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mercoledì 9 luglio 2008

Grillo e la Guzzanti al No-Cav. La "casta" si dissocia ma la piazza è con loro.

Cartelli contro berlusconi. sul palco: «La legge è uguale per tutti».
Il 'No Cav Day' non risparmia nessuno Attacchi a Quirinale, Carfagna, Papa.
Manifestazione in piazza Navona: «Siamo centomila». Travaglio, Grillo e Guzzanti contro tutti, Pd compreso.

(Il Corriere della Sera) Il 'No Cav Day' finisce male. Ovvero con una secca dichiarazione di Antonio Di Pietro, che ne era stato l'anima: «Mi dissocio dagli attacchi al Quirinale, al Papa e al Pd». A ruota le dichiarazioni di Furio Colombo e Walter Veltroni.

QUIRINALE E PD - Fino a poco prima era tutta un'euforia. Trentamila, cinquantamila, centomila. Gli organizzatori del 'No Cav Day' in piazza Navona hanno snocciolato cifre, entusiasti. Per la Questura erano 15mila i presenti. Nel frattempo sul palco fulmini e saette. Ha aperto la strada Marco Travaglio (il video). Messi in conto gli attacchi contro Berlusconi e il Pd, arrivano anche quelli - attesi, ma scongiurati fino all'ultimo - contro Napolitano: «Fino ad ora il Quirinale ha firmato tutto, compresa l'aggravante razziale. Speriamo che la smetta». E sul Pd: «Berlusconi vince sempre le elezioni per abbandono degli avversari, non lo lasciamo in pace, anche stavolta aveva un piede nella fossa ma la sinistra italiana si è data questa missione: resuscitarlo. Aiutamolo a sparire sennò per inerzia scivola al Quirinale». Attacco a Veltroni (non direttamente nominato): «Berlusconi arretra e gli altri vanno più indietro di lui. Ha una tv abusiva e una casa editrice rubata, ma nonostante questo gli altri dialogano, anche se lui continua a fare di tutto per sputtanarsi. Per dire, nomina Schifani presidente del Senato e la Finocchiaro lo bacia». Pesanti ironie sono riservate anche al ministro della Giustizia: «Alfano spara ca...te da mattina a sera ma siccome lo fa dialogando nessuno dice niente».

BEPPE GRILLO - Poi è stata la volta di Beppe Grillo, in collegamento telefonico (il video). «Immaginatemi bello, dimagrito e molto perbene. Non voglio offendere nessuno» ha esordito il comico. E poi giù macigni. «Lo psiconano in Giappone ha collezionato un'altra figura di m... Non mi riconosco più nel popolo italiano». E i 18 condannati in Parlamento «sono sempre lì: se Mangano è un eroe, loro sono i supereroi. Berlusconi è il garante di un comitato d'affari». Secondo attacco a Napolitano: «Io Morfeo non l'ho mai offeso, lui sonnecchia. Però firma delle cose... Per esempio, un provvedimento per la banda dei quattro. Ve lo immaginate Pertini che firma una cosa per rendersi immune dalla giustizia? Io non lo immagino, così come non immagino Ciampi e Scalfaro. Chi è quest'uomo qua? Quando c'era la gente in piazza a Chiaiano, lui dov'era? A Capri, a sentire musica con due inquisiti, Bassolino e la moglie di Mastella». E alla sinistra: «Non c'è nessuna differenza tra l'indulto e l'ammazza-processi. Le leggi di Prodi sulla giustizia sono uguali a quelle di Berlusconi». Strali anche contro Veltroni: «'Topo Gigio' in tre mesi ha fatto cadere il governo Prodi, ha perso Roma e ha disintegrato i partiti della sinistra. È il più grande alleato dello psiconano». L'unico 'omaggio' a Napolitano è arrivato - a inizio manifestazione - dall'«ignoto oratore» (come lui stesso si è definito) Mattia Stella, che ha letto un messaggio di ringraziamento e solidarietà al presidente, seguito da un applauso del pubblico.

