banda http://blografando.splinder.com

lunedì 18 febbraio 2008

Svizzera. Il "Coming out" indispensabile allontana i gay dal registro delle unioni civili.

Coppie omosessuali: Nessun assalto agli Uffici dello stato civile.
Solo circa 2000 coppie omosessuali l'anno scorso in Svizzera hanno utilizzato la possibilità di far registrare la loro unione nel registro dello stato civile. Particolarmente restie appaiono le donne.

(Swissinfo) Le coppie di lesbiche, infatti, rappresentavano soltanto il 25% delle unioni domestiche registrate. Zurigo ha confermato la sua fama di roccaforte degli omosessuali: sono state registrate 700 unioni.

Nel primo anno in cui è entrata in vigore la relativa legge, l'Ufficio federale di statistica ha censito 2003 unioni di coppie omosessuali. Una cifra alquanto modesta, paragonata ai circa 40mila matrimoni di eterosessuali all'anno in Svizzera. Secondo vari studi, è inoltre inferiore del 5-10% alla soglia che dovrebbe corrispondere alla popolazione omosessuale.

"Non si deve dimenticare che l'unione domestica registrata è uno stato civile che deve essere dichiarato al datore di lavoro, come per ogni persona che è sposata", rammenta la segretaria romanda dell'organizzazione di lesbiche LOS Sylvie Berrut. "Già più penalizzate nel mondo del lavoro in quanto donne, le lesbiche temono un ostacolo supplementare", spiega.

D'altra parte le lesbiche danno meno importanza dei gay alle questioni di successione o di eredità regolate dalla Legge sull'unione domestica registrata (LUD), aggiunge la Berrut. E ciò è dovuto al fatto che in generale i salari delle donne sono inferiori a quelli degli uomini.

Niente adozione
Ma per molte lesbiche il problema è sicuramente un altro. "Per molte è inaccettabile il divieto di adottare figli per le coppie omosessuali", rileva la presidente dell'associazione omosessuale vallesana Alpagai, Barbara Lanthemann. "È stata inserita una discriminazione in una legge che dovrebbe garantire la parità di trattamento con gli eterosessuali", lamenta.

"Coming out" indispensabile
L'assenza di entusiasmo femminile da sola non spiega la modestia della domanda. Tanto più che "gli omosessuali devono colmare un ritardo in termini di diritti", osserva il segretario romando dell'organizzazione svizzera dei gay Pink Cross, Jean-Paul Guisan.

"Ma non si deve neppure sopravvalutare il numero delle persone che hanno fatto il coming out", un passo inevitabile per l'unione registrata. Guisan ricorda che per secoli l'omosessualità è stata considerata un peccato e per taluni lo è ancora. "Non dimentichiamo che 'frocio' e 'culattone' sono gli insulti più frequenti fra allievi e considerati i peggiori per un uomo".
Giovani poco interessati
Al contempo i giovani, che assumono più apertamente la loro sessualità, sono poco attirati dall'unione registrata, afferma la presidente dell'Associazione svizzera degli uffici di stato civile Beatrice Rancetti. Quasi certamente perché "non vedono ancora i bisogni concreti (previdenza sociale, eredità, diritto di visita in ospedale)", suppone Guisan.

Un altro fattore che incide negativamente è la questione fiscale: come per le coppie eterosessuali sposate, l'unione domestica registrata fra omosessuali comporta il cumulo dei redditi. "Sarà interessante verificare l'effetto della futura riforma dell'imposizione delle coppie" che mira a eliminare le disparità fra persone sposate e concubini, commenta Guisan.

Sphere: Related Content

Delitto di Garlasco, colpo di scena. "Alberto lavorava al pc: Non ha ucciso Chiara". La difesa porta le prove.

(Tiscali notizie) Alberto Stasi, sempre unico indagato per l'omicido di Chiara Poggi, non sarebbe affatto un depravato con il vizietto della pedopornografia nè tantomeno avrebbe ucciso la sua fidanzata. A sostenerlo, prove alla mano, sono i legali dello studente bocconiano. Secondo la perizia informatica da loro depositata in procura a Vigevano, Alberto Stasi avrebbe lavorato sulla sua tesi di laurea tra la sera del 12 e la mattina del 13 agosto, giorno in cui è stata uccisa la sua fidanzata Chiara Poggi.

"Mentre Chiara veniva uccisa lui lavorava alla tesi" - Secondo la perizia emergerebbe che la sera del 12, prima dell'ora di cena, l'elaborato era di 151 pagine mentre, al momento della chiusura del pc, da parte dei carabinieri, il 14 agosto mattina le pagine erano 155. "Abbiamo cercato di dare un contributo oggettivo alla ricostruzione dei fatti - ha spiegato il professor Angelo Giarda, uno dei difensori - soprattutto per dimostrare che il racconto di Alberto era vero e che l'elaborato della tesi è stato arricchito proprio nei momenti in cui la ragazza veniva aggredita".

L'altra inchiesta - Dalla perizia tecnica informatica è anche risultato che nei due hard disk consegnati alla difesa di Alberto Stasi nell'ambito dell'indagine avviata in parallelo a quella sull'omicidio di Chiara Poggi, non è stata trovata alcuna fotografia o filmato di natura pedopornografico.
Utilizzando le sigle indicate dall'accusa nell'invito a comparire fatto avere al giovane, l'esperto informatico nominato dai difensori di Stasi non sarebbe riuscito a fare emergere alcuna foto 'pedopornografica'.

