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mercoledì 9 luglio 2008

Pedofilia. Favoreggiamento a un sacerdote: in due dal giudice.

(Il secolo XIX) Federico Licciardello e Francesco Bianchi, il poliziotto e il medico che informarono padre Di Rienzo di un’indagine di polizia a suo carico, compariranno davanti al Gup, Domenico Varalli, il prossimo 29 ottobre, data in cui si svolgerà l’udienza preliminare.

Entrambi sono accusati dal pm Maria Paola Marrali del reato di favoreggiamento nell’ambito della scabrosa e delicata inchiesta che lo stesso pm sta svolgendo nei confronti di padre Francesco, l’ex cappellano dell’ospedale di Imperia, sospettato di abusi sessuali, in particolare di aver toccato nelle parti intime un adolescente, accusa sempre respinta dal sacerdote, appartenente all’ordine dei Camilliani, ora trasferito a Torino.

Il Pm ha contestato a Licciardello (difeso dall’avvocato Renato Giannelli) e a Bianchi (i suoi interessi sono invece tutelati dall’avvocato Erminio Annoni), di aver fatto sapere al religioso che sul suo conto erano in corso accertamenti. Secondo il sostituto procuratore Marrali, Federico Licciardello, una cariera da poliziotto lunga 35 anni, avrebbe sbirciato tra le carte negli uffici di piazza Duomo per verificare l’esistenza di un’indagine a carico del prete e riferito la notizia al medico di fiducia di padre Francesco, che a sua volte avrebbe informato il diretto interessato. Il quale, qualche giorno dopo, durante la celebrazione della messa nella cappella dell’ospedale aveva annunciato che presto sarebbe andato via da Imperia a causa di voci sul suo conto messe in giro ad arte da qualcuno che stava complottando alle sue spalle.

La “fuga” di notizie, avrebbe ovviamente compromesso l’indagine condotta dagli uomini della squadra mobile diretti dal commissario Raffaele Mascia e vanificato le intercettazioni telefoniche in atto che da quel momento avrebbero perso consistenza.

Se l’indagine sui due amici del sacerdote è conclusa ed entrambi sono in attesa di sapere che cosa deciderà il gup nell’udienza di fine ottobre, i periti stanno verificando l’attentibilità e la capacità di narrare i fatti del ragazzino che sarebbe stato oggetto delle attenzioni dell’ex cappellano del nosocomio del capoluogo.

E’ infatti in corso l’incidente probatorio chiesto dalla difesa del padre camilliano (lo tutela l’avvocato Carlo Fossati) che ha lo scopo di accertare quanto il minore, un ragazzino undicenne, sia in grado di spiegare i fatti che la scorsa estate aveva raccontato alla madre. Appreso che il figlio, sarebbe stato toccato nelle parti intime dal sacerdote la donna si era rivolta alla polizia. La sezione delle squadra mobile specializzata nei casi di violenza aveva avviato l’indagine che l’intervento di Licciardello e Bianchi ha molto probabilmente interrotto prima che potessero venire falla luce ulteriori riscontri in merito ad altri eventuali episodi di molestie.
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Pedofilia: la maggior parte dei bambini non sa cosa sia.
(osservatoriosullalegalita.org) Confermato anche a Lodi il dato sulla conoscenza della pedofilia da parte dei bambini. Circa il 70% non sa cosa sia. Una percentuale preoccupante già riscontrata in altre Regioni italiane.

Più dell’80% dei bambini intervistati, poi, non sa dire "chi e' un pedofilo". Tra coloro che rispondono pochissimi ne hanno un’idea sufficientemente precisa. Anche quando vengono simulate situazioni a rischio, i bambini dimostrano di non comprendere il pericolo.

Il 70% di loro si allontana con uno sconosciuto che li invita a giocare, trascurando le raccomandazioni dei genitori che pure dimostrano di sapere. Quando la simulazione propone il comportamento di seduzione fatto di segreti, ricatti e “giochi da grandi” di figure prossime, tipiche del pedofilo, solo un allarmante 20% riesce ad individuare il pericolo.

I dati sono stati riscontrati dalla TRE – Formazione e Ricerca – attraverso l’applicazione del progetto “Sembra un gioco”, una metodologia didattica che, attraverso il gioco, insegna ai bambini a riconoscere i comportamenti tipici del pedofilo e a riferirli.

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