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giovedì 26 giugno 2008

Bologna. Gaypride, il Pd manda il ministro ombra. Assente quello "penombra".

Gli organizzatori ora premono su D´Alema: "Aderisca almeno Red".
(Micol Lavinia Lundari - La Repubblica, edizione di Bologna) Quello che chiedono tutti, indistintamente, è che finalmente si torni a parlare dei temi portanti del Pride nazionale che sfilerà sabato a Bologna, i diritti civili di omosessuali e trans: lo fa Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, lo fanno esponenti del centrosinistra. Ma è proprio Mancuso, allo stesso tempo, ad alimentare il fuoco della polemica e a riportare la discussione su un piano politico: il Pd bolognese ha dato da tempo il suo appoggio alla manifestazione, mentre da Roma tutto tace.
A due giorni dall´evento inizia la conta dei sostenitori ufficiali. Seguendo la linea della Provincia, anche la Regione in parte si smarca, scegliendo di dare il patrocinio a singoli appuntamenti (come dibattiti e iniziative) ma non alla manifestazione nel suo complesso: come mancherà sabato il gonfalone di Palazzo Malvezzi, così non ci sarà il simbolo di viale Aldo Moro. Ma è un´altra assenza a pesare di più: lamenta Mancuso che una posizione ufficiale del Partito democratico nazionale non sia ancora arrivata. Condizione strana, «visto che dal 1994 a oggi i Democratici di sinistra ci hanno sempre sostenuti, e ora il Pd si trova ad essere l´unico partito di opposizione, e per giunta opposizione parlamentare, a essere rimasto in silenzio». Un silenzio che per il presidente di Arcigay sta diventando assordante e colpevole. «Sia chiaro, noi non abbiamo chiesto adesioni formali ai partiti quest´anno perché vogliamo parlare dei diritti civili, delle nostre battaglie, senza indossare bandiere politiche. Il movimento gay non può essere strumentalizzato, né da sinistra né da destra». Eppure richiama in maniera ufficiale il partito di Walter Veltroni ad appoggiare la manifestazione e trascina nel dibattito anche la neocorrente dalemiana Red, prendendo a prestito un motto morettiano: «Massimo D´Alema adesso si dice ancora più di sinistra. E allora dica davvero qualcosa di sinistra», dica sì, in sostanza, al Pride 2008.
Tace il vertice del Pd nazionale, ma di qualche voce (distinta, singola) arriva eco fino a Bologna. Sono la deputata Paola Concia e il ministro-ombra per le Pari opportunità Vittoria Franco a voler smorzare i toni della polemica e a tentare di riportare la discussione sui binari giusti. «Ma quale silenzio assordante», commenta a caldo Concia. «Il Pd nazionale sarà presente a Bologna, io e Vittoria Franco ne siamo le rappresentanti istituzionali.
L´adesione del Partito democratico c´è, eccome se c´è. Di queste polemiche non si sente davvero il bisogno, soprattutto in una città come Bologna che accoglie questo evento come dovrebbe avvenire in tutta Italia. Stiamo portando avanti una battaglia che con il Governo di oggi si preannuncia lunga e difficile: non dobbiamo dividerci, dobbiamo aiutarci». Della stessa opinione anche il ministro-ombra Vittoria Franco: «Bizzarra davvero la posizione di Aurelio Mancuso. Il Pd nazionale sarà a Bologna perché nel nostro manifesto di valori è compresa l´importanza della lotta per i diritti di tutti».
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La destra gay. "Er penombra" offeso a Bologna non ci va. Ma i gay moderati saranno comunque presenti.
(Redazione) Niente di più azzeccato da parte della Mussolini mettere L'Oliari, a fare il Ministro delle pari opportunità del Governo penombra da lei inventato in un momento di difficile digestione sia del governo vero e proprio (che la vede fuori) che del governo ombra messo in piedi da Veltroni. Niente di più azzeccato dicevamo perchè ogg,i l'Oliari, nella rete è chiamato dal popolo gay "Er penombra" così come Rutelli è sopprannominato "Er cicoria" dalla sinistra.
Così l'Oliari furioso non va a Bologna perchè a sentir loro, quelli di GayLib, si sentono discriminati dalla sinistra. Sarà anche così, non c'è motivo per dubitarne anche se, francamente questa è una storia che va avanti da anni e lascia particolarmente perplessi il silenzio dei sedicenti gay liberali e di centrodestra dopo la durissima nota contro di loro rilasciata dall'Arcigay. Comunque, sotto sotto, l'Oliari una speranza ce l'ha ancora, quello di essere invitato sul palco tra gli oratori della manifestazione anche se, dopo le parole di Aurelio Mancuso contro i gay di destra, rischia di prendersi una piogggia di fischi e pernacchie dai manifestanti.

Intanto giunge notizia in redazione che un gruppo di gay milanesi moderati, e che si richiamano al centro dello schieramento politico ed al Pdl, parteciperà al gaypride di Bologna in forma assolutamente privata non essendo attualmente un gruppo legalmente rappresentativo di nessuna associazione o gruppo politico. Annunciandoci altresì di aver convenuto con dei collaboratori del Sindaco Moratti e con la zona 6, sempre di Milano, di intitolare un parco a Pier Paolo Pasolini. Un piccolo passo avanti in un dialogo tra i gay milanesi e l'amministrazione comunale. Come si dice: c'è chi chiacchera e chi fa...

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