(Noi press) La società italiana sta diventando una “poltiglia di massa”, inconcludente e senza sguardo al futuro.
E’ questo l’allarme lanciato oggi dal Censis nel 41° rapporto sullo stato sociale del Paese.
Disillusa dalla politica e dalle istituzioni, il Bel Paese descritto dal Censis appare infatti frammentarsi sempre più e muoversi verso la perdita dell’identità collettiva.
Così, sebbene lo sviluppo economico si confermi positivo, la nostra società non rispecchia lo stesso trend ma anzi se ne distacca.
Lo sviluppo economico si muove, infatti, su dinamiche di minoranza (come quella industriale che “non sprigiona le energie necessarie per uscire dallo stallo”) che non penetrano fra la gente (che rimane, quindi, distante da questi processi elitari) e non si traducono in processo sociale.
Dare un nuovo impulso allo sviluppo, ammonisce il Censis, è “senz’altro una sfida faticosa, ma desiderabile. E non si tratta di inventare nulla di nuovo, ma di mettersi nel solco di modernità che pervade tutti i Paesi avanzati”.
Ovvero, per uscire dall’attuale stato di “poltiglia sociale”, dice l’Istituto di ricerca, dobbiamo puntare sulle tante minoranze attive nell’economia, nella società e nelle scienze.
Ed ecco, dunque, la fotografia che il Censis fa dell’Italia:
Paese aggressivo e litigioso
Il nostro è innanzitutto un Paese “aggressivo e litigioso”, frutto di una “degenerazione antropologica” che rappresenta la modalità espressiva quotidiana degli italiani. Ne sono teatro ad esempio gli stadi e le famiglie, dove aumentano violenze e separazioni.
Telefonini
La mania dei telefonini continua a crescere. Lo confermerebbe l’aumento esponenziale del numero di cellulari in circolazione nel nostro territorio: li possiede l’86,4% della popolazione contro il 92,1% delle tv. Il telefonino è utilizzato dal 76,9% degli uomini e dal 75% delle donne con punte di oltre il 96% fra i giovani di età compresa fra i 14 e i 29 anni. Il record di telefonini è al centro, dove si registra un indice di penetrazione dell’84,5%.
Internet
I fruitori della rete ha raggiunto il 45,3% della popolazione, più 10% degli utenti abituali. Il 68,3% è costituito da giovani tra i 14 e 29 anni.
Diffidenza verso la politica
Gli italiani diffidano poi della politica. La pensano così 8 italiani su 10. Il 76,1% dice che “nessuno si preoccupa di ciò che accade agli altri, mentre per il 56,4% valgono di più i propri interessi che gli altri”. Una sfiducia che investe anche le istituzioni. In particolare, il 32,7% dice di essere poco o per niente soddisfatto dell’operato dei Comuni, e ben il 52,4% di quello dello Stato.
Redditi
Casa ed energia rappresentano le principali spese degli italiani. A questi scopi va il 31% degli stipendi. E’ diminuita invece la spesa per gli alimenti (dal 21,1% del 1996 al 18,9% del 2006).
Carceri
Solo quattro detenuti su dieci hanno una condanna definitiva. E, dopo l’indulto, i detenuti sono diventati 43.957. Nei penitenziari oltre un terzo è costituito da stranieri, per lo più clandestini.
Criminalità organizzata
Il 22% della popolazione italiana (ossia circa 13 milioni di persone) vive in zone in cui è presente la criminalità organizzata. Si tratta di cittadini del sud, pari al 77,2% della popolazione di quattro regioni (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).
Università
Sono 350 mila gli studenti che preferiscono Atenei lontani dalla propria città. La spesa media mensile per le loro famiglie ammonta a 1.100 euro.
Imprese
L’Italia è al terzo posto in Europa per numero di servizi pubblici destinati alle imprese on line, pari all’87,5% del totale. Diversa la situazione per i cittadini: su questo, si trova infatti al di sotto della media europea.
Pensioni
Il 31% dei pensionati, se potessero tornare indietro, ritarderebbero l’uscita dal lavoro. Non a caso l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile non è più un tabù per la società italiana.
Bilanci comunali
Nei Comuni, salgono del 52% le entrate derivanti dalle multe degli automobilisti.
Solidarietà
Per il 69% degli italiani, in caso di bisogno, si può contare sull’aiuto degli altri. E’ infatti intensa la partecipazione dei cittadini ai problemi della comunità: il 17,9% si organizza, spesso o molto spesso, con altri per un obiettivo comune. Soprattutto riguardo la sicurezza nei confronti degli immigrati.
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