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lunedì 17 dicembre 2007

Fantascenari? "Se un milione di gay e lesbiche non andasse a votare, sarebbe il centrosinistra a perdere".

Piddi: Attento alla rabbia dei gay.

(Francesca Schianchi - La Stampa) Nelle sale austere della Pontificia Università Gregoriana, espressioni simili non si erano mai sentite. «Accade che, anche a sinistra, qualcuno dica “Che palle ‘sti froci, ma cosa vogliono?”», tuona Cristiana Alicata, 31 anni e un cognome importante (Mario Alicata, storico dirigente del Pci, era fratello del nonno), eletta nella Costituente romana del Pd. «Se decidessimo di fare il gay pride nel giorno delle elezioni, se un milione di noi non andasse a votare, sarebbe il centrosinistra a perdere», minaccia. Applaude la platea riunita ieri all’assemblea promossa dagli eletti della lista “A sinistra per Veltroni”.

Ci sono i ministri Fioroni, Turco, Pollastrini; il veltroniano Giorgio Tonini, l’economista Giorgio Ruffolo. Si parla di lavoro, ambiente, ma soprattutto laicità: perché nel partito «è urgente e necessario uno sguardo laico e liberale», s’accalora il ministro Pollastrini, e fa un po’ effetto che campeggi di fronte a lei un imponente crocifisso. Arriva l’attacco della giovane Alicata: è lesbica serena e dichiarata, si dice «delusa» da D’Alema contrario al matrimonio gay, cita Fioroni guardandolo negli occhi, in prima fila, colpevole di aver difeso la Binetti sulla norma antiomofobia: «Al pacchetto sicurezza si è aggiunto il riferimento al trattato di Amsterdam – lamenta - sapendo che era un’imprecisione normativa e sarebbe stato abrogato» (è un rischio: ma la soluzione potrebbe essere un decreto che ripristini la legge Mancino contro l’odio razziale). Chiede l’istituzione di una consulta omosessuale nel Pd, e un incontro sul tema, da tenersi entro fine febbraio. «Invitiamo anche la Binetti: sono convinta che lavorandoci la possiamo convincere», scherza.

Perché la senatrice dissidente è ormai un simbolo della distanza tra le anime del Pd sui temi eticamente sensibili. Li definisce «idee che si tirano un po’ troppo come fossero un elastico» il ministro Pollastrini; invoca «un luogo in cui poterne discutere» il ministro Livia Turco. Che nel suo intervento specifica come «il Pd non deve essere una brutta copia di Forza Italia, al contrario dobbiamo coltivare i nostri anticorpi al populismo e alla demagogia». La diessina parla la stessa lingua del cattolico Fioroni: «Non facciamo il Pd per fare la brutta copia di Forza Italia», aveva detto lui. Un partito dove non stia «tutto e il contrario di tutto. Non un partito dell’”eppure” né del “ma anche”». Che guarda caso è la battuta di Crozza su Veltroni. Anche se il ministro nega sornione. E sulla Binetti e i temi eticamente sensibili, neanche una parola.
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Ndr. Cara Cristina, non credo ci sia la necessità di organizzare l'ennesimo "circo gay" per non far andare gli omosessuali a votare. Stai tranquilla che se le cose vanno avanti di questo passo non sarà necessario organizzare qualcosa, ci arriviamo noi stessi a non rivotare centrosinistra o sinistra. Si può essere presi in giro una volta, due ma la terza no... (Aspis)

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