Nel suo ufficio al Cairo e ogni sabato in tv, la dottoressa Kotb fa lezione alle coppie sposate conciliando scienza e morale islamica.
(Viviana Mazza - AetnaNet) «È normale per una donna nubile provare desiderio sessuale?». «Cosa faccio se mio marito mi fa richieste intime?». «Sono sposato ma mi piace tanto la pornografia: è un problema?». «E se gli orgasmi di mio marito precedono sempre i miei?». Al Cairo, nel quartiere bene di Mohandessen, la sessuologa Heba Kotb, una trentanovenne velata e molto religiosa, sposata e madre di tre figlie, si sente porre giornalmente simili domande da coppie di egiziani, per lo più benestanti e spesso devoti. Alcuni anni fa solo in pochi si rivolgevano a lei. Oggi c'è una lista d'attesa di due mesi per parlarle. E ogni sabato, come conduttrice di uno show sul sesso alla tv egiziana, la dottoressa risponde alle domande di telespettatori giovani e anziani, con un approccio che combina scienza occidentale e moralità islamica.
Laureata in medicina all'Università del Cairo, con un dottorato in sessuologia dalla Maimonides University in Florida, Kotb è una pioniera in questo settore in Medio Oriente, dove parlare di sesso è da molti considerato tabù. Non c'è educazione sessuale nelle scuole e i genitori spesso esitano ad affrontare il tema coi figli. «Ma ciò non dipende dalla religione islamica che invece vede i rapporti sessuali come sacri e altamente raccomandati», dice la sessuologa. Kotb è cresciuta in una famiglia liberale, passando i pomeriggi a giocare a calcio con coetanei maschi e le estati spesso in Europa. Ha messo il velo per scelta nonostante lo scetticismo della madre che lo considerava un'usanza da «classi inferiori». E ha deciso di fare la sessuologa nonostante lo scetticismo del papà che proponeva un titolo professionale che non includesse la parola sesso.
Da una donna così indipendente non bisogna, però, aspettarsi l'esaltazione dell'amore libero, l'approvazione dell'omosessualità o della pornografia. Kotb insegna la scienza di fare l'amore secondo il Corano. La sua missione è «aggiustare le crepe nell'edificio del matrimonio che rischia di crollare per colpa di rapporti sessuali insoddisfacenti» e far sì che i giovani non cadano preda delle informazioni inaccurate o «devianti» diffuse dalla tv, dal web o dagli amici. Ma almeno la dottoressa offre un orecchio a tutti e consigli senza condanna. Meglio concentrarsi sulla moglie che sulla pornografia, meglio evitare che i giovani si incontrino soli in privato prima del matrimonio, suggerisce. Ma assicura sempre che ogni dubbio è normale e che a nessuno è impossibile avere una buona e giusta vita sessuale.
Nella religione islamica il sesso non è solo finalizzato alla procreazione, spiega Kotb: è anche piacere. A chi ispirarsi nell'arte dell'amore? Nessuno è meglio di Maometto. «Il Profeta istruì gli uomini a soddisfare le mogli prima di se stessi. Il diritto della donna al piacere sessuale è uguale a quello dell'uomo», dice. Eppure «gli uomini tendono a essere egoisti nel sesso, pensano solo ai propri bisogni e ignorano quelli delle donne. La donna tende invece a due estremi: a essere completamente sottomessa e a non rivelare i propri desideri oppure a ribellarsi». E allora Kotb spiega agli uomini che il buon sesso non sta nel fare tutto in fretta e furia come quando si masturbavano di nascosto prima del matrimonio, alle donne timide chiede «vi sentite migliori di Aisha (la moglie del Profeta, ndr) che invitava lei stessa il marito a letto?». E se la noia prevale sulla passione, la dottoressa assegna nuove posizioni da sperimentare come «compiti a casa».
Queste lezioni d'amore non piacciono a tutti. Alcuni accusano Kotb di fornire troppi dettagli: dovrebbe limitarsi a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato nell'Islam. Ma le critiche non sono state particolarmente aspre e la dottoressa è anzi sommersa da richieste di partecipare a conferenze nei Paesi più conservatori della regione. «Le persone sentono di aver bisogno di questo tipo di risposte», dice.
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