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martedì 29 gennaio 2008

Napoli e le serate gay: ecco la mappa dei locali omosex. Serate a tema: E il 2 febbraio pellegrinaggio a Montevergine.

(Emilia Saggiomo - Il Corriere del Mezzogiorno) L'incontro del giovedì all'antica birreria Heineken di Fuorigrotta è un classico. Del resto per la gran parte delle serate gay a Napoli si può parlare di «one night», singoli appuntamenti itineranti di sabato. Ci si sposta ogni settimana di locale in locale: i numeri uno nell'organizzazione di serate, i «Free lovers», ci fanno sapere che, a parte la loro presenza costante all'antica antica birreria con musica commerciale e revival, portano il loro staff con dj sexy, ragazzi e ragazze immagine, ballerini, artisti di strada, house e disco music ogni sabato in un ritrovo diverso: il «Divino» di Agnano, l'«Underbridge » in via San Domenico, l'«Accademia» in via Piave, il «Gold» — ex Kiss — in via Iannelli al Vomero. Gli fanno pure concorrenza in un certo senso: il «Kapsula» al centro direzionale, disco- pub gay tutti i giorni della settimana, riserva la sua serata forte per il sabato. In ogni caso, per conoscere di volta in volta quale sarà il locale prescelto ogni fine settimana si può ricorrere all'aggiornatissima pagina web www.napoligaypress.it per poi cliccare su «napoligayguide».

C'è poi la tipologia del cruising bar, creata esplicitamente per incontri intimi, come il «Depot» in via della Veterinaria, con serate full fetish party e underwear party, e il «Red Moon disco» al centro direzionale, con serate ogni sabato, che è anche provvisto di sauna finlandese, bagno turco, salette e labirinto; altro locale-sauna è il «Blue Angel», sempre al centro direzionale, con camerini, vasca idromassaggio, bar con tv. Per chi ama ballare e per i nostalgici della musica anni Ottanta, la domenica è la volta del «Sudterranea», nei pressi di piazza Dante. Altri luoghi d'incontro possono essere le librerie (benché l'unica libreria gay propriamente detta, la Mercurio di piazza Salazar, abbia chiuso qualche anno fa): l'intramontabile Colonnese al Conservatorio, la Feltrinelli di piazza dei Martiri e la Fnac in via Luca Giordano, soprattutto di domenica.

Per incontri all'aperto, anche l'Arcigay conferma che piazza Bellini si aggiudica il primato di luogo più frequentato da gruppi gay, anche per i caffè letterari che risultano molto graditi, come «Intra Moenia », o il pub «Saint James» dove l'Arcilesbica ha istituito l'happy hour del giovedì. Intanto si avvicina il 2 febbraio, giorno di ossequio per Mamma Schiavona, la Madonna di Montevergine protettrice degli omosessuali, quando numerosi i «femminielli» napoletani, soprattutto dai Quartieri Spagnoli e da Forcella, viaggeranno in autobus diretti al santuario irpino: attesa anche Vladimir Luxuria che, a Napoli per la presentazione del suo Chi ha paura della Mucca Assassina, annunciò di essere intenzionata ad andarci. Per quanto riguarda le spiagge di Formia e i Bagni della Regina Giovanna bisognerà aspettare l'estate.

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Joan Mirò a Palazzo Diamanti di Ferrara.

(Artsblog) Parliamo di mostre in arrivo: Joan Mirò sbarcherà dal prossimo 17 febbraio a Palazzo Diamanti a Ferrara. L’inaugurazione della stagione 2008 parte con una antologica dedicata all’artista catalano, a venticinque anni di distanza dall’ultima esposizione nel nostro paese. Il percorso rivisita tutta la produzione di Mirò, partendo dagli anni di Montroig, località nel sud della Catalogna intorno al 1918, per approdare alle alle soglie degli anni ‘80 al sole di Palma De Maiorca. Le opere in mostra saranno un’ottantina, con una netta prevalenza di dipinti, ma non mancheranno tuttavia sculture, assemblaggi, disegni e collage.

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Via libera dal Senato alla nomina del fisico Maiani (firmatario della lettera contro il Papa) alla Presidenza del CNR.

(Ansa) Via libera dalla Commissione Istruzione del Senato alla nomina del fisico Luciano Maiani alla presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
La nomina di Maiani e' stata approvata dalla Commisione Istruzione di palazzo Madama con il voto favorevole della maggioranza e la non astensione da parte dell'opposizione. Non ci sono stati, quindi, voti contrari nell'ambito della Commissione. L'iter parlamentare della nomina del presidente del Cnr prosegue domani, con l'esame da parte della Commissione Cultura della Camera.
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RICERCA: CNR; MAIANI, ATTENZIONE PUNTATA SU INTERESSE PAESE.
(Ansa) E' soddisfatto il fisico Luciano Maiani del voto espresso oggi dalla Commissione Istruzione del Senato in favore della sua nomina alla presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Un voto, ha rilevato, che va al di la' degli interessi di parte e che pone un'attenzione prioritaria al bene del massimo ente pubblico di ricerca in Italia.
''Sono contento - ha detto - soprattutto per l'atteggiamento cosi' collaborativo e preoccupato del bene del Cnr dimostrato oggi da parte dell'opposizione. Mi e' sembrato molto incoraggiante''. Secondo Maiani e' importante ''concentrare l'attenzione sul Cnr negli interessi del Paese, anziche' dare la priorita' a interessi di parte, siano essi di destra o di sinistra''.

