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lunedì 12 novembre 2007

Rino Gaetano in Tv: Giullari.

(Povero Bucharin) Ho visto la prima parte del film per la Tv dedicato a Rino Gaetano.
Un lavoro discreto, in verità: chi ha amato Rino troverà qualche esagerazione, qualche tentativo di romanzare la storia portandola all'eccesso, ma devo dire che rende l'idea.
Il motivo dominante di tutto il film è la difficilie collocazione dell'artista romano (calabrese d'origine) nel mondo musicale di quegli anni: giullare o impegnato? Scanzonato o arrabbiato? Leggero o intellettuale?
In realtà basterebbe pensare alla funzione dei giullari, quella di fare ridere, di essere ridicoli, per mettere in evidenza quanto è ridicolo il mondo che si prende sul serio, quando può essere stupido il potere. Lui canta degli scherzi, dei divertimenti, usa parole strane, descrive immagini senza senso. L'ascoltatore ride, poi capisce che Rino canta la vita. E anche quando racconta storie di sofferenza, lo fa dando a tutto una dimensione onirica, trasfigurata; si soffre si, si percorre un calvario... Però, Aida, quanto sei bella!
Rino scopre, dalle periferie romane, dalle taverne e dai cantieri edili, uno dei più bei segreti del buddhismo Zen, quello espresso dal racconto delle tigri e la fragola. Inseguito dalle tigri, minacciato da un baratro sotto i suoi piedi, l'uomo non smette di essere uomo, e rimane sensibile alla bellezza, al sogno. Raccoglie una fragola, la mangia e pensa,"che buona!"
Questo forse era troppo per l'Italia degli anni settanta, divisa fra "Contessa" e "Donna felicità, non hai l'amore".
Come era troppo, per quegli anni e quel paese, osare raccontare con toni delicati e fiabeschi una cosa come la masturbazione femminile (sei ottavi). Scabroso per chiese e moralisti, inutile e decadente-borghese per una concezione pseudo rivoluzionaria della sessualità, oscuro per chi voleva canzonette. Ma l'immagine della ragazza che vede nella sua mano, nelle sue dita, il principe azzurro, è semplicemente indimenticabile.
Sesso, politica, costumi, tutti sono serviti.
Mica poco per un giullare.

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