Altri indizi a favore di Stasi - La difesa di Stasi ritiene inoltre che Chiara sia stata uccisa tra le 9.00 e le 9.30 di lunedì 13 agosto: un orario diverso da quello indicato nell'autopsia (il decesso sarebbe stato fissato tra le 10 e le 12. Inoltre, da rilievi effettuati nella villa del delitto, gli avvocati del fidanzato avrebbero rinvenuto orme di scarpa di un numero inferiore a 40: Alberto calza il 42.

Sphere: Related Content

Trovati resti dell'amante squartato di Edoardo II, il Re gay inglese.

Nella foto, Derek Jarman (a destra) sul set del suo film "Queer Edward II".

Sir Hugh Despenser fu il celebre amante di Edoardo II il Plantageneto, ucciso nel 1326 in seguito alla caduta in disgrazia del monarca.

Apparterrebbero a Sir Hugh Despenser il Giovane – ovvero il celebre amante di Edoardo II il Plantageneto, ucciso nel 1326 in seguito alla caduta in disgrazia del monarca – i resti rinvenuti nel 1970 nell’abbazia di Hulton, nello Staffordshire, Inghilterra. Ad avanzare l'ipotesi è Mary Lewis, antropologa presso l’università di Reading, Gran Bretagna.
Despenser è passato alla storia come l’icona del cortigiano ruffiano che trama all’ombra del Re per servire il proprio tornaconto personale. Proverbiale la sua sete di denaro e potere: Despenser avrebbe ammassato immense fortune eliminando i propri facoltosi rivali con ogni mezzo per poi confiscare le loro terre – e così facendo, si attirò l’odio dei Pari del Regno nonchè di Isabella, sposa del Plantageneto, umiliata dai pettegolezzi di corte che indicavano Despenser come l’amante del Re.

Così Isabella di Francia, grazie anche all’aiuto che lei stessa poteva ricevere da oltre Manica, si alleò con il conte Roger Mortimer – suo amante – per rovesciare il regno di Edoardo II. Una volta abbattuto il Plantageneto, quindi, le ire di Isabella si volsero contro Sir Hugh Despenser, che venne impiccato, annegato, squartato e quindi fatto a pezzi pubblicamente.
Le analisi al carbonio 14 effettuate sui resti rinvenuti a Hulton suggeriscono una datazione compresa tra il 1050 e il 1385. Altri test indicano che le ossa ritrovate corrispondono ad un soggetto maschile di almeno 35 anni. Despenser aveva 40 anni quando venne giustiziato.
«Non posso dire con certezza chi sia», ha detto la Lewis, «ma sembra molto probabile che si tratti di Sir Despenser il Giovane». La soluzione del mistero si avrà probabilmente solo con i test del Dna.

Sphere: Related Content

Arcigay sempre più confusa ed inefficace: "Rinviamo LiberaItalia".

Arcigay ha deciso di rendere pubblico ciò che tutti già sapevano o sospettavano tramite il solito burocratico ed anonimo comunicato:

"
Il precipitare della crisi di governo e la convocazione delle elezioni politiche cambiano lo scenario in cui volevamo inserire questo importante appuntamento.

I rischi di strumentalizzazione partitica e allo stesso tempo la possibile interpretazione in chiave elettorale di un appuntamento che invece nasce dall'associazionismo sociale ci consigliano di rinviare LiberaItalia.

Sphere: Related Content

Elezione sindaco di Roma, Grillini, socialisti, contro Rutelli, "Roma non può diventare una dittatura clericale ".

Grillini, Roma, Rutelli sindaco? Faccia il mea culpa per la Binetti.
Dura la reazione di Franco Grillini, Presidente emerito dell'Arcigay e deputato socialista, alla decisione di Francesco Rutelli di accettare la candidatura avanzata dal Pd alla prossima tornata di votazioni per l'elezione a Sindaco di Roma dopo che il posto è stato lasciato vacante da Walter Veltroni.

"Ma perchè un laico dovrebbe votare per Rutelli a Sindaco di Roma? Per il Rutelli che ha ritirato il patrocinio del Comune al Wordl pride, per il Rutelli che ha candidato e fatto eleggere la signora del cilicio che ha votato contro il proprio governo negando al fiducia sull'antiomofobia e ha definito i gay come devianti, per il Rutelli della legge 40. Rutelli per un laico è invotabile.

E non ci si dica che è meglio Rutelli della destra perchè onestamente non capiamo dove stia la differenza. Roma non deve e non può diventare una dittatura clericale.

Occorre che nasca un polo laico, socialista, liberale, radicale, libertario che si opponga alle "destre" romane che si confrontano per il Campidoglio. Occorre dimostrare che Roma non è papalina e baciapile. Occore far capire che Roma non può diventare come Riad o come Theheran dove domina la shaharia. La riscossa laica deve partire anche da Roma".

Sphere: Related Content

Il "caso Guti" del Real porta ad una svolta della Federcalcio Tedesca. "Calciatori gay fate coming-out" è l'appello del Presidente Theo Zwanziger.

L´appello del presidente della Dfb: uno stop alle discriminazioni Dalla politica allo spettacolo, molti hanno fatto coming out. Ma nello sport è tabù.

(La Repubblica) È giunto il momento che i calciatori omosessuali escano allo scoperto e trovino il coraggio di fare outing; tutto il mondo del calcio ne trarrebbe giovamento. Non lo ha detto un attivista o un leader dei movimenti per i diritti dei gay, lo ha affermato in pubblico Theo Zwanziger, presidente del Deutscher FussballBund (Dfb), cioè la Federcalcio tedesca. E il problema del silenzio per paura di essere discriminati dei calciatori gay esplode, esce allo scoperto, denunciato con coraggio grazie alla franchezza del numero uno del calcio.

