banda http://blografando.splinder.com

sabato 22 settembre 2007

L'accusa di Rifondazione comunista: “Censura” da parte del Sindaco di Napoli

Pubblichiamo la lettera di Pino De Stasio (Capogruppo Partito della Rifondazione comunista alla II Municipalità) il quale ci spiega le ragioni dello spostamento del Social Cine Forum.

“L’intera iniziativa Social Cine Forum e’ stata votata dal Consiglio della Seconda Municipalita: luogo di proiezione,giorni, tematiche (tra cui lo straordinario film di R.W. Fassbinder “ Un anno con tredici lune”).

Il luogo: i bei giardini pubblici di Santa Chiara. I giorni: 7, 14, 21, 28 settembre ore 20. Tematiche: omosessualita’, razzismo, disoccupazione, antifascismo.

Tutto era stato predisposto comunicando ai soggetti interessati, e quindi anche ai frati francescani, che la manifestazione era organizzata dalla Municipalita’ e che l’entrata era gratuita. Ora le rimanenti proiezioni, con un atto d’imperio da parte del Sindaco di Napoli, e questo mi dispiace molto poiche’ l’ho votata, sono state trasferite in Piazza del Gesu’.
Parlare di omosessualita’ a ridosso della basilica di Santa Chiara e’ piu’ sconveniente che parlarne a ridosso della Chiesa del Gesu’ Nuovo ed il Real Monastero delle Clarisse?
Il film del cineasta tedesco fa riflettere sulla condizione di emarginazione umana di un transessuale sposato che si toglie la vita nel deserto di una società sempre più espulsiva ed arrogante. Non credo che la figura di Fassbinder quale intellettuale tedesco possa impensierire il Papa tedesco sempre pronto alla riflessione sulle tematiche etico-morali di questi tempi.
So bene la posizione della Chiesa ufficiale sulle “diversita’ di genere” e la rispetto ma non mi rassegno dell’avvenuta “censura” da parte del Sindaco Rosa Russo Jervolino. Sento di chiedere scusa ai napoletani per il “forzato” spostamento ricordando la trasgressiva sera della “prima” sotto un rosone stellato tra le mura tufacee di Santa Chiara.

Pino De Stasio
Capogruppo Partito della Rifondazione comunista alla II Municipalità di Napoli

(nella foto: Rainer Werner Fassbinder)

Sphere: Related Content

Il sabato del villaggio gay di "Little Britain" in onda su Mtv dal 21 settembre

Nata nel quartier generale della storica televisione inglese e pensata inizialmente per la trasmissione radiofonica, BBCLittle Britain è diventata in tutto il mondo un vero e proprio fenomeno televisivo e di costume capace di catalazzare l'attenzione di milioni di telespettatori.
La serie, in onda sulla nostra Mtv dal 21 settembre, attraverso gli sketch e le gag comiche dei due protagonisti, David Walliams e Matt Lucas, esplora ironicamente e cinicamente la Gran Bretagna, le manie e i luoghi comuni dei suoi abitanti. Dalle lande scozzesi viaggiando verso il Galles, fino alle piccole cittadine del tranquillo countryside inglese, per arrivare alla grande metropoli di Londra: ogni tipologia umana e ogni stereotipo in "Little Britain" sarà ritratto e rappresentato attraverso l'occhio di Matt Lucas e David Williams.
Una galleria infinita di singolari personaggi (se ne contano più di ottanta!) che comprende, tra gli altri, un giovane gay politicamente impegnato, un teenager alle prese con le difficoltà quotidiane dell'adolescenza, e un poco convincente travestito che traccerà una sua personale visione del suo privato.

Sphere: Related Content

Welfare/Lgbt a sinistre: Il 20 ottobre n piazza anche per laicià dello stato

(Apcom) - Diversi esponenti del mondo Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali, e Transgender) - tra i quali la parlamentare di Rifondazione comunista Vladimir Luxuria e il presidente dell'Arcigay Aurelio Mancuso - hanno scritto una lettera aperta a Oliviero Diliberto, Franco Giordano, Fabio Mussi e Alfonso Pecoraro Scanio per chiedere che alla manifestazione sul Welfare del prossimo 20 ottobre si affronti anche il tema della laicità.

