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venerdì 26 ottobre 2007

Noi gay tra speranze, lotte, rimpianti e zerofollia.

(Azur - Gay & Lesbian internet community della Svizzera Italiana) "A colloquio con Roberto Principe - Un pomeriggio col presidente di Arcigay Calabria - Un paio d’ore piacevoli e rilassate, nel bel mezzo d’un tiepido autunno. Qui di seguito la trascrizione della nostra chiacchierata, informale ma sincera.

Ciao Roberto, vuoi presentarti ai nostri lettori?

Salve a tutti. Ho 37 anni e mi hanno eletto presidente lo scorso aprile. Sono da sempre iscritto all'associazione, perché credo occorra lottare contro una società che non tutela tutti i diritti e che non offre a liberi cittadini la possibilità a di vivere in modo dignitoso.

In breve, le attività del vostro gruppo…
Le attività sono varie: dal cineforum, che gestisco personalmente, al progetto scuola (organizziamo incontri di sensibilizzazione con studenti degli istituti superiori) al gruppo teatro. Abbiamo anche una biblioteca e una videoteca, la cui fruizione è gratuita per tutti i soci. Il giovedì sera è dedicato, per dir così, alla mondanità [risate], insomma a passatempi e facezie varie, il sabato alla discoteca. Presto attiveremo il telefono amico Aids.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontra un ragazzo o una ragazza omosessuale nel Sud Italia?

Le difficoltà sono diminuite grazie ad una società che, bene o male, sta maturando. Ma la battaglia è ancora lunga. Tanti ragazzi vengono messi alla gogna , soprattutto nei centri minori. Tantissimi vivono celando la loro vera natura. Non sono rari i casi di casi di giovani cacciati di casa,e talora anche uccisi, come la recente cronaca ha tragicamente dimostrato. Speriamo cambi presto la mentalità, ma a volte restare ottimisti è impresa ardua. Per fortuna esiste Internet che per molti, in particolare nei paesini più sperduti, rappresenta il solo aggancio col mondo esterno!

Da più parti si lamenta un ritorno all'omofobia, nella politica, nella Chiesa, a scuola, con toni spesso violenti e protervi che si pensavano abbandonati per sempre. Talora questa "campagna d'odio" provoca atti di vera e propria violenza, anche autodistruttiva (penso al suicidio del giovane Matteo di Torino, archiviato con motivazioni vergognose ). Sei d'accordo? Se sì, come spieghi tale fenomeno?

Se viviamo in uno Stato che celebra il Family Day e viene finanziato dall'8 per mille, se un Gentilini annuncia la pulizia etnica nella sua Treviso e Zeffirelli – un gay! - gli dà anche ragione, se in un Parlamento sono ancora dirimenti le opinioni di Andreotti, se al governo siedono un Mastella e una Binetti, come potremo mai cambiare?

Eppure molti omosessuali si professano credenti. Nel vostro gruppo se ne trovano?

Ci sono tanti credenti anche da noi, e vivono la loro fede con forte disagio, reprimendo le loro tendenze. Altri, invece, frequentano alcuni fra i gruppi cristiani ormai diffusi in tutt’Italia. In Sicilia mi vengono in mente i Fratelli dell’Elpis, sempre molto attivi, che si riuniscono in una chiesa della città etnea. Approfitto anzi di quest’occasione per lanciare un appello: il 13 gennaio prossimo festeggeremo la giornata del dialogo tra fede e omosessualità e mi piacerebbe che queste associazioni ci contattassero per fornire la loro testimonianza e il loro contributo. Quanto al Vaticano, dovrebbe iniziare a capire che i tempi dell’ingerenza sono finiti, che l’Italia è uno Stato laico e che la Chiesa non ha il diritto di far politica. Ratzinger dovrebbe pensare ai poveri, invece che acquistare le scarpe di Prada da 16mila euro l'una. Quando il suo impatto sulle vicende interne del nostro Paese comincerà a scemare, allora sì che andremo avanti.

Quali i rimedi per contrastare questa novella “caccia alle streghe”?