«Sicuramente è auspicabile che qualcuno abbia il coraggio di parlare delle sue tendenze e del suo privato», ha detto Theo Zwanziger. Per il suo appello al mondo dello sport ha scelto una tribuna particolare: L-Mag, la più importante rivista del movimento lesbico tedesco. «Io vi assicuro - ha aggiunto - che il Dfb appoggerà contro ogni discriminazione o insulto qualsiasi calciatore o calciatrice che si decida all´outing come gay o lesbica. Il nostro statuto parla chiaro: la Federazione calcistica tedesca è contro ogni tipo di discriminazione. E anche in futuro io continuerò a sollevare il tema dell´omofobia nel mondo del calcio». Non è tutto: la speranza concreta, ha sottolineato il presidente della Federcalcio tedesca, è che «io credo che un giorno anche un calciatore tedesco si farà avanti e dirà "sì, io sono omosessuale"».

L´appello di Theo Zwanziger ha smosso onde lunghe, nel mondo del calcio e in generale dello sport tedesco. E nella società intera, visto che la Repubblica federale è uno dei paesi più aperti al diritto degli omosessuali di vivere liberi e fare carriera senza discriminazioni: i sindaci-governatori delle due maggiori città del paese (Berlino e Amburgo), celebri conduttrici, attori comici di grido, altri politici di rango, sono gay dichiarati. Anche nell´economia e nelle forze armate, la discriminazione degli omosessuali è tabù.

Resta il calcio, l´ultima fortezza dei maschilisti irriducibili. Il calciatore è ancora, nell´immaginario collettivo, il macho per eccellenza. Appena dieci anni fa, Lothar Matthaeus disse che «un frocio non può giocare a calcio». Il clima resta di intimidazione e pregiudizi, per questo Theo Zwanziger è intervenuto. Qualche partita fa, Tim Wiese, portiere del Brema, è stato fischiato quasi a morte dagli spalti per essere entrato in campo con una maglietta rosa, e ha dovuto chiedere di interrompere la partita per cambiarsi.

«Io sono realista, so che il mondo non può essere capovolto dall´oggi al domani», precisa il presidente del Dfb. Ricorda l´appello contro la discriminazione nel mondo del calcio, sottoscritto dalla federazione. A una manifestazione, però, cui vennero i rappresentanti di pochissimi squadre. Brema, Herta Berlino, più Energie Cottbus e Carl Zeiss Jena, due team dell´est.

«Forse nessuno ha il coraggio dell´outing, o teme le conseguenze, il calcio è un mondo arcaico», ha detto Philipp Lahm, uno dei più giovani giocatori della nazionale. L´esempio di Theo Zwanziger è il Regno Unito. Ma solo in parte. Là è vero che già nell´ottobre 1990 il calciatore Justin Fashanu confessò «I am a gay». Ma poi, accusato di sesso con un diciassettenne, s´impiccò in un garage.

Sphere: Related Content

Elezioni. Il Ministro disoccupato Rutelli ha deciso: «Corro per Roma».

Il ministro scioglie la riserva: si candida al Campidoglio. «Dai cittadini giudizio positivo e incoraggiante».

(Il Corriere della Sera) Francesco Rutelli scioglie la riserva. E, dopo dieci giorni di «ascolto della città», annuncia che si ricandiderà a sindaco di Roma per il centrosinistra. «Dichiaro la mia disponibilità a candidarmi a sindaco di Roma, non nascondo la mia emozione» ha detto il vicepremier in un affollatissimo teatro Vittoria, nello storico quartiere di Testaccio, luogo che Rutelli scelse nel 1993 per presentare la propria candidatura alla guida del Campidoglio contro Gianfranco Fini, all'epoca segretario dell'Msi. L'annuncio dell'ex primo cittadino della Capitale è stato accolto con un fragoroso applauso dai presenti in sala...

Continua su Il voto gay

Sphere: Related Content

A pochi giorni da Sanremo. Anna Tatangelo: "Ho temuto di perdere Gigi".

Tatangelo:come il risveglio da un sogno.
(TGCom) "Adesso mi sento molto bene, anche se ci sono stati momenti in cui ero veramente terrorizzata al pensiero che questa grande felicità potesse terminare da un momento all'altro, come il risveglio da un sogno". Anna Tatangelo su Vero confessa di aver temuto di essere lasciata da Gigi D'Alessio. Ora Anna è più tranquilla e spiega: "Per il resto siamo sereni e felici di condividere con il pubblico la cosa che amiamo di più: la musica".

All’inizio della sua storia d’amore con il cantautore napoletano, la Tatangelo ammette di aver avuto parecchi timori: “Non va dimenticata la situazione familiare di Gigi, i suoi figli grandi, la differenza d età, il timore che i fan non capissero. Tutte cose che comunque avevamo perfettamente messo a fuoco e a cui abbiamo risposto con grande forza e armonia”.

“Non ci sono matrimoni in vista e non sono incinta e tutto va per il meglio. Possibile che la felicità spaventi così tanto?” aggiunge Anna, che racconta anche come ha detto ai suoi della sua relazione con D’Alessio. “Erano preoccupati che non si trattasse di una cosa seria. Erano titubanti. Poi hanno capito che facevamo sul serio, per la mia decisione e la forza dei nostri sentimenti, e tutto è andato a posto…”

Adesso mamma Palmira, la mamma di Anna, è una grande fan di D’Alessio, non solo come cantautore: “Mamma vuole un gran bene a Gigi e lui ha sempre ricambiato”. Tanto che nel disco c’è una canzone dedicata alla “suocera”: “La più bella”.

