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giovedì 26 giugno 2008

La destra e i gay. L’Udc cancella il registro delle unioni civili a Formia e la Carfagna una ricerca Istat.

(River-blog) E’ resistito poco più di un anno il registro delle unioni civili a Formia, cittadina nel sud Lazio. Il neosindaco Michele Forte, ex senatore dell’Udc, reduce da una “bufera giudiziaria”, non ha invitato il Consiglio comunale a revocare il registro cittadino dove coppie di fatto gay e eterosessuali potevano iscriversi. Detto, fatto: lo scorso 18 giugno l’assise ha votato una delibera che ha incenerito lo strumento giuridico. Lo scorso anno il presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso aveva partecipato ad una conferenza stampa a Formia con i consiglieri comunali che avevano proposto la delibera per l’istituzione del Registro delle unioni civili, proprio per sottolineare l’importanza del provvedimento. Immediata, oggi, la reazione di Arci gay Roma: “Si tratta di una decisione molto grave. Il Registro delle unioni civili, quando unito a politiche inclusive, ha un altissimo valore simbolico e contribuisce a migliorare la qualità della vita e a dare dignità alle coppie lesbiche e gay, che in tutta l’area pontina vivono situazioni drammatiche: a Latina lo scorso anno fu incendiata l’auto di una coppia gay e sono molte le persone che ci segnalano episodi di disagio e violenza che si verificano in famiglia o nelle città del territorio. Come è possibile che un’Amministrazione che ha innumerevoli problemi da affrontare, come la dispersione scolastica, la riqualificazione del territorio, l’edilizia popolare, il problema della gestione dell’acqua pubblica, si impegni come primo atto del consiglio a cancellare i diritti delle persone omosessuali?”

I registri delle unioni civili sono ormai usciti dall’agenda politica del centrosinistra. Pardon, del Pd. Forse che il Pd di Veltroni è in altre faccende affaccendato? Sono cose da finocchi, dopo tutto.

Aggiornamento/Neanche la Carfagna, ministra delle non sempre Pari opportunità ha voluto mancare di regalare una carfagnata estiva. A due giorni dal Pride nazionale di Bologna ha infatti cancellato il finanziamento all’Istat per una ricerca nazionale sull’omofobia. La denuncia arriva sempre da ArciGay. “Tra l’altro colpisce il fatto che si ritiri il finanziamento ad un progetto avanzato non da un qualsiasi ente di ricerca, ma dall’Istat, ovvero l’istituzione più autorevole e presitiosa del paese - dice Arci Gay - Alla Carfagna, quindi, non interessa approfondire la materia e farsi finalmente guidare dai dati e dalla realtà sociale ma vuole invece proseguire nel dare di sé un’immagine ben precisa: la Crudelia Demon dei diritti civili italiani. Questa sua decisione è l’ulteriore offesa alla difficile condizione di vita di tante persone che vengono aggredite, insultate, discriminate in tutto il paese come dimostra il dossier sull’omofobia, redatto da Arcigay, acquisito persino dalla Commissione Europea”.

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