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lunedì 30 giugno 2008

I “ministri mediatici” volano nel gradimento popolare. La Carfagna al 40%.

A quasi due mesi dal suo insediamento, il governo Berlusconi continua la “luna di miele” con l’elettorato: la strategia di comunicazione, attuata dall’alleanza Pdl-Lega, sta incontrando il consenso popolare. I sondaggi confermano la tendenza dei primissimi giorni: i ministri più attivi sotto il profilo mediatico riescono a ottenere un indice di fiducia maggiore, raggiungendo larghe fasce di cittadini mediante la presenza nelle trasmissioni televisive e sulle pagine dei giornali.

Determinazione. Brunetta, Maroni, Tremonti, Frattini e Sacconi raggiungono un consenso che si attesta sul 60% (in alcuni casi anche superiore a tale soglia): il loro stile comunicativo, improntato alla volontà di riformare drasticamente i settori di competenza, riscuote grande favore negli elettori, in particolar modo tra quelli “non fidelizzati”. Su una cifra media di fiducia (50% o poco meno), ci sono La Russa, Scajola, Alfano, Prestigiacomo, Bondi, che sfruttano il fattore della notorietà consolidata: si tratta di attori politici che già hanno ricoperto incarichi governativi o comunque ruoli di primo piano negli anni scorsi.

Ministeri “invisibili”. Il livello di consenso decresce in maniera molto netta per i ministeri meno noti: su tutti Mara Carfagna gode di una stima popolare al di sotto del 40%, pagando pesante dazio al suo passato da show girl. Il deficit di immagine, tuttavia, investe anche i leghisti Zaia, Bossi e Calderoli (invisi a gran parte degli elettori meridionali, che li bocciano a prescindere dalle iniziative intraprese) e i poco visibili Vito, Fitto e Gelmini. l’unica eccezione è Rotondi, che nonostante la costante presenza sui mezzi di informazione non riesce a raccogliere indici di gradimento elevato.

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