Sphere: Related Content

Il mondo porno chiama Google: Aiutateci a proteggere i minori.

(Luca Annunziata - Punto informatico) È accusato di aver tentato di adescare un minore online il 47enne insegnante di liceo arrestato la scorsa settimana in South Carolina. Secondo gli investigatori, avrebbe tentato di corrompere un fantomatico 13enne - in realtà un agente sotto copertura - spedendogli non meno di 500 foto e video di contenuto pornografico. Il tutto attraverso il sito di condivisione immagini Hello.com, di proprietà di Google: un sistema innocente per condividere le proprie immagini favorite con amici e parenti, ma trasformato dal malintenzionato in uno strumento di caccia.
Se in questo caso i sistemi automatici di Google, compresi log e strumenti di registrazione, hanno consentito la rapida individuazione del pornografo, come sottolinea SearchEngineWatch, c'è chi comunque punta il dito proprio contro BigG.

È dal palco dei pornografi che arrivano le critiche di Steven Hirsch, co-fondatore di Vivid Entertainment vale a dire uno dei giganti del settore hard, a rivolgersi direttamente a Google e Yahoo per chiedere di "erigere barriere più solide" in grado di proteggere i minori dai contenuti a luci rosse presenti in rete.

In una nota, Hirsch spiega che "nessuno dei motori di ricerca e portali, e in particolare Yahoo e Google, ha intrapreso azioni significative in questa direzione": in questo caso non è possibile appellarsi alla libertà di espressione, dice l'imprenditore a luci rosse, poiché in ballo c'è "la sicurezza dei bambini".

Ma né Google né Yahoo ci stanno a fare la parte dei cattivi. "Ci siamo sempre impegnati nel proteggere i bambini dalla pornografia online attraverso i nostri strumenti di ricerca sicura, di filtro del linguaggio inappropriato e di parental control" ha spiegato un portavoce di Yahoo. Di recente, ha precisato, la sua azienda ha anche aderito una task force di aziende IT con l'obiettivo di studiare nuove tecnologie per proteggere l'infanzia in Rete.

Sulla stessa linea BigG, che ha ribadito di essere "profondamente partecipe al compito di tenere al sicuro i nostri utenti". Prova ne siano i flag apposti dagli stessi utenti di YouTube ai contenuti che circolano sulla piattaforma, che a volte risultano fin troppo restrittivi nel giudicare il rischio legato al materiale presente. Parole che prestano peraltro il fianco a chi ricorda i casi brasiliani e indiani che coinvolgevano Google e nei quali il titano del search ha dimostrato un comportamento da molti giudicato incoerente nella gestione di certi contenuti potenzialmente problematici.

Hirsch insiste e propone a "qualunque Internet Company interessata" di unire le forze per migliorare i sistemi di verifica dell'età dei navigatori, allo scopo di rendere molto più difficile se non impossibile che i più giovani possano venire a contatto, seppure accidentalmente, con materiale inappropriato.

Tutto questo interesse per i più piccoli da parte dell'industria della pornografia è ammirevole. Ma fa anche riflettere: qualcuno, di certo ingeneroso, potrebbe addirittura ritenere che si tratti di un espediente per tentare di introdurre regolamentazioni restrittive in materia, allo scopo di ridurre considerevolmente il peso guadagnato dai siti che offrono materiale proibito quasi gratuitamente ai danni dei tycoon del settore. Che dopo l'epoca dei moralisti contro i pornografi, si stia preparando una crociata di pornografi contro altri pornografi?

Luca Annunziata

Sphere: Related Content

Si terrà a Londra il terzo torneo internazionale di Rugby per clubs gay.

Il club di rugby inglese Kings Cross Steelers (nella foto), per bocca del suo manager Neil Pyper ha comunicato che il terzo torneo internazionale di rugby per clubs gay si terrà a Londra nei prossimi 22 e 23 maggio 2009.

La prima edizione si tenne Montpellier, in Francia, nel 2005 e l'anno successivo a Copenaghen, dove gli Steelers vinsero il torneo.
Soddisfatto si è detto il sindaco di Londra Ken Livingstone che, secondo quanto da lui dichiarato felicitandosi con i Kings Cross Steelers, vede ancora una volta la città al centro di importanti eventi internazionali qual'è appunto anche il prossimo torneo gay di rugby. "Il torneo sarà inoltre un'occasione per introdurre il rugby nella comunità gay e lesbiche e per ampliare il profilo sportivo e culturale di Londra, dell'Inghilterra ed europea" ha sottolineato Livingstone.

Il torneo avrà una durata di due giorni ed includerà un evento di benvenuto la notte prima dell'inizio del torneo ed una grande festa di arrivederci la domenica 24 di maggio.

Sphere: Related Content

Milano. Giacomo Balla, una mostra a Palazzo reale per celebrare uno dei maestri del XX secolo.

(Milano 2.0) Cinquant’anni fa moriva Giacomo Balla, uno dei firmatari del Manifesto dei pittori futuristi. L'ultima retrospettiva dedicata all'artista torinese è stata organizzata ben tretasette anni fa a Roma, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e un anno dopo, nel 1972, passò in misura più ridotta al Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi. A Milano per la prima volta apre la mostra "Giacomo Balla: la modernità futurista".