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Apre in Turchia la prima libreria femminista.

La caffetteria di Amargi, libreria femminista in Turchia
La caffetteria di Amargi, libreria femminista in Turchia

(Panorama) Nel cuore della Istanbul europea, poco lontano dalla chiassosa Istikal Caddesi, ha aperto da poco i battenti una libreria unica nel suo genere: la prima che al proprio nome affianca l’aggettivo “femminista”. Trovarla non è certo difficile: bisogna abbandonare il viale principale e avventurarsi nelle strette strade limitrofe, dove a nessuno dei commercianti presenti la sua apertura è passata inosservata.

Sulla porta d’ingresso campeggia la scritta “Amargi“, che è anche il nome di un’organizzazione fondata nel 2001 dalla sociologa 35enne Pinar Selek per sviluppare le teorie e la pratica femministe. La libreria, che è anche una caffetteria, è stata pensata come punto di incontro per i membri dell’associazione e tutte le lettrici che vogliono addentrarsi nel mondo della letteratura femminista. Dalla prossima settimana si alterneranno scrittrici che leggeranno testi di autrici giudicate importanti, a partire da Virginia Woolf. Tra le ospiti illustri anche la poetessa turco-cipriota Nese Yasin, il cui libro “Üzgün Kizlarin Gizli Tarihi” (”Storia segreta di ragazze tristi”) è stato messo al bando.

Sugli scaffali sono appoggiati con cura non solo libri e riviste nuove di zecca, ma anche testi di seconda mano e calendari prodotti dall’associazione “perché servono soldi per tenere questo posto aperto”, spiega la fondatrice, con un sorriso che non nasconde l’orgoglio per un’iniziativa che si sostiene esclusivamente con i soldi della cooperativa. “Amargi” è un nome sumero che significa “libertà” ma anche “ritorno alla madre”. L’ambiente è piccolo, ma accogliente e colorato. A tutte le ore c’è un via-vai di donne di tutte le età e di tutte le tipologie: da quella che si definisce anarchica (”non membro ma simpatizzante dell’associazione” ) e veste con un look da centro sociale, a quella che appare come una perfetta madre di famiglia. Ogni volta che una di loro fa l’ingresso in libreria, viene subito calorosamente abbracciata da altre due o tre e così restano avvinghiate per qualche secondo. Come se non si vedessero da mesi.

A una cittadina europea, il termine “femminista” può sembrare inattuale, ed è Pinar a spiegarne il valore. “Sviluppiamo il pensiero e le politiche femministe attraverso l’analisi dei problemi attuali - dice - che in una società fortemente maschilista come questa non sono di certo pochi”. Benché alcune associazioni femminili sostengano che importanti passi avanti siano stati fatti negli ultimi anni, molto resta ancora da fare soprattutto nelle aree a prevalenza curda, dove i delitti d’onore e i test per la verginità sono ancora troppo diffusi. E la situazione curda, nel suo complesso, è ben conosciuta a questa sociologa che in passato ha trascorso oltre due anni in prigione per essere stata ingiustamente accusata di aver preparato un attentato terroristico nel cuore di Istanbul attribuito al Pkk. Solo dopo molto tempo è emersa la verità: l’esplosione era stata il frutto di un incidente. Ma Pinar è una turca che ha sposato la causa curda, e questo è bastato per attirare su di sé il sospetto e il risentimento degli inquirenti.

L’associazione “Armargi” pubblica una rivista quadrimestrale, in vendita in molte librerie, ma certo il ricavato non basta a coprire da solo tutte le spese. “I sacrifici da fare sono molti - spiega - ma sono molte le donne che avevano bisogno di un posto così, che vengono qui con i loro saggi in mano e vorrebbero che fossero pubblicati o semplicemente letti”. Chissà che da questa piccola libreria, in futuro, non passi anche una nuova Virginia Woolf.

L'ingresso di Amargi, libreria femminista

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Il grande fratello 8 (seconda puntata). Per Selvaggia Lucarelli è un'edizione ad alto tasso di omosessualità.

(Selvaggia Lucarelli) Anche la cronaca della seconda puntata de “Il grande fratello” comincia con una gran bella notizia: la direzione di canale 5 d’accordo con i piani alti di Publitalia, il consiglio di amministrazione di Rti e Silvia Toffanin ha deciso che tutti i telespettatori che ieri sera hanno assistito alla trasmissione hanno diritto ad una visita gratis presso un qualsiasi oculista convenzionato per i gravi danni riportati alle retine dopo la visione per più di un minuto di seguito della camicia di raso fucsia del capofamiglia della tribù Orlando.

