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giovedì 8 novembre 2007

I romeni sono un pericolo per i gay italiani?

(Queerblog) Difficile fare finta che il problema non esista, perché sarebbe come chiudere gli occhi di fronte ad un elefante. Invece la questione c’è, si vede, si respira da tempo, e se oggi è in primo piano è solamente a causa dei tragici fatti che in questi ultimi giorni riempiono le prime pagine dei giornali, ma che non sono altro che la punta dell’iceberg di una situazione che è andata via via aggravandosi.

Parlo del cosiddetto “problema sicurezza”, di cui i nostri politici si riempiono volentieri la bocca ultimamente. Lungi da me voler fare polemiche e dispensare giudizi su quanto avvenuto, c’è già chi si sta impegnando anima e cuore in questo. Piuttosto mi ha colpito l’intervento del direttore editoriale di gay.it, Daniele Nardini, che nei giorni scorsi ha duramente attaccato la comunità romena (e bisogna poi stare attenti a distinguere tra i cosiddetti Rom e i romeni, che sono due cose differenti), che frequenta gli ambienti omosex italiani, definendoli “un problema per i gay”. Parole pesanti, che hanno suscitato un prevedibile vespaio di critiche.

Duro il botta e risposta nelle pagine del sito tra il direttore e diversi lettori; c’è chi lo appoggia in toto e chi lo attacca duramente. Il rischio di cadere in facili generalizzazioni è dietro l’angolo, ma anche chiudere gli occhi di fronte a realtà evidenti nel nome del politically correct è un atteggiamento che inizia a stufare molta gente, come sottolinea un lettore del forum del sito web, che invita tutti a finirla con “questo buonismo da libro Cuore! Chi delinque deve essere punito e rispedito a casa sua e senza tante storie!”.

Nardini, va detto, certo non ci è andato leggero, delineando un quadro piuttosto tragico e deprimente della situazione, tratteggiando un ritratto dei romeni davvero desolante: i ragazzi della Romania sarebbero – secondo il direttore – “di solito, belli o carini. Sicuramente maschili. E loro lo sanno. Negli anni hanno imparato cosa piace ai gay, e cosa attrae quel tipo di clientela che oggi è la migliore per loro. Sociologia sessuale spicciola”.

Il riferimento ovviamente non è a tutti i romeni, ma solamente a quelli che vendono il proprio corpo e le proprie prestazioni sessuali ai gai maschietti di casa nostra, soprattutto delle grandi città. Ora, non credo che nessuno si possa aspettare di rimorchiare Peter Pan a Valle Giulia a Roma, ma, secondo il direttore, le precauzioni, già d’obbligo in queste circostanze, vanno raddoppiate quando ci si porta a casa un romeno.

I romeni sono davvero un pericolo così terribile per i gay italiani? Verrebbe da dire che logicamente frequentando dei luoghi di abbordaggio facile, dove le garanzie di per sé sono minori, ci si deve aspettare di poter fare brutti incontri, di qualsiasi nazionalità.

Forse ora i romeni sono sotto una lente di ingrandimento più spietata che ne stigmatizza ogni comportamento, magari domani toccherà ad un altro gruppo di immigrati? Oppure, come si chiede Nardini, “davvero quel popolo delinque più degli altri e in maniera più efferata?”.

Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con Nardini? Avete mai avuto una brutta esperienza con un giovane proveniente dalla Romania? Vi sentite più guardinghi ora? E il pericolo per i gay è maggiore che per gli etero?

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