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giovedì 8 novembre 2007

Congresso, varata la legge che tutela i lavoratori gay.

Ma i transgender rimangono esclusi dal provvedimento.

(La Stampa) La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, a maggioranza democratica, ha votato un provvedimento che difende i lavoratori gay e mette al bando la discriminazione sul luogo di lavoro in base all'orientamento sessuale. La legge è passata con 235 voti a favore contro 185 contrari, numeri che tuttavia non consentono di scongiurare un possibile veto del presidente George W Bush. Per impedirlo, infatti, sono necessari i due terzi dei voti. "Questo è un giorno storico - ha dichiarato la Presidente della Camera Nanci Pelosi - Non c'è posto per la discriminazione in America".
Ma l'"Employment non-discrimination act" non ha mancato di sollevare polemiche tra le associazione che difendono i diritti degli omosessuali. Sebbene, infatti, il provvedimento metta fuorilegge la discriminazione dei lavoratori "gay, lesbiche e bisessuali", non include i transgender. I transessuali erano in realtà nominati nel disegno di legge originale, ma sono stati esclusi per consentire al provvedimento di avere maggiori possibilità di essere votato anche dai parlamentari democratici più moderati e conservatori.
La nuova legge, almeno secondo un sondaggio commissionato da Abc News e Washington Post, non dispiacerà all'opinione pubblica americana: il 55 per cento degli intervistati si è detto, infatti, favorevole alle unioni civili tra omosessuali in grado di garantire alle coppie gay gli stessi diritti di quelle eterosessuali unite in matrimonio, come copertura assicurativa, eredità e reversibilità della pensione. I risultati dell'indagine mostrano un notevole incremento rispetto ai dati del 2006, quando solo 45 americani su cento si erano dichiarati favorevoli alle unioni gay, e fa segnare un vero e proprio record: il precedente primato era stato registrato nel 2004 (51 per cento).

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