La brutta notizia è che invece per le lesioni riportate a causa della visone di mamma Carmela con maglione rosa abbinato a golfino arancio e foulard maculato, di papà Filippo con accappatoio rosso fuoco con cintura azzurro puffo e del figlio più piccolo in giacca patchwork pare che oltre al cane lupo non ci sia molto altro da fare.
Ma passiamo alle cose serie. Io non so se il problema sia stato sempre di natura cromatica, ovvero mamma Carmela ai tre figli maschi, nella culla, metteva delle tutine ciniglia di paillettes lilla, ma almeno due di ‘sti tre ragazzi sembrano i candidati ideali per il remake di “Brokeback mountain”.
E mentre tutti i telespettatori notavano che il tasso di mascolinità nei due fratelli minori della famiglia Orlando è pari a quello che si respira nei corsi da visagista di Gil Cagnè arrivava, geniale, il commento di Alfonso Signorini: “Che bello! La famiglia Orlando è qui per dimostrarci che in Italia non ci sono solo famiglie sfasciate e divorzi, ma anche famiglie sane!”.
Alfò, io ti voglio bene e lo sai, te lo giuro su Naike Rivelli, però diciamo le cose come stanno. Anche io per un attimo ho pensato che questi potessero essere la famiglia Istat, ma una serie di piccolissimi dettagli mi ha aperto gli occhi: se è normale una famiglia in cui il padre si veste come il pagliaccio di Mc Donald’s, la madre dà l’idea di essere una convinta che la striscia di Gaza sia un levapelucchi adesivo, il figlio più grande ha una faccia da pirla che se lo porta via, il figlio di mezzo si definisce eterocurioso e il figlio più piccolo, dopo una serie di flessioni sul comò, va in bagno e si veste da “Winx fata dei fiori”, beh, allora facciamo che la prossima pubblicità dei pandistelle la facciamo fare agli Osbourne.

Che poi a voler essere proprio sinceri, neanche i genitori mi pare incarnino tutti ‘sti gran valori: quando la Marcuzzi gli ha domandato chi dei tre figli secondo loro dovesse uscire dalla casa hanno riposto “Giuseppe così torna dai suoi pesci!” e considerato che in teoria ci sarebbero anche tre figli piccoli che aspettano il suo ritorno sorge il dubbio che questo tenga un flavescens e un pesce pagliaccio nel lettino Foppapedretti e i tre figli in ammollo nell’acquario Poseidon. Quando poi arriva il verdetto e scoprono che ad uscire sarà Domenico, i due sono così commossi da rendere palese un unico fatto, ovvero che nella gerarchia delle cose utili nell’universo per loro, il figlio più piccolo, se ne sta esattamente sullo stesso gradino occupato dal levatorsolo a manovella e dalla suoneria per cellulari “bella topolona”.

Insomma, metà puntata se ne va nel raccontare le vicissitudini della famiglia Orlando, per cui sugli altri concorrenti non posso che fare una brevissima carrellata: Raffaella, la gnocca napoletana, dichiara diciannove anni ma ha il look e il piglio di una con due giri del mondo e tre divorzi alle spalle con il particolare che sembra Carolina Marconi con la parrucca di Afef. (sì, trattasi esattamente di commento gratuitamente cattivo dettato dall’invidia che mi sta logorando, non siete fuori strada)
Memorabile il suo “Di sicuro lei è rimasta IMMUNA dalle nomination!”.
Francesco Botta, il romano, è Michael Bublè dopo sei mesi di tornei di calcetto serali al Tufello. Alice è Gabriella Pession rimasta chiusa incidentalmente nella capsula alta pressione al solarium.
Christine è talmente brillante e sveglia che la Marcuzzi è riuscita a tirar fuori delle dichiarazioni più interessanti dal rododendro che aveva in testa che dalla sua bocca. Lina, la napoletana mi è personalmente simpatica quanto Monica Bellucci che esprime solidarietà a Mastella ricordando che la bellezza è in realtà un handicap, “Teresa Pulsatilla” è il classico concorrente denominato dagli autori “La ragazza si farà anche se ha le spalle strette” per cui al momento, nel programma, ha avuto un po’ meno spazio di Bertinotti nel tg4 ma poi magari vince, Roberto il ragionier Zampetti ci ha provato con tutte le donne della casa compresa Carmela Orlando e la figlia minore di un cameraman per cui mi auguro che la sua fidanzata rimasta a casa, da stamattina aspetti due gemelli da Raz Degan.