Fino al 2 giugno, al primo piano di Palazzo Reale, sono esposte 200 opere, tra olii, acquarelli, disegni, assemblaggi, sculture, fotografie e documenti, che raccontano il trentennio più importante della lunga carriera dell’artista, quello che va dal 1900 al 1929. Il lavoro dei curatori, Giovanni Lista, Paolo Baldacci e Livia Velani, si è concentrato sulle opere del periodo prescelto per offrire al pubblico una mostra completa che illustra e spiega le diverse fasi della ricerca artistica di Balla.

La cultura milanese e lombarda si è sempre identificata più in Umberto Boccioni, l’altro grande futurista, e ha tenuto in minor conto la ricerca e l’originalità di Balla. Il pittore torinese entra a posteriori nel futurismo, quando il programma della nuova pittura è già stato formulato da Boccioni in nome di un divisionismo del colore e della forma messo al servizio dei nuovi temi della modernità: la velocità, la macchina, la vita urbana, i moti sociali. Divisionismo e visione fotografica, Analisi del movimento, Ricostruzione futurista dell’universo, Arte-azione futurista e Energie e sensazioni. "Una mostra di lustro internazionale – ha aggiunto Sgarbi –, non solo perché Balla è un protagonista europeo assoluto, ma anche perché i grandi musei del mondo hanno concesso importanti prestiti".

Le opere, infatti, arrivano da collezioni private e musei internazionali, come il Museum of Modern Art di New York, il Musée National d’Art Moderne – Centre Georges Pompidou di Parigi, la Tate di Londra, la Staatsgalerie di Stoccarda, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Kröller-Müller Museum di Otterlo.

Giacomo Balla: la modernità futurista’ segna l’inizio di un’ambiziosissima stagione che impegna tutta la città in una collaborazione virtuosa tra istituzioni e privati, con grandi mostre come quella dedicata al fotografo Avedon, quella su Kiefer e ancora con le esposizioni su Canova, Bacon e tanti altri artisti: un insieme di opportunità di diverso livello che dimostra la dimensione internazionale delle attività culturali milanesi.
---

Sphere: Related Content

Sindaco a Roma. Ecco chi è Rutelli.

(Corvacci) Forse Rutelli si candida a ri-sindaco di Roma, la nostra legge lo consente, l’unico paese in cui si consente di superare due mandati, tanto per conservare i privilegi della Casta, visto che in Italia a 60 anni si è considerati giovani in politica. Altrimenti come fanno a mantenersi incollati alla poltrona fino a 90 anni?

Ma vediamo chi è RUTELLI:

figlio di agiati borghesi con lussuosa villa all’EUR, dove stanziano giorno e notte due poliziotti fissi, (ecco perchè la polizia non gira per strada, fa la guardia ai beni immobili dei politici), con padre architetto e nonno direttore dell’Accademia di Belle Arti. Niente di strano, gira con ben 2 macchine di scorta, non...

Continua su Il voto gay.

Sphere: Related Content

Pd: più vicina intesa con radicali, Bettini media.

(Ansa) Un Pd in “rapida ripresa” nei sondaggi è deciso a portare a casa la ‘partita’ con i Radicali. Un interesse testimoniato dal fatto che il compito di mediare con Bonino e gli altri è stato affidato al braccio destro di Walter Veltroni, Goffredo Bettini. Da giorni il coordinatore del Pd tiene un ‘filo diretto’ con Marco Cappato e Rita Bernardini e questa sera si è tenuto un nuovo incontro con l’europarlamentare radicale. Una riunione che fonti del Pd definiscono interlocutoria ma positiva e che avrebbe determinato passi in avanti per la definizione di un’intesa. Il via libera all’accordo, quindi, potrebbe arrivare già domani, quando, dopo che il Pd l’avrà messa nero su bianco, i radicali saranno chiamati a dire un sì o un no alla proposta dei democratici...

Continua su Il voto gay.

Sphere: Related Content

Sfilate donna a Milano. Dolce e Gabbana, Armani e Comune di Milano è polemica a tutto campo.

Moda: primo giorno di sfilate a Milano, polemici Dolce e Gabbana.
(Agr) "Un circo senza senso dove i grandi vengono sacrificati, i giovani non crescono e basta pagare per sfilare". Con questa dichiarazione gli stilisti Dolce e Gabbana hanno dato il 'là al fiorire di polemiche nella prima giornata di "Milano moda donna". Secondo i due stilisti le sfilate sono troppo concentrate, con gli operatori costretti "a correre da una parte all'altra della città per essere alle sfilate distanziate di soli 45 minuti". L'assessore Tiziana Maiolo ammette i limiti organizzativi ma precisa: "polemizzare con la Camera della Moda è inefficace. Il lavoro della Camera ha portato negli anni risultati fruttuosi che sono sotto gli occhi di tutti, in tutto il mondo". "Occorre ripensare a livello strutturale il momento della settimana della moda", ha aggiunto Maiolo.
---

Moda Donna: Armani, 'Non sono gli stilisti a non avere idee, è l'indotto il problemà.
(Agr) A Milano Moda Donna continuano le polemiche. Dopo la denuncia di Dolce e Gabbana - che hanno criticato l'organizzazione delle sfilate da parte della Camera della Moda - oggi è stato Armani a rincarare la dose. "Ho visto alla televisione Veltroni che diceva che non sono gli italiani 'ad essersi sedutì, ma i politici, ed è lo stesso per la moda", ha detto lo stilista e imprenditore, aggiungendo che non sono gli stilisti a non avere idee, ma tutti i problemi stanno nell'indotto.

