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giovedì 26 giugno 2008

A Lubjana violenze al gaypride. Slovenia un paese a democrazia limitata?

(Queerway) Il Gay Pride è una vera forma di democrazia, o almeno dovrebbe esserlo. Ancor di più, però, è un segnale di democrazia.

Una nazione, un governo, una democrazia che hanno paura di una manifestazione pacifica non possono dirsi pienamente democratici. C'è poco da fare, un paese che non può garantire la libertà di manifestare e la sicurezza di farlo ai propri cittadini, omosessuali o etero che siano, non può considerarsi un paese libero.
I politici, forse anche giustamente, se hanno paura del gay pride è perchè non sanno dare risposte a quella realtà che sfila festosa per le strade delle città e soprattutto i politici che, oltre ad essere intimoriti da questa manifestazione, non sanno garantirne il libero e sicuro svolgimento non possono garantire nemmeno il sereno vivere della società tutta.

Questo vale sempre e, ancor di più, quando si parla di realtà particolari e democrazie giovani come quella Slovena. Sabato scorso (21 giugno) era previsto per le strade di Lubiana l'ottavo Gay Pride Nazionale. Al motto di "Cutim Slovenijo" (I feel Slovenia) avrebbero sfilato pacificamente centinaia, forse migliaia, di persone. Lo slogan della manifestazione è stato scelto perchè spesso la comunità GLBT slovena non avverte la propria nazione tanto emozionante, compassionevole, gentile, amorevole e ottimista quanto lo stesso governo vorrebbe far credere. Gli omosessuali e i/le transessuali sloveni sentono spesso un pesante clima di discriminazione, omofobia, violenza e inequità circondati spesso da silenzio e paura. Sentirsi Sloveni a pieno titolo quindi, ancor prima di sentirsi omosessuali.
Sfortunatamente, però, attorno agli eventi del Gay Pride sono accadute cose che hanno tristemente confermato queste sensazioni. una preoccupante serie di attacchi ai partecipanti al Gay Pride che, seppur isolati nelle modalità, non possono essere considerati come fatti sporadici ma frutto di una cultura del disprezzo che in Slovenia è ancora predominante, purtroppo anche tra i giovani.

Il primo attacco, ai danni di una ragazzo, è accaduto proprio a ridosso della manifestazione. Due ragazzi hanno attaccato a malmenato un ragazzo ferendolo al volto e stappandogli la T-shirt del Pride gridando insulti contro i "froci". Il secondo attacco, a poca distanza dal primo: tre uomini al grido di "Hanno la maglietta, sono froci!" hanno aggredito un altro ragazzo che aveva appena partecipato alla manifestazione colpendolo ripetutamente e strappandogli di dosso, anche stavolta, la maglietta del Pride.
Nella serata, poi, ci sono stati ancora due assalti distinti vicino al locale K4 Club. Nel primo è stato aggredito un altro ragazzo mentre nella seconda aggressione è stata presa di mira una coppia che è stata brutalmente malmenata al grido di "dannati froci".

Gli episodi di violenza di sabato scorso, purtroppo, sono solo gli ultimi in ordine temporale di una brutta escalation che ha investito la Slovenia negli ultimi anni. Le aggressioni ai danni di omosessuali e transgender sono aumentate notevolmente anche se la maggior parte di queste non viene nemmeno denunciata da parte delle vittime che hanno paura che si faccia pubblicità al loro orientamento sessuale. Un circolo viozioso di eventi che non fa altro che accentuare la spirale di violenza e l'inattività politica nei confronti della minoranza GLBT.
Proprio a seguito delle ultime aggressioni gli organizzatori del Gay Pride di Lubiana hanno rivolto un appello pubblico perchè i politici per primi prendano in seria considerazione i fatti accaduti negli ultimi tempi ai danni di persone omosessuali e trovino soluzioni urgenti ed immediate.
L'appello è rivolto a tutte le singole istituzioni slovene perchè condannino ufficialmente le aggressioni subite dai partecipanti al Gay pride e perchè risondano ad una serie di domande:

  • Al Presidete della Slovenia, Danilo Türk:
    Che misure intende prendere per interrompere questa violenza?
    Come intende gestire l'aumento dell'omofobia nella società?
  • Al Primo Ministro sloveno, Janez Jansa:
    Come intende assicurare la sicurezza delle persone che vivono in Slovenia?
    Quali concreti e sistematici interventi intende proporre e mettere in atto per ridurre il livello di intolleranza della società slovena compresa l'omofobia?
    Che cosa intende fare perchè la polizia possa essere in grado di identificare la violenza omofoba e perchè sia perseguibile in modo efficiente come tale?
  • Al presidente dell'Assemblea Nazionale, France Cukjati:
    Il livello di odio verso gay e lesbiche in Parlamento è alto, come si può vedere in diversi dibattiti parlamentari. Siamo certi che questo influenza l'omofobia nella società, e anche gli attacchi omofobici.
    Che cosa intende fare per eliminare le espressioni di odio da parte del Parlamento?
  • Al Sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic:
    Cosa intende fare perchè le aggressioni non si verifichino di nuovo?
    Che cosa intende fare per rendere Lubiana piacevole, tollerante e sicura come ha dichiarato alla Pride Parade?
Inoltre gli organizzatori rivolgono un appello a tutti per adottare misure mirate ad evitare l'odio e la criminalità.

L'appello è esteso anche a livello internazionale a tutti i singoli cittadini che considerano gli attacchi contro le persone omosessuali come un crimine e che considerano l'omofobia una violenza da debellare dalla società. Per questo rivolgono un appello a firmare una petizione on-line contro la violenza omofobica alla quale hanno già aderito migliaia di persone da tutt'Europa. Inutile sottolineare l'importanza di tale sottoscrizione: homofobija08.

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