E poi c’è lui, Gianfilippo. Siciliano con sangue marocchino, bello come il sole, camminata dell’uomo che non deve chiedere mai a parte il mio numero di telefono appena fuori da quella casa. La sottoscritta si candida ufficialmente come sorpresa per Gianfilippo nella suite e sottolinea la sua totale disponibilità a travestirsi, per l’occasione da danzatrice del ventre, da cubista romagnola o da operaio dell’anas, insomma, da quel che cavolo pare agli autori purchè riesca a marcare il territorio prima che un nugolo di torniste invasate lo attenda fuori dalla porta rossa.
Ma arriviamo al momento clou della serata, ovvero lo spazio già denominato su queste pagine “Famiglia Mulino bianco col mulino manomesso dai diabolici autori del Grande fratello , per cui a breve vedremo schizzare le pale rotanti in mezzo all’aia facendo strage di polli e famigliole felici.”
Insomma, parliamo del brasiliano Thiago che se la spassa nella casa e della moglie Benedetta che lo attende fuori con la tranquillità di un toro infilzato. Per chi si fosse perso il siparietto tra i due le cose sono andate più o meno così: lei, con la stessa dignità di un’aletta di pollo Aia, gli fa avere un videomessaggio in cui in lacrime lo implora di uscire dalla casa e di tornare da lei perché da sola lì fuori sta vivendo un inferno. Lui recita la parte di quello profondamente commosso con la stessa credibilità con cui io vado dicendo che Alessia Fabiani tutto sommato è una brava ragazza, poi in una lingua completamente sconosciuta dice qualcosa del tipo: “Ajfklajuieghbnjhvbjhbeuegh!” che a quanto pare è un dialetto brasiliano con influenze trentine parlato solo da alcune tribù autoctone in Amazzonia e che starebbe su per giù a dire: “Co’ lu cazzo che esco!”. A quel punto Benedetta lo guarda con gli occhi comprensivi e pieni d’amore di chi in quel momento sta pensando: “Ah Grana Padau, ora ti rimando nelle favelas a scippare i turisti brutto pezzente!” e se ne torna a casa con la coda (di Lucifero) in mezzo alle gambe. Thiago comunica la sua soffertissima decisione ai compagni che pronunciano tutta una serie di frasi sensate quali: “Bravo! Sei un vero uomo!” o anche “L’hai fatto per lei!”. Messaggio per il mio fidanzato: qualora ti saltasse in testa di emulare Thiago e compiere tutta una serie di atti così generosi per fare del bene a me tipo accoppiarti nella toilette dell’aereo con una ventenne venezuelana o lasciare la tua fedina al Monte dei pegni, ecco, sarei felice se non ti disturbassi troppo.
Segue breve clip in cui i genitori di Silvia, ovvero l’uomo che era trans poi s’è operato e è diventato donna per cui non è più trans ma al limite un ex trans e anche un ex uomo e quindi io non so più come cacchio chiamarlo. Fatto sta che dopo le toccanti dichiarazioni dei due genitori (meravigliosi) inquadrano la sorella di Silvia e lì sorge il dubbio inquietante che per ‘sti due non ci sia mai pace perché dopo un paio di risposte date alla Marcuzzi con la grazia dell’insegnante di judo di Putin, l’impressione è che la tizia abbia tutte le intenzioni di diventare un uomo.

Si chiude la puntata con due perle indimenticabili. Signorini chiede a Domenico, il primo eliminato rientrato in studio, perché nella casa fosse così fiacco e lui risponde serafico: “Perché una settimana fa è morto un mio caro amico e perché sono freddoloso!”.
E infine, Signorini, tanto per fugare ogni sospetto di essere un tantino filo-berlusconiano, alla Marcuzzi che lo interroga su quale sia il personaggio della casa, lui risponde entusiasta: “Attenti a ROSA!”, riferendosi in realtà a Raffaella. Se la prossima settimana al posto suo non ci mettono Platinette qui va a finire che l’ottava edizione del Grande fratello la vince Mamma Rosa sul serio.

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AltaRoma dedica un omaggio a Emilio Schubert, il Dior made in Italy.

AltaRoma dedica al "grand createur", protagonista estroso del primo Italian style, un documentario di immagini sontuose e testimonianze di chi l'ha conosciuto.

(Marialuisa Viglione - Style) Schu, nome del profumo, è il titolo del documentario di Antonello Sarno proiettato nell'ambito di AltaRoma dedicato a Emilio Schuberth, definito il "grande Dior della moda italiana", nato a Napoli nel 1904 e morto a Roma nel 1972.
Talentuoso creatore, Schubert partecipò nel '51 alla sfilata storica di Palazzo Pitti a Firenze e fu tra i protagonisti della nascente moda italiana.

Il film inizia con una dichiarazione di Schuberth che ne riflette il culto per lo stile: «La donna elegante è facilitata a mantenere il successo». Lo affermava a ragion veduta, dato che nel corso della sua carriera aveva vestito Soraya, Rita Hayworth, Ingrid Bergman, Bette Davis, Brigitte Bardot, Sofia Loren, Gina Lollobrigida e Anna Magnani. «Schubert capì per primo l'importanza della comunicazione della moda attraverso l'eccentricità e la bravura», sostiene Beppe Modenese, mentre Lavinia Biagiotti afferma «è stato un grande maestro per mia madre e mia nonna. Il mio retaggio di romanticismo lo devo a lui».