Sphere: Related Content

Iran: Radicali chiedono incontro ad Ambasciatore Roma su gay condannati.

(Ansa) Un incontro urgente ad Abolfazl Zohrevand, ambasciatore iraniano in Italia, per discutere del caso dei due ragazzi condannati a morte in Iran perché omosessuali. E' quanto ha chiesto con una lettera al diplomatico iraniano il Gruppo EveryOne. Un'iniziativa alla quale hanno aderito il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito assieme a Nessuno Tocchi Caino.
“Continua – si legge infatti in una nota dei Radicali – la mobilitazione internazionale per salvare i due ragazzi condannati a morte in Iran perché omosessuali. In pochi giorni oltre 12.500 persone hanno sottoscritto la petizione (www.petitiononline.com/irangay) rivolta alle autorità iraniane per salvare la vita di Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour. I due ragazzi, di 18 e 19 anni sono stati arrestati a Sardasht, nell'Azerbaijan Iraniano, lo scorso 23 gennaio, con le accuse di "mohareb" e "lavat" (essere nemici di Allah e sodomia); hanno confessato, sotto tortura, di amarsi e rischiano ora la pena di morte”.
“Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito con Nessuno Tocchi Caino aderisce all’iniziativa del Gruppo EveryOne che ha indirizzato una lettera ad Abolfazl Zohrevand, Ambasciatore in Italia della Repubblica Islamica dell'Iran, in cui si chiede un incontro urgente per discutere del caso dei due giovani, che sta suscitando clamore in tutto il mondo, e – conclude la nota – della preoccupante situazione sulla violazione dei diritti umani in corso nel Paese”.

Sphere: Related Content

Elezioni Usa. Hillary e Obama, colpi bassi per la conquista del voto gay.

La pink lobby nelle primarie. Valgono nove milioni di schede e sono formidabili nella caccia ai finanziamenti.

(Klaus Davi - La Stampa) Valgono quasi 9 milioni di elettori, il 7 per cento dei voti. Pesano più dell'Udc in Italia e sono un volano formidabile per la caccia ai finanziamenti. Ecco perché gli elettori gay - la «pink lobby» - sono uno dei grandi terreni di scontro tra gli agguerriti staff di Obama e della Clinton, che si contendono non solo il loro voto, ma anche gli strateghi elettorali specializzati nella conquista mirata di questo target.

Nella corsa Hillary parte favorita per motivi «familiari». Clinton vantava nel suo staff un campaign manager gay sin dal lontano 1992. Si tratta di David Mixer, che già allora diede vita ai primi eventi gay per la raccolta fondi di un candidato alle presidenziali. Mixer, dopo aver lavorato per Edwards, ha preferito Obama alla Clinton, portando con sé uno staff di ben 22 persone. Barack lo ha fortemente voluto per tentare di insidiare il primato che Hillary vanta sul target omosessuale: l'ex first lady ha infatti dalla sua il 63 per cento dei consensi, contro il 29 del rivale. Resta saldamente in cima al consenso del popolo lesbo gay Usa, ma proprio su questo fronte il suo staff ha registrato allarmanti defezioni a favore del competitore nero. Come quella di Jeremy Bernard che, con il suo compagno Rufus Giford, sta dando vita a una delle più vivaci e versatili campagne elettorali rivolte al queer world. È gay anche il vice direttore della campagna di Obama, Steve Hildebrand, attivissimo nella raccolta fondi nel mondo hollywoodiano.

Hillary non si è data per vinta, forte soprattutto dell'appoggio istituzionale della comunità GLBT. Gran parte dei gruppi gay democratici di New York la sostengono e così pure autorevoli personaggi politici. Come il sindaco di San Francisco Gavin Newsom, noto per essere stato tra i primi a promuovere i matrimoni gay in Usa, il quale si è vendicato di Obama, che nel 2004 si era rifiutato di fare una foto con lui sull'onda della polemica dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. I Clinton hanno pescato perfino nell'esercito, guadagnandosi l'appoggio del veterano Keith Kerr, generale di brigata della Guardia nazionale in California, gay dichiarato.

Nella spietata caccia al voto però non si lascia nulla di intentato. Hillary ha percorso in lungo e in largo, in California, storici locali come «The Abbey» di Los Angeles, dove ha urlato alla folle osannanti: «Ho bisogno di voi». E non c'è bar gay di New York, dal «Therapy Gay Bar» al «Soho Club», in cui non abbia tenuto infuocati comizi a favore delle unioni civili. Obama, per non essere da meno, si è precipitato qualche giorno fa in Iowa, a Des Moines, ospite della tavola calda «Palmer's Deli», dove ha distribuito t-shirt nere sulle quali campeggiava un programmatico «Gay guys for Obama». Non pago, giusto per ribadire da che parte sta, ha voluto promuovere un evento semi improvvisato a Los Angeles, presso il «W Hotel», sottolineando durante il variopinto happening che nessuno più di lui può capire e dare risposte alla questione dell'uguaglianza dei diritti.

E non basta ancora. I due contendenti hanno dato voce a massicce campagne telefoniche mirate sul target omosessuale. In Stati come il Sud Caroline, il New Hampshire e perfino nel conservatore e machissimo Texas, decine di volontari omosex hanno bersagliato di telefonate, ma anche visite elettorali, librerie e palestre della comunità gay. Hillary si è fatta ospitare da una lesbica storica, Ellen De Generse, nel suo show televisivo, dove ha potuto sottolineare il suo deciso appoggio alla causa. Tutto ciò mentre in Columbia Obama ha organizzato un concerto gospel in compagnia del reverendo Andy Sidden, famoso referente religioso e dichiaratamente gay.

