(Orvietonews) Enorme, la statua di un corpo nudo di donna sovrasterà la scena nello spettacolo Le Lacrime amare di Petra von Kant, in programma al Teatro Mancinelli di Orvieto sabato 26 gennaio alle ore 21. Testo teatrale scritto dal drammaturgo e regista tedesco Rainer Werner Fassbinder e portato in scena nella traduzione di Roberto Menin da Antonio Latella, acclamato regista napoletano attento ai nuovi linguaggi e all'innovazione della scena, lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria e dal Teatro Stabile di Torino in collaborazione con il Théâtre National Populaire TNP Villeurbanne – Lyon.
Protagonista della pièce è Laura Marinoni, attualmente una delle attrici più interessanti e apprezzate per la sua versatilità e potenza espressiva, che si è aggiudicata l'edizione 2007 del premio "Eleonora Duse" quale miglior attrice di prosa dell'ultima stagione. La affiancano sulla scena le attrici Silvia Ajelli, Cinzia Spanò, Sabrina Jorio, Stefania Troise, Candida Nieri e gli animatori d'ombre Massimo Arbarello e Sebastiano Di Bella.
Scritto nel 1971, Le Lacrime amare di Petra von Kant è stato prima rappresentato a teatro per poi diventare un film girato dallo stesso Fassbinder nel 1972 con Hanna Schygulla. E' un testo tagliente ed intenso che porta in scena una relazione omosessuale tra due donne come simbolo dei rapporti di potere che si instaurano all'interno della coppia. Una pièce estremamente attuale, di particolare interesse e fascino, in cui l'autore, figura fondamentale del rinnovamento culturale del dopoguerra tedesco ed europeo, opera un'analisi lucida e disincantata dell'amore nella nostra società; nelle relazioni di coppia si rispecchiano i più generali "rapporti di potere" della società capitalistica, che impediscono una devozione sincera, disinteressata e soprattutto un equilibrio reale tra i partner, inevitabilmente divisi da differenze di classe, cultura, disponibilità economica.
Una stilista di moda, Petra von Kant, donna emancipata, ricca e affascinante, cade preda dell'amore per una ragazza di estrazione proletaria spregiudicata e senza scrupoli. I ruoli si ribaltano: la donna di successo, abituata a dominare gli altri, diventa schiava del suo oggetto amoroso. La sua è una disperata determinazione di far vivere il proprio sentimento ad ogni costo, infrangendo tutte le convenzioni sociali che lo impedirebbero. Il finale coincide con uno dei meccanismi tipici del melodramma di Fassbinder, ovvero la protagonista si ritrova nella situazione di partenza, nella solitudine del proprio dramma esistenziale.
Per ulteriori informazioni sullo spettacolo tel. 0763/340493 www.teatromancinelli.it
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