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venerdì 4 luglio 2008

Rendez-vous a luci rosse. Al ristorante sesso filmato e polverina.

Amplessi con la telecamera. Nei videotape le performance su un divano con signore consenzienti. Se l’analisi della sostanza confermasse i sospetti degli inquirenti, per il titolare del «Cenacolo» potrebbero arrivare nuovi guai giudiziari.

(La Nuova Sardegna) Sesso e videotape. Visto così sembrava un affare privato, increscioso per i protagonisti che non prevedevano sarebbe diventato di dominio pubblico. Guardando bene, però, qualcosa ha attirato l’attenzione degli inquirenti. Tra una performance e l’altra, infatti, sarebbe saltata fuori una polverina che dava nuovo slancio alle coppie. Una volta stabilito se la sostanza è ciò che sembra, per Antonio Saba potrebbero arrivare nuovi guai giudiziari.
Perché se il consumo di sostanze stupefacenti non è reato, lo è la loro cessione. Parte da qui l’interesse degli inquirenti per le avventure amorose del ristoratore. E mentre i carabinieri lavorano, si accende la curiosità sulla identità delle disinibite donne che tra il primo e il secondo si concedevano piacevoli intervalli in compagnia di Saba.
Diventa pruriginosa e potrebbe coinvolgere alcune signore, forse ancora ignare di essere state riprese mentre facevano sesso nel retrobottega di un ristorante di tendenza, l’inchiesta sul quarantatreenne accusato di avere avuto una storia d’amore proibita con una tredicenne. Dal materiale sequestrato l’8 aprile nell’ufficio de «Il Cenacolo» dopo l’arresto di Antonio Saba sono saltati fuori alcuni filmini amatoriali che sembrano realizzati dal ristoratore. Non fosse altro perché lui è il protagonista maschile di performances su un divano sovrastato da uno specchio in posizione strategica. Una telecamera fissa ha ripreso gli amplessi di Saba con partners femminili consenzienti e adulte. Non certo ragazzine minorenni, insomma, come quella che con la sua denuncia aveva fatto scattare una inchiesta che ad aprile aveva fatto finire dietro le sbarre il ristoratore. Ora le signore saranno chiamate a spiegare la natura della polvere comparsa tra un abbraccio e l’altro e, soprattutto, chi abbia fornito il fuoriprogramma. Non sembra saranno ammesse risposte vaghe perché le immagini, assicura chi le ha viste, parlano chiaro e mostrano (anche) i volti delle protagoniste dei festini.
Antonio Saba, che sta aspettando agli arresti domiciliari la conclusione della inchiesta principale, dovrà imputare alla sua vanagloria virile l’eventuale nuova disavventura giudiziaria. Perché sarebbe stato proprio lui a mettere, inconsapevolmente, nelle mani degli inquirenti le eventuali prove filmate del consumo di sostanze vietate.
C’erano anche quelle videocassette, oltre ad alcune cassette di film porno recitati da attori professionisti, tra il materiale consegnato dalla Procura della Repubblica al consulente informatico che ha passato al setaccio la memoria del computer e del telefonino di Antonio Saba. Le relazioni conclusive dell’esperto sono state messe a disposizione dell’avvocato Giuseppe Conti, difensore del ristoratore. Una copia degli atti è stata notificata anche all’avvocato Agostinangelo Marras, che assiste in qualità di difensore di persona offesa i genitori della minore.
L’ingegnere incaricato dal sostituto procuratore Gianni Caria cercava tracce di mail, telefonate o sms intercorsi tra Saba e la ragazza che ha detto di essere stata indotta da lui ad avere due rapporti sessuali. Uno nella Bmw del ristoratore (dove però non sono state trovate tracce di Dna umano) e un altro nell’ufficio del suo maturo spasimante. Locale all’interno del ristorante di via Ozieri che la quattordicenne (ma non aveva ancora compiuto gli anni quando avrebbe consumato il primo rapporto) ha minuziosamente descritto ai carabinieri della stazione e della compagnia.
Non è un caso che, dopo avere notificato all’indagato l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Salvatore Marinaro, l’8 aprile i carabinieri abbiano videofilmato ogni angolo del ristorante, dedicandosi con scrupolo soprattutto all’ufficio di Saba. La descrizione del locale fatta dalla ragazza prima di questo accertamento coincide con lo stato dei luoghi accertato dai carabinieri. Questo dettagliatissimo racconto di un ambiente non visibile dai frequentatori del ristorante rappresenta, al momento, il principale riscontro probatorio a carico dell’imputato. Ci sono poi gli sms che l’uomo avrebbe mandato alla tredicenne, compreso quello di auguri per il suo quattordicesimo compleanno. Messaggio che, se confermato, rappresenterebbe la prova del fatto che Antonio Saba fosse consapevole dell’età della ragazza.
Sull’ormai famoso divano dell’ufficio de «Il Cenacolo» non sono state trovate tracce del Dna della ragazzina. E non c’è la tredicenne nei filmini amatoriali sequestrati nell’ufficio di Antonio Saba. Le donne riprese dall’occhio della videocamera del ristoratore sono adulte, consenzienti e, sembra, anche molto soddisfatte. Lo saranno meno nei prossimi giorni.

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