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lunedì 10 dicembre 2007

Rutelli: Binetti ha sbagliato, ma la norma sui gay è assurda. "Prodi a gennaio deve accelerare riforme non solo con Berlusconi".

(Luigi Contu - La Repubblica) Onorevole Rutelli, Fausto Bertinotti ha lanciato un messaggio conciliante nei confronti del governo dopo lo strappo consumato con l'intervista a Repubblica. Resta un fatto però che la fiducia sul decreto sicurezza è stata ottenuta con il voto determinante dei senatori a vita, tanto da far dire a Di Pietro che ormai non esiste più una maggioranza politica. Condivide questo giudizio?

"La maggioranza politica della legislatura è questa e solo questa. Non inseguirei le dichiarazioni di giornata che, certo, non aiutano. Ma almeno c'è una novità: dichiarazioni dello stesso segno ora arrivano anche dal centrodestra, dove quotidianamente si dà per morta quella coalizione. Vuol dire che è iniziato il cambiamento profondo che abbiamo fortemente voluto quando abbiamo accelerato la nascita del Partito democratico: un cambiamento che attraversa in profondità gli schieramenti. Quanto ai voti del Senato, non drammatizzo: una maggioranza di soli due senatori ha affrontato con successo migliaia di votazioni e si è dimostrata molto più solida di qualunque previsione, date le evidenti differenze interne. Il punto ora è un altro: che missione si dà il governo dal gennaio 2008".

Ritiene che il governo possa realisticamente puntare a concludere la legislatura?
"Si, ma a una condizione. Che non punti a sopravvivere, ma dica agli italiani quali forti, chiare priorità intende seguire. Quali grandi obiettivi è necessario portare avanti. Io immagino Prodi concordare con i partiti e nel governo un'offensiva. Di riformismo coraggioso, non tiepido. Penso a tre azioni condivise: sicurezza e legalità; difesa del potere d'acquisto per i redditi medio-bassi; nuova ondata di liberalizzazioni e semplificazioni per sostenere la crescita economica. L'Italia capirebbe la necessità di non precipitare alle elezioni, la maggioranza si metterebbe unita al lavoro, mentre in Parlamento si riformano legge elettorale e istituzioni".

Spieghi in concreto quali provvedimenti dovrebbe prendere il governo per non vivere alla giornata.
"Glielo spiego: è insostenibile che si affronti la crisi della legalità come risposta emotiva a un crimine efferato. E' tempo di girare la vite della certezza della legge e delle pene, con razionalità: ci vuole una sessione parlamentare dedicata alla sicurezza in cui tutti siano chiamati a una prova-verità. Ancora: sto lavorando, con le associazioni delle piccole e medie imprese, a un "crash program" per abbattere la burocrazia degli adempimenti amministrativi, che pesano per miliardi e miliardi sulla competitività del sistema-Italia. Chiedo alla sinistra radicale: volete utilizzare la partecipazione al governo per contrastare davvero precarizzazione e morti sul lavoro? Vogliamo approvare o no le misure della Lanzillotta per creare concorrenza e abbassare le tariffe nei servizi locali? Quelle di Bersani per le liberalizzazioni? Quelle che ho proposto io per rinegoziare i mutui e per poterli trasferire senza oneri su banche che praticano interessi più vantaggiosi? Vogliamo sterilizzare le accise sui carburanti, pretendere tariffe Rc-auto più eque? Discutiamo, definiamo le priorità per parlare al paese. Ognuno di noi svilupperà il suo impegno - io, appassionatamente, la cultura, che è basilare. Ma torniamo in Parlamento per condividere con tutta la maggioranza un piano d'azione delle priorità 2008. A Prodi dico: hai la nostra fiducia, dai un'accelerata decisa".

La Cosa Rossa chiede a Prodi di ascoltare di più le richieste della sinistra e meno quelle dei moderati dell'Unione. A gennaio Rifondazione vuole aprire una verifica programmatica, delusa dalle politiche sociali del governo. Lei che è stato il primo a parlare di alleanze elettorali "di nuovo conio", cioè senza la sinistra radicale, crede che ci siano ancora i margini per un'intesa?
"Credo di aver detto una verità su cui oggi si mostrano d'accordo in molti. Veltroni ha impostato sulla coerenza e la chiarezza dei programmi di governo tutto il suo discorso sul Pd che nasce, e che sfida la destra per fare le riforme. E anche Bertinotti al fondo che dice? Che la "Cosa Rossa" possa decidere se concorrere al governo oppure stare all'opposizione. Ma attenzione: parliamo della prossima legislatura, e dopo l'approvazione di una nuova legge elettorale. Chi violasse oggi l'accordo preso davanti agli elettori, pagherebbe un prezzo altissimo. E che sia la sinistra radicale o Dini, Mastella o Di Pietro, non cambierebbe molto. Un anno e mezzo fa abbiamo chiesto consensi per governare, non solo per mandar via Berlusconi. E adesso ciascuno deve dimostrare di avere idee e progetti, oltre che manifestare differenze dagli altri".

