In uscita il 18 gennaio nelle sale, un film coraggioso, sul sentimento al di là dei pregiudizi e delle diversità. Amore lesbico, bisessualità, omofobia, rapporto con la famiglia, triangolo amoroso, immigrazione ed eros, queste le tematiche sfiorate nell’ultimo lavoro di Marco Simon Puccioni.
(Cinemagay.it) Nata da un soggetto finalista al premio Solinas di qualche anno fa, la pellicola è prodotta, con un budget di un milione e 300mila euro, da Intelfilm e dalla francese Adésif, con la collaborazione di Rai Cinema e con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission, del programma Media e di Eurimages. Il film, le cui riprese termineranno nel mese di Agosto 2006, sarà pronto in febbraio, giusto in tempo per approdare al festival di Berlino o, poco più tardi, a Cannes.
"Anis tra di noi" è un film su come accettare le diversità" ha detto la De Medeiros.
"Anis tra di noi cerca di fotografare una situazione sociale senza pregiudizi - spiega il produttore Mario Mazzarotto - Oltre alla dimensione privata e sentimentale dei tre protagonisti, il film propone infatti uno sguardo sulla trasformazione della famiglia in provincia"
Marco Simon Puccioni racconta: "Con Anis tra di noi voglio indagare una pluralità di temi che mi sono cari: la famiglia, l'identità sessuale, il sociale e le zone di confine, come il Friuli, dove abbiamo scelto di ambientare il film".
La storia
I protagonisti di questa storia sono tre: Anna, una consulente finanziaria di trentacinque anni; Mara, un’operaia di venticinque anni di una fabbrica del nord-est; Anis, un adolescente clandestino. Di ritorno da una vacanza all’estero, Anna e Mara, che da tempo fanno coppia fissa e sono state ormai “accettate” in famiglia e nel lavoro, si rendono conto che un giovane immigrato si è infilato nel rimorchio della loro automobile e ne ha approfittato per superare la frontiera. Sulle prime non sanno come comportarsi, poi decidono di portarlo con loro. Anis, questo il nome del ragazzo, dice di aver perso i suoi genitori e di avere l’intenzione di raggiungere uno zio ristoratore a Milano. Poi però le cose non vanno lisce e il ragazzo torna dalle due donne; e lentamente, facendo leva sul desiderio inespresso di Anna di avere un figlio, si introduce sempre più nella loro casa e nella loro vita. Anna aiuta Anis trovandogli un lavoro presso il fratello Salvio, nonostante l’opposizione di Mara, alle prese con un padre malato e con un lavoro in fabbrica che sembra essere meno certo che in passato. La madre di Anna, infatti, che è tra i proprietari della fabbrica dove Mara lavora, sta decidendo di trasferire all’estero una parte della produzione per poter reggere una concorrenza sempre più agguerrita. Dopo l’iniziale diffidenza, ma solo per un breve momento, Anna, Mara e Anis trovano finalmente un equilibrio in cui riescono ad essere un sostegno l’uno per l’altro e a dare vita ad un anomalo eppure tenero ménage à trois. È un equilibrio precario e difatti non dura molto: Anis verrà licenziato perché sospettato ingiustamente di aver preso della merce (il motivo, in realtà, è la rinnovata dose di diffidenza nei confronti di un extracomunitario e per di più clandestino) e poi è inizialmente respinto da Mara di cui si è nel frattempo innamorato. La dolce intraprendenza di Anis, tuttavia, farà cedere Mara, causando una catena di gelosie e invidie nel gruppetto che si è creato. La scoperta della sessualità da parte di Anis, e di un rinnovato desiderio eterosessuale da parte di Mara (che, dopo un divorzio, era stata letteralmente “salvata” dalla compagna Anna), non è soltanto la goccia che fa traboccare il vaso da un punto di vista narrativo: rappresenta un simbolo di tolleranza, di accettazione delle diversità, di riscoperta di sé attraverso l’altro. Mara, a sua volta, dovrà fare fronte alle conseguenze della concorrenza globale e, dopo la morte solitaria del padre, rinuncerà al posto di lavoro, nonostante la protezione di Anna. Anna, che sembrava la più solida socialmente e psicologicamente, vedrà andare in pezzi il suo progetto esistenziale e professionale. Il film, con toni a volte amari a volte più leggeri, racconta anche delle trasformazioni che la società italiana e in particolare quella del nord-est sta vivendo in questo scorcio di inizio secolo. È la realtà complessa di una società fondata sul lavoro, a volte dinamica più spesso cupa e conservatrice. Il gioco di incastri e di rapporti personali – amore, compassione, fiducia, paura – esplora il piano umano di tre persone diverse fra loro e diverse anche dalla maggioranza, nell’attimo in cui, almeno in apparenza, si instaura un patto di mutua accettazione, prima che i casi della vita lo faccia sciogliere forse per sempre.
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Premi:
25mo FESTIVAL del Cinema Italiano di ANNECY 2007: Gran Premio e premio per l’interpretazione femminile ad Antonia Liskova.
FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO di LECCE 2007: Maria De Medeiros e Antonia Liskova hanno vinto ex aequo il premio come Miglior Attrice Europea (Premio SNGCI Festival Europeo di Lecce).
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