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giovedì 26 giugno 2008

Al grido di "In fondo omosessuali lo siamo tutti", "Come diventare gay in cinque settimane", un libro di consigli per passare la sponda.

In fondo omosessuali lo ''siamo tutti, chi più chi meno''. Nel libro di Claudia Mauri un percorso in cinque tappe per dire addio alla ''noia'' dell'eterosessualità. Dalle raccomandazioni per non far rimarere stecchite le vecchie zie, ai Paesi dove vivere il 'salto della quaglia'.

(AdnKronos) ''Diciamo la verità: essere omosessuale è fuori moda''. Questo l’incipit di un libro che in un percorso a tappe aiuta a mettere da parte ''il lato noioso'' della normalità assicurando che ''diventare gay si può. Non tutti sono così fortunati da nascerci, ma ci si può arrivare''. Almeno questa è la convizione di Claudia Mauri, autrice dell’ironico e a tratti gustoso ‘Come diventare gay in cinque settimane’ (manuale per lui e per lei, edizioni Melampo, pp. 160, euro 12).

E in effetti a sentire il racconto di matrimoni scontati, con tanto di viaggi di nozze faticosi e porcellane che saltano dai tavoli insieme a una patologica assenza di fantasia, qualche dubbio sulla bontà del solito menage etero può pure nascere. Non va meglio se sei divorziato, o meglio ''sfigato. E’ come se avessi comprato dei calzari tipici nel tuo viaggio in Mongolia e ti fossi accorto a casa che non ti vanno. Non potevi fare più attenzione quando li hai scelti?''.

Ecco che per trovare una scappatoia alla corda della normalità che conduce al ''sedimentato baratro delle relazioni sociali'', la migliore soluzione ''per riscattarsi'' è diventare gay. Una strada che secondo la Mauri non è poi così solitaria: in fondo omosessuali lo ''siamo tutti, chi più chi meno''.

Anche se proprio tutto, dalle divisioni tra maschietti e femminucce all’asilo delle monache ai condizionamenti familiari, film compresi – ad accezione di ‘Brokeback Mountain’ – contemplano sempre un lui e una lei di mezzo. Si può restare così e accettare gli svantaggi, troppi! dell’eterosessualità o armarsi di buona volontà per scoprire quell’altra sponda che, nella maggior parte dei casi, non è poi così lontana.

Togliendosi le bende della banalità, si potrebbe entrare nella comunità gay, ''il popolo della diaspora dell’età contemporanea''. Perché nel campo della vita quotidiana i ‘finocchi’ sono ovunque, l’omosessualità ''è l’E-Mule delle proprie vite, un programma di life sharing''. Rimorchio e coming out sono le parole d’ordine per la 'liberazione'. A patto che lui accantoni la lotta greco romana e lei, in vena di svolte più o meno saffiche, non passi proprio tutto il tempo a chiacchierare di french manicure.

Insomma, anche per diventare gay c’è una strada da fare. Non a caso il libro si propone come manuale pratico e operativo. Un viaggio di cinque settimane verso i prodromi dell’omosessualità, dove non mancano consigli e raccomandazioni anche per non far rimarere stecchite le vecchie zie bigotte al momento delle rivelazioni di genere.

Accompagnano il lettore due ex-etero, Bruce e Diana, che ''faranno per noi il salto della quaglia e cambieranno campo, squadra…''. I primi sette giorni sono dedicati a portamento, gesti e abbigliamento; la seconda settimana all’attività professionale, la terza all’arte della seduzione gay. La quarta e la quinta al coming out con amici e familiari. In modo che termini come culo o frocio possano progressivamente scemare anche in casa vostra, sostituiti da gay, ma pronunciati con il nome Guy.

Certo, in alcuni Paesi del mondo ''vi faranno la pelle senza troppe cerimonie'', ma esistono anche degli ecosistemi idonei come Spagna, Olanda e pochi altri: ''Basta migrare nella stagione opportuna, come i passeri dalla chioma bianca. Per il resto, la vostra vita sarà perfetta''. E allora? ''Chiudetevi in bagno, nello stanzino, in garage, sprofondate la testa in un cuscino, infilatela in un secchio o andate sul balcone e gridatelo: forse sono gay. Bravi''.

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1 commento:

Chiara ha detto...

ahahahahah!
fantastico!