(Panorama) Ricercato dalla polizia di Nord e Sud, Sante Pollastri ha faticato per costruire la sua carriera. Ma alla fine ce l’ha fatta, diventando uno dei piu’ grandi banditi di tutti i tempi, sempre in bilico tra cronaca e leggenda. A ricordarlo nel corso degli anni, soprattutto per la sua amicizia con il ciclista Costanzo Girardengo, ci hanno pensato tempo fa una canzone di De Gregori, Il bandito e il campione, e piu’ recentemente Marco Ventura, con Il campione e il bandito, edizioni il Saggiatore.
Ora arriva in libreria per Meridiano Zero Il diavolo custode di Luigi Balocchi un romanzo che ripercorre la vita e le azioni di un uomo che fa parte a suo modo della storia del nostro Paese. Perché c’ è chi nasce angelo, chi diavolo. E chi tutt’e due, come Sante Pollastri.
Ma il libro non è una semplice biografia. Del resto, attingere ad una vita del genere significa gia di per sè mettere un piede nel romanzo. Sante Pollastri, classe 1899, originario di un luogo sinistramente noto come Novi Ligure, cominciò la sua carriera di ladro rubando carbone per proteggersi dal freddo. Anarchico orgoglioso, bandito nelle vite dei ricchi per dare ai poveri, non esitò a sparare nel 1926 in Lomellina uccidendo insieme alla sua banda due carabinieri. La carriera fu stroncata un anno dopo. Ma sempre in grande, cosi come aveva vissuto fino ad allora. A catturarlo, infatti, nella metropolitana di Parigi il 10 agosto 1927 fu il celebre commissario Guillaume. Proprio lui. Il funzionario della Sureté al quale Simenon si ispirò per il suo Commissario Maigret.
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