"A poche settimane dalla manifestazione del 20 ottobre, le vostre dichiarazioni circa l'iniziativa politica e sociale rivolta al Governo e ai cittadini, non affrontano mai concretamente le questioni dei diritti di cittadinanza delle persone omosessuali, gay e lesbiche, e delle persone transessuali", si legge nella missiva. "Questo tema e più in generale quello sulla difesa della laicità, non è stato nemmeno citato durante la presentazione del documento sulla Finanziaria al presidente del Consiglio".

"Una sinistra moderna deve assolutamente riconoscere, al livello più ampio ed alto, i diritti dei cittadini che non sono eterosessuali e che pretendono pari dignità ed effettiva uguaglianza", proseguono i firmatari della lettera. "E' una risposta indispensabile al comune impegno teso a ricucire la separatezza fra la società e la politica oggi così profondamente in crisi, e a restituire fiducia a milioni di cittadini di sinistra delusi dall'attuale situazione politica, quelle stesse persone che vorremmo partecipassero con speranza e motivazione alla manifestazione del 20 ottobre".

Firmano la lettera aperta Saverio Aversa (Prc-Se), Titti De Simone (Prc-Se), Giampaolo Silvestri, (Insieme con l'Unione), Vladimir Luxuria (Prc-Se), Aurelio Mancuso (ArciGay), Elettra Deiana (Prc-Se), Rossana Praitano (circolo Mario Mieli), Porpora Marcasciano (Movimento transessuali).


