(02 blog) Ieri sera al Luminal di Corso Como Maurizia Paradiso ha presentato la sua autobiografia, “I travestiti vanno in Paradiso” edita da Aliberti Editore; più che un volume, per dirla alla Genna, un hellzapoppin’ rabelaisiano che fa esplodere gli ultimi trent’anni della società dello spettacolo tra lacrime, lustrini, paillettes e sesso mercenario e non.
Il tutto osservando la Storia da un punto di vista quantomeno inusuale; quello del travestito che decide di diventare donna – e lo fa nel 1978, quando ancora per quel genere di operazione si rischia la vita – e che negli anni ottanta si eleva ad oggetto del desiderio, nemmeno tanto oscuro, di politici, showman, e vipperia assortita.
Ecco un passo del volume, illuminante:“Battevo, sì, come battevano tutti i ragazzini che mettevano la parrucca le prime volte. E sono fiera di averlo fatto, perché più che battere conoscevo gente, più che battere diventavo specializzata in psicologia”.
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