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giovedì 8 novembre 2007

Le novantadue valigie di Peter Greenaway: geniale follia 2.0.

http://www.flickr.com/photos/ny156uk/268023465/
(Panorama) Chi è Tulse Luper? Un personaggio nato dalla fantasia di Peter Greenaway, regista cinematografico a cui però questa definizione va decisamente stretta. Ecco un uomo che del concetto di multimedialità sembra aver fatto una missione, e il progetto delle 92 valigie di Tulse Luper è lì a dimostrarlo. Un film? No, tre. E non solo: un cd rom, un libro e ora un gioco online interattivo, oltre a un concorso che ha appena incoronato un vincitore, che farà un viaggio intorno al mondo sulle tracce di Tulse Luper. (E a proposito di viaggi intorno all’arte di Greenway - e di Tulse Luper - si veda il programma del Fenice Festival) .

Nato a Newport nel 1911, Luper ha vissuto una vita da “prigioniero professionista” e di paese in paese, di prigione in prigione, ha stipato in 92 valigie tutti gli oggetti che ha incontrato e che hanno attraversato la sua esistenza. Il gioco, che è in realtà un progetto della piattaforma per produzioni crossmedia Submarine Channel, consiste nell’andare alla scoperta dei misteri che hanno a che fare con il contenuto di ogni valigia, svelati i quali si può avere accesso a un minuto di film sulla sua vita. E non è un caso che le valigie siano 92, né che il sottotitolo del progetto sia Una storia dell’Uranio nel Ventesimo secolo: 92 è il numero dell’Uranio nella tavola degli elementi.

Ogni diramazione del progetto dà luogo a un moltiplicarsi di mezzi espressivi. Come il libro Tulse Luper in Turin, in cui si racconta della prigionia all’interno della Mole Antonelliana, che è un vero libro, ma anche un sito internet, e una raccolta di disegni. Il personaggio è un alter ego dell’autore che, sul sito dedicato al progetto, dichiara: “Forse siamo tutti prigionieri di qualcosa: l’amore, i soldi, il sesso, la fama, le credenze religiose, il potere, l’ambizione, l’avidità, i debiti, un lavoro, un giardino, un cane, gli orari dei treni, un’ipoteca o anche solo del conto di un droghiere… Ogni prigioniero ha bisogno di un carceriere. Ovviamente come autore io sono il carceriere di Tulse Luper, così come sono il suo prigioniero”.
I 120 minuti imposti come limite di durata ai film che vanno in sala sono chiaramente troppo pochi per un regista come Greenaway. Che ha dilatato quel tempo dando al suo personaggio una vita potenzialmente infinita.

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