Hanno scatenato una campagna mediatica impressionante contro i DICO, per cui qualsiasi stupido si è sentito legittimato a “far giustizia”. Bisogna rivoluzionare la mente della gente con una legge forte, senza mezzi termini. Ora serve la legge sul matrimonio gay! Prima o poi si ci abitueranno, com’è stato per l'aborto e il divorzio.

Non ritieni, però, che questi toni esasperati finiscano per nuocere allo stesso movimento? Di recente abbiamo assistito a vere e proprie guerre contro personaggi famosi che non erano certo colpevoli di "crimini" come quelli attribuiti loro da alcuni dirigenti Arcigay. È un argomento che vorrei approfondire…

Ma perché celarsi? Perché nascondere? Cosa c'è da nascondere? Molti divi, come Cecchi Paone o Leo Gullotta (a lato), hanno deciso di svelare la loro identità. Non credo ci sia stata nessuna lotta contro questa gente. La lotta, forse, è con chi ancora prova a sostenere il contrario!

Non trovo però giusto forzare le persone a un coming-out indesiderato e/o non sentito. Dovrebbe trattarsi di una decisione libera e spontanea. Ma forse, oggi, riusciremo a chiarire molti equivoci. So che sei fondatore del sito Il Mercante di Stelle , dedicato a Renato Zero. E proprio lui è stato, negli ultimi tempi, bersaglio di Arcigay .

Il fondatore del Mercante è Luca Iermano; io sono solo un suo fido collaboratore. Il nostro è un sito, ma soprattutto un forum che parte dalla passione per Renato Zero ma si occupa di tutti i temi più attuali e scottanti. E' nata una vera e propria comunità, amicizie, amori (tra cui il mio!), raduni, incontri. Insomma siamo riusciti ad andare oltre uno schermo. Fra poco poi ripartirà, dopo qualche problema tecnico, la nostra radio.

Mi piacerebbe dibattere con te su un argomento paradossalmente poco trattato dalla pubblicistica: il rapporto tra Zero e la comunità omosessuale. Cos'ha rappresentato Renato per te, e per gli omosessuali in genere? Perché l’avete tanto amato?

Renato è stato il m io baluardo, avevo lui come punto di riferimento. Lui con le sue esagerazioni, le sue paillettes, le sue tutine...erano lì a dirmi che anche io potevo mostrare me stesso... “gay... chiunque tu sei, se tu lo vorrai, ti chiamerò gay! Il tuo nome, gridalo forte, un coro ti risponderà!”. Avevo 10 anni quando Renato gridava al mondo la libertà di essere e di amare, io lo seguivo già da tre anni... e quelle parole rimbombavano dentro di me! Ero fiero di lui!! Nessuno potrà mai sostituirlo perché, malgrado tutto, non ce ne sono come Renato. Personaggio puro e unico, insostituibile!

Io penso che Renato sia stato l’unico a parlare con naturalezza (anche) di omosessualità. Non ne ha mai fatto una bandiera “di nicchia”, ne ha mostrato i dolori e i limiti, ma anche la ricchezza e l’universalità. Un cosmopolitismo dei sentimenti che non ha avuto eguali né eredi e in cui tutti, non soltanto i gay, ci siamo riconosciuti. Ha mostrato, in altre parole, la normalità – e la dignità – dei cosiddetti “diversi”. Ben pochi osservatori “specializzati” l’hanno capito e la tentazione di relegarlo in un solo ambito è sempre stata fortissima. I veri artisti, si sa, sono soli. D’altra parte, a volte, nemmeno Zero si è sottratto al rischio del qualunquismo, col pretesto di non voler essere incasellato…

Sì, è vero.

…ma il messaggio originario era preciso: nessun tabù, nemmeno verso la prostituzione maschile, i disabili e il dolore innocente, in particolare quello dei bambini, senza sentimentalismi né sdolcinature. Storie che la buona società vuole da sempre occultare.

Infatti mi viene in mente La medicina che Renato dedicò a Daniele, un ragazzino malato di Aids. Non conosco la genesi di quel pezzo, ma lo considero il migliore dell’album La curva dell’angelo. Ho provato a immaginare il momento solitario in cui Renato, pensando a Daniele, scrisse quel capolavoro… Comunque ho contattato la mamma del piccolo per invitarla il primo dicembre a Cosenza, in occasione della giornata mondiale sull'Aids. Allestiremo una raccolta fondi e una mostra fotografica su Daniele.

