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venerdì 4 luglio 2008

La “caccia alle streghe” gay.

(River-blog) Il cantante Pete Wentz non è uno dei miei personaggi preferiti - un anonimo dal viso neanche troppo espressivo, diventato popolare. Ma nell’intervista concessa alla popolare rivista gay “Out” dice cose che non sono proprio insensate. Il ragazzo 29enne, che aspetta un figlio dalla compagna Ashlee Simpson, si dice vittima di una “caccia alle streghe gay”. Tutto il gossip sulla sua omosessualità nasce da alcune dichiarazioni, rese dallo stesso Wents, in cui si definiva “mezzo gay”. Nel maggio del 2007 ammetteva a “The Advocate” di essere sessualmente attratto dagli uomini, ma di non aver fatto sesso con un uomo, perché non era “un fan dei peni”. Ma ora non ne può più. “Quando esco per strada - dice - mi chiamano frocio. E’ la stessa cosa che mi capitava quando avevo 13 anni”. “C’è un clima da caccia alle streghe. Non so se serva a sconfiggere l’omofobia, oppure a ottenere più attenzioni. E’ come se non si vedesse l’ora di dire: ‘Quella persona è gay’”. Tornando alle sue vecchie confessioni: “Dire di aver dormito con degli uomini era una sorta di ribellione sessuale. L’ultima volta che ho fatto sesso con un ragazzo avevo 22 anni”.

Il bisogno di dare etichette sessual/sentimentali, di vedere il mondo in bianco o (senza ‘e‘) nero è qualcosa di intrinseco alla comunità gaya mondiale.
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