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giovedì 11 ottobre 2007

La legge sulle unioni civili è un ostacolo all'uguaglianza.

(illuminismo.ilcannocchiale.it) Nonostante quello che pensi la gente, in Svezia non c’è il matrimonio gay: ci sono le unioni civili, (o partnership registrata – registrerat partnerskap) che sono quasi la stessa cosa, ma sotto altro nome. Dunque, Lars Gårdfeldt e Lars Arnell, due uomini gay svedesi che stanno insieme da vent’anni, hanno deciso di andare in Canada per sposarsi, come racconta il sito della RFSL.
Infatti loro volevano un matrimonio vero e proprio, e non solo un matrimonio civile, ma uno davanti ad un prete (protestante) con tutti i crismi. Volevano che sulle loro carte di identità ci fosse scritto “coniugato” e non “partner registrato”. Prima di partire, si sono anche informati se un matrimonio celebrato in Canada fosse valido in Svezia, ma naturalmente questo non è servito: il loro matrimonio è stato registrato come unione civile dalle autorità svedesi, e le diverse sedi in cui hanno fatto ricorso hanno sempre respinto le loro istanze.È ora dunque che tutti coloro che credono nei PaCS, Di.Co., CUS, cip-e-ciòp, bim-bum-bàm, si rendano conto che neanche in un paese civilissimo come la Svezia, dopo l’approvazione delle unioni civili, si riesce a fare il passo successivo, vale a dire la completa parificazione. E la Svezia è l’unico paese - tra quelli che hanno una legge per le unioni civili che includa le coppie omosessuali - dove le prospettive erano buone: infatti lo schieramento di centro-sinistra aveva inserito la promessa di liberalizzare il matrimonio togliendo la discriminazione su base sessuale. Purtroppo, le elezioni sono state vinte dalla destra: una destra svedese, che ha portato gay, immigrati e tantissime donne in consiglio dei ministri, e il cui principale partito si è schierato a favore del matrimonio libero. Ma pur sempre una destra, alleata con un determinante partito democristiano che, come tutti i partiti democristiani di tutto il mondo, non rinuncia a fare la voce grossa contro la parificazione dei cittadini LGBT.Senza contare che la parificazione non è avvenuta neppure in Norvegia, dove pure due anni fa è andata al governo la sinistra anche con l’impegno di cambiare la legge sul matrimonio. Anche lì, infatti, la legge sulle unioni civili stempera le tensioni sociali. INfatti, da queste tensioni nasce il cambiamento: pensate cosa sarebbe successo con il caso di Lorenzo d’Auria se fossimo stati un paese civile e se la Chiesa cattolica fosse un’istituzione dominata da una dottrina coerente: il matrimonio in articulo mortis con la madre dei figli dell’eroe italiano non ci sarebbe stato, e la moglie di un uomo che ha dato la vita per il proprio Paese si sarebbe trovata senza la protezione dello Stato. Ma la Chiesa, astutamente, ha impiegato questo escamotage medievale (con la complicità del governo) per scongiurare la possibilità che l’attenzione dell’opinione pubblica fosse attirata da questo problema.Dunque, una proposta di legge sulle unioni civili è pericolosa per la parificazione delle coppie omosessuali: non a caso, era stata elaborata da una cattolica di ferro e nemica dei diritti gay come la Bindi. Ovvio, dunque, che per la parificazione delle coppie omosessuali siano molto più pericolosi elementi come la Bindi, vale a dire cattolici pacati e intelligenti, ma animati da un odio profondo di sé e degli altri omosessuali, di quanto lo siano i fascisti tosti e ignoranti alla Storace. I secondi, prima o poi si troveranno di fronte alla necessità di fare una legge purchessia. Ma, ignari delle finezze di diritto e incapaci anche solo di padroneggiare l'italiano, sarebbero anche capaci di lasciare delle scappatoie per arrivare all'eguaglianza. La Bindi, e i futuri "democratici", un errore del genere non lo commetteranno mai, su questo possiamo anche rassegnarci.

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