Sphere: Related Content

Cortigiane e amanti: storia segreta dell'ipocrisia italiana

(Gian Antonio Stella Il Corriere della Sera) «Isabella mia chara, chara, chara, chara, te baso con tucta l'anima mia sin de qua et prego che ti ricordi di me come merita il grandissimo amore che ti porto». Il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena doveva proprio aver perso la testa, per quella damigella di corte di Isabella d'Este che portava lo stesso nome della duchessa e aveva conosciuto durante un viaggio a Mantova. E certo non si faceva problemi a esprimere quei sentimenti con una passione (teoricamente) proibitissima a un uomo di Chiesa. Tanta indifferenza ai giudizi altrui un buon motivo l'aveva. In quel 1515 in cui scriveva alla sua bella, la corte pontificia di Leone X, alla quale il prelato apparteneva, non si scandalizzava certo per così poco. Anzi. Lo racconta un libro appena uscito per la Newton Compton. Si intitola Cardinali e cortigiane ed è stato scritto da Claudio Rendina, che alla storia di Roma, dei papi, dei soldati di ventura, degli ordini cavallereschi ha dedicato diversi volumi. Tutti caratterizzati da continui rimandi a una ricca bibliografia (i libri e i documenti citati in questa occasione sono 168), ma insieme da una scrittura volutamente leggera, apparentemente «facile» e da una esuberante raccolta di aneddoti e curiosità che forse faranno alzare con disappunto il sopracciglio a qualche barone dell'accademia, ma accompagnano attraverso certi percorsi nel nostro passato anche persone che altrimenti non ci si avventurerebbero mai. Dettagli irresistibili. Come la descrizione, presa dallo «Zoppino», pseudonimo di un sacerdote e scrittore spagnolo nonché «protettore di cortigiane », Francisco Delicado, delle tecniche usate per sedurre i suoi spasimanti da una certa Lucrezia Porzia. La quale non solo faceva pesare i suoi favori concedendosi solo dopo mille preghiere e regali e vestendo la parte della verginella sdegnosa (al punto che la chiamavano «Matrema non vole», soprannome ripreso anche dall'Aretino), ma si dava arie da intellettuale facendosi « beffe d'ogni uno che non favella a la usanza; e dice che si ha da dire balcone e non finestra, porta e non uscio, tosto e non vaccio, viso e non faccia, cuore e non core, miete e non mete, percuote e non picchia, ciancia e non burla ». Ne esce un libro curioso. Che mette insieme, incrociandole continuamente, un sacco di storie di cardinali (e papi) e di donne di facili costumi. Le quali a volte erano così costose che talora, scrisse Montaigne, «volevano essere pagate anche per la semplice conversazione» e riuscivano a diventare immensamente ricche, come quella Giulia, detta La Lombarda, che riposa accanto all'altare maggiore della chiesa veneziana di San Francesco della Vigna e davanti alla cui tomba qualcuno prega invocando una grazia senza sapere che la «sontuosa meretize» morta nel 1542 aveva potuto comprare a Brentasecca, vicino a Padova, una bella villa con campagna con quello che aveva ricavato vendendo gli ori e i gioielli avuti in dono dalla danarosa clientela. UN ACCOSTAMENTO CHE NON DEVE STUPIRE -SESSO E POTERE, DA MESSALINA A OGGI - E a leggere il libro di Claudio Rendina, che accosta cortigiane e cardinali come sintesi del rapporto che esiste da sempre tra sesso e potere, da Messalina al deputato dell'Udc Cosimo Mele, protagonista del recente festino a luci rosse all'Hotel Flora con due ragazze a pagamento e un po' di cocaina, furono proprio tanti, a seguire l'ipocrita raccomandazione. Al punto che nella chiesa capitolina di Sant'Agostino, come scriveva Georgina Masson nel suo Cortigiane italiane del Rinascimento, «tutto lo spazio compreso tra l'altare e i posti nei quali sedevano i cardinali era occupato da cortigiane » che in una città come Roma «erano assidue frequentatrici di chiese, dato che era anche questa un'eccellente forma di pubblicità, forse la migliore». Ed ecco la storia di Pietro Riario, figlio adottivo di Papa Sisto IV, che dava nel suo palazzo a Santi Apostoli indimenticabili banchetti di sei ore con 42 portate e aveva come amante una ballerina di nome Tiresia, che appariva alle feste su un cocchio tirato da cigni e che il cardinale, nota il genovese Battista Fregoso, manteneva «con una prodigalità tale che si comprende dall'uso di scarpette ricoperte di perle». Ecco Madama Lucrezia, una bella figliola di Torre del Greco che, dopo esser stata l'amante del re di Napoli Alfonso d'Aragona, reso ben presto, come scrisse il futuro papa Enea Piccolomini, «servo di una femminetta», andò a cercar fortuna a Roma. E Vannozza Cattanei, che diede tre figli (Cesare, Juan e Lucrezia) all'amante Rodrigo Borgia, futuro Alessandro VI, il quale le offriva copertura procurandole uno dietro l'altro tre mariti di comodo, via via defunti. E giù giù fino a Beatrice Ferrarese, immortalata da Raffaello, e alla celeberrima Veronica Franco, che a Venezia ospitò nel suo talamo Enrico III che andava a Parigi a farsi incoronare e gli regalò una poesia da lei composta e un ritratto che le aveva fatto il Tintoretto. Fino alla Divina Imperia, cortigiana di straordinario spessore intellettuale, a Clementina Verdesi che Giuseppe Gioachino Belli ribattezzò «puttana santissima», alle nipoti del cardinale Mazzarino che i maligni chiamavano les mazarinettes, al vescovo col «vizietto» di Frascati Enrico Stuart di York, alla contessa di Castiglione. Indimenticabile, tra l'altro, la descrizione, ripresa dalle memorie di Giovanni Burcardo, cancelliere del Papa e noto come cardinale d'Argentina, del banchetto organizzato dal duca Valentino «al quale prendono parte cinquanta meretrici oneste, quelle dette cortigiane. Finito di cenare ecco le cortigiane danzare con i servitori e altre persone che si trovano lì; da principio vestite, poi nude. Sempre dopo cena vengono posati in terra i candelabri con le candele accese che illuminano la mensa; dove vengono sparse delle castagne che le meretrici, nude, raccolgono passando fra i candelabri sulle mani o sui piedi. Tutto alla presenza e sotto lo sguardo del Papa, del duca e di sua sorella Lucrezia... ». È proprio vero: se la Chiesa è sopravvissuta, deve avere sul serio qualcosa di grande..." Questo accostamento tra le «squillo» e gli uomini di Chiesa dei tempi meno virtuosi, del resto, non deve stupire. Basta rileggere Montesquieu a proposito della città serenissima: «Mai in nessun luogo si sono visti tanti devoti e tanta poca devozione come in Italia. Bisogna tuttavia ammettere che i veneziani e le veneziane hanno una devozione che riesce a stupire: un uomo ha un bel mantenere una puttana, non mancherà certo la sua messa per nessuna cosa al mondo». Proprio un proverbio veneziano del Settecento riassumeva così la dolce vita suggerita ai nobiluomini: «La matina una messetta, dopo pranzo una bassetta, dopo cena una donnetta». Messa, bisca, amante.

