Sta facendo scalpore la storia di un adolescente franco svizzero che a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, ha portato in tribunale tre cittadini degli Emirati (uno è minorenne) per aggressione e stupro; i tre rischiano la pena di morte, ma il giovane denunciante, che li ha affrontati in tribunale, rischia di finire sotto accusa.
(Tiscali notizie) Una battaglia difficile, condotta dalla madre del ragazzo quindicenne, la svizzera Veronique Tobert: i tre rischiano la pena di morte, ma il giovane denunciante, che li ha affrontati in tribunale, rischia di finire sotto accusa. Negli Emirati Arabi l'omosessualità è un reato, dunque lo "stupro contro un omosessuale" non esiste e chi ammette di aver avuto contatti omosessuali, anche obbligati, viene socialmente bollato.
Il caso sta avendo grande risonanza anche in Francia - Grazie a Veronique Tobert, giornalista di origini svizzere, che il 23 ottobre ha lanciato il sito internet www.boycottdubai.com. "Ringrazio tutte le persone che hanno lasciato i loro commenti sul sito", ha detto da Dubai, dove ha assistito all'udienza del processo. Il sito chiede il sostegno del pubblico e di personalità affinché gli Emirati riconoscano il reato di stupro di natura omosessuale e si dotino di strutture adeguate per curare i malati di Aids. Uno dei tre aggressori è infatti sieropositivo e Veronique Tobert accusa le autorità di averlo tenuto nascosto. Il figlio, dopo lo stupro, sarebbe anche stato insultato come 'omosessuale' da un medico legale.
Ricorsi contro i governi - "E' un vera battaglia quella che sto conducendo perchè questo non capiti più", ha detto la madre che è una giornalista. "Abbiamo fatto ricorso contro i governi di Abu Dhabi e di Dubai in Francia e in Svizzera per aver tentato di coprire la vicenda", ha aggiunto la signora Robert."Le autorità non ci hanno dato la possibilità di far curare nostro figlio con una terapia preventiva all'estero. Sapevano dal 2003 che uno degli aggressori era sieropositivo. Ma ci hanno mentito perchè è una questione tabù", ha detto.
La vicenda risale al 14 luglio - Il giovane franco-svizzero in compagnia di un amico usciva da un centro commerciale di Dubai quando un giovane degli Emirati che conosceva ha proposto loro di riaccompagnarli in macchina con altri due sconosciuti. Ma il veicolo ha preso la strada del deserto dove si è consumata l'aggressione. La vicenda e la campagna condotta dalla signora Robert hanno provocato il crescente imbarazzo delle autorità degli Emirati, in particolare di quelle di Dubai, che vogliono fare del Paese un centro turistico e degli affari di importanza mondiale.
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L'intervista alla madre
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