Lui dice di se stesso, con accento tedesco: «Amo molto le donne e le voglio rendere belle. Non amo gli abiti corti. Preferisco il lungo, la donna elegante, longilinea». Nel video - oltre alle immagini di abiti strepitosi - scorrono le testimonianze di Micol Fontana che lo ricorda con nostalgia, Renato Balestra che lavorò con lui, Giusi Ferré che definisce le sue linee "melodiose", Bianca Maria Piccinino che lo considera precursore della modernità. «Esaltava la donna con il senso del colore e dello spettacolo», conclude Beppe Modenese. Tra gli amici e gli ammiratori anche la figlia Gretel, in prima fila a godersi commossa il video.

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David Beckham in Sierra Leone per l'Unicef e le nuove foto in mutande.

David Beckham in Sierra Leone per l'Unicef
(Gossipblog) “Non possiamo chiudere gli occhi davanti a diecimila bambini che muoiono ogni giorno in un mondo che si dice sviluppato. In Sierra Leone un bambino su quattro muore prima di raggiungere i cinque anni. E’ scioccante e tragico specie se pensiamo che la soluzione è così semplice: vaccini contro il morbillo o usare zanzariere per ridurre il rischio di contrarre la malaria”.

David Beckham (che non ha solo un pene lungo 7 metri ma anche un cuore grande grande)

Via CelebCrust

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Intanto stanno uscendo le nuove foto delle mutande di Armani indossate da David Beckham, eccovi la più recente.

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Libri. Toilet, un bimestrale per ogni "bisogno".

(Booksblog) Racconti brevi: durata media di lettura prevista 15 minuti massimo. Lo scopo? Conciliare “esigenze fisiologiche” e appetiti intellettuali. Andrebbe collezionata anche solo per le fantastiche copertine “Toilet”, la rivista di racconti “pensati ironicamente per essere letti nella comodità del bagno”.

La pubblicazione è bimestrale, e per chi volesse farsi un’idea, è uscito anche TOILET-anno uno, nel 2007 (costa 10 euro, mentre ogni numero costa 5 euro), ma molti racconti sono disponibili anche on line. “Una pubblicazione come la nostra, una cosa piccola e senza alcuna pubblicità che raggiunge le 2200 copie in 2 anni è un piccolo-grande successo”, ci spiega Paolo Baron, direttore editoriale della rivista.

Che caratteristiche deve avere un racconto per essere pubblicato da “Toilet”?
“Dev’essere un racconto autentico, sentito. Deve raccontarci un’emozione o una bella storia. Deve sicuramente avere anche una buona prosa. Il meccanismo di selezione è “anonimo”, cioè i racconti vengono letti senza sapere chi ne è autore. Quindi solo la qualità dello scritto, la forza del racconto stesso ne giustifica la pubblicazione”

Vi arrivano commenti di lettori riguardo ai racconti o alla pubblicazione in generale: critiche, complimenti, cosa vi scrivono?
“Solitamente le richieste tendono a capire cosa chiediamo esattamente per la pubblicazione. Noi spieghiamo quello che dicevo alla domanda “1” e chiediamodi tenersi sotto le 15 cartelle, insomma, un “tempo da seduta in bagno” di circa 15 minuti come massimo. Ci arrivano anche un sacco di complimenti per l’originalità e la crescente qualità di toilet, ma i complimenti li teniamo per noi”

La pubblicazione sta avendo un successo costante/crescente/si cresce a fatica?
“Si cresce il giusto. Per una storia più dettagliata ti rimando alla bella e lucida “intro” di Mattia Carratello in apertura
di Toilet AnnoUno (si può leggere qua“).

Domanda generale: uno strumento come toilet è servito a segnalare qualche autore al più vasto mondo dell’editoria?
“Mi sento di dire che ci siamo ormai imposti come vetrina. Il nostro è un vero e proprio “scouting”. Riceviamo spesso contatti da altri editori che ci chiedono di raggiungere questo o quell’autore che pubblica con noi. Una su tutti: Pulsatilla che pubblicava con noi un po’di tempo prima di fare il botto (quasi 100mila copie) con l’editore Castelvecchi col suo “La ballata delle prugne secche”. Mica poco…”

Vi siete fatti un’idea di un vostro lettore-tipo (magari gente che avete incontrato in fiere, eventi, etc…)?
Non siamo molto bravi in studi di marketing, target e parole così… alle fiere vengono ad acquistare i nostri volumi persone di tutte le età, vestiti in questo o in quel modo, sicuramente la cosa che accomuna tutti è la curiosità e la voglia di “diverso”.

Il complimento più bello che vi hanno fatto?
“Senza “toilet” non riesco ad essere rilassato la mattina in bagno”

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Domenico Orlando primo eliminato dal Grande Fratello 8 malgrado le mutande e le voci sulla sua "gayezza"...