Sphere: Related Content

Calcio: al via la Coppa del mondo per omosessuali

BUENOS AIRES - E' alla sua decima edizione, ma per la prima volta arriva nella cattolicissima Argentina. A Buenos Aires prende il via domani fino al 29 settembre la Coppa del Mondo per omosessuali. Gay e lesbiche in campo in rappresentanza di squadre che arriveranno da ogni parte del mondo, tecnicamente con preparazioni molto diverse. "Rispetto a noi, Germania e Inghilterra hanno molte piu' possibilita', ma noi compensiamo le mancanze tecniche con lo spirito latino" spiegano dalla squadra locale dei Los Dogos. Nove le nazioni in gara per trenta formazioni, i piu' temuti sono i San Francisco Spikes. E cosi' per sei giorni la tradizionale culla del sensuale e machissimo tango si trasformera' in citta' "gay friendly". Cesar Cigliutti, presidente della comunita' omosessuale argentina, dice: "La citta' e' cambiata molto nella percezione internazione, e' diventata una citta' in voga, da quando nel 2002 sono state legalizzate le unioni civili tra omosessuali". (Agr)

Sphere: Related Content

Hillary è lesbica. I gossip della campagna presidenziale in Usa

(Francesco Semprini La Stampa) "Sarà quell'acconciatura virile e troppo ordinata o i tailleur che Oscar de la Renta le disegna addosso ma Hillary Clinton qualche dubbio lo ha sollevato. Lei smentisce e tiene a precisare che non è omosessuale: «La gente dice di me un sacco di cose, io non ci faccio attenzione», spiega la candidata democratica nella corsa alla Casa Bianca del 2008 durante un'intervista alla rivista The Advocate. Così la ex First Lady risponde alle «insistenti voci» sulle sue abitudini sessuali, quelle che, secondo i maligni, avrebbero contribuito a perdonare con tanta facilità il marito Bill per lo scandalo di Monica Lewinsky. «Non è vero», sferza Hillary: «Ma la gente può dire quel che vuole, io non ho nessun controllo».

La battaglia elettorale è spietata, senza esclusione di colpi. Rudy Giuliani dichiara guerra alla ex First Lady nel suo distretto elettorale cogliendo l'occasione più ghiotta, l'attacco al generale David Petraeus comparso sulle pagine del New York Times a opera del gruppo di attivisti Moveon.org: «Non difendendo il generale Petraeus dagli attacchi dell'estrema sinistra la senatrice Clinton insulta tutte le truppe», dichiara l'ex sindaco di New York. A difesa della candidata democratica scende in campo Thomas Tom Vilsack, già governatore dell'Iowa: «Mi è difficile ricordare quante mogli e relazioni ha avuto Giuliani». E il New York Times rivela che Rudy, in occasione degli attacchi dell'11 settembre 2001, ha fatto ritoccare alcune foto per esaltare la propria dimensione di eroe.