Se i contendenti democratici si scannano per il voto «rosa», lo stesso non si può dire dei candidati repubblicani. Il vero eroe della comunità GLBT è stato fino a qualche settimana fa Rudolph Giuliani che, a New York, poteva contare addirittura sul 50 per cento dei voti della comunità gay contro il 23 del win runner McCain. Perso lui, l'influente minoranza, che può contare su numerosi adepti anche nelle fila conservatrici, non ha un vero e proprio interlocutore. I toni della campagna GOP rischiano di farsi addirittura ostili verso di loro, se si pensa che solo pochi giorni fa, sul «Los Angeles Times», Mike Huckabee si è veementemente schierato contro i matrimoni fra persone dello stesso sesso, arrivando a invocare la volontà di Dio. Pertanto l'organizzazione vicina al Grand Old Party, la Log Cabin Republican, molto attiva e proficua nella raccolta fondi, guarda con attenzione a cosa dirà McCain, che fino a questo momento si è defilato. Il suo staff è stato addirittura accusato di aver diffuso «robo call» (chiamate telefoniche automatiche) a contenuto anti gay nello stato del New Hampshire. Ma sulla vicenda il candidato Repubblicano non ha, sino ad ora, preso una chiara posizione. Alti e bassi costellano da sempre i rapporti fra la destra americana e la comunità GLBT. Bush padre non fu mai appoggiato dai repubblicani «rosa» per le sue posizioni troppo conservatrici. Andò meglio col figlio, che nel nel 2000 decise di incontrarli ad Austin per garantirsi il loro appoggio. Per poi, comunque, «divorziare»: nel 2004 il Log abbandonò Bush jr dopo che si era fatto promotore di un emendamento costituzionale per vietare i matrimoni omosex.

Sphere: Related Content

Grande Fratello, in Italia è noioso, in quello Usa si fa sesso e in Brasile è totogay. Le foto, i video.

E' terribilmente piatto e noioso, almeno fino ad ora il Grande Fratello 8 in Italia, Ci hanno provato a renderlo piccantino inserendo una trans, Silvia, ma alla fine anche per lei, come con il peperoncino il pizzicore passa ed infatti ormai in pochi ci fanno caso e la "pruderie" dei primi giorni è un ricordo. La stessa cosa c'è da dire sulla presunta "gayezza" di una buona parte dei maschietti di casa ma si sà, questa è soprattutto una fissazione del mondo gay, poi, gratta gratta e con grande delusione, sempre da parte dei gay, si scopre che di gay non hanno nulla o poco... Scusate l'eccessivo utilizzo del termine gay ma siamo pur sempre su un blog gay!

Diverso è quanto sta succedendo negli altri "Grandi fratelli" che in contemporanea stanno andando in onda in altri paesi. Prendiamo in esame quelli americano e quello brasiliano.

In america il Big Brother è all'edizione numero 9 e sono due giorni che nei vari siti e blog di gossip o dedicati al programma si fa un gran parlare di sesso. Alcuni di loro hanno un passato x-rated che è il termine americano per dire che hanno fatto qualche cosa che ha a che fare con il porno. La 45 enne Sheila (tra l'altro ottimamente portati) ha un passato fotografico infatti fece una photosession su Penthouse, ed ecco quindi la corsa a pubblicare tutte le foto più o meno osè.

Altra argomentazione la da il video che circola in rete (ovviamente già censurato e tolto dai tutori della morale quali sono quelli di YouTube) di James. James viene reputato lo "spirito libero" e questo suo libero spirito, oltre che per la necessità di soldi, l'hanno portato ad esibirsi in forsennate masturbazioni in siti specializzati. E diciamolo pure non poteva fare altrimenti con l'attrezzo che si ritrova. I fans del Big Brother 9 ne hanno calcolato la lunghezza pressapoco in 9 inch (22 centimetri circa).

E poi c'è il sesso, quello vero, consumato in diretta (al solito più immaginato che visto) da due coppie, Nat (che sta per Nathalie) e Matt e da Jen e Ryan.

La prima coppia si offre uno stuzzicante blow-job...
---

---
Mentre la seconda fa tranquillamente sesso in bagno facendo un chiasso tremendo...
---

---

E poi ci sono i gay... due, anche se uno, si dichiara bisex (Neil a sinistra e Joshuah a destra), anch'essi irrequieti (perlomeno Neil), sono particolarmente rappresentativi della comunità gay americana ed anche loro hanno qualcosa che prima poi, a livello sessuale, salterà fuori.

Ed ora veniamo all'edizione brasiliana. Marcelo (in alto), è frequentemente nelle conversazioni del gruppo che per certi suoi atteggiamenti ed ambiguità lo sospettano essere gay. Marcelo viene spiato e controllato in continuazione, ogni conversazione con lui si tramuta in un'indagine da parte degli interlocutori ed il tutto condito da una morbosa curiosità e voglia di scoprire qualcosa che magari non c'è ed è frutto solo di momentanei sospetti o intuizioni sbagliate. Ammettiamolo, non è un bel vivere per il povero Marcelo ma comunque fa parte del gioco del Grande Fratello che anche in Brasile, come in Italia, è alla sua ottava edizione.
Una perla in particolare è l'erezione che ha avuto Rafinha (sopra), mostrata durante un party in piscina e sorpreso ovviamente dall'onnipresente telecamera è stata mostrata a tutti i telespettatori. E' probabile che sia proprio il sesso in definitiva che proclama il vincitore del Grande Fratello. Ed anche in Italia a pensarci bene, nelle edizioni passate...
In questa no, è quanto di più piccolo borghese si possa pensare. Non ci resta che sperare che realmente Thiago abbia un passato porno alle "spalle".
---

---

Sphere: Related Content

Preso a calci, ha un ginocchio lesionato. Picchiato dai bulli perché vuole fare il ballerino.

Il ragazzo vittima delle percosse, nella sua abitazione.
Racconta la sua passione in un tema.
(Lodovico Poletto - La Stampa) Andrea non ha mai sognato di essere Ronaldo. E se avesse un mito quello sarebbe il ballerino russo Rudolf Nureyev. Andrea ha 13 anni, suona la chitarra, il pianoforte e va benissimo a scuola, in tutte le materie. Ma invece di tirare calci al pallone va a scuola di danza per imparare a muoversi leggero sulle punte, come un esperto ballerino di danza classica. Andrea lo hanno picchiato due suoi compagni di classe, una seconda media di un paese della cintura di Torino, con calci e pugni e botte alle gambe e alle ginocchia. Lo hanno insultato, umiliato, sfottendolo in modo pesante per quella sua passione così poco usuale tra i ragazzini. Volevano spaccargli le gambe: «E adesso prova a ballare se ci riesci».

Andrea da quel giorno è bloccato a casa. Ha le gambe fasciate e il medico che l’ha visitato parla di lesioni ai legamenti del ginocchio sinistro e di ematomi al quadricipite destro. Deve muoversi con due stampelle: se vuol tornare a danzare, se vuole che il suo sogno possa un giorno diventare realtà, ha bisogno di riposo e di tante cure.

Ennesima storia di bulli, verrebbe da dire. Ma questa, in realtà, è molto di più: è la storia di una grande passione e di grande intolleranza. È un film che diventa realtà. È Billy Elliot - pellicola inglese del 2000 - ambientato in un comune di 6 mila anime alle porte di Torino. Diceva Billy: «Quando ballo sento un fuoco che mi brucia dentro. Elettricità pura. Entro in un mondo mio e mi scordo del resto». Andrea ha scritto anche lui della sua passione nell’ultimo tema in classe, quello che gli è costato l’umiliazione e le botte. Ha usato altre parole ma la stessa intensità per ricordare gli inizi di questa sua passione - «Vedevo i ballerini della mia scuola eseguire i «pas de chat», i «double tour en l’air» e altri passi molto complicati e rabbrividivo. Si muovevano e saltavano in modo impressionante: erano fantastici» - per descriverla alle sue insegnati. Una in particolare, Carla: «È stata lei a farmi amare la danza più di ogni altra cosa al mondo».

Il giorno prima di San Valentino il tema di Billy-Andrea, sulla sua vita di adolescente e sulla sua passione, è passato di mano in mano in quella classe. Lo hanno letto tutti i suoi compagni. Qualcuno si è complimentato con lui. Altri hanno ripreso con gli sfottò. «Succede da sempre: ci sono due ragazzi in particolare che fanno i furbi con lui. Sapesse quante volte lo hanno picchiato» racconta Angela, la mamma di Andrea. Lo scorso anno gli hanno anche fatto infilare la testa nel gabinetto. Lo hanno preso in giro con insulti irripetibili. Stavolta sono passati direttamente alle botte sulle gambe.

La denuncia che mamma Angela ha presentato ai carabinieri è dettagliata: «Hanno attaccato briga negli spogliatoi della palestra. Erano in due, si chiamano...». Era l’una del pomeriggio, o poco dopo. L’ora di ginnastica era appena finita e Andrea aveva fretta come non mai. Doveva cambiarsi rapido e poi correre a scuola di danza. Ma le sue scarpe non erano al loro posto. Erano sul pavimento dello spogliatoio, tra la panchina e i borsoni da ginnastica, riempite d’acqua da qualcuno con troppa voglia di scherzare. Andrea s’è arrabbiato. E in due lo hanno aggredito. Giù spintoni, i pugni nello stomaco e calci alle gambe: «Così impari a fare il furbo con noi, ballerino». Andrea lo hanno portato due ore dopo all’ospedale Molinette per un controllo. Lesioni confermate, ha bisogno di riposo assoluto, hanno sentenziato i medici. E la mamma è corsa dai carabinieri a fare denuncia: «Hanno capito il mio dramma e sono subito andati a scuola a parlare con gli insegnati».

«Una follia» dice adesso Loredana Furno, titolare di una delle scuole di danza più famose dei Torino. Quella, tra l’altro, dove va a ballare anche Andrea. «Credo che questa sia una storia di intolleranza senza senso» insiste, spiegando che Andrea è un buon allievo, che s’impegna come pochi altri, che davvero per lui la danza classica è una passione che brucia dentro.

Loro, i bulli massacratori del ballerino, ovviamente non parlano: hanno tredici o quattordici anni. Qualcuno li difende: «Hanno famiglie complicate, bisogna capirli». Altri li criticano: «Se ci sono guai arrivano sempre da loro». Andrea non li odia, ma pensa al male che gli hanno fatto: «Soltanto perché a me piace danzare». E intanto sogna Nureyev. E il giorno in cui, come Billy Elliot, danzerà nel «Lago dei cigni».

Sphere: Related Content