(Omoeros) Eh si, anche stavolta dedico un post al Grande Fratello, anche se mi ero ripromesso di non

parlarne molto, perchè ieri sera c'è stata la prima eliminazione e la cattiva sorte è toccata ad uno dei sospettati che hanno fatto suonare al'impazzata il gay-radar di tutti noi, ovvero Domenico Orlando. Il figlio mezzano della famiglia del GF8 infatti è stato uno dei nominati insieme ai suoi fratelli e a causa del suo carattere un pò scontroso e per la sua riservatezza e poca visibilità, è stata scacciato dalla casa più spiata d'Italia, e noi così perdiamo l'occasione di assistere, semmai, a qualche sbirciatina ambigua agli altri maschietti della casa, al commentare i suoi modi più che femminili, alla visione delle sue improponibili giacche da sera e soprattutto ci siamo giocati la

possibilità di deridere le sue mutande glitterate e sbrilluccicanti che hanno già affascinato Alfonso Signorini! Della sua presunta omosessualità si è un pò parlato in casa visto che Teresa (da che pulpito poi) ha pensato insieme ad altri che potesse essere gay, ma la storia è

finita lì, mentre con Silvia si sprecano i servizi e i filmati, manco fosse una miracolata o un fenomeno da baraccone. Insomma in Italia fa notizia una trans, si può spettacolarizzare il suo disagio interiore trasformatosi in un netto cambio di sesso ma non si può affermare l'omosessualità di un uomo, perchè? Ormai non fa più scalpore? Oppure potrebbero innescarsi degli argomenti che non sono il pane quotidiano di un programma "superficiale" come il Grande Fratello? Vedremo come si comporterà Domenico fuori dalla casa con tutte le ospitate che lo attendono..

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Grande Fratello 8. Thiago non casca nella trappola e resta nella casa. Fuori Domenico.

Thiago Barcelos(Tvblog) Un Grande Fratello 8 con un ritmo forse un po’ troppo lento per essere giunto solamente alla seconda puntata. Le sorprese annunciate comunque ci sono state, anche se i tentativi di creare il colpo di scena non sono sempre andati a buon fine. L’eliminazione inattesa di uno dei tre figli della famiglia Orlando non ha creato il benché minimo scompiglio: “E’ un gioco“, hanno concluso Carmela e Filippo Orlando, accettando l’uscita di scena di Domenico e continuando il reality come se nulla fosse accaduto.

Più “cattivello” e con qualche ripercussione è stato invece il videomessaggio mostrato dalla redazione a Thiago Barcelos (nella foto), che aveva come mittente la moglie Benedetta Zilli. Una scenetta probabilmente studiata a tavolino che la vedeva in lacrime a causa della lontananza dal marito. “Non è vita questa, noi dovremmo essere insieme in questo momento ” le parole di Benedetta dopo una sola settimana di distacco. E Thiago è stato messo di fronte ad una scelta: uscire e riabbracciare la moglie o continuare il reality.

Il ragazzo, che probabilmente subodorava un “gioco” da parte del Grande Fratello (altrimenti sarebbe corso subito fuori dalla casa), era visibilmente indeciso sul da farsi: cedere ai ricatti morali - probabilmente forzati - o andare avanti per la propria strada? Inaspettatamente, la scelta di Thiago è stata quella di rimanere in gioco, lasciando la moglie col volto deluso ad attenderlo fuori dalla porta rossa. Nel caso la scelta del concorrente fosse stata quella di uscire, sarebbe stata Benedetta a raggiungerlo nella casa, diventando anch’essa concorrente.

Durante la serata è stato approfondito “l’argomento” Silvia Burgio, anche se fortunatamente il momento è durato solo pochi minuti. I genitori hanno parlato in modo toccante - e con qualche rimorso per non aver accettato immediatamente la situazione - delle difficoltà vissute durante il percorso che ha portato Silvia a diventare donna. Parole però rese vane in un secondo da Roberto Mercandalli, che ha nominato Silvia perché con lei faticherebbe a tirare fuori le sue armi da seduttore (salvo poi essersi giustificato con “in questo momento sono un po’ confuso“).

(5 voti) e I nominati della settimana, inaspettatamente, sono Fabio Orlando (con 6 voti), Giuseppe OrlandoAli Ayach (4 voti). Potrebbe essere un altro della famiglia Orlando quindi ad abbandonare il gioco la settimana prossima.
A fine puntata, Alessia Marcuzzi ha comunicato che il gruppo dovrà tornare ad abitare nel camping a causa dello scarso impegno settimanale dei ragazzi.

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Una nazione di gay? Piani di azione per la fondazione di un nuovo Stato. Eversione, delirio o solo uno scherzo?

(Famiglia fantasma) Oggi voglio mostrarvi che la mia idea di fondare una patria attenta ai diritti di tutti non è così bislacca.

Prima di tutto non sto parlando di uno stato alternativo a quello Italiano, che in nessun aspetto può essergli antagonista. Sto solo parlando di una nazione aterritoriale. Uno stato che esiste solo per soddisfare alla voglia di diritto, di uguaglianza, di cittadinanza piena. Insomma: la mafia è un antistato. La nazione che propongo io è assolutamente per lo stato Italiano.

