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venerdì 18 luglio 2008

Giovane paziente di una clinica psichiatrica accusa, poi si uccide. "Quell´infermiere mi ha violentato".

Sotto inchiesta un ex paramedico di Villa Turina a San Maurizio Canavese.
(Meo Ponte - La Repubblica, edizione di Torino) Secondo la perizia di uno specialista il suicida non avrebbe inventato nulla Dicono che F.M., 26 anni, dipendente di un´azienda comunale, di voler morire lo ripetesse ogni giorno. Per gli psichiatri che lo hanno avuto in cura negli anni era un «depresso ricorrente», un paziente soggetto a frequentissimi periodi di cupa depressione che sfociavano nell´autoannientamento. Cure e ricoveri (al San Giovanni Bosco, nella clinica del professor Filippo Bogetto) erano però sempre riusciti a contenere quella spinta alla morte. Sino a qualche mese fa, quando il giovane, ricoverato a Villa Turina, la clinica psichiatrica di San Maurizio Canavese che a suo tempo ospitò anche Friedrich Nietzsche, ha dovuto affrontare qualcosa di ancor più terribile dei fantasmi che affollavano la sua giovane mente.
Quello che è successo nella clinica canavesana lo ha raccontato lo stesso F.M. ad un magistrato, il sostituto procuratore della Repubblica Marco Bouchard. Vincendo l´imbarazzo e la vergogna, ha confidato al pm: «Sono stato violentato mentre ero in clinica. È stato un infermiere. Ha approfittato di me, facendomi subire cose tremende. Non riesco a sopportare quanto mi è accaduto. Voglio però che sia fatta giustizia». Ha poi aggiunto un nome ed un cognome. Il magistrato ha naturalmente avviato l´inchiesta. Nel frattempo però F.M. non è riuscito più ad arginare l´irrefrenabile voglia di morte. Si è ucciso di mattina, gettandosi dalla finestra della sua casa nel quartiere Barriera di Milano.
Per tutti quella morte è stata la tragica ma scontata conclusione di una vita intrisa di depressione. Per tutti ma non per Marco Bouchard. Il magistrato ha infatti continuato la sua indagine. Per prima cosa ha affidato a un esperto una consulenza psichiatrica per capire se le accuse formulate dal giovane ricoverato di Villa Turina potevano essere fantasie di una mente già provata. Il professor Fiorentino Liffredo, uno dei migliori psichiatri torinesi, ha depositato il suo rapporto un mese e mezzo fa. La conclusione a cui lo specialista è arrivato esaminando tutte le cartelle cliniche di F.M., ascoltando le testimonianze di familiari ed amici, è che non c´erano elementi per stabilire se il giovane aveva o meno una predisposizione al mendacio. In parole povere, se poteva inventarsi una violenza sessuale tanto terribile. F.M. quindi, quando denunciava di essere stato stuprato mentre era ricoverato in clinica, diceva probabilmente la verità. E di conseguenza la sua decisione di scegliere la morte saltando dal balcone di casa può essere ricondotta a quanto accaduto nell´ospedale psichiatrico di San Maurizio Canavese.
Ora l´infermiere di Villa Turina è iscritto nel registro degli indagati. Il professor Franco D´Agata, direttore della clinica di San Maurizio Canavese, taglia corto e non vuole commentare la vicenda: «C´è un´inchiesta in corso. Da parte nostra abbiamo un´estrema fiducia nell´operato del magistrato. Siamo convinti che l´indagine accerterà che la nostra clinica non è responsabile di quanto accaduto». E l´infermiere accusato del brutale stupro? «Non è più un nostro dipendente, quella persona non ha più niente a che fare con Villa Turina» aggiunge il professor D´Agata prima di chiudere la conversazione.

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