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venerdì 4 luglio 2008

Il Bolognapride visto da destra. Ed ora vogliamo il battona pride!

Dopo il successo del Gay Pride, un nuovo happening trasgressivo.
(Michele Ugliola - L'Opinione) Grande consenso a Bologna e grande successo di immagine della Amministrazione per il Gay Pride. Sabato pomeriggio per ore la città si è mobilitata in appoggio al mirabolante happening trasgressivo omosessuale che periodicamente viene riproposto con sempre maggior seguito e partecipazione da ogni parte d’Italia e dintorni. Bloccato per ore il centro vitale e commerciale della città dalla sfilata dei carnascialeschi carri, ove lesbiche e gay esibivano il meglio del loro repertorio, con finti ed enormi falli folcloristici, tette rifatte e natiche sode, abbronzate o “biancheggianti” al sole della calda giornata, con la luce che rendeva indecifrabile se si trattasse di natica di uomo (all’anagrafe), o di donna. Molte le esibizioni lascive con interminabili slinguate a colli, labbra e padiglioni auricolari, compresi quelli, ripresi in Tv, di Niky Vendola (Governatore della Regione Puglia), uno degli ospiti di peso con Pecoraro Scanio e altri nomi illustri, come Miss Luxuria, quasi tutti ex della passata legislatura, in cerca forse di nuovi futuri consensi (diversamente dove potrebbero prenderli?). Se la città è femmina i pubblici amministratori dovrebbero essere denunciati al telefono rosa, proprio per la violenza che la città, femmina appunto, ha subito.

Nessuno, in questa città, permissiva e tollerante, nutre sentimenti di discriminazione e disprezzo per chi si sente parte di queste “diversità di genere”. L’omosessualità non è elemento per discriminare chi ha cultura, chi la fa valere, o chi lavora seriamente come tutti gli altri, chi produce benessere, rispetta le regole, dimostra altrettanta tolleranza e generosità. Dei miei tanti amici (maschi e femmine) ne ricordo alcuni certamente omosessuali. Ma ne ricordo soprattutto la loro sensibilità umana ed etica, la loro cultura eccelsa, la loro professionalità nel lavoro e il loro senso del prossimo e del dovere civico, la loro educazione e gentilezza, il loro parlare sapendo ascoltare. Altrettanto volentieri ricordo Oscar Wilde, lo straordinario romanziere e saggista, così arguto e pure così spontaneo e trasparente nella sua diversità in un’epoca in cui tale condizione costituiva motivo di arresto. Così vado a Catullo e alla sua Lesbia , ma purtroppo il mio maestro di critica letteraria di allora, Rodolfo Quadrelli, autore di inapprezzati ma dotti saggi su Dante Alighieri, non mi chiarì mai se Catullo soffrisse più per il libertinaggio di Lesbia, o per la sua “diversità di genere”. Il gay pride è tutt’altro che un inno alla diversità. E’ solo un rumoroso, affollato, volgare ed esibizionistico happening di soggetti che con la cultura e la rivendicazione sacrosanta della diversità hanno poco a che spartire.

Ripeto fracasso, volgarità e sterilità culturale, che la città subisce, come se non ne avesse abbastanza di civis, vigili, multe, norme urbanistiche, regolamenti sanitari e scolastici, delinquenti di tutti i tipi, stupratori , teppisti e vandali. Così parimenti proponiamo il battona pride. Convochiamo per mesi le meretrici d’Italia affinché si radunino a Bologna e rivendichino la loro condizione di lavoratrici discriminate, spesso oggetto di violenza (argomenti standard di certa sinistra). Che si esibiscano sui carri a gambe aperte, o con il simbolo femminista eseguito con le mani, che insultino i passanti in dissenso, che vengano ricevute nella “Sala Rossa”, omaggiate dal Sindaco. Che vengano illustrate le loro qualità e i loro disagi, la loro funzione sociale, che si ricordino come “una realtà che non può essere ignorata”. Grazie Sindaco per questo nuovo evento, la città ne sarà grata.

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