Come giudica l'andamento dei colloqui avuti da Veltroni e Franceschini sulle riforme? Ritiene che sia davvero possibile un accordo a larga maggioranza?
"Molto utili i colloqui, molto saggio aver chiarito che si cerca di fare la riforma con tutti, incluso Berlusconi. Naturalmente, non debbono farla solo Pd e Berlusconi: sarebbe come prefigurare un governo istituzionale tra noi e Forza Italia, che certo non si potrebbe fare; o un astratta aspirazione a passare da cinquanta a due partiti dominanti: sarebbe velleitario, oppure autoritario. C'è una finestra di opportunità, sarebbe imperdonabile non coglierla".

Non è rischioso per il governo che il Pd non cerchi prima un'intesa con le altre forze della coalizione piuttosto che con le opposizioni?
"Ma abbiamo ricercato la convergenza innanzitutto nel centrosinistra, anche se certo non va assegnato potere di veto a un singolo partito dissenziente. Vede, se avessimo guardato al solo interesse del Pd, ci saremmo incaponiti sul maggioritario francese, a doppio turno, che è quello che anch'io prediligo. E invece abbiamo puntato sul sistema tedesco, con limitate correzioni che incentivano le aggregazioni e la governabilità, perché è senz'altro quello preferito nell'Unione, e con importanti disponibilità nel centrodestra".

Intanto Fini annuncia l'ostruzionismo di An per impedire l'intesa tra il Pd e il Cavaliere sul Vassallum. Come giudica questa posizione di An?
"C'è un fatto politico grande come una casa. Fino a pochi mesi fa Fini promuoveva il referendum - che mantiene intatto il bipolarismo coatto della "legge-porcata" di Calderoli - per non scivolare sulla posizione estrema della sua coalizione. Oggi c'è una rottura: come Casini, preferisce giocare in proprio le sue carte piuttosto che restare assoggettato a Berlusconi, che ha dimostrato grande insofferenza verso i suoi alleati. Vedo che - dopo aver votato la legge Calderoli, promosso il referendum, difeso il maggioritario a un turno - Fini ora ha cambiato per l'ennesima volta la sua linea, e si pronuncia per il sistema francese a doppio turno. Verificheremo, laicamente, se vi sia consenso in Parlamento".

Domani in commissione Affari Costituzionali del Senato sarà presentato il testo base della riforma elettorale. Quale modello ritiene sia più giusto per fare uscire l'Italia dalla instabilità? E quale quello che ha più possibilità di essere approvato?
"Dopo 14 anni, il paese vuole maggioranze europee, non caravanserragli. Significa non dover infilare nelle coalizioni tutti i partiti sulla piazza. Dal Regno Unito alla Francia, si vince con la chiarezza dei programmi, non certo con l'ampiezza delle coalizioni. Io difendo convintamente il sistema tedesco, anche sul piano istituzionale, e ricordo che è un nitido sistema bipolare. Quindi: lo sbarramento al 5% riduce la scena politica al massimo a cinque-sei partiti".

Paola Binetti, eletta nella Margherita, non ha votato la fiducia al governo per il cosiddetto emendamento sull'omofobia. Ancora una volta il rapporto tra fede e politica entra in cortocircuito. Cosa pensa del gesto della senatrice Binetti? Ritiene anche lei che quella norma vada cancellat dal decreto?
"Questa vicenda è incredibile: cosa c'entra il riferimento all'omofobia con un decreto-legge sulla sicurezza approvato per dare ai prefetti potere d'espulsione nei confronti dei delinquenti? Non ne sapevo nulla, e oltretutto è stata scritta una norma sbagliata, con riferimento sbagliato a una Direttiva Ue, e il governo si è impegnato a cancellarla. La Binetti, e gliel'ho detto ieri, non avrebbe dovuto votare no alla fiducia al governo. Quanto alla politica, mobilitiamoci contro le condanne a morte di omosessuali nel mondo, da Cuba all'Iran. Combattiamo ogni discriminazione su base sessuale, anche con misure di legge. Ma, per favore, piantiamola di immaginare che nell'Italia del 2007 ci sia una minaccia oscurantista ordita dalla Chiesa cattolica. Per chi volesse comprendere meglio i problemi, seri e veri, della società di oggi, consiglio delle conversazioni con i nostri ragazzi che hanno tra i 12 e i 20 anni. L'agenda dei valori, delle urgenze e delle differenze di cui discutere parte da qui. Se vuole ne parliamo nella nostro prossimo colloquio...".

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