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venerdì 7 dicembre 2007

Governo, Mastella minaccia: “Si ritiri l’emendamento sull’omofobia o sarà crisi”,

(Noipress.it) “Se Rifondazione comunista o altri partiti della sinistra insistono a mantenere, nonostante l’impegno di Chiti e il mio per evitare la crisi, che ci sarebbe stata ieri sera senza l’impegno a modificare alcuni emendamenti di genere del decreto sicurezza, quelle modifiche nel provvedimento, allora è crisi”.
Non usa mezzi termini il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, a Bruxelles per il Consiglio UE Giustizia e, in vista del prossimo passaggio del testo a Montecitorio, lancia il suo ultimatum: o si ritira l’emendamento sull’omofobia o sarà crisi di governo.

Un messaggio, il suo, che – precisa- “vale per il Capo dello Stato e per il Capo del Governo”.
Insomma, se “Rifondazione comunista o altre forze della sinistra, intendono bloccare questa modifica, noi toglieremo la fiducia al Governo e questa esperienza politica per noi finisce qui”.
In queste condizioni, infatti, sottolinea il leader dell’Udeur “non vale neanche la pena di aprire la verifica e di sedersi allo stesso tavolo con Rifondazione”.

L’ affondo di Mastella nei confronti del Prc è molto duro: prima ricorda che fu Bertinotti a far cadere il primo Governo Prodi nel 1998, poi accusa il partito guidato da Franco Giordano di “doppiezza tipicamente comunista e togliattiana”.
Per il Guardasigilli, infatti, i parlamentari del Prc avrebbero “fatto i furbi”, inserendo nel dl “questioni riguardanti i valori che nulla hanno a che vedere con la sicurezza”, e aver poi fatto passare questa “forzatura giuridica” attraverso “il cavallo di Troia del voto di fiducia”.
Così, soltanto “se Rifondazione comunista e le altre forze di sinistra accettano l’idea che sulle questioni valoriali non si può mortificare il Parlamento” e soltanto se vi saranno “subito delle dichiarazioni del segretario del Prc o del Presidente della Camera, visto che ormai si occupa anche di queste cose, di disponibilità a modificare la loro posizione”, chiarisce Mastella, non ci sarà alcun problema a “ridefinire i rapporti” con la sinistra.

Infine, il ministro della Giustizia assicura che il suo partito continuerà a sostenere il Governo ma solo fino alla fine dell’iter di approvazione della Finanziaria, “per evitare l’esercizio provvisorio di bilancio”.

LA REPLICA DI FERRERO
“Spero che si possa ricredere e ravvedere, perché la norma fatta è assolutamente corretta e non ha nulla a che vedere con i reati di opinione”.
Il ministro Paolo Ferrero replica così all’ultimatum lanciato da Mastella. Secondo l’esponente del Prc, infatti, “è il richiamo di una norma che sta in un Trattato che l’Italia ha ratificato. Quindi non dice nulla di nuovo rispetto a quelli che sono gli impegni dell’Italia”.
Per il ministro, dunque, la norma non va né modificata né tanto meno stralciata.
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Governo, l’accusa di Di Pietro: “La maggioranza politica non c’è più”.

(Noipress.it) “Piaccia o non piaccia, dopo il voto di fiducia di ieri in Senato, la maggioranza politica non c’è più”.
Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro commenta il via libera del Senato al decreto sulla sicurezza varato dal governo (soltanto grazie al voto dei senatori a vita) ed esprime un giudizio duro sullo stato della coalizione di cui fa parte.
“Noi dell’Italia dei Valori – dice pertanto -chiediamo non solo una verifica politica ma che si avvii un nuovo processo costituente affinché la prossima coalizione sia una coalizione del fare sullo stesso programma e non della logica dello stare insieme solo contro qualcuno. Non se ne può più di litigiosità. Meglio scomporre e ricomporre i poli in modo più omogeneo”.

“Le critiche del Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, - aggiunge il leader dell’Udeur- nascono dal fatto che alcune forze politiche non sono insieme in questa coalizione per ragioni strutturali di condivisione del programma ma perché hanno dovuto all’epoca mettersi insieme per raggiungere un risultato elettorale.”
Per questo, ammonisce “oggi è il tempo di passare dalla coalizione di necessità a quella di programmazione”. “Ecco perché - assicura - noi Italia dei valori saremo sempre leali e non porremo questioni di fiducia. Vogliamo partecipare a un polo del fare e non chiederemo il colore politico di appartenenza ma la buona volontà per operare insieme agli altri”.

E sulla legge elettorale, Di Pietro dice: “Non è la coalizione che deve seguire la legge elettorale, ma quest’ultima che deve permettere di stare insieme a chi la pensa allo stesso modo su come governare le politiche del Paese”.
Pertanto, osserva, “il ‘Polo del fare’ deve prescindere dalla riforma elettorale: oggi le coalizioni politiche si sono messe insieme in questo modo a causa della legge che imponeva un matrimonio contro natura. Dobbiamo lavorare per costruire famiglie politiche di appartenenza programmatica nonché ideologica”.
Nel dettaglio, spiega il ministro, “noi di Idv siamo convinti che il sistema deve essere bipolare con l’indicazione preliminare del premier e la possibilità di scegliere nominalmente i rappresentanti in Parlamento. Questa soluzione si può adottare sia con il sistema maggioritario, previa primarie, che con il proporzionale, con lo sbarramento, senza premio di maggioranza, con l'indicazione preliminare del candidato premier”.

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