La battaglia è senza quartiere anche nei rispettivi campi. Barack Obama, che dell'assistenza sanitaria ha fatto il suo cavallo di battaglia, non esita ad attaccare Hillary Clinton accusandola di aver copiato il suo progetto. Ma il senatore dell'Illinois a sua volta deve fare conti con le accuse di eccessiva moderazione provenienti dalle componenti più dure della comunità afro-americana. Jesse Jackson sfrutta un recente fatto di cronaca: «Sui sei ragazzi neri fermati a Jena guarda dall'altra parte, si comporta come un bianco». E una rivista gossip svela l'Obama che nessuno conosce, bello e atletico in pubblico, ma non privo di vizi nel privato: del genere, non mette mai a posto la biancheria sporca.

Tra i repubblicani la musica non cambia. Il senatore dell'Arizona John McCain, ha attaccato Giuliani sul tema delle armi, proprio nel giorno sbagliato, con un'altra sparatoria in campus: «Cari amici, i proprietari di armi non sono estremisti, voi siete il nucleo dell'America moderna». McCain ha attaccato l'ex sindaco di New York, tra gli applausi del pubblico, per il suo «infido tentativo di mandare in bancarotta i fabbricanti». Ce n'è anche per Mitt Romney, il repubblicano mormone sospettato di anteporre il proprio credo religioso alle cause politiche, ha lanciato un appello al segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon perché revochi l'invito a un uomo come Mahmud Ahmadinejad che, al suo ingresso negli Usa, «dovrebbe ricevere una incriminazione per violazioni della Convenzione contro il genocidio». Ma Romney, accusano i fan di Giuliani e McCain, anziché pensare all'Iran dovrebbe guardare in casa propria perché non ha mai preso posizione sulla strage di «September Dawn»: commessa due secoli fa dai mormoni contro i coloni americani.‘‘

Sphere: Related Content

Milano: La città invasa dalle modelle, via a 200 sfilate

Oltre duecento sfilate e un ricco programma di eventi per trasformare Milano nella capitale internazionale della moda. Inizia oggi la settimana più importante dell’anno dedicata a passerelle, stilisti e grandi fotografi. Un business di 70 milioni di euro che il Comune di Milano e la Camera della Moda hanno contribuito a sostenere con una serie di mostre e iniziative dedicate al settore.
Tra queste l’esposizione a Palazzo Reale del fotografo americano David La Chapelle e quella in onore di Vivienne Westwood, la stilista inglese «regina del punk» che ha rivoluzionato con le sue eccentriche trasformazioni tessuti e linee.


Sphere: Related Content

"Non vendo Esselunga e denuncio le Coop"

