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martedì 1 luglio 2008

Agenzia UE: Anche ai gay gli stessi diritti degli eterosessuali.

"Preoccupazione" per disparità trattamento da Stato a Stato Ue.
(Apcom) Il mancato riconoscimento in Italia dei matrimoni gay o delle unioni civili contratte in un altro Stato membro dell'Ue "restringono la libertà di movimento" degli omosessuali ed è fonte di "incertezza giuridica". E' l'opinione - non vincolante - espressa nel primo rapporto dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali di Vienna, dedicato al tema dell'omofobia e della discriminazione in base all'orientamento sessuale.

"La parità di trattamento è un diritto fondamentale di cui dovrebbero godere tutti i membri della nostra società", afferma in un comunicato il direttore dell'Agenzia, il danese Morten Kjaerum, ricordando che è il principio è tutelato dall'articolo 21 della Carta europea dei diritti fondamentali dell'uomo. "Il fatto che le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transessuali non vengono trattati in modo uguale da alcuni aspetti della legislazione Ue, particolarmente per quanto riguarda le coppie dello stesso sesso, dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti noi", continua Kjaerum, esortando gli Stati membri ad assegnare maggiori poteri e risorse alle Agenzie nazionali contro le discriminazioni.

Nel rapporto viene citato espressamente il caso di due cittadini italiani di sesso maschile, che non sono riusciti a farsi riconoscere dalla magistratura il valore legale del matrimonio contratto in Olanda. L'Agenzia sottolinea che oltre all'Italia, ci sono 10 Paesi Ue che non riconoscono le unioni e i matrimoni gay: Estonia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Belgio, Spagna e Olanda sono gli unici tre Stati membri che hanno legalizzato i matrimoni gay, riconosciuti anche da Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Francia, Lussemburgo, Romania, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna. In Bulgaria, Cipro, Ungheria e Austria, invece "la situazione non è chiara".

"In assenza di indicazioni chiare agli Stati membri sui loro obblighi ai sensi del diritto Ue in queste situazioni, le discriminazioni contro le coppie dello stesso sesso, in violazione del principio della parità di trattamento in base all'orientamento sessuale, persistono in almeno 11 Stati membri" denuncia l'Agenzia, riferendosi al gruppo di Paesi Ue di cui fa parte anche l'Italia.

Il rapporto dell'Agenzia è mirato semplicemente a 'fotografare' la situazione nell'Ue e non è vincolante per le istituzioni comunitarie. Tuttavia, è stato pubblicato oggi per contribuire al dibattito che sarà lanciato tra i Ventisette sulla comunicazione contro le discriminazioni che la Commissione europea presenterà mercoledì a Bruxelles, nell'ambito del pacchetto sulla 'Agenda sociale'.

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