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giovedì 26 giugno 2008

Gianni Cuperlo. Quei fratelli coltelli del Pd.

Ha attaccato la leadership del Pd e ora è il sorvegliato speciale dai big del partito. E fa mea culpa: "Se i dirigenti sono sempre gli stessi è colpa dei giovani che non sono emersi".
(Colloquio con Gianni Cuperlo - L'Espresso) Una nuova generazione al potere? Gianni Cuperlo, sorvegliato speciale dai big del Pd dopo il suo attacco alla leadership, cita il poeta Umberto Saba, triestino come lui, per descrivere il male oscuro del partito. "Nel '45 disse che il problema dell'Italia è che non siamo fondati sul parricidio, ma sul fratricidio. Invece di allearci per uccidere il padre ci facciamo fuori tra noi. Con l'aggravante che in politica, spesso, i fratelli tendono a mettersi d'accordo con il padre per far fuori gli altri fratelli, i loro coetanei".

Sembra il racconto della vita interna dei Ds ieri e del Pd oggi. Veltroni e D'Alema eternamente contro e a galla e voi 'giovani' eternamente emergenti...
"Sia chiaro: se la foto di gruppo dei dirigenti negli ultimi quindici anni non è cambiata la colpa non è di quelli che sono rimasti, ma di quelli che non sono emersi. È nostra".

Cosa dovreste fare ora per recuperare il tempo perduto?
"Non dobbiamo avere paura di misurarci con il confronto e anche con il conflitto di idee, di opinioni, di culture. Nel mio vecchio partito, dopo lo scontro del '94 tra D'Alema e Veltroni per la successione a Occhetto, si è coltivata la rimozione del conflitto. Credo che nel Pd dobbiamo superare questa ideologia dell'unità, la mitologia dell'unanimismo che ci ha impedito di confrontarci e di crescere. L'unità è un risultato cui approdi alla fine, non puoi avere paura, sopire, impedire, inibire la formazione del nuovo soggetto".

È quello che sta succedendo nel Pd?
"All'ultima assemblea ho ascoltato tanti interventi, del tutto condivisibili. Solo che se chiudevi gli occhi avresti potuto tranquillamente collocarli nel 2001, sette o otto anni fa. Dopo la sconfitta del 2001 non abbiamo fatto quello che ha fatto in Inghilterra il New Labour. Tra il 1979 e il 1997 sono passati diciotto anni, un'intera generazione: alla fine il Labour è tornato al governo con Blair, ma era un partito completamente diverso. Noi questo rinnovamento profondo non l'abbiamo compiuto. Perfino il Pd è stata vissuto dai gruppi dirigenti come una scelta inerziale. L'idea più coraggiosa e radicale che abbiamo concepito è stata gestita con gli strumenti dell'ordinaria amministrazione. Questo ci dice che il rinnovamento non è un problema solo generazionale. Ci sono persone che sono molto più libere di pensare anche se più anziane. Serve una nuova leadership collettiva".

Leadership collettiva sa di scorciatoia per non affrontare di petto la questione del cambio del leader, del segretario...
"Franceschini dice che Veltroni sarà il candidato premier anche nel 2013 e io non ho nulla in contrario. Anzi, lo ripeto per l'ennesima volta: alle elezioni del 13 aprile senza Veltroni saremmo stati travolti. Ora però Veltroni e gli altri dirigenti devono aiutare il Pd in questo processo. Devono far uscire allo scoperto idee, proposte, suggestioni, rigenerare le cellule di questo corpo che sta male perché ogni sconfitta è dolorosa, ma senza letture consolatorie".

Qual è il rischio, altrimenti?
"Il rischio è che il Pd non trovi una ragion d'essere che ne giustifichi l'esistenza. Non possiamo fare un partito che si adatta come una coperta sulla società italiana, sulle sue pieghe e sulle sue colline. Non dobbiamo solo dare una rappresentazione, dobbiamo dare una rappresentanza a un popolo. Altrimenti il progetto fallisce".

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1 commento:

the substitute ha detto...

Cuperlo, in perfetto stile PD, lancia il sasso e nasconde la mano.
Quando c'erano da spartire incarichi e ruoli tutti insieme appassionatamen te, ora che la barca affonda riaffiora lo spirito critico del senno di poi.
Che affondi questa barca marcia allora! Il vuoto politico si riempirà di forze migliori.
Se i partiti ormai sono quelli che eleggono mogli, portaborse, amici e amanti che si votino tra di loro.
Cuperlo, un anno dopo, da ragione di fatto a Grillo, solo che lui il PARRICIDIO non potrà mai farlo perchè se no chi gliela dà la PAGHETTA?