Inoltre non sto parlando di una nazione solo per i gay (come se poi ne dovesse nascere una per le donne, una per i genitori sterili ecc…). Tantomeno una nazione costituita da soli gay. Mi bastano le discoteche. Sto parlando di una nazione Anche Gay, che sia aperta ai gay così come è aperta a ogni istanza antirazzista e di piena cittadinanza.

Ma come si fonda una nazione? Vediamo…

- Non abbiamo bisogno di un territorio: l’abbiamo già. Non abbiamo bisogno di una moneta: l’abbiamo già. Anche l’esercito e i francobolli, ci sono tutti. Tra l’altro, abbiamo anche le tasse da pagare sia all’Italia sia al Vaticano (poiché siamo noi a pagare l’IRPEF dei loro immobili), quindi va bene così.

- Non abbiamo bisogno di riscrivere da zero la Costituzione, la abbiamo già. Basta prendere quella italiana e cambiarla di qualche virgola, togliendo magari il riferimento ai patti lateranensi. La pubblicherò appena possibile.

- Uno stato che ha anche un intero Codice Civile e Penale: quello italiano vanno benissimo come punto di partenza. Basta aggiungere un bel pacchetto sicurezza come si deve, quote rosa e diritto al matrimonio per tutti.

- Abbiamo bisogno di una bandiera? Propongo quella di questo sito. O altrimenti vanno bene anche altre, proponete!

- Per fare una legge o per modificare la costituzione serve un parlamento? Ebbene, facciamolo. Mettiamo le nostre facce, e facciamoci votare dal popolo di internet (unico modo per fare votazioni su tutto il territorio nazionale).

- Quanto al governo, avrei già in mente un po’ di possibili ministri…
GayaWeb ministra per le pari opportunità.
Io ministro per la Famiglia, eh eh…
QueerWay ministri della cultura.
Illuminismo ministro per l’emigrazione (ogni nazione territoriale deve sempre avere un piano di fuga, e le lezioni di Svedese sono un’ottima cosa in questo senso).

Quanto al corpo diplomatico, considerate che ambasciatori presso tutte le nazioni europee non ci mancheranno…

Poi, una volta che è tutto costituito il Parlamento e il Governo, CHIEDEREMO FORMALMENTE IL RICONOSCIMENTO DELLA DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE, scrivendo lettere agli ambasciatori in Italia di tutti gli stati Europei. E ovviamente alla UE. Facciamogli capire, agli Europei, che la situazione in Italia è grave. E la crisi di governo non ci aiuta.

Ma in assoluto, la prima attività di questa nazione sarà una legge per i matrimoni omosessuali, nonché la celebrazione dei primi matrimoni.

E non stiamo a dire che tutto questo non si può fare. Se può farlo Bossi, lo facciamo anche noi. Il Governo Italiano non mi raprresenta minimamente, anzi mi insulta e non ama sottolineare il fatto che l’olocausto non deve essere ripetuto per gli omosessuali. E’ doveroso far sapere questa lacuna di rappresentanza non può restare nel limbo per sempre.

Facciamo di questa lacuna una nazione, una nazione pronta ad amare la propria patria ma anche pronti a darsi un patria in più, con una costituzione più laica, una legge più giusta, un parlamento rispettoso di tutti.

Perché io, come ho già detto, con la Bandiera Italiana non mi ci pulisco il culo. Anzi. La porto alta e la considero un onore. E se c’è bisogno di provocare pacificamente, lo faccio. Se c’è bisogno di sconvolgere le coscienze senza fare del male a nessuno, lo faccio volentieri.

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Eversione gay

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Sputtanamenti o giustizia? Eco tv lancia L'Outing degli omofobi.

(Arcigay Verona) Con il termine “Outing” il movimento di liberazione omosessuale statunitense ha indicato la pratica politica del rivelare pubblicamente, per ritorsione, la diversità di alcune persone segretamente omosessuali le quali attaccano pubblicamente l’omosessualità: per esempio gli uomini politici.
Anche l’Italia è ormai pronta per quella che sarà la missione del nuovo programma di Ecotv, canale 906 Sky, da sempre attento alle tematiche ambientali ma anche alla cosiddetta ecologia della politica.
“Dopo il recente attacco razzista e omofobico nei confronti del senatore Cusumano, insultato verbalmente al grido di frocio, checca squallida, cornuto, traditore e uomo di merda - dichiara Pino Gagliardi, Direttore Responsabile di Ecotv - abbiamo deciso di lanciare questo un nuovo programma per smascherare gli omosessuali che siedono in Parlamento e che sempre più frequentemente si dimostrano intolleranti e razzisti nei confronti dei diversi e questo solo per autotutelarsi con i propri compagni di partito e con l'opinione pubblica”.
Negli Stati Uniti d’America questo sistema viene usato per far conoscere agli elettori chi predica bene ma poi, nel privato, razzola male: l’ultimo in ordine cronologico è il senatore repubblicano antigay Larry Craig.
“In ogni puntata sveleremo gli indizi inviati dai cittadini che ci aiuteranno a sputtanare questi signori/e inviandoci segnalazioni, fotografie e quant'altro possa servire ad inchiodare questi poco onorevoli attori” prosegue Pino Gagliardi il quale svela come “sono già molte le segnalazioni giunte in redazione nei giorni scorsi che inchiodano due deputati di Forza Italia e un senatore di Alleanza Nazionale. Molte altre le stiamo ancora verificando e riguardano parlamentari dell’UDC e del Partito Democratico."
Naturalmente a tutti coloro che ci invieranno materiale utile per l'accertamento dell'outing politico verrà offerta una splendida vacanza per due a Madrid, la capitale europea all’avanguardia per i pari diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender”.

