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mercoledì 9 luglio 2008

Gli ex generali Usa chiedono di abrogare la legge contro i gay nell'esercito.

Dall'adozione della legge nel 1993, 12.000 soldati sono stati allontanati dopo che la loro omosessualità è divenuta pubblica.
(Apcom) "In questo modo, si perdono dei validi elementi e si costringono altri soldati a mentire ai loro pari" ha dichiarato alla France Press Nathaniel Franks, il ricercatore che ha guidato il gruppo di studio.

Dopo aver ascoltato dei militari, lo studio è arrivato alla conclusione che la legge non ha più motivo di esistere perché l'attitudine dei soldati - e non solo - nei confronti dell'omosessualità diffusa in caserma è cambiata, rispetto al 1993. Secondo vari sondaggi, 15 anni fa solo il 40% circa degli americani era favorevole alla presenza di omosessuali nei corpi militari; ora, la percentuale si aggirerebbe tra il 58 e il 79 per cento.

"Abbiamo scoperto - ha aggiunto Franks - che nemmeno i comdandanti sono favorevoli a questa politica, che rende il loro compito più difficile". Chiedendo la cancellazione della legge, i generali propongono l'entrata in vigore di una serie di regole "che definiscano le attività sessuali", senza alcuna "particolare attenzione" per l'orientamento sessuale, "come già succede con successo in Gran Bretagna, Israele e Canada" ha concluso Franks.

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