single, e apre le porte all'adozione da parte delle coppie gay.

Il documento, spiegano fonti interne al Consiglio d'Europa, offre ai singoli Stati tutte le possibilità, lasciando però loro anche la libertà di non aderire integralmente alle linee guida: sulla possibilità di dare il diritto di adozione anche ai single e alle coppie conviventi, infatti, il singolo Stato può 'riservarsi', decidendo di ratificare la Convenzione non nella sua interezza, ma con la riserva su una di queste due opzioni o su entrambe.

Qualora, però, il singolo Stato decidesse di ratificare la Convenzione nella sua interezza, esso sarà obbligato ad adeguarsi alle indicazioni in essa contenute. In particolare, visto che il documento prevede una forma di registrazione per le coppie conviventi eterosessuali che vogliono adottare bambini, lo Stato che aderisce senza riserve sarà obbligato a porre in essere tutte le attività necessarie a che le norme possano essere applicate tramite l'istituzione di una qualche forma di registro per le unioni di fatto.

Per quanto riguarda le coppie omosessuali, la disposizione è ancora vaga, ma mette comunque a segno importanti passi avanti, stabilendo quantomeno la possibilità dell'adozione da parte delle coppie omo o lesbiche, se lo Stato membro lo vuole. Il documento, infatti, lascia ai singoli Stati la libertà di decidere se prevedere l'adozione per le coppie gay sia sposate, sia registrate come unione di fatto, sia conviventi stabilmente e in quali modalità, aprendo dunque all'adozione da parte delle coppie gay senza renderla però prescrittiva.
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ADOZIONI/ AVV.MATRIMONIALISTI: NO AI SINGLE E A OMOSESSUALI Contro ipotesi ventilata in testo Consiglio d'Europa.
(Apcom) - "Così il Consiglio d'Europa intacca lo schema naturale della famiglia". E' quanto afferma il presidente nazionale dell'Associazione Matrimonialisti Italiani, l'avvocato Gian Ettore Gassani, in merito alla ventilata approvazione, in sede di Consiglio d'Europa, del testo della Convenzione europea relativamente al diritto d'adozione ai single.

"Non é condivisibile - afferma Gassani - consentire le adozioni internazionali ai single ed alle coppie omosessuali in quanto si va ad intaccare lo schema naturale della famiglia senza peraltro tener conto delle reali esigenze dei minori e di un loro consenso correttamente e pienamente informato in tale prospettiva".

Per Gassani, prevedere che un bambino possa in partenza fare a meno della figura di un padre o di una madre è "un rischio azzardato le cui conseguenze non sono prevedibili". Cosa diversa sarebbe, invece, consentire alle coppie conviventi l'adozione, se sussistono tutti i presupposti, in questo caso sì, morali e sociali per garantire una famiglia idonea ad un bambino abbandonato. "Non si tratta - secondo il presidente dell'Ami - di sottovalutare le potenzialità umane ed affettive di single e di coppie omosessuali bensì di effettuare un bilancio comparativo tra i diritti di costoro e quelli dell'adottando che, in quanto minorenne, dovrebbe sottostare acriticamente ad un modello di adozione imposto".

Il Consiglio d'Europa così facendo ha perso l'occasione, invece, di imporre la "gratuità delle adozioni internazionali e lo snellimento delle procedure burocratiche. Il vero problema delle adozioni internazionali - conclude - sono i costi ancora troppo elevati (in media tra i 5 mila ed i 10 mila euro) per cui le coppie economicamente meno abbienti sono discriminate per motivi economici non potendo affrontare simili oneri pur essendo in grado di garantire il medesimo patrimonio d'amore e di altruismo ai piccoli abbandonati".
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ADOZIONI/ ALEMANNO: NO A COPPIE GAY E SINGLE, E' UNA VIOLENZA. "Questo articolo Convenzione contrario al diritto naturale".
(Apcom) - "Consentire l'adozione di minori da parte di single o di coppie gay è una vera e propria violenza nei confronti di chi non si può difendere". E' quanto dichaira in una nota il deputato di An, Gianni Alemanno, che punta l'indice contro la nuova COnvenzione europea sulle adozioni, che dovrebeb essere firmata a maggio e che prevede la possibilità di adozione da parte dei conviventi, ma anche dei single e delle coppie omosessuali.

"Un bambino - prosegue Alemanno - ha diritto a crescere in una famiglia fondata sul matrimonio, con una figura materna e una figura paterna e non ad essere adottato da single o da unioni che non hanno questo equilibrio. Mi auguro che sia il Consiglio che il Parlamento europeo boccino questo articolo della Convenzione europea contrario al diritto naturale".