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Adozione: lesbiche svizzere all'attacco dopo sentenza Strasburgo.

Consentire l'adozione anche alle coppie omosessuali: il tema, finora considerato tabù, torna di attualità in seguito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti umani.

(Ats) I giudici di Strasburgo hanno infatti stabilito che rifiutare ad una lesbica di adottare un bambino è discriminazione sessuale. Sull'onda di questa sentenza l'Organizzazione svizzera delle lesbiche (LOS) intende rilanciare il dibattito: "i tempi sono maturi per ribadire queste nostre richieste", ha affermato la copresidente di LOS Brigitte Röösli al domenicale "NNZ am Sonntag".

In Svizzera il partenariato registrato per le coppie omosessuali - un'unione ispirata al diritto matrimoniale accolta alle urne nel giugno 2005 - esclude esplicitamente il ricorso all'adozione e alla procreazione assistita per le coppie gay. Allora la questione era stata tatticamente sacrificata per non rischiare un fallimento della votazione sul partenariato. "Avevamo dovuto ingoiare quel rospo per non minacciare l'unione registrata", afferma la Röösli: "ora possiamo tornare all'attacco con le nostre richieste".

La Corte europea dei diritti umani ha ora gettato le basi per un nuovo dibattito: nella loro sentenza i giudici di Strasburgo sottolineano come rifiutare l'adozione a una persona appellandosi alle sue preferenze sessuali vada contro la Convenzione europea dei diritti umani.

Felix Schöbi, dell'Ufficio federale di giustizia, sottolinea il carattere esplosivo della decisione della Corte: "dobbiamo ora seriamente chiederci se la legge sul partenariato rispetti la Convenzione dei diritti umani". "È sempre stato chiaro - ha detto alla "NNZ am Sonntag" - che il problema sarebbe prima o poi saltato fuori".

E le prime avvisaglie di un nuovo scottante dibattito ci sono: il consigliere nazionale socialista Mario Fehr è intenzionato a portare il tema in parlamento, nel corso della sessione primaverile. Esponenti del PLR sarebbero favorevoli a discutere di una modifica di legge, mentre per UDC e PPD non vi è alcuna necessità di intervenire.

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Manu Chao, il prossimo disco sarà una roba da matti.

(Panorama) Sarà il più importante disco della sua carriera. Almeno a sentire il diretto interessato, Manu Chao, che parla in questi termini della sua ultima fatica. E mentre il calore del pubblico resta identico a quello che nel 1998 lo fece rimanere per settimane in classifica con l’album Clandestino, Manu Chao prosegue nella linea degli ultimi anni, divertendosi a sperimentare non solo linguaggi nuovi ma anche luoghi nuovi di espressione musicale. E così il prossimo disco sarà un disco da matti. Nel senso letterale del termine, visto che il francese di origini spagnole, ex voce della band La mano negra, è riuscito stavolta a mettere insieme e disciplinare un gruppo di pazienti psichiatrici in cura all’ospedale Borda di Buenos Aires. Si tratta di malati speciali, già avvezzi ai mezzi di comunicazione, visto che da anni hanno creato e animano una loro radio, La Colifata, ascoltata in tutta l’Argentina. Manu Chao non ha resistito alla tentazione di unirsi a loro. Dopo aver partecipato ad alcuni programmi della radio e dopo aver cantato in diretta, ha proposto a tre di loro di partecipare al suo ultimo videoclip Rainin’ in paradise, diretto da Emir Kusturica. Poi l’idea: realizzare un album. Il mix poteva funzionare, i pezzi dei pazienti erano piacevolissimi, e la sfida della musica come linguaggio universale aera davvero allettante. Un piccolo miracolo, insomma. E a dicembre 2007 sono partite le registrazioni. Manu Chao dunque produrrà il disco, e l’uscita è prevista per i prossimi mesi, con il lancio in grande stile in un concerto in Argentina già messo in cantiere per il prossimo ottobre.

Il “super chango”, il super ragazzino, come è stato ribattezzato dalla stampa argentina è entusiasta. Alla stampa accorsa in massa a sentire il suo progetto ha dichiarato senza mezzi termini “la loro è poesia, poesia allo stato puro. Come Prévert”.

Guarda lo show di Manu Chao con i ragazzi di La Colifata
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