(Il Giornale) - Geminello Alvi presenta il suo libro come fosse un monumento, già consegnato alla storia: «È il più bel testo di economia mai letto, perché racconta la vita dell’ultimo imprenditore ancora operoso che ha fatto il miracolo economico in Italia». Bernardo Caprotti allontana immediatamente quel necrologio con un plateale segno della croce. Poi prende il microfono e non lo molla più per oltre un’ora. Niente male, come prima conferenza stampa della sua vita. «Vorrei cominciare - è l’esordio - dal 19 gennaio 2007 - quel giorno sono andato a Bruxelles dal commissario Ue alla concorrenza Neelie Kroes e le ho raffigurato lo scenario di distorsione del mercato realizzato da amministratori pubblici e Coop attraverso un vero e proprio controllo del territorio». Chiaro?
Se all’età di 81 anni, quasi 82, si sente il bisogno di entrare nell’arena dei media e di scrivere un libro come quello che ha fra le mani, Falce e carrello, un motivo ci sarà. «A Livorno avevamo individuato una bella area, ma a Livorno Esselunga non può entrare. Si chiama controllo del territorio. E a Bologna peggio: ci eravamo accordati col signor Goldoni, quello che faceva i preservativi, poi sono saltati fuori i reperti etruschi. Eccoli». E Caprotti alza le foto ad uso dei fotografi e dei giornalisti che affollano all’inverosimile il salone del grande albergo in cui è in corso lo show.
«Reperti preziosi, preziosissimi, la testimonianza di una fattoria di 2500 anni fa. La Sovrintendenza ha messo il vincolo, dopo un po’ sbuca la Coop e la Sovrintendenza ha tolto il vincolo». Scandisce ad arte le parole, accelera e frena con consumata perizia, artiglia espressioni in dialetto e quando vuole mostrare tutto il disprezzo per il Paese che si riflette nelle Coop vola alto con l’inglese che profuma di libertà, concorrenza e, già che c’è, anticomunismo.
«Voi mi capite? Questa è distorsione della concorrenza, anzi distorsione della Repubblica». E si ripete subito con terminologia anglosassone. «Abbiamo denunciato questo sistema a Bruxelles, la Ue sta studiando la pratica». E la magistratura italiana è mai stata chiamata in causa? «Ma cosa volete, non ci abbiamo mai pensato, ci vogliono prove precise e spesso non ci sono, ma adesso lo faremo, andrò in Procura per raccontare un recentissimo episodio».
In sala si affaccia Giulio Tremonti che, discreto, resta in piedi in un angolo, ma lui, abituato a comandare da una vita, improvvisa un siparietto con un alto dirigente del suo gruppo: «Dai alzati, che hai solo 70 anni e lascia il posto a Tremonti». Poi ne ha anche per l’ex ministro, rappresentante della casta dei politici: «Adesso stanno spacchettando la Provincia di Milano, ma perchè non spacchiamo in quattro anche il Comune di Milano, e facciamo quattro province come fanno i Rotary: così ci sarà Milano Nordovest e via dicendo con quattro prefetti, quattro questori e tutto il resto».
Più che una conferenza stampa è una successione di fuochi d’artificio. Ma sì, Caprotti, sbucato improvvisamente dai banconi dell’Esselunga, è un personaggio straordinario: non parla, racconta, e cattura l’attenzione con quell’eloquio fluviale e coloratissimo in cui c’è spazio per la signora di Cernusco Lombardone e per il presidente della Repubblica. Capita quando gli chiedono se si deciderà a vendere il suo gioiello: «Ma io sono ancora capace di vendere i prodotti. Lavoro 12-13 ore al giorno, sono diventato un burocrate, però sono riuscito a vendere ad una signora di Cernusco Lombardone gli asparagi del Perù, che sono buonissimi, ma lei non ci credeva e non si fidava. Alla fine l’ho convinta e glieli ho venduti». Risata in sala. Applauso.
Lui è già oltre, con tutta la perfida ironia di cui è capace: «Ma perché mi volete far morire per Natale o per Pasqua? Scusate, l’anno scorso è stato eletto presidente un signore mio coetaneo. Lui lavora molto: si occupa degli incendi, dell’Ungheria, di Grillo, si occupa attivamente delle Coop. Poi va in Tv, anche due volte al giorno. Lavora come me, forse anche di più. Sarà perché ha i corazzieri ma nessuno gli chiede se morirà a breve. E perché a me sì? Io mi diverto un mondo a far girare questa baracca».
Altra risata. Il rebus non è sciolto. E lui pattina fra i concetti: «Ci sono due modi per garantire la governance in un’azienda: la vendita o la quotazione in Borsa. Non è stato fatto nessun passo, nessuno step, nè in un senso nè nell’altro. Ci potremmo quotare in Borsa. Sulla vendita non si può dire nè sì nè no, non è una questione di soldi, ma di chi potrebbe comprarla. Ci sono solo tre o quattro gruppi in Italia e nel mondo che potrebbero prendere l’Esselunga e tenerne lo spirito. Gli altri sono dozzinali».

Addirittura? Il vegliardo, come si autodefinisce con impareggiabile autoironia, non si fa certo problemi a fare i nomi: «Prendiamo l’americana Wal-Mart. Wal-Mart è l’antitesi dell’Esselunga: è un discount del Midwest, la clientela è quella che è». Vale a dire di pelle nera: «Come non si può chiedere a un tedesco di ballare la samba - dice afferrando almeno un paio di concetti politicamente scorretti con una sola frase - così non si può chiedere a un nero di fare il meccanico della Bmw». E così sistema in un colpo solo i neri e Wal-Mart. Insomma, nessun matrimonio o anche solo fidanzamento è alle viste, ma molti sono i pretendenti respinti: «Ho detto di no anche a Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi. Andiamo a caccia assieme volentieri, ma lui fa cementi mentre quello del retailer è un mestiere che può fare solo chi è colpito dal bacillo».
Sì, il fondatore è ancora saldamente in sella: in bilico fra i «mi consenta» che ricordano il Cavaliere e certe gag alla Mike Bongiorno. «Nel 2004 una gang di manager ha cercato di impadronirsi dell’Esselunga, ma l’abbiamo scoperta e li abbiamo buttati fuori». Ora resta il nemico rosso: «Sono entrato nelle Coop, a Genova, per esempio, e ho visto melanzane che avevano la faccia di Caprotti, pomodori che facevano il sugo, zucchine marroni. Ecco perché ho avuto l’impulso etico di scrivere Falce e carrello».


Sphere: Related Content

Miss Italia 2007 - Del Noce minimizza

In Italia c’è una singolare tendenza a essere fraintesi, ritrattare, minimizzare, non vedere, non sentire, far finta di niente. E’ così che Fabrizio Del Noce afferma che ieri sera, nel corso della prima puntata di Miss Italia, non è successo nulla.
Il direttore di RaiUno dichiara: Ieri a Miss Italia non e’ successo niente. Io ero in prima fila e non ho visto nulla.
Eppure, la scenata di Loretta Goggi l’abbiamo vista tutti e i video restano, quasi quanto la parola scritta. Ma con molto più impatto mediatico. Il dato di fatto è che a Salsomaggiore - nonostante la puntata di ieri sia andata molto meglio dell’esordio della passata edizione, condotta da Carlo Conti - si respira un’aria pesantissima, e la Goggi non rivolge la parola a Bongiorno. Tuttavia, siccome la tv ci ha abituati a questo e altro, ci rimane un legittimo dubbio sulla veridicità del tutto.


Sphere: Related Content

Gentilini nel registro degli indagati

La procura di Treviso, dopo aver ricevuto due denunce e più di cinquanta querele (e altre ne stanno arrivando, anche dall'estero, dove è possibile agire nei consolati italiani), iscirverà il vicesindaco di Treviso Gentilini nel registro degli indagati.Gli atti di querela e denuncia pervenuti alla procura si riferiscono ai fatti dello scorso 8 agosto, quando il vicedinco auspicò, in una intervista su una rete locale, la pulizia etnica dei culattoni. «Darò subito disposizioni alla mia comandante dei vigili affinché faccia pulizia etnica dei culattoni — aveva dichiarato il prosindaco — devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'è nessuna possibilità per loro». Il circolo Mario Mieli ricorda che sono ancora disponibili i moduli per la querela da scaricare sul proprio sito internet.

Sphere: Related Content

George Michael: Ho paura del test Aids, Bbc ritira l'intervista

(Apcom) - George Michael si lamenta e la Bbc cancella l'intervista. La pop-star britannica, icona del movimento gay, per evitare di mandare in onda un'intervista imbarazzante, in cui dichiara di non voler fare il test dell'Hiv per "paura", ha fatto pressione sui vertici dell'emittente pubblica britannica. L'intervista "è troppo personale", è stata la motivazione accampata da Michael. E la Bbc, per il momento, l'ha cancellata dal palinsesto. L'episodio, riportato oggi dal "Times", promette di creare molte polemiche. Sono stati gli autori del programma stesso a far trapelare le informazioni. Il produttore Ross Wilson ha dichiarato: "George dice di non credere nei test, che trova l'attesa dei risultati snervante e che l'ultima analisi cui si è sottoposto risale al 2004 per paura di essere positivo". Secondo il portavoce della star, "Michael, a posteriori, si è reso conto che nell'intervista si è spinto troppo sul personale, e che i temi trattati potrebbero essere molto toccanti da rivivere per la famiglia di Anselmo". Anselmo è Anselmo Feleppa, l'ex compagno di George Micheal, morto nel 1995 per Aids. Il programma, un documentario sull'Aids in Gran Bretagna, dal titolo "Stephen Fry: Hiv And Me", verrà ora rimontato e trasmesso il mese prossimo. (nella foto Michael e Stephen Fry).

Sphere: Related Content

Ungheria: una proposta di legge per legalizzare il matrimonio tra coppie omosessuali

(Ansa) Il partito liberale, alleato minore della maggioranza al governo in Ungheria, intende presentare una proposta di legge per legalizzare il matrimonio tra coppie omosessuali, secondo quanto annunciato ieri da Peter Gusztos, vice-presidente del gruppo parlamentare.
Due anni fa il partito aveva gia' promosso una legge che prevedeva la registrazione di un 'contratto' tra conviventi omosessuali, ma il testo era stato respinto in parlamento. In quell'occasione si era espresso in maniera contraria anche il partito socialista al governo.
Nell'annunciare l'iniziativa Gusztos ha parlato di discriminazione crescente nei confronti dei gay in Ungheria, citando ad esempio l'aggressione di estremisti contro i partecipanti alla parata gay a Budapest un mese fa.
La proposta liberale e' stata subito respinta dall'opposizione conservatrice, ma anche i socialisti hanno reagito freddamente. 'Siamo per i diritti degli omosessuali, ma la legalizzazione del loro matrimonio deve essere necessariamente preceduta da un'ampia discussione sociale', ha detto Timea Mueller-Szabo, deputata socialista.

Sphere: Related Content

La fiera gay è a novembre

(Babilonia) Il salone gay a Parigi si farà. Dopo l’esperimento del Rainbow Attitude l’anno scorso, Parigi darà il via al primo maxi-salone interamente dedicato ai gay, denominato SIGL.
«L’obiettivo è di riunire una comunità attorno agli espositori di servizi, di beni, ma anche di informazioni, offerte culturali e sportive interamente dedicate al pubblico omosessuale», spiegano gli organizzatori.

L’innovazione sarà il cuore di questa esposizione, per la quale si attendono alcune migliaia di visitatori.
L’appuntamento è al Carrousel du Louvre a Parigi dal 2 al 4 novembre 2007. Per maggiori Info: http://www.sigl.fr

Sphere: Related Content

Anamor, la nuova Cher. Per molti una vera icona gay

(Panorama) Di lei si dice che sia la nuova Cher. Non solo per il modo di cantare, per il timbro vocale, ma anche e soprattutto per l’aspetto. Alta, formosissima, gambe affusolate e tanti capelli neri ricci: un po’ come il vecchio stile Cher, non vi pare? “Ma io sono Anamor”, ci risponde appena le riferiamo del paragone. “Siamo tutti diversi” spiega compiaciuta a Panorama.it “Certo l’essere accostata a un mito come Cher mi lusinga, ma io sono io, nient’altro. E poi lei è un idolo vivente, voi mettere?”
Per chi non la conoscesse ancora, Anamor è una che sta scalando in modo imbarazzante le classifiche, anche nel nostro Paese. La base del suo successo è solidissima, con la sua dance latina ha fatto ballare tutta la West Coast americana. Ora, con lo stesso ritmo scatenato con cui ha conquistato gli Usa con Damela sì il singolo con cui arriva in Italia. Anzi ritorna in Italia visto che, come ci racconta lei stessa: “sono d’origine italiana, calabrese per la precisione, ma vivo a Cuba, dove sono andata un po’ di tempo fa in cerca di fortuna”. La fortuna, però, l’ha trovata e non solo oltreoceano.
Com’è stato il ritorno in Italia?
E’ avvenuto con un successo che non mi aspettavo. Pensi che al Gay Village a Roma erano tutti impazziti. Ho dovuto cantare tre volte Damela sì.


Sphere: Related Content