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giovedì 8 novembre 2007

Bologna: extracomunitari al voto per una poltrona alla Provincia.

Una donna di colore al voto
(Panorama) Trecento posti per trenta candidati. Trentaquattro nazionalità rappresentate, con una netta prevalenza dei paesi dell’Africa centrale e del Maghreb.

Il 2 dicembre, la provincia di Bologna eleggerà il suo primo Consiglio dei cittadini stranieri e apolidi.

Un nuovo organo consultivo, che non ha mancato di suscitare polemiche e vivaci dibattiti. La nuova assise si riunirà almeno tre volte l’anno (nei mesi di febbraio, giugno e ottobre) e il più importante tra i suoi compiti sarà quello di esprimere un parere non vincolante sul bilancio della Provincia, che comunque sarà tenuta a dare una risposta motivata alla sue obiezioni. Il Presidente della Consulta parteciperà poi a tutte le riunioni della giunta provinciale e avrà diritto di parola su tutti i temi trattati.
Alla tornata, gli immigrati non comunitari si sono preparati da tempo. I più solerti e attivi, sono stati i marocchini e gli albanesi (questi ultimi presentano anche il candidato più giovane: un diciottenne). Mentre non c’è traccia di cittadini romeni (che, prima di finire nell’occhio del ciclone per i fatti di Roma, proprio a Bologna furono al centro delle prime azioni di polizia volute dal sindaco Cofferati).

Non potevano mancare, anche in questo caso, le quote rosa: uno dei criteri per l’ammissibilità delle liste è infatti quello del “fifty/fifty”, ma le donne candidate sono poco più del 40%.
Una volta eletti, i rappresentanti provinciali resteranno in carica cinque anni. Toccherà a loro dimostrare se il nuovo organo, già tacciato di essere corporativista e poco rappresentativo, aiuterà o meno l’integrazione degli immigrati regolari e l’estensione di altri diritti amministrativi.

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