CARFAGNA E IL PAPA - Pesantissimo l'intervento di Sabina Guzzanti (il video), che ha preso di mira - oltre che Berlusconi - il ministro Carfagna e persino il Papa. «Tra 20 anni Ratzinger sarà morto e sarà all'inferno, tormentato da diavoloni». E sulla Carfagna: «Io non sono moralista, non mi interessa la vita sessuale di Berlusconi, ma non può diventare ministro delle Pari opportunità una persona che ha fatto prestazioni sessuali al presidente del consiglio», ha detto citando un'intercettazione a sfondo sessuale «di cui in Italia non si ha traccia ma che è comparsa sul giornale argentino El Clarin». È stato il passaggio più applaudito dell'intervento. La comica non ha risparmiato il centrosinistra, in particolare il Pd. «Perché si deve appoggiare la norma sulle intercettazioni? Vogliono rifare le scalate alle banche perché gli stanno bene i Consorte e i Fiorani che si mettono in tasca i soldi delle vecchiette».

«COME LA P2» - Come previsto, Antonio Di Pietro ha invece riservato le sue critiche all'operato del governo: «C'è in atto un comportamento da nuova P2, anzi, proprio P2 perché sono sempre quelli. Se andate a vedere le proposte sono proprio quelle della P2, che voleva la giustizia asservita allo Stato. Quando c'è un'emergenza democratica si sta al fronte. Appena le condizioni ce lo permetteranno attiveremo un grappolo di referendum per cancellare queste leggi». Prima di salire sul palco aveva pesantemente attaccato il lodo Alfano: «Qualcuno mi sta processando? Mi faccio una legge che dice che quattro cittadini italiani una volta che diventano presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, capo del governo, possono ammazzare la moglie, stuprare bambini, o addirittura corrompere un testimone in un processo e non possono essere processati». Secondo il leader Idv «i cittadini devono resistere e ribellarsi: tutti i regimi cominciano in maniera dolce». Piccola nota al Pd: «Noi rispettiamo chi non è qui ma chiediamo ugualmente rispetto da chi non c'è e non ha aderito nemmeno idealmente».

CAMILLERI E PARDI - Presenti al 'No Cav Day' diversi esponenti dell'opposizione e personaggi della cultura: Rita Borsellino («Chi ci rappresenta deve fare un'opposizione forte, tenace, vera contro un governo che fa scelte pericolose mettendo in crisi la democrazia»), Andrea Camilleri (che ha letto cinque poesie: «La sua morale ha più buchi di un colabrodo, ma viene ricevuto in Vaticano con tutti gli onori: pecunia non olet» - il video), Ascanio Celestini, Laura Belli, Moni Ovadia, Beppe Giulietti, Livia Ravera, Fiorella Mannoia. Dal palco Pancho Pardi (Idv) ha lanciato un appello perché Berlusconi non diventi presidente della Repubblica: «Chi ha già provato a sfregiare la Costituzione non potrà diventarne il custode, chi è uscito dai processi di magistratura solo perché ha fatto delle leggi a proprio favore non può diventare presidente del Csm, chi si è vantato di spregiare il 25 aprile non potrà diventare presidente della Repubblica che è nata dalla Resistenza. Ci aspetta una dura campagna, lunga cinque anni».
BANDIERE - Molte le bandiere di fronte all'ambasciata brasiliana, dove era allestito il palco. Oltre ai vessilli dell'Italia dei Valori, quelli della Sinistra (ormai extraparlamentare), di Sinistra Democratica e del Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando. Non mancava qualche simbolo del Pd. Sul palco un lungo manifesto verticale con l'articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge». Sull'altro lato del palco un'altra scritta: «La legge è uguale per tutti». Alcuni manifestanti indossavano cartelli con una citazione di Umberto Eco: «Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia». Altri mostravano i vari reati che verrebbero 'sospesi' in caso di approvazione dell'emendamento blocca-processi: «Stupro, sospeso», «Abuso d'ufficio, sospeso». A ruba le magliette «Fermiamo il caimano» (guarda). Sui cartelli dei manifestanti è finito anche il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna: «Presidente, che cuccagna la Carfagna». Un uomo portava sulle spalle una copia del giornale Il bolscevico, organo del partito marxista leninista, in cui è rappresentato Berlusconi affacciato al balcone di piazza Venezia e vestito come il duce, con scritto «Fermiamo l'uomo della provvidenza e della terza Repubblica». Alcune t-shirt riportavano lo slogan «Tutte le dittature nascono in nome del popolo».
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Tutti i video da Rai news24.

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