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lunedì 12 novembre 2007

Egitto: Apre una clinica per la "cura dei gay". Rabbia degli ulema e degli omosessuali.

(Apcom) - Non l'avesse mai fatto, il dottor Dr. Awsam Wasfi, di aprire la prima clinica per la "cura" dell'omosessualità in Egitto. Non ce n'è uno che l'abbia presa bene: i gay sono infuriati per essere stati definiti "malati" da curare, i "benpensanti" islamici sono scandalizzati perché considerano la clinica del dottor Wasfi "una casa d'appuntamento per devianti sessuali". Insomma, una vera e propria tempesta infuria sulla testa del povero clinico.

La vicenda è stata raccontata oggi sul sito internet della tv satellitare saudita al Arabiya. Il dottor Wasfi è uno psichiatra famoso in Egitto, che già in passato s'è fatto una fama come esperto d'omosessualità. Il suo ponderoso saggio "La cura dell'amore" era stato lodato dai dotti e severi "ulema", che vedevano nelle sue teorie una via per guarire i gay, da loro considerati malati. Ma questo non è bastato.

Il nucleo duro della questione gay, secondo Wasfi è l'errore della psichiatria occidentale, la quale "è assoggettata per fini politici da certe lobby omosessuali penetrate nella medicina, nei media e nelle arti agli inizi degli anni '50 del secolo scorso e dal 1973 non considera l'omosessualità come una malattia da curare". Invece, afferma con certezza il clinico, "il deviato è perfettamente conscio di compiere un suicidio morale verso se stesso e verso la società, ma con la cura può tornare a essere un persona normale e nuova". A questi "pazienti", il dottor Wasfi prescrive una terapia a base di "lezioni sulla fede islamica e sane attività sportive", necessarie "per distrarre i pazienti dall'ossessione del sesso". Teorie che, ovviamente, hanno provocato le proteste della comunità omosessuale, che non ci sta a considerare i gay come malati.

I problemi veri, però, per il solerte psichiatra sono iniziati quando ha deciso di mettere in pratica le sue ipotesi di lavoro, aprendo una clinica per il recupero degli omosessuali. Nonostante Wasfi abbia cercato di tenere un profilo il più basso possibile, non promuovendo la sua iniziativa ed evitando addirittura di contrassegnare il luogo di cura con insegne, è successo il finimondo. Contro di lui si sono scagliati anche i pii ulema con argomentazioni che devo aver molto angustiato lo scienziato. "Molti - racconta al Arabiya - lo accusano di essere egli stesso un pervertito e di aver creato un luogo utile agli incontri omossessuali".

Fortissima la reazione, opposta e contraria, della comunità gay, riportata da al Arabiya. Un anonimo portavoce è netto:"Noi non siamo affatto malati", afferma. "Questa - aggiunge - è una vera e propria crociata reazionaria e ignorante contro i diritti civili dell'individuo".

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