Il problema del movimento è la sconfitta politica»
(Il Domani di Bologna) Negli anni il movimento omosessuale ha sicuramente conquistato le simpatie di gran parte della società e della cittadinanza, ma ha perso sul piano politico. Le ultime elezioni politiche sono state una disfatta: nessun eletto. Questo accompagnato dal fatto che l'Italia è l’unico Paese della Ue senza leggi che riconoscano alle diritti coppie omosessuali».
Così Marzio Barbagli, sociologo e tra i massimi studiosi dell'universo omosessuale, commenta le trasformazioni intercorse in questi anni all'interno della galassia gay.
Professor Barbagli, qual è il dato saliente di questa comunità?
«L'aumento delle lesbiche dichiarate: negli ultimi cinque anni molte giovani ragazze hanno espresso pubblicamente la propria tendenza sessuale. Fino a pochi anni fa la proporzione tra gay e lesbiche era uno a dieci, ora c'è stato un profondo riequilibrio».
Come è cambiato il rapporto tra società e comunità gay?
«Le ricerche e i sondaggi dicono che la causa dei diritti civili degli omosessuali sta facendo proseliti tra gli eterosessuali: a parte il tema delle adozioni, che però il movimento omosessuale non rivendica, la gran parte della popolazione è solidale con la causa degli omosessuali. Discorso ben diverso vale per la politica».
Perché?
«Perché sul terreno politico il movimento omosessuale ha perso: nessun rappresentante in Parlamento, scomparsa dei partiti laici dalle Camere. Nessun partito che metta al centro del proprio programma i diritti gay, lesbiche e transessuali. Rispetto a dieci-quindici anni fa il potere politico del movimento omosessuale è pressoché annullato».
Come valuta il Gay Pride?
«Viste le premesse di cui ho parlato prima penso che sia il momento in cui il movimento
omosessuale debba riflettere come rivedere la propria strategia per ottenere quei risultati legislativi tanto attesi in materia di diritti civili».
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