(Trotzky) Di preti predatori se ne scovano tutti i giorni in tutte le chiese, che possano contrarre l'AIDS è comprensibile, ma è inconcepibile che contagino i loro partner per il semplice piacere di esibirsi.
Il cappellano della marina John Lee - riporta il "Baltimora Sun" - si è riconosciuto colpevole di undici capi d'accusa - tra cui quelli di violenza aggravata, sodomia forzata, attività predatoria e abuso di potere - ed è stato condannato a dodici anni di galera. solo due dei quali dovranno essere effettivamente scontati.
Il reverendo ha confessato pure di aver chiesto di lavorare come cappellano su una nave con il preciso obbiettivo di costringere un marine a riprenderlo mentre faceva sesso con un ufficiale.
Un ufficiale ha testimoniato che una sera l'esibizionista lo aveva invitato in un appartamento, per assistere ai suoi tentativi di violentare uno studente, il quale però, imbarazzato dalla sua presenza, gli aveva resistito.
Un altro ufficiale ha riferito ai giudici che una volta si era recato nel suo studio per un consiglio, che il cappellano lo aveva convinto a riprenderlo mentre faceva sesso con un altro prete con cui era solito scambiarsi e.mail appassionate e che, per coinvolgerlo nel gioco, gli aveva preso la mano e l'aveva appoggiata sui genitali del partner.
La Corte lo ha dichiarato un irresponsabile, perché non si era mai degnato di dire che aveva contratto l'AIDS facendo sesso con i suoi subordinati e quando qualcuno gli chiedeva se era siero-positivo, risponfdeva: "Non preoccuparti. Non c'è problema".
Un giornale locale ha scritto: "Se un nemico infettase segretamente il nostro personale militare, lo condanneremmo al massimo della pena. Non si capisce allora perché a un sessuomane sfrenato come John Lee è stata inflitta una sanzione così leggera.
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