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venerdì 7 dicembre 2007

L'omofobia che divide il Pd.

La decisione della senatrice teodem di votare contro il ddl sicurezza, nononstante la fiducia, per via della norma che punisce l'odio a sfondo sessuale, testimonia come nel partito di Veltroni sia aperta una ferita non ancora cicatrizzata: il rapporto fra componente cattolica e quella laica. Ne abbiamo parlato con Anna Paola Concia di GayLeft, membro del Partito democratico.

(Marzia Bonacci - Aprile online) La norma contro l'omofobia che durante la votazione del ddl sicurezza ha portato la senatrice ex margheritina Paola Binetti a votare contro, nonostante la fiducia, è un lama affilata che si inserisce all'interno dello stesso partito di Veltroni, rinnovando la complessità del tenere insieme tradizioni diverse, come pure il progetto del Pd si è posto di fare. La norma, che è stata approvata al Senato e ora deve tornare alla Camera, ha infatti riproposto un tema centrale e allo stesso tempo spinoso per la formazione democratica, quello della convivenza fra la matrice laica e cattolica che anima il nuovo partito. Non è un caso che proprio oggi, nel day after dal gesto della senatrice ribelle, in occasione della riunione della "Commissione per il manifesto del Pd" (di cui la teodem fa parte), Gianni Cuperlo abbia dichiarato: "Vorrei discutere di quello che è successo ieri al Senato e chiedere se il Pd può essere, in termini di principio, contrario a una norma che parla di discriminazioni in basa alle tendenze sessuali. Anzi, io in un Pd che non facesse una scelta chiara, di principio, su questioni di questo genere, non potrei riconoscermi. Non esiste solo la famiglia- ha concluso- esistono le famiglie, legami affettivi che un partito democratico dovrebbe riconoscere e tutelare". Insomma, un piccolo importante redde rationem che è impossibile non vedere, soprattutto per le sue conseguenze politiche.
Di questo, ma anche di laicità, diritti e Pd abbiamo parlato con Anna Paola Concia, riferimento di GayLeft (consulta glbt degli ex Ds), oggi membro del partito di Veltroni.

In cosa consiste questa norma inserita nel disegno di legge sulla sicurezza che tanto sta facendo fibrillare una parte del mondo cattolico che siede in Parlamento?
Questa terribile norma, terribile almeno per la senatrice Paola Binetti, è semplicemente il tentativo di portare il nostro Paese al passo con il resto dell'Europa. Consiste infatti nell'impedire e punire chiunque inciti all'odio verso gli omosessuali e tutti i soggetti della comunità glbt. E' la trasformazione in reato dell'omofobia, cioè dell'insulto e dell'incitamento all'odio verso il mondo glbt.

Cosa ha fatto sussultare la senatrice Binetti?
Il fatto che i cattolici integralisti non possono più diffamare e incitare alla discriminazione verso gli omosessuali o i transgender, parlando per esempio della loro sessualità nei termini di una malattia. Questo non potrebbero più farlo, a cominciare dal Papa.

La norma secondo la teodem aprirebbe alla possibilità di matrimoni e adozioni da parte delle coppie omosessuali...
Dice questo perché ha perso ogni senso della realtà. Questa è una norma di civiltà che combatte l'omofobia e attraverso la legge cerca di rendere civile questo Paese che non sembra più tale...Io credo che per la sua scelta, la senatrice Binetti debba rispondere alla sua coscienza di essere umano...

Nelle ultime ore il ministro Vannino Chiti ha detto che l'esecutivo terrà conto dell'opposizione e delle richieste esemplificate dalla Binetti...
Il governo ha fatto dichiarazioni incaute affermando che l'abrogherà. Noi faremo una battaglia insieme a tutti quelli che condividono il principio della laicità e del rispetto degli esseri umani. Le dichiarazioni di Chiti non mi sono piaciute: avrebbe potuto infatti sostenere che la norma è migliorabile, che si può rendere lessicalmente più omogenea, ma il contenuto andava e va difeso in modo chiaro. Un governo di centrosinistra non può non approvare una legge che punisce l'istigazione all'odio omofobico. Se si vuole ritornare agli anni bui dell'Europa, durante i quali gli omosessuali venivano sterminati nei lager, lo si dica. Ma la domanda è, allora: che Paese vogliamo costruire?

Sono però molti i rappresentanti istituzionali, anche nel centrosinistra, che da tempo si oppongono a qualsiasi tentativo laico di estendere i diritti alle persone con diverso orientamento sessuale...
Si, penso a Baio-Dossi o Bobba, che però a differenza della Binetti giovedì sera hanno comunque votato la fiducia al ddl sicurezza per senso di responsabilità verso il governo: cosa, anche questa, per cui la senatrice certamente non si è distinta.

Ma secondo te esiste una chiusura, anche umana, da parte del mondo cattolico verso le istanze che provengono dal mondo glbt?
Ti parlo della mia esperienza. La maggior parte dei cattolici all'interno del Partito democratico è aperta al dialogo e con loro è possibile confrontarsi. Se non fosse così non avrei aderito a questa nuova formazione. Certo, il dialogo è un cammino lungo, complicato, che comporta lo svestirsi ciascuno della propria "giacca", costruendo insieme valori nuovi e condivisi. Ma la precondizione per questo non può che essere un profondo rispetto reciproco, che però la Binetti sembra non avere. Recentemente le ho aperto, dalle colonne de L'Unità, una autostrada per costruire un confronto, mi sono liberata da ogni mio substrato ideologico, invitandola a tenere presente un solo aspetto: in Italia ci sono persone prive di diritti, aiutiamoli ad ottenerli. Senza simboli, senza sovraccarico ideologico. La sua risposta è stata, alla prima occasione, quella di edificare un muro altissimo di chiusura e di integralismo.

Tu parli di un cammino difficile e lungo da condurre nel Pd per arrivare all'estensione di diritti alla comunità glbt...
Vorrei ricordare che questa è la politica, cioè un lavoro di mediazione complessa che nessuno sembra voler più fare...

Si, è vero. Però questa strada di mediazione politica fino ad ora è stata lastricata di insuccessi, di tappe negative. Penso alla questione dei DiCo e ora all'atteggiamento della senatrice Binetti. Come fai ad essere ottimista sulla sua riuscita?
Non posso non essere tale, altrimenti dovrei lasciare questo Paese. Non posso che continuare a battermi per il riconoscimento dei miei diritti...

Però potresti pensare a cambiare partito, magari scegliendone uno che veda nella tua battaglia la sua battaglia di riferimento. Una formazione laica vera pronta a non cedere sul tema dei diritti.
No, non ci ho pensato né ci penso. Ritengo che se il Pd non fa sua la battaglia per i diritti civili, se non se ne fa carico fino in fondo, questa battaglia non si vince. E' anche una questione di numeri: i partiti della sinistra da soli non bastano, hanno bisogno del più grande partito di centrosinistra. Poi, sono una persona che nella vita ama anche le sfide difficili.

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