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venerdì 4 luglio 2008

La Commissione Ue vara la direttiva contro le discriminazioni.

E' basate su età, disabilità, tendenze sessuali, e convinzioni.
(Apcom) La Commissione europea ha a approvato, oggi a Bruxelles, una proposta di direttiva che instaura un regime generale di tutela contro le discriminazioni, al di là di quelle sul posto di lavoro, oppure basate su sesso, razza e origine etnica, che sono già sanzionate dall'attuale legislazione comunitaria. In questo caso, la protezione riguarda invece la discriminazione fondata sull'età, le disabilità, le tendenze sessuali e la religione o le convinzioni personali, in tutte le circostanze della vita sociale, e in particolare quando un cittadino deve accedere a beni o servizi.

La direttiva, che è stata illustrata in una conferenza stampa del commissario europeo responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, Vladimir Spidla, mira ad assicurare la parità di trattamento negli ambiti della protezione sociale (compresa la sicurezza sociale e l'assistenza sanitaria), l'istruzione e l'accesso a beni e servizi commercialmente disponibili al pubblico, compresi gli alloggi. Le nuova normativa vieterà la discriminazione diretta e indiretta nonché le molestie e la vittimizzazione.

Ad esempio, non sarà più possibile per i gestori di un albergo rifiutare una camera a una coppia di omosessuali, e il vincitore di un viaggio 'con partner' in un concorso a premi non dovrà per forza portare con sé una persona di sesso diverso dal proprio. Allo stesso modo, per i disabili la non discriminazione comporterà un principio di accessibilità generale, e le barriere architettoniche che impediscono a migliaia di loro di condurre la propria vita in modo normale dovranno essere rimosse, se è ragionevolmente possibile farlo, evitando di imporre un onere sproporzionato agli erogatori di servizi, e tenendo conto delle loro dimensioni e risorse. Un altro esempio è quello dei contratti d'assicurazione, che non potranno essere negati per principio a disabili o ad anziani; anche se, comunque, l'età e le condizioni di salute saranno prese in conto nell'analisi del rischio per quantificare il premio di un'assicurazione vita.

Alcuni Stati membri dispongono già di una protezione antidiscriminazione molto estesa su scala nazionale, ma per altri la direttiva sarà l'occasione di migliorare i propri standard; si creeranno così condizioni eque in tutta l'Ue. L'iniziativa era stata ripetutamente sollecitata dal Parlamento europeo, e il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, è stato praticamente costretto a metterla nell'agenda dell'Esecutivo comunitario durante il processo di conferma del nuovo commissario alla Giustizia, il francese Jacques Barrot, per evitare che insorgessero con gli eurodeputati della commissione Libertà pubbliche problemi simili a quelli che portarono alla bocciatura di Rocco Buttiglione, tre anni fa. Barroso, che pure si era impegnato per la direttiva, temeva le reticenze di alcuni Stati membri, in particolare la Germania (che teme che le nuove norme comporteranno nuovi costi per le imprese) e la Polonia. Ci sarebbero già, comunque, 22 paesi su 27 favorevoli.

La direttiva si applicherà ai privati soltanto nella misura in cui espletino delle attività commerciali. Gli Stati membri rimarranno comunque liberi di mantenere misure atte ad assicurare la laicità dello Stato (come il divieto del foulard o di altri simboli religiosi nelle scuole e negli edifici pubblici) o a tutelare lo status e le attività delle organizzazioni religiose (per cui una scuola religiosa cattolica potrà rifiutare l'iscrizione di un musulmano, se lo consente la legge nazionale). La direttiva, inoltre, non avrà effetti su prassi invalse quali ad esempio gli sconti per i cittadini anziani (ad esempio tariffe agevolate sugli autobus, i treni e nei musei) ovvero limitazioni d'età per l'accesso a certi beni (ad esempio le bevande alcoliche per i giovani) per ragioni di salute pubblica. Le nuove norme, infine, sono del tutto neutrali rispetto alle questioni di diritto di famiglia, come i matrimoni omosessuali, ha precisato Spidla.

"Il diritto a un trattamento equo è fondamentale, ma milioni di persone nell'Ue continuano a scontrarsi contro la discriminazione nella vita quotidiana. Dobbiamo assicurare una parità di trattamento contro tutti i tipi di discriminazione" ha affermato il commissario durante la conferenza stampa. E ha concluso: "Le misure che proponiamo sono proporzionate e ragionevoli, e assicurano la certezza del diritto per le imprese e gli utilizzatori di beni e servizi, rispettando nel contempo le esigenze specifiche dei diversi settori nonché le diverse tradizioni nazionali".

Secondo le inchieste d'opinione dell'Eurobarometro una grande maggioranza di cittadini europei è a favore di una simile normativa: il 77% è a favore di misure volte a tutelare i cittadini da discriminazioni nel campo dell'istruzione e il 68% plaude a misure in materia di accesso a beni e servizi.

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