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lunedì 10 dicembre 2007

Riforma elettorale. Fini contro Berlusconi, poi l'annuncio: "An cambia nome".

(Tiscali notizie) Non solo "non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito", Gianfranco Fini, per contrastare, dopo averlo attaccato, Silvio Berlusconi, tira fuori il suo asso e preannuncia: anche il mio partito cambierà nome. "Il progetto si chiama "Alleanza per l'Italia" e il presidente di An ne parla dal palco dell'assemblea nazionale del partito, riunita all'Hotel Erfige di Roma, dove annuncia che il 7-8-9 febbraio dell'anno prossimo a Milano si terrà la conferenza di programma di un partito che guarda a quel "35% di elettorato potenziale che non ha mai votato An ma, interrogato, dice di guardare con attenzione a noi".

L'attacco a Berlusconi - Mentre Silvio Berlusconi fa i suoi proclami, "noi - afferma Fini - dobbiamo andare avanti per la nostra strada cercando di essere sempre di più un punto di riferimento obbligato per tutti gli elettori del centrodestra". Lo "spirito" deve essere "quello di Fiuggi": "deve essere una destra che si apre, non alza ponti levatoi, si confronta con tutti coloro che stanno fuori e che sono alternativi alla sinistra, una destra che impone nel dibattito politico idee e progetti. Il banco di prova sarà la conferenza di programma di Milano da dove lanceremo il progetto di una Alleanza per l'Italia. Non un progetto chiuso ed autoreferenziale ma scritto per il Paese".
La reazione di Forza Italia - Tutto lo stato maggiore azzurro scende in campo a difesa del leader. Sandro Bondi legge negli "insulti" di Fini una "drammatica debolezza politica". Stessa linea seguita da Bonaiuti: "Siamo veramente dispiaciuti per questa inattesa e grave caduta di stile. Offendendo Berlusconi e la sua nuova formazione politica si offende un terzo degli italiani e addirittura i due terzi dei cittadini che votano per il centrodestra". Siccome la guerra An-FI è tutto tranne che sotto traccia, per tutto il giorno esponenti dei due partiti continuano a darsele di santa ragione attraverso le agenzie di stampa.

I primi a venire in soccorso di Fini sono i centristi- Lo fa Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc, che conferma l'asse di fatto che unisce via dei due Macelli a via della Scrofa. Infine il Carroccio. La Lega non prenderà parte al progetto di Berlusconi, mette in chiaro per l'ennesima volta Umberto Bossi, che torna a criticare un Cavaliere intento a "dare la spallata ai suoi alleati" invece che a Prodi.

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