E, sempre da An, arriva il no di Barbara Saltamartini, coordinatrice nazionale del dipartimento Pari Opportunità del partito, che sottolinea: "L'ipotesi di adozioni da parte di coppie omosessuali mi vede totalmente contraria. I bambini devono poter crescere in famiglie in cui sia presente tanto la figura femminile quanto quella maschile".
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ADOZIONI/ SALTAMARINI: NO A COPPIE GAY, PRIMA I DIRITTI DEI BAMBINI. Devono crescere in famiglie con figura maschile e femminile.
(Apcom) - "L'ipotesi di adozioni da parte di coppie omosessuali mi vede totalmente contraria. I bambini devono poter crescere in famiglie in cui sia presente tanto la figura femminile quanto quella maschile". È quanto dichiara Barbara Saltamartini, Coordinatrice nazionale del dipartimento Pari Opportunità di An e membro dell'esecutivo nazionale del Partito, in merito alle anticipazioni sulla nuova convenzione per l'adozione dei minori che dovrebbe essere approvata dal Consiglio D'Europa il prossimo maggio.
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ADOZIONI/ BERTOLINI: DA PDL NO A POSSIBILITA' PER SINGLE E GAY. "Governo Berlusconi non ratificherà convenzione".
(Apcom) - Il Pdl è contrario alla possibilità, che si potrebbe aprire a partire da maggio con l'approvazione della nuova Convenzione europea per l'adozione dei minori, che anche i single e le coppie gay possano adottare dei bambini. Lo annuncia Isabella Bertolini, vicepresidente dei Deputati di Forza Italia, che in una nota dice: "Sarei curiosa di sapere cosa ne pensa il Partito Democratico della Binetti e dell'Bonino circa la probabile decisione del Consiglio d'Europa di concedere a single e gay la possibilità di adottare bambini. Noi del Pdl siamo decisamente contrari. Sono sicura che anche l'Udc e la Rosa Bianca sono d'accordo con noi".

"Questo dimostra un uniformità ed omogeneità di contenuti presente nello schieramento di centrodestra, totalmente sconosciuta ed assente nel Partito democratico. Noi del Pdl riteniamo che le adozioni - ribadisce - debbano essere concesse soltanto alle famiglie tradizionali formate da un uomo ed una donna. Il bambino adottato, spesso sottratto a situazioni estremamente difficili e complicate, ha bisogno di solidi punti di riferimento e di strutture familiari stabili. Il prossimo Governo Berlusconi senza alcun dubbio non ratificherà questo documento immorale, palesemente in contrasto con i nostri valori e con quelli sui quali è fondata la società italiana."
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ADOZIONI/ CALDEROLI: GIU' LE MANI DAI BAMBINI, NO A SINGLE E GAY. "Ogni bimbo ha il diritto di avere una mamma e un papà".
(Apcom) - "Giù le mani dai bambini. I bambini non si toccano". Non sono piaciute a Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord e vice presidente del Senato, le anticipazioni sulla nuova convenzione per l'adozione dei minori che dovrebbe essere approvata dal Consiglio D'Europa a maggio. Per Calderoli "si comprende benissimo che da maggio in poi l'Europa vorrebbe dare vita alla possibilità di adozione di minori da parte dei single e addirittura da parte di coppie omosessuali".

L'esponente leghista sottolinea che "ogni bambino ha diritto ad avere un papà e una mamma e il loro amore e sicuramente nessuna legge può imporgli di essere allevato e cresciuto da papà Giuseppe e mamma Mario, perché questo lo vuole la legge del buon senso e della natura".

Berlusconi, candidato premier del Pdl e della Lega Nord, aggiunge Calderoli, "voterebbe sicuramente no a questa proposta contro natura, mentre Veltroni, sostenuto da Pannella, voterebbe sicuramente sì. Il mondo dei normali, comunque, sa sicuramente per chi votare, mentre di quell'altro di mondo non mi interessa neppure saperlo?", conclude.

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Omofobia in curia Grillini a Pisa non puo’ parlare perchè è gay.

(Lidano Lucidi) A Pisa torna a spirare aria da Ventennio. La sala di un cinema del centro cittadino è stata negata a un parlamentare della repubblica, il socialista Franco Grillini, perché omosessuale. E davvero viene calpestata così ogni premessa di civile convivenza, in un Paese che vive un deficit di laicità, e di civiltà del diritto, come mai prima d’ora. Il “niet” a Grillini è arrivato dalla Curia di Pisa, che ha evidentemente utilizzato argomenti molto convincenti nei confronti dell’associazione culturale che gestisce il cinema dove avrebbe dovuto parlare Grillini.
Immediata la solidarietà del Partito Socialista attraverso un intervento di Enrico Boselli. “Esprimo solidarietà all’onorevole Franco Grillini e ai compagni socialisti pisani per il gravissimo episodio di omofobia accaduto oggi”, ha dichiarato Boselli. “Le minacce della Curia – ha aggiunto il leader socialista - di ritirare il contratto all’associazione culturale che gestisce il cinema di Pisa, se avessero fatto parlare Grillini, costituisce una odiosa discriminazione che richiama le persecuzioni avvenute in tempi passati nei confronti degli omosessuali. Spero davvero che ai vertici della Cei si dica una parola chiara per condannare questo episodio. Appare veramente lontano il comportamento dei vertici della Curia di Pisa rispetto a quanto dichiarato dal capo della chiesa cattolica tedesca, Zollitsch, che ha manifestato apertura alle unioni tra omosessuali”.
Il parlamentare socialista Franco Grillini, candidato del Ps alla carica di sindaco di Roma e di Bologna, ha affidato un commento alla stampa: “La censura alla mia presenza a Pisa in un dibattito sui diritti da parte della Curia locale oltre a rivelare un brutale sottofondo di razzismo, è quanto mai esemplare di quanto la Chiesa di Ratzinger e Ruini intende per libertà di pensiero e di dialogo. Quando si giunge a negare l’uso di una sala data in affitto per il solo fatto che si svolge una discussione sgradita agli ambienti ecclesiastici significa che siamo di fronte ad una prepotenza tipica delle dittature clericali”. Il coordinatore della costituente socialista di Pisa, Pietro Finelli, stigmatizza l’accaduto puntando l’indice contro “il corso ruiniano inaugurato dal nuovo vescovo di Pisa”. Il Partito Socialista di Pisa ha ottenuto comunque di far parlare l’onorevole Grillini in un’altra sala, sia pur in situazione di grave disagio. Rimane l’amarezza per strutture, come quelle curiali, finanziate con l’8 per mille, esenzione dall’Ici e denaro pubblico che finiscono per discriminare a tutto dispetto della propensione al dialogo spesso declamata.

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Libri e matrimoni famosi. A cosa serve la cultura? A far sesso.

(Ennio Carretto - Corriere della Sera) Un secolo fa a Londra e a Parigi, una nuova generazione di scrittori e artisti si propose di reinventare l'amore coniugale. All'avanguardia vi fu il Circolo di Bloomsbury, che raccolse il gotha intellettuale d'Inghilterra, da Virginia Woolf a H. G. Wells, da D. H. Lawrence a Bertrand Russell, da Aldous Huxley a Rebecca West, e che ebbe la propria musa in lady Ottoline Morrell.

In antitesi con il puritanesimo vittoriano, quella generazione teorizzò il semidetached marriage, il matrimonio dimezzato (o aperto, come si dice oggi), che nell'opinione del Circolo di Bloomsbury doveva consentire il libero sesso a entrambi i coniugi. Una dottrina controversa, che si tradusse in grossi scandali, rivisitata di recente da saggi americani quali Aldous Huxley: lettere scelte, di James Sexton, e Uncommon Arrangements («Intese inconsuete»), della femminista Katie Roiphe.

Pubblicato dalla Ivan R. Dee, il libro di Sexton, noto critico letterario, analizza la corrispondenza, per la maggior parte inedita, di Huxley, che morì nel '63. Il libro è una testimonianza della «promiscuità intellettuale» che spinse il romanziere inglese, trasferitosi in America, a sperimentare le droghe e a gestire un contorto ménage à trois. Di quale ménage si trattasse, Huxley lo spiega in una lettera dal-l'Italia a Mary Hutchinson nel '26. La Hutchinson, esponente del Circolo di Bloomsbury, amica di T. S. Eliot, era sposata con figli e, nelle parole di Sexton, «sopperiva alle carenze artistiche con una straordinaria inventiva sessuale ». Dalla lettera di Huxley, è chiaro che la donna, oltre che sua amante, lo è anche della sua prima moglie Maria Nys.

Più del libro di Sexton è Uncommon Arrangements (Virago editore) a illustrare quell'interpretazione del matrimonio. Il saggio è un tour de force di Katie Roiphe, 38 anni, docente di Letteratura inglese a Princeton. L'autrice pur simpatizzando con la rivoluzione sessuale ante litteram, depreca che i membri del Circolo «vivessero nell'ambiguità e nell'inganno, incapaci di rinunciare alla vita convenzionale da essi denunciata ». E critica le donne più degli uomini: «Non erano vittime. In realtà volevano un uomo che le dominasse e fosse più forte di loro».

Il sottotitolo del libro è: Ritratti di sette matrimoni nei circoli letterari di Londra 1910-1939. I matrimoni sono quelli di Clive e Vanessa Bell, la sorella di Virginia Woolf; di Jane e H. G. Wells; di Radclyffe Hall e Una Troubridge, la più famosa coppia lesbica tra le due guerre mondiali; di Elisabeth Van Armin e Frank Russell, il fratello di Bertrand Russell; di Vera Brittain e George Catlin; di Katherine Mansfield e Middleton Murry; e di lady Ottoline e Philip Morrell. Matrimoni dimezzati - dove non di rado la bisessualità era di casa e la paternità dei figli dubbia - dei quali Wells fu il cantore. Wells, un Gargantua del sesso che si vantava di avere soddisfatto «ogni impulso», tradì regolarmente la moglie ed ebbe un figlio dalla giovane Rebecca West. Venne sempre perdonato: alla nascita del bambino, anzi, la consorte Jane mandò a Rebecca una lettera affettuosa di congratulazioni, addossandosi la colpa delle infedeltà del marito.

Un esempio di amore e abnegazione, si chiede la Roiphe o di cieca sottomissione al falso principio che il genio non conosce codici morali?
Che in questi matrimoni aperti le considerazioni etiche fossero del tutto secondarie lo dimostra la condotta di ogni coppia discussa dalla Roiphe. La pittrice Vanessa Bell, la sorella di Virginia Woolf, e il consorte Clive ebbero ciascuno una serie di relazioni adulterine. Vanessa diede una figlia al pittore bisessuale americano Duncan Grant, il più duraturo tra i suoi amanti, figlia che Clive accettò di riconoscere dopo qualche esitazione. Diversa fu la vicenda di Elizabeth Van Armin, autrice del bestseller German Garden, e Frank Russell, fedifrago incallito, geloso della moglie, fedifraga a sua volta. Una volta tanto, le tresche condussero al divorzio.

Lo scandalo d'inizio secolo fu quello di Radclyffe Hall (in arte «John»), lesbica confessa, l'autrice di Well of Loneliness («Pozzo di solitudine »), uno dei primi saggi gay, e della sua compagna Una Troubridge. Radclyffe aveva divorziato da un anziano ammiraglio, che l'aveva denunciata per «immoralità ». Per Una, «John» lasciò un'altra vestale londinese, Mabel Bath, che morì di emorragia celebrale dopo una feroce lite. Schiacciata dal senso di colpa, la coppia si rifugiò a Parigi, ma alcuni anni più tardi la Hall impose alla partner il consueto ménage à trois.

Katie Roiphe conclude che neppure quando ci fu vero amore, come nel caso di Katherine Mansfield e Middleton Murry, entrambi amici di D. H. Lawrence, il matrimonio fu felice: seguendo la moda, i due vissero separati, e lei morì di tisi a 35 anni. Secondo l'autrice di Uncommon Arrangements, fu quel mondo, oltre che le sue esperienze - ebbe almeno due amori omosessuali - a ispirare a Lawrence i suoi capolavori.

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Eurogames a Barcellona per lo sport versione gay.

(Tuzone) Gli EuroGames, i Campionati europei per gay e lesbiche, sono una manifestazione sportiva organizzata ogni anno dalla European Gay & Lesbian Sport Federation (EGLSF). L’edizione 2008 si svolge a Barcellona dal 24 al 27 luglio. Si tratta della principale manifestazione sportiva a livello europeo per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Sin dal 1992, quando per la prima volta sono stati organizzati all’Aia, nei Paesi Bassi, l’EGLSF continua a promuovere questi campionati in tutta Europa. Fanno eccezione gli anni in cui i campionati internazionali, quali i Gay Games o gli Outgames, vengono svolti in un paese europeo.

Esistono due tipologie di EuroGames, gli Eurogames “grandi” e gli EuroGames “piccoli”. Mentre quelli piccoli accolgono fino a 3.000 partecipanti, gli EuroGames grandi non prevedono alcun limite rispetto al numero di sportivi. Nel 2004, gli EuroGames grandi di Monaco, per esempio, hanno visto la partecipazione di ben 5.000 atleti, e manifestazioni di questa portata vengono organizzate con cadenza quadriennale. Questo permette anche ai gruppi sportivi più piccoli di poter organizzare gli EuroGames nella propria città.

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