Sempre in tema di infanzia Zero è stato il primo, e finora l’unico, a narrare tragedie come la pedofilia. Solo oggi si sta iniziando a togliere il velo di omertà su questo delitto, eppure Renato già nel ’74 apriva un album nientemeno che con una stupenda canzone dal titolo emblematico: Qualcuno mi renda l’anima.

E' uno dei brani in assoluto più “forti” della sua carriera. Un vero capolavoro di intensità. Mi spiace pensare che è ancora di grande attualità. In simili frangenti lo Stato dove dovrebbe veramente lottare, la pedofilia è un male dilagante, che distrugge la mente di tante vittime innocenti. Ci vorrebbe una seria legge, punitiva al massimo, per certi crimini. Ma la legg e in Italia è un colabrodo, in carcere finisce oramai chi non ha un buon avvocato!

Ciò nonostante, a fronte di un largo seguito di pubblico, la maggior parte delle organizzazioni e dell’intellighenzia omosex – tranne, forse, alcuni settori del “Fuori” - hanno sempre ostentato, nei suoi confronti, indifferenza, spocchia se non una palese ignoranza. Come lo spieghi?

E' sempre il solito discorso. Renato ha avuto un seguito omosessuale da sempre, ma non si è mai schierato apertamente. Questa reticenza ha creato nel tempo una barriera con i giornali a cultura omosessuale tipo “Pride” o “Babilonia” a cui non ha mai voluto rilasciare una intervista, e con l'Arcigay stessa. La polemica dello scorso anno…

…ingigantita ad arte, riconoscilo, e con una non sempre celata intenzione di sfruculiare nel suo privato, al punto che uno dei suoi accusatori lo ha poi ammesso: a Renato si poteva perdonare un po’ di più. Intanto però, malgrado altri messaggi di segno del tutto opposto, cui peraltro quasi nessuno ha prestato attenzione, l’originale esegesi di Marrazzo è circolata dappertutto e, “grazie” anche a biografi fantasiosi, ha ricevuto una sorta di ufficialità.

Ripeto, non è un atteggiamento di odio nei confronti di Renato. E' solo una presa di posizione contro quel “personaggio” che scorrazzava davanti alle caserme di notte, o che girava per Roma alla ricerca dell'amico serale. L'Arcigay ha forse esagerato nel dichiarare guerra a Renato, però sappiamo benissimo come quelle “famose” parole a Domenica In siano rimbombate in tutta Italia. Io stesso esclamai, durante la diretta: “Ora succede un casino!”e così è stato, perché è inutile nascondersi dietro un dito, non credi?

Probabilmente un confronto diretto tra Zero e la controparte avrebbe dissipato, o almeno attenuato alcune diffidenze e/o rancori. Non trovi, però, che influisca anche la “nuova” immagine dell’artista? Non voglio parlare di rimozione ma molti, segnatamente tra i fans storici, hanno l’impressione si cerchi di “ripulire” il passato scomodo di Renato imponendo un personaggio più pacato, ecumenico, buonista e conservatore (certe dichiarazioni infelici, il concerto in Vaticano per un Papa omofobo e reazionario…). Bisogna poi tener conto che una parte dei sorcini attuali non gradirebbe affatto una presa di posizione più… definita da parte del Nostro, qualora lui la desiderasse davvero.

Renato ha deciso di cambiare il suo modo di essere artista. Sappiamo che ha vissuto varie fasi, ma in seguito ad Amore dopo amore è arrivata la consacrazione con il grande pubblico, quello che riempie gli stadi. Ora è un artista blindato dietro le multinazionali che gestiscono la sua figura. Non canta più “per un manipolo di disadattati” – io, sia chiaro, non mi sento tale! - ma per 70mila persone che intonano A braccia aperte ma non conoscono Non sparare o Fermati. Quanto al timore di perdere una fetta di pubblico, dovrebbe averlo superato da un pezzo…

Conoscendo i sorcini, non ne sono così sicura…

Ma è uno dei cinque artisti italiani che non ha subito la crisi del disco (oramai vendono lui, Vasco, Ligabue, Pausini e Ramazzotti). Potrebbe quindi aiutare moltissimo quel movimento di "disadattati" che per anni l'ha sostenuto, rimanendogli fedele! Ma ci pensi cosa avrebbe potuto fare Renato per la causa gay, in Italia? Sarebbe stato un eroe, e magari avremmo già una legge che ci tuteli. Insomma il mondo gay (e anche io) si aspettava da Renato una presa di posizione seria, invece lui ha scelto di stare “con tutti e con nessuno”!

Potrei replicare con la celebre battuta di Brecht: sfortunato quel Paese che ha bisogno d’eroi [risate]. E Lella Costa, sulla sua scia: sfortunato quel Paese che ha bisogno di comici (e di artisti in genere). Questi ultimi – essa affermava – hanno il diritto di dire anche delle cazzate. Non sono cioè capi di Stato, e il fenomeno del grillismo lo attesta. Sfortunato, anche, quel Paese che ha bisogno di Renato Zero? O quei gay che hanno bisogno di icone?

Si parla sempre e solo di icone gay, senza rendersi conto che esistono anche icone religiose, sportive, sociali… Sono dei punti di riferimento, qualcosa a cui aggrapparsi. Renato è un’icona gay anche se, purtroppo, non più per tutti. Molti si sono allontanati da lui, negli ultimi anni! Le icone gay attuali sono Raffaella Carrà, Mina, Madonna e tante altre. Hai ragione, forse siamo stati noi a idealizzarlo troppo, a crederlo capace di compiere addirittura una rivoluzione culturale… ma, via! Non è che la gente non dorma la notte se Renato Zero non fa coming out, o non si “pitta” più, o si presentasse un giorno con una vamp [risate]. Si deve però ammettere che, se i “Vip” hanno anch’essi, come tutti, i loro difetti, è altrettanto vero che le loro “cazzate” assumono necessariamente una portata diversa che se fossero pronunciate dal mio panettiere; dalle star, semplicemente per il ruolo che ricoprono, ci si attende un pizzico di coerenza in più rispetto agli altri. A maggior ragione in questo momento storico dove, spiace ribadirlo, non ci si può permettere un’eccessiva superficialità. Rischiamo di diventare uno Stato omofobo, incapace di approvare una legge che tuteli i diritti di tutti. Dobbiamo lottare contro i nostri acerrimi nemici, ad iniziare dalla Città del Vaticano, ed è già impresa disperata; figurati se ci tocca affrontare pure i nostri amici, beniamini, baluardi di una resistenza continua che hanno caratterizzato gli anni Settanta e Ottanta!

Questo era, in ultima analisi, il senso della polemica di Arcigay.

Ringraziamo Roberto per averci permesso di conoscere realtà e opinioni di solito ignorate dai grandi media. Vorresti aggiungere qualcos’altro?

Certo: arrivederci a presto, e… viva Renato, naturalmente!

Daniela Tuscano (www.zeropera.altervista.org)

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono l'autrice dell'intervista a Roberto. Volevo ringraziarvi per averla postata.

Ho dato un'occhiata velocissima al vostro blog. Anch'io ne possiedo uno; sono inoltre milanese, cattolica, di sinistra, eterosessuale e collaboro con gay (soprattutto credenti) da circa vent'anni. E, ovviamente, amo Renato Zero... ;)

Apprezzo il vostro sforzo di parlare con chiunque, anche se - permettetemelo - mi sembra estremamente arduo, per un gay italiano, riuscire a cambiare l'omofobia aggressiva dell'attuale destra italiana. Ad ogni modo, vi faccio tanti auguri... e chissà che non ci risentiremo?

Daniela
www.danielatuscano.wordpress.com

Anonimo ha detto...

Post scriptum. Sistemate i grassetti, se tornate su Azur adesso l'articolo è formattato correttamente. Letto così alcune domande (mie) sono scambiate